di Michele Prospero
Con la scure di Grillo si ripristina la voce del padrone. Non poteva essere tollerato che nel M5S covasse una sollevazione contro i rischi di uno scambio tra una veloce (e cattiva) legge elettorale e la concessione a Renzi del regalo delle consultazioni anticipate. Quella affiorata tra i parlamentari è parsa una insubordinazione troppo ardita da digerire per un non-partito che rimane pur sempre a conduzione microaziendale. La restaurazione dell’ordine lascia però aperte questioni scottanti. E’ evidente che quando il governo chiede il voto anticipato, alle opposizioni non resta che accettare la sfida. Eppure questa consuetudine non sempre andrebbe rispettata passivamente, soprattutto se ancora mancano delle regole del gioco non viziate da incostituzionalità.