La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 23 settembre 2017

Contro i populismi una sinistra transnazionale. Intervista a Katja Kipping

Intervista a Katja Kipping di Beppe Caccia
Incontriamo Katja Kipping, co-segretaria del partito della Sinistra tedesca Die Linke, alla vigilia del voto di domenica per il Bundestag. In queste ultime ore di campagna uno dei punti caldi è proprio lo scontro tra la Sinistra e i «populisti di destra» di Alternative für Deutschland per la conquista del terzo miglior risultato.

Stop fiscal compact

di Marco Bersani 
A fine 2017, il Fiscal Compact (Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria), potrebbe essere inserito a pieno titolo nell’ordinamento europeo, divenendo giuridicamente superiore alla legislazione nazionale e rendendo irreversibili le politiche liberiste d’austerità. Approvato nel marzo 2012 da 25 dei 28 Stati membri dell’Unione Europea, il Fiscal Compact si colloca nel solco di una serie di trattati e regolamenti -Maastricht, Six Packs, Two Packs- che hanno impresso una svolta monetarista all’Unione Europea e hanno consentito l’affermarsi delle politiche liberiste, con un drastico peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni.

Modello Ryanair in crisi. Il neoliberismo battuto sui salari

di Claudio Conti
L’inaspettata crisi di Ryanair è la crisi di un modello di business neoliberista che ha fatto furore negli ultimi 30 anni, contribuendo in modo decisivo allo smantellamento del sistema di welfare europeo e delle regole del mercato del lavoro. Dal punto di vista dal “personale dipendente”, Ryanair ha indubbiamente imposto salari bassissimi rispetto agli standard del trasporto aereo, turni assurdi in dispregio delle stesse normative europee sulla sicurezza (un pilota stanco è un pilota pericoloso…), zero diritti sindacali, licenziabilità ad libitum.

La politica di Minniti è un atto di guerra contro i migranti. Intervista a Gino Strada

Intervista a Gino Strada di Giulio Cavalli 
È finito su tutti i giornali per avere definito il ministro Minniti “sbirro” eppure Gino Strada, fondatore di Emergency, da tempo sta provando a denunciare ben altro che un semplice aggettivo: la situazione libica adottata dal governo miete, giorno dopo giorno, le sue vittime nel silenzio di un pezzo d’informazione e della politica. Per questo abbiamo voluto sentirlo cercando di andare oltre la polemica buona per qualche articolo indignato.

Rosatellum: un aiuto a destra, un colpo a sinistra

di Massimo Villone
Tanto tuonò. Ma poi piovve? Rimane da vedere, perché il quadro dei sì e dei no al Rosatellum bis è variegato. Il relatore Fiano lancia proclami ottimistici, ma il vasto consenso si riduce a poco più di Pd, FI, Lega, e Alfano. Nell’urna parlamentare incidenti e imprevisti non sono certo impossibili. a assumiamo per ipotesi che la proposta venga approvata, e si applichi in un contesto come oggi delineato dai sondaggi: sostanzialmente tripolare, con frammenti aggiuntivi. Vediamo a prima lettura qualche punto essenziale.

Legge di bilancio, il centro-sinistra è neo-liberista

di Piero Bevilacqua 
Centro-sinistra sì, centro-sinistra no, alleanza con il Pd, alternativi al Pd, coalizione con Renzi, mai con l’ex presidente del consiglio, e cosi continuando. La discussione a sinistra, come al solito, è desolatamente appiattita sugli schieramenti. E naturalmente sulle schermaglie tattiche, sui posizionamenti in vista della campagna elettorale. La vita delle formazioni politiche – chiamiamole così – gira esclusivamente intorno a questo torneo, come squadre di calcio il cui unico compito è di affrontare il campionato. Eppure, basterebbe guardare ai contenuti, alle scelte programmatiche per rendere più chiare e dirimenti le scelte di schieramento.

Il rompicapo dell’inflazione

di Christian Marazzi 
È ancora possibile prevedere come evolverà l’inflazione? Sembrerebbe di no, almeno sulla base degli assunti utilizzati negli ultimi decenni dalle banche centrali di tutto il mondo, che sono due: in primo luogo, l’indice dei prezzi al consumo aumenta quando la banca centrale espande la sua base monetaria; in secondo luogo, l’inflazione riprende a salire quando l’economia cresce abbastanza da far calare la disoccupazione (la cosiddetta curva di Phillips). Secondo questi due assunti, in questo periodo l’inflazione dovrebbe aumentare. E invece no.

La rivolta delle città «libere dal Ceta»

di Monica Di Sisto
Una cartolina da Roma, entrata il 21 settembre, con il voto quasi unanime dell’Assemblea Capitolina, tra le circa 5mila città e Regioni europee che si sono dichiarate con un atto ufficiale «libere dal Ceta». È così che l’Italia dei movimenti che si oppongono alle liberalizzazioni commerciali selvagge, ha salutato l’entrata in vigore provvisoria del trattato Ue-Canada. «Una buona notizia, perché abolisce il 99 per cento delle tariffe doganali canadesi con picchi in alcuni dei settori di punta del nostro export», rivendica il ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda.

La crisi del progetto bolivariano e dei governi «progressisti»

di Verónica Gago e Sandro Mezzadra 
Il Venezuela continua a fare notizia a livello globale, ad esempio per le inquietanti (per quanto grottesche) minacce lanciate contro il governo bolivariano dal presidente statunitense Donald Trump nel suo intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite. D’altro canto, dopo l’elezione dell’Assemblea costituente la situazione interna al Paese sembra essere per molti versi cambiata, anche per via del modo in cui viene gestito da Maduro il prossimo passaggio delle elezioni regionali. La divisione della destra venezuelana (una destra strutturalmente autoritaria, razzista e tendenzialmente golpista) è comunque una buona notizia. Ma non è su questo piano che si colloca il nostro intervento.

Banalità del male

di Mario Pezzella
Continua a stupirci che nell’immediato dopoguerra molti tedeschi dicessero di non sapereciò che avveniva nei campi o di averne avuto una percezione solo vaga e confusa, anche quando abitavano a poca distanza da essi. Non sempre mentivano; solo che non era vera o semplice la loro ignoranza, era piuttosto un non voler sapere, un rifiuto della propria responsabilità diretta o indiretta in quanto stava accadendo. Perfino Eichmann, nel processo a Gerusalemme, dichiarò di non sentirsi responsabile di quel che avveniva nei campi: lui non aveva partecipato direttamente a nessuna uccisione. Si era limitato a fornire gli strumenti tecnici ed economici perché i campi fossero resi possibili.

Catalogna, tra repressione e possibili scenari

di Steven Forti
Il 20 settembre potrebbe essere uno di quei giorni che cambia il corso degli eventi. Nella crescente tensione tra il governo spagnolo e quello catalano in vista del referendum unilaterale di autodeterminazione convocato dal Parlamento di Barcellona per il prossimo 1 ottobre, la Guardia Civil – la polizia spagnola – ha perquisito una dozzina di sedi del governo regionale catalano, requisito materiale relativo all’organizzazione del referendum e arrestato 14 alti funzionari della Generalitat catalana.

L’irreversibilità dell’Ottobre russo

di Michele Prospero 
Ricostruendo i passi sempre ponderati che i bolscevichi seguirono tra il febbraio e l’ottobre del 1917 viene confermata l’immagine che Lenin aveva della politica come «matematica superiore». La strategia era in lui chiara sin da febbraio. Se i liberali hanno la forza per compiere una loro rivoluzione, che se la sbrighino pure da soli calandosi nell’arte così poco poetica della critica delle armi. Non possono pretendere che ai proletari, ai soldati fuggiaschi, alle plebi contadine spetti il compito di indossare le maschere del costituzionalismo, pressoché ignoto vocabolo nella tradizione russa.

venerdì 22 settembre 2017

I lavoratori devono difendere i loro diritti

di Vijay Prashad
Per le persone comuni le vittorie sono rare. Sempre più rare in questi tempi dominati dal denaro e dagli uomini forti. In Francia, dove mi trovo mentre scrivo queste righe, il presidente Emmanuel Macron ha deciso di farla finita con le protezioni di cui godeva la classe operaia francese. Sono conquiste ottenute a caro prezzo, diritti fondamentali che aiutano i francesi a resistere alle pressioni imposte dal lavoro. Questi diritti comprendono il pagamento degli straordinari e le ferie, due argini contro la pressione esercitata dai datori di lavoro che vogliono incatenare i dipendenti alle loro scrivanie e alle loro macchine.

mercoledì 20 settembre 2017

Fra tavoli e piazze, dove nasce la nuova Sinistra?

di Tomaso Montanari 
Leggo sul Corriere della sera che: "Fra un paio di giorni, quando sarà rientrato dalla Palestina, Roberto Speranza convocherà un tavolo con Sinistra Italiana, Pippo Civati e il movimento di Anna Falcone e Tomaso Montanari". Mi sono sempre chiesto se non esista una relazione tra il fatto che la Sinistra sia ridotta ad un fantasma e il fatto che per materializzarla si usi un "tavolo". Ma di certo ogni elettore di buon senso che legga una frase come quella trascritta penserebbe di trovarsi di fronte a liturgie ermetiche e remote, e si allontanerebbe ancora un po' dalla "politica politicata".

Di Maio? Un Carlo Conti della politica. Intervista a Carlo Freccero

Intervista a Carlo Freccero di Ilario Lombardo
«Luigi Di Maio è perfetto». Non ci poteva essere candidato migliore, per le logiche proprie del M5S, secondo Carlo Freccero, filosofo dei media, membro del cda Rai per volontà dei grillini, a cui lui però, per onestà intellettuale e libertà di pensiero, non risparmia nulla.
Perché è perfetto, Di Maio?
«Perché è l’uomo medio, è il Carlo Conti del Festival di Sanremo applicato alla politica. Un uomo con cui tutti si possono identificare, comprensibile a chiunque. Lo definirei un software interscambiabile».

Lo sporco baratto italo-libico e il neo-genocidio liberista dell’UE

di Salvatore Palidda
Dopo la scelta europea del 2015, la tragedia dei migranti in Grecia, poi i 6 miliardi offerti al neo-sultano fascista e affarista Erdogan per trattenerli a prescindere dalla schiavizzazione assicurata anche dei bambini tramite i circa 100 mila neo-padroni siriano-turchi, era apparso chiaro che si andava verso il massacro. Come si evince ora dalla “brillante” operazione realizzata dal fulgido ministro Minniti “tutto si tiene”: il demagogico stop degli arrivi in Italia passa per il “reclutamento” di una nota banda criminale che così diventa forza legittima dello stato libico e che –soprattutto- promette di garantire gli interessi e attività dell’ENI-Agip in Libia –fra cui lo stop dei furti e del contrabbando del petrolio e le minacce di sequestro di tecnici italiani- e anche di Finmeccanica e il mercato degli armamenti italiani.

Un appello contro la deriva autoritaria del governo spagnolo

Il referendum sull’indipendenza convocato dal governo catalano per il prossimo 1˚ di ottobre si sta trasformando in una grande questione democratica. Per impedirne la celebrazione il governo spagnolo sta applicando una strategia autoritaria e repressiva delle libertà e dei diritti fondamentali delle cittadine e cittadini catalani minacciando penalmente sindaci, deputati, autorità pubbliche, giornalisti, perfino coloro che decidano di andare a votare o vadano a comporre i collegi elettorali. Il governo Rajoy annuncia il commissariamento delle finanze della Generalitat catalana.

martedì 19 settembre 2017

Sinistra. L’unità, la lista, il partito

di Paolo Ciofi
Dov’è la sinistra? Dopo il referendum del 4 dicembre dell’anno passato, che con il clamoroso rovescio dello statista di Rignano e del suo tentativo di arronzare l’impianto costituzionale sugli interessi dominanti del capitale finanziario ha terremotato l’intero sistema politico, oggi la domanda continua a rimbalzare qua e là senza trovare un preciso ubi consistam. Tuttavia, nonostante la confusione delle lingue e anche dei simboli, a sinistra del partito di Matteo Renzi si sono venute delineando due tendenze sufficientemente chiare.

Economia e lavoro? Alla faccia del Jobs Act e dell’uscita dalla crisi

di Andrea Fumagalli
Nelle ultime settimane siamo stati subissati da buone notizie sull’andamento del’economia italiana. Il Pil cresce sopra le aspettative. L’Istat ci dice che il numero degli occupati è tornato a superare la quota di 23 milioni di persone, cioè al livello precrisi (2008) e che la disoccupazione scende (- 154.000 nell’ultimo anno). Nel luglio 2017 la produzione industriale è aumentata del 4,4% su base annua (ma solo del + 0,1% su base mensile). Il primo ministro Gentiloni twitta che un risultato del genere era impensabile soltanto due anni fa (dimenticandosi di ricordare che nel giugno 2017 la produzione industriale era aumentata su base annua del 5,3%: il che significa che, nell’ultimo mese, abbiamo avuto una riduzione della crescita). E aggiunge, sempre su Twitter: “Disoccupazione ai minimi dal 2012.

Sinistra, egemonia e lotta di classe. Intervista a Alvaro García Linera di Pablo Iglesias

Intervista a Alvaro García Linera di Pablo Iglesias
Pubblichiamo questa lunga intervista di Pablo Iglesias, portavoce di Podemos, con il Vicepresidente della Bolivia, Alvaro García Linera nella nota trasmissione “Otra vuelta de tuerka”. Un’intervista con molte idee e contributi per chi osa guardare, vedere e modificare la realtà. Un viaggio tra esperienze rivoluzionarie concrete e formazione delle idee necessarie per cambiare le cose, senza schematismi ma tenendo la barra dritta sul progetto rivoluzionario. Una intervista-conversazione che aiuta a comprendere come si sono formati i gruppi dirigenti rivoluzionari in America Latina negli anni ’90 e che oggi, in Bolivia come in Venezuela, sono uomini alla guida di governi popolari.

Il lavoro è cambiato, bisogna cambiare la difesa

di Umberto Romagnoli 
Diritto ed economia condividono il destino delle scienze umane – nemmeno quelle cosiddette “dure”, come la chimica e la fisica, se ne sottraggono completamente – e ciò che hanno in comune ne fa delle scienze sociali, nel senso che tanto il discorso giuridico quanto (come riteneva Adam Smith) il pensiero economico non possiedono l’autoreferenzialità dei costrutti ontologici. Entrambi influenzabili dalle dinamiche della società, sono sottoposti ai medesimi condizionamenti. In proposito, resta illuminante un brano del primo libro del Capitale: “ciò che distingue il peggiore architetto dall’ape migliore è che soltanto l’architetto costruisce la celletta nella sua testa prima di costruirla con la cera”. Come dire: il risultato del processo creativo preesiste nella mente dell’autore e dunque corrisponde all’obiettivo che lui voleva e ha deciso in anticipo.

Che fare? Ripartiamo dall’economia

di Mario Pianta
Dieci anni fa scoppiava la crisi finanziaria negli Stati Uniti e in Italia l’economia non si è ancora ripresa. Il Prodotto interno lordo (Pil) del paese ristagna, il reddito pro-capite – circa 25 mila euro – è tornato al livello di vent’anni fa, le misure di benessere suggeriscono che siamo tornati ai livelli di trent’anni fa.[1]Questi dati descrivono i valori medi per l’Italia, ma gli effetti della crisi hanno colpito ricchi e poveri in modo opposto. I salari del 10% più povero dei lavoratori dipendenti tra il 1990 e il 2013 hanno perso un terzo del loro valore, quelli del 25% più povero hanno perso il 30%, mentre quelli del 10% meglio pagato sono lievemente cresciuti fino al 2008 e poi sono tornati ai livelli iniziali.

Rappresentanza, Governo e mediazione politica

di Mario Dogliani 
Sommario: I. Mancano i rappresentanti, che dovrebbero essere i protagonisti della mediazione; 1. Parlare ancora di mediazione politica, oggi; 2. UnʼAssemblea rappresentativa che sia dʼesempio; 3. Dal basso e dallʼalto: le due direzioni della rappresentanza; 4. Fazioni o folla? Due condizioni di partenza (e due diversi significati) per lʼazione rappresentativa; 5. Che cosa occorre per “fare la società”?; 6. Un legame sociale che non cʼè: la via dei diritti e la via della rappresentazione dialettica; 7. Rappresentare vuol dire proporre; II. La mediazione politica nellʼattività di governo; 1. Mediazione politica e (riforma della) Costituzione; 2. La Corte costituzionale: arbitro dei conflitti, a tutela del “massimo di mediazione possibile”; 3. Una proposta per il rafforzamento della mediazione politica...; 4. ...contro l'antiparlamentarismo e le pulsioni autoritarie.

Se il sindacato vuole avere un futuro

di Pierre Carniti
Ha un futuro il sindacalismo confederale? Intorno a questo domanda è apparsa negli ultimi anni una consistente letteratura, sia nazionale che internazionale. Dipinti spesso in passato come forti e minacciosi, i sindacati dei paesi avanzati vengono attualmente considerati in declino. Secondo numerosi analisti, il declino sarebbe causato dalla aggressività delle politiche neo-liberiste, dalla integrazione globale dei mercati, dalla frantumazione del mercato del lavoro.

Il sonno/sogno dell'Europa

di Peter Sloterdijk 
Se prestiamo fiducia ai manifesti elettorali attaccati dai silenziosi iscritti dei partiti su ogni superficie libera da Greifswald sino giù a Berchtesgaden, la prossima settimana si dovrebbero tenere nella Repubblica Federale le elezioni per il nuovo Parlamento di Berlino. Una data di cui ci si ricorderà con qualche tecnica mnemonica, dato che nulla lascia presagire che ci attendano elezioni significative o che gettino la politica tedesca, la cancelleria o le prossime coalizioni di governo in acque più agitate. Persino il termine "campagna elettorale" suona come una citazione d'altri tempi. E la parola "decisione" come un ghirigoro su una vecchia carta da parati.

La ragione neoliberista e i suoi critici

di Giorgio Mele
Quali sono gli elementi che caratterizzano questa epoca detta della globalizzazione neoliberista?[1] A me sembra che si possano riassumere in questo modo: a) il dominio del mercato; b) l'eclissi della uguaglianza; c) la crisi della democrazia; d) la scomparsa di un disegno alternativo allo stato di cose presente. Come evidente i quattro elementi non possono essere presi singolarmente, ma sono profondamente intrecciati fra loro e tutti concorrono al dominio del neoliberismo che si presenta non solo come la potenza, dominante, ma come la struttura naturale del mondo, o meglio, la ragione[2] del mondo.

La scuola dal mosaico al merchandising, passando per il cacciavite

di Claudio Salone
Il titolo può apparire criptico, ma sintetizza efficacemente, a mio parere, il destino dell’istituzione scolastica italiana nell'arco di un ventennio circa. Correva l’anno 2000, quando fu pubblicata la “Legge Quadro in materia di Riordino dei Cicli di Istruzione”, meglio nota come la “Legge Berlinguer” (L. 30 del 10.02.2000). Come tutti sanno, questa legge non andò mai in vigore, perché il governo Berlusconi, succeduto a quello di centro-sinistra di Romano Prodi, tramite la ministra Moratti, volle fare “punto e a capo”.

Il sistema bancario internazionale dieci anni dopo la grande crisi

di Ugo Marani 
Il 15 settembre 2008 la banca d’investimento Lehman Brothers annuncia di volersi avvalere delle procedure del Bankrupty Code, dichiarando debiti bancari per 613 miliardi di dollari e debiti obbligazionari per 155 miliardi e dando inizio alla più vistosa bancarotta del capitalismo moderno e ai giorni che portarono, negli Stati Uniti dapprima e in tutto l’occidente successivamente, alla più grande operazione di salvataggio della storia.

A proposito di democrazia e i suoi limiti

di Gaetano Azzariti
L’ultimo libro di Sabino Cassese[1] ha certamente due pregi: la capacità di sintesi e l’approccio pragmatico. In poche e chiare pagine vengono discusse le principali problematiche che contrassegnano le nostre democrazie, senza mai farsi prendere dal “vizio” dell’astrazione che, sottolinea l’autore, contrassegna tanti studi sulla democrazia. È vero: numerose sono le idealizzazioni che contraddistinguono molti lavori pacificati ed eterei, nonché alcune indagini rabbiose e disperate. In entrambi i casi si tratta di analisi che finiscono per fornire un’immagine deformata e astratta della democrazia reale.

Merito del Jobs Act?

di Carlo Clericetti
Interessante la tesi di Matteo Renzi e di tutto il governo. Sarebbe merito del Jobs Act il fatto che il numero di occupati abbia raggiunto i 23 milioni per la prima volta dal 2008. Ora, a parte che siamo ancora al di sotto del massimo di allora, sorge spontanea una domanda: ma come diamine ci si era riusciti, visto che nel 2008 il Jobs Act non c’era? Non solo: c’era anche il famigerato art. 18, ancora nemmeno indebolito dalla prima modifica del governo Monti.

Industria 4.0 e la proprietà dell’impresa

di Cecilia Navarra 
Nel dibattito sugli effetti del cambiamento tecnologico sul lavoro, uno dei principali argomenti “a discolpa” dell’innovazione, fino a qualche anno fa, era che questa avrebbe semplicemente spostato domanda di lavoro da mansioni manuali a mansioni più qualificate. In effetti si è osservato un aumento dei differenziali salariali sulla base della qualifica nelle maggiori economie industrializzate negli ultimi 40 anni (anche se questo ha anche e forse soprattutto a che fare con la perdita di potere contrattuale dei lavoratori, soprattutto meno qualificati).

Il popolo è una costruzione. Intervista a Jacques Rancière

Intervista a Jacques Rancière di Ballast
Questa intervista, rilasciata prima delle recenti elezioni presidenziali francesi, è stata pubblicata sul numero 3 della rivista Ballast, che ringraziamo per avere concesso l’autorizzazione a tradurre. Con la consueta radicalità, Il filosofo francese affronta qui i temi del popolo e della democrazia già discussi in libri come La Haine de la démocratie o il più recente En quel temps vivons-nous. Rancière sostiene qui che “il popolo non è la massa della popolazione”, ma “una costruzione”. Il popolo “non esiste, è costruito da discorsi e atti. Occupy, le Primavere arabe, gli Indignati, piazza Syntagma a Atene, i movimenti dei sans-papiers – continua l’autore de La Mésentente -, tutto ciò fabbrica un certo popolo di anonimi. E questo popolo è quello della democrazia: un popolo che manifesta il potere di non importa chi”.

Da vecchi saremo tutti poveri? La necessità di una vera “pensione di garanzia”

di Michele Raitano 
Da quando, nel lontano 1995, il sistema previdenziale italiano ha iniziato ad abbandonare, con estrema gradualità, lo schema retributivo – in cui la pensione era legata al numero di anni di attività e alle retribuzioni di fine carriera – per sostituirlo con quello contributivo – in cui la prestazione dipende dai contributi versati nell’intera carriera – i più giovani hanno iniziato a temere per il proprio futuro da pensionati e non è infrequente sentirli dire: “saremo costretti a passare una vecchiaia in povertà, perché le nostre pensioni saranno da fame”.

Dal troppo al niente della mediazione politica

di Walter Tocci
Quando ho letto il titolo del nostro seminario, “Mediazione politica e compromesso parlamentare”, sono stato travolto dai ricordi giovanili. Allora facevamo una robusta opposizione, che non si limitava a twitter, ma spostava interessi e costringeva gli avversari a prendere contromisure. “Noi” e “loro” sapevamo di dover rendere conto a gruppi sociali ben definiti. “Noi” e “loro” eravamo divisi dalle visioni del mondo, ma avevamo sempre l'esigenza di condurre il conflitto a un risultato concreto. Ricordo di aver stretto la mano ad avversari di controversa condotta morale, ma ero sicuro che avrebbero mantenuto l'impegno preso a qualsiasi costo.

Il «centrosinistra» e un ostacolo insormontabile

di Tomaso Montanari 
Ho una profonda stima per la persona e il lavoro di Luigi Manconi. Nel suo bellissimo Corpo e anima. Se vi viene voglia di fare politica egli scrive: «Tra le molte contraddizioni della mia azione politica, una appare forse come più stridente. Ovvero che faccio quello che faccio e penso quello che penso, pur rimanendo nel Pd … Per ora penso che vi sia ancora spazio per condurre conflitti interni e per utilizzare proficuamente la forza, le risorse e la platea di un “partito largo”». «Per ora», scriveva Manconi in un libro uscito nel marzo 2016.

Sinistra: costruire una nuova egemonia

di Vincenzo Vita
Parlare di sinistra, oggi, significa innanzitutto chiarirsi sull’oggetto reale di cui si discute. Non si può e non si deve confondere, tanto per cominciare, il capitolo – pur delicato – della presenza elettorale alle prossime elezioni politiche e il prolegomeno della scadenza siciliana, con la ricostruzione di un autonomo soggetto politico. Certamente i due piani sono legati. Ma guai a sovrapporli. Errori già fatti, con conseguenze che pesano ancora.

Per disegno o per errore? Il neoliberismo e la politica economica

di Massimo Di Matteo
“Crisis and Sustainability. The Delusion of Free Markets”, pubblicato da Palgrave, è una summa del lavoro di Alessandro Vercelli, studioso originale ed eterodosso. Il libro – che ripropone,collocate in maniera appropriata, alcune delle sue idee elaborate precedentemente in contesti diversi – è ampio (329 pagine) e complesso ma la sua architettura è lineare e la ricchezza delle argomentazioni non fa perdere di vista il filo conduttore dell’analisi. E’ un libro impegnativo che spazia da argomenti filosofici e metodologici a quelli economici e ambientali e propone una visione sulla cui base è possibile costruire una teoria economica alternativa a quella dominante. Tale visione si incentra sulla piena valorizzazione del concetto di libertà positiva in tutti i suoi aspetti.

Pil e lavoro, dal governo solo propaganda

di Giorgio Cremaschi
Aumentano PIL e produzione industriale, cala la disoccupazione ufficiale e naturalmente il governo festeggia, anche se la stragrande maggioranza delle nuove assunzioni sono a termine e part time. Renzi e Gentiloni vantano il loro milione di posti di lavoro e lo dicono merito del Jobs Act. A questa propaganda di regime, che non a caso usa le stesse cifre storiche di Berlusconi, si contrappongono tre semplici verità:

Il popolo introvabile e la tradizione del PCI

di Claudio Bazzocchi
Negli anni passati mi sono occupato del rapporto tra intellettuali e popolo, tema che non poteva mancare nella riflessione di uno studioso formatosi nella tradizione del comunismo italiano. Ho ripensato a quei lavori in questi giorni, nel momento in cui una parte della sinistra sta cominciando a teorizzare l'idea che la crisi della stessa sinistra si supera ascoltando il popolo, dal momento che dietro ogni populismo ci sarebbe un popolo.

Industria 4.0, una lettura controcorrente

di Roberto Romano
Il capitalismo è una particolare organizzazione della società; questa (società) evolve e cambia nel tempo perché con il passare “del tempo” muta la domanda, il salario di sussistenza, la tecnica e, infine, il contenuto del capitale e del lavoro. Sebbene Industria 4.0 possa sembrare qualcosa di inedito e paradigmatico, la storia del capitale e dello sviluppo ci ricordano che “Non è quello che viene fatto, ma come viene fatto, con quali mezzi di lavoro, ciò che distingue le epoche economiche. I mezzi di lavoro non servono soltanto a misurare i gradi dello sviluppo della forza lavoro umana, ma sono anche indici dei rapporti sociali nel cui quadro vien compiuto il lavoro”(Marx[1]).

Leggi, contratti, lavoro: un esempio, la scuola

di Silvia R. Lolli
È interessante il progetto di legge regionale presentato dal consigliere Piergiovanni Alleva rappresentante di AER (Altra Emilia-Romagna) per facilitare l’entrata nel mondo del lavoro dei giovani. Titolo della proposta: Misure per il riassorbimento della disoccupazione tramite la promozione di contratti di solidarietà espansivaInteressante perché, se trovasse la stessa strada spalancata del consiglio regionale come ha fatto l’approvazione della recente legge sullo sport, potrebbe prospettare una risoluzione, almeno temporanea, degli epocali cambiamenti che stiamo vivendo. L’articolato è semplice, solo cinque articoli; non sarebbero neppure necessarie troppe discussioni su tanti articoli che spesso hanno solo il compito d’ingarbugliare gli effetti delle leggi; la proposta potrebbe così passare facilmente.

La Germania danneggiata dalla sua ossessione

di Ruggero Paladini 
Nel 2016 l’eurozona (EZ) ha avuto un attivo di bilancia commerciale di 472,5 miliardi di euro; il 50,5% è dovuto alla Germania, la quale ha una quota di PIL pari al 29,2%. Quindi mentre l’attivo EZ costituisce il 4,4% del PIL, quello tedesco è pari al 7,6%. L’attivo della bilancia commerciale tedesco costituisce oltre il 90% della bilancia delle partite corrente (8,3% nel 2016), ben oltre il limite del 6% indicato dalle procedure di squilibrio macroeconomico. Si comprende perciò perché fin dai tempi di Obama negli USA vi fosse un giudizio critico verso la politica economica dell’EZ, dovuta in buona misura alle decisioni tedesche. Il giudizio critico si è trasformato con Trump in aperte ostilità. 

Ideologia e spirito di scissione in Gramsci

di Federico Zappino 
Può sembrare singolare chiamare in causa un pensatore come Antonio Gramsci nell’ambito di un intervento che ha la parola «queer» nel titolo. Per quanto le riflessioni di Gramsci sulla subalternità, ad esempio, siano state molto produttive in campi di sapere ai quali egli direttamente non avrebbe pensato – penso innanzitutto agli studi postcoloniali, e all’impiego delle categorie gramsciane operato da Gayatri Chakravorty Spivak –, è anche vero che l’accostamento tra Gramsci e il queer richiede alcune precisazioni.

Il capitalismo italiano: un ibrido infelice?

di Ugo Pagano 
Negli ultimi venti anni l’economia italiana si è purtroppo distinta per una bassa crescita della produttività, pochi investimenti nella ricerca e nell’istruzione superiore e per una limitata acquisizione di diritti di proprietà intellettuale. Questi fenomeni, già ben palesi negli anni ‘90, si sono accentuati con le recenti politiche di austerità che, comprimendo la domanda interna, hanno anche ridotto le economie di scala specialmente per le imprese che non esportano quote rilevanti dei loro prodotti.

L’euro di Maastricht: l’elefante nella stanza

di Piergiorgio Gawronski 
Cosa impedisce alla sinistra europea di fare il suo mestiere quando va al governo? Non la globalizzazione: è solo economia di mercato (internazionale). Non gli Stati Uniti: sono con noi (come i mercati globali) da almeno due secoli, durante i quali la sinistra è cresciuta e ha cambiato il mondo. L’URSS non c’è più? D’accordo, ma non c’era neppure nel 1820-1920. Né il successivo progresso sociale è stato determinato solo dal comunismo: non in Germania, ad esempio, dove han fatto tutto sinistra cattolica e socialisti; non negli USA, dove ha fatto tutto la sinistra liberale. No! L’elefante nella stanza è l’euro di Maastricht: moneta fondata su istituzioni e regole non soltanto disfunzionali, ma anche ostili ai ceti deboli e ai lavoratori. Un problema gigantesco che i leader fingono di non vedere.

Il digitale populista

di Lelio Demichelis 
Il tema resta – purtroppo – di stretta attualità. La crisi della democrazia si aggrava e i populisti fanno abilmente il loro gioco sporco generando un meccanismo perverso ma per loro utilissimo, che si autoalimenta richiamandosi a quell’entità, astratta ma molto capace di produrre meccanismi identitari e di condensazione del rancore, della rabbia e dell’antipolitica, che è appunto il popolo. Ed è un processo degenerativo certo non nuovo, molto novecentesco e che si produce quando il popolo rinuncia a essere demos sovrano e decide di estraniarsi dal potere demo-cratico e di farsi nichilista di se stesso e della sua democrazia, lasciandosi affascinare dalle ombre che il populismo abilmente proietta sulla parete di una democrazia ridotta a caverna platonica o a schermo di un pc.

Vaccini? Ecco i veri motivi della legge Lorenzin

di Ivan Cavicchi
Fermo restando il mio – più volte ribadito (anche su questo blog) – favore scontato per la profilassi delle malattie, ho sempre pensato e continuo a pensare che la legge fatta dal governo sui vaccini sia brutta, sbagliata, incivile e per certi versi assurda. Ma perché? A parte le ragioni di merito su cui abbiamo discusso tanto, quali sono le motivazioni vere che spiegano questa apparente assurdità? Continuo a credere, considerando tutto, che al governo non interessava fare una buona legge per gli italiani ma solo ottemperare a degli accordi internazionali in ragione dei quali l’Italia è diventata paese capofila per la vaccinazione del mondo. Mi riferisco all’accordo di Washington del 29 settembre 2014 raggiunto tra il nostro paese, l’industria farmaceutica e il Global health security agenda.

Il Viaggio in Italia di DiEM25 con Yanis Varoufakis e Lorenzo Marsili

di Diem25
Dal 27 settembre al 1 ottobre unisciti al Viaggio in Italia per affrontare alcune delle grandi questioni del nostro tempo e delineare una via concreta per uscire dal pantano. Le grandi questioni dei nostri tempi – dalle ineguaglianze alla scandalosa evasione fiscale delle multinazionali, dalle migrazioni al rilancio di un nuovo sistema produttivo ecologico e capace di piena occupazione – oltrepassano ormai chiaramente i confini nazionali. Quegli stessi confini che, invece, la politica è stata finora incapace di superare. 

Oltre la crisi del Comunismo

di Giovanni Mazzetti 
Quando, sul finire degli anni ottanta, la crisi del movimento comunista divenne palese, il gruppo di studio che poi si sarebbe trasformato nell’Associazione per la Redistribuzione del Lavoro decise di confrontarsi criticamente con quanto stava succedendo. Ne scaturì un testo, poi pubblicato dagli Editori Riuniti nel 1993, col titolo Dalla crisi del comunismo all’agire comunitario. In quella ricerca si approfondirono le ragioni della crisi, cioè il processo negativo che era sfociato nella dissoluzione di quel movimento. Ma si gettarono anche le basi per avviare una riflessione su quello che avrebbe potuto essere il processo positivo in grado di garantire il superamento della crisi. Una riflessione che ovviamente richiese molti anni di lavoro.

Europa, alla ricerca del sesto scenario

di Claudio Gnesutta
Il primo marzo di quest’anno, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha presentato il “Libro bianco sul futuro dell’Europa: le strade per l’unità nell’UE a 27”. Di fronte a un passaggio incerto dell’istituzione europea dopo la Brexit, ma soprattutto in presenza della crescente ostilità popolare nei confronti delle politiche europee, il documento veniva presentato come la base di discussione delle linee di sviluppo dell’Unione e fissava le possibili alternative cui sarebbero soggetti i paesi nello scegliere il loro percorso verso la futura Europa. È lo sfondo sul quale si regge anche il suo recente discorso sullo Stato dell’Unione 2017.