La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 23 agosto 2017

La nuova Shoah

di Franco Berardi Bifo
Molti giornali tedeschi hanno criticato il titolo della performance che io, con Dim e Stefano intendevamo fare a Kassel il 24 di agosto (“Auschwitz on the beach“, ndr). Poiché rispettiamo la sensibilità di coloro che si sentono offesi da questo titolo decidiamo di cancellare la performance, ma qui rispondo agli argomenti di coloro che nella stampa tedesca mi paiono avere capito male, o forse strillano per ipocrisia e manipolazione.

Tagliano la sanità pubblica per favorire i privati. Intervista a Ivan Cavicchi

Intervista a Ivan Cavicchi di Fabrizia Caputo
“Dovrebbe essere il luogo d’accesso alle prime cure e agli accertamenti necessari, per essere poi trasferiti nei reparti competenti, ma molto spesso non è così”. Per il professor Ivan Cavicchi, docente di Sociologia delle organizzazioni sanitarie all’Università di Roma Tor Vergata “il pronto soccorso è la cartina tornasole di tutto il sistema sanitario” e le condizioni in cui versa non lasciano spazio all’immaginazione.

La frustrazione delle Cassandre, la voracità dei cementificatori

di Rossella Muroni
Il cordoglio e la vicinanza ai familiari delle vittime e alla comunità colpita sono naturalmente il primo pensiero. Il secondo, in queste ore di dolore, va però alle responsabilità umane suscettibili di aumentare i rischi derivanti dalle calamità naturali. A Ischia come nel resto d'Italia. Penso alla mancata tutela del territorio e agli abusi edilizi, di cui l'isola flegrea purtroppo è vittima da tempo, come raccontano le 600 case abusive colpite da ordine definitivo di abbattimento, e per la maggior parte ancora in piedi, e le 27 mila pratiche di condono presentate in occasione delle tre leggi nazionali sulle sanatorie edilizie.

martedì 22 agosto 2017

Banche e ceto medio: crisi di un modello di riproduzione

di Antonio Alia 
A meno di due anni di distanza dalla risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara (22 novembre 2015), che ha comportato l'esproprio di centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori, il governo Gentiloni è stato costretto ad intervenire nuovamente in materia bancaria. Nonostante il ricorso al fondo Atlante per 3,5 miliardi di euro (denaro parzialmente pubblico proveniente dalla Cassa Depositi e Prestiti), Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca non sono riuscite a risolvere il problema della ricapitalizzazione obbligando il governo a disporne per decreto la liquidazione coatta amministrativa.

domenica 20 agosto 2017

Per recuperare lo spirito ribelle di Seattle

di Walden Bello
Seattle e la crisi del neoliberismo
Secondo la teoria di Thomas Kuhn realtiva al modo in cui si determinano i cambiamenti nelle scienze fisiche, i dati dissonanti non possono trovare spazio nel vecchio paradigma finché non venga qualcuno a proporne uno nuovo, in cui possano essere spiegati. Gli scienziati sociali si sono appropriati degli sforzi di Kuhn per spiegare il dislocamento e la sostituzione del pensiero egemonico in politica, in economia e in sociologia. Penso che, per quanto il ruolo dei dati dissonanti sia stato esaustivamente studiato (…), le spiegazioni relative al cambiamento nei sistemi di conoscenza non siano state in grado di considerare il ruolo dell'azione collettiva.

Non avere paura di farsi qualche domanda

di Luciana Castellina 
Brava Ada Colau a convocare subito una manifestazione a Piazza de Catalunya, nemmeno 24 ore dopo l’orribile massacro. Bravi i barcellonesi che a centinaia di migliaia hanno risposto all’appello gridando «no tinc por». E bravi i cittadini globali che si sono uniti a loro, piangendo per la ferita inferta alla città simbolo dell’accoglienza e dell’inclusione, ma anche per le proprie vittime: impressionante la cifra di 35 nazionalità. Hanno espresso, oltre alla pena per i corpi maciullati, la protesta per l’insulto che è stato fatto a quello che viene chiamato il «nostro libero modello di vita».

Paura dei robots o paura della politica miope?

di Sergio Farris
Si parla sempre più spesso di avvento delle più recenti innovazioni tecnologiche (robotizzazione e industria 4.0) nei processi produttivi e delle possibili ripercussioni in termini di nuova disoccupazione, in un contesto nel quale questa è già troppo elevata. A parere di chi scrive, non bisogna avere timore nei confronti dell'innovazione tecnologica, ma piuttosto, nei confronti di una politica poco lungimirante. La nuova "rivoluzione tecnologica" (se di questo si tratterà, una volta che ne saranno meglio definiti i contorni e le potenzialità) può, almeno nel breve periodo, creare disoccupazione, andando probabilmente ad interessare le fasce professionali “medio-basse”.