La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 17 settembre 2016

Renzi, Prodi, Bertinotti e le destre

di Paolo Ferrero
“Lo dico agli amici dell’Anpi, fuori dal Pd non c’è la rivoluzione proletaria o la sinistra mondiale. C’è la destra di Grillo e Salvini. A furia di urlare ‘più sinistra, più sinistra, più sinistra’ si va a finire come con Bertinotti. Si mandano a casa i nostri e si apre la strada alla destra”. Con queste parole Renzi ha inteso chiudere politicamente ogni possibilità di alternativa positiva al suo governo, al suo partito, alla sua linea. A pensarla così non è solo Renzi ma una bella fetta di popolo. Per questo mi preme tornare su quella vicenda proponendo un punto di vista radicalmente diverso da quello di Renzi.

Il sentiero stretto della sinistra europea

di Carlo Galli 
È vero che alla crisi del neoliberismo e della Ue la cultura politica non sta rispondendo adeguatamente: nulla a che vedere con quanto avvenne in occasione della crisi del paleoliberalismo del 1929, che determinò un salto di fase a destra (le teorizzazioni degli Stati a partito unico, i corporativismi) e a sinistra (l’elaborazione della teoria critica francofortese e parte della stessa riflessione di Gramsci). Per schematizzare, si può dire che la cultura mainstream ha posizioni conservatrici (all’insegna del “non c’è alternativa” all’euro e alle sue regole) oppure progressiste: secondo queste, si deve andare verso gli Stati uniti d’Europa, iniziando col democratizzare la Ue con vari strumenti, anche economici – eurobond, politica fiscale unica –, e si deve far rientrare anche la Germania nei parametri dell’euro, oltre che tentare di far comprendere alla socialdemocrazia tedesca che c’è una contraddizione fra euro e democrazia sociale.

Autunno del capitalismo, primavera dei popoli?

di Samir Amin 
Il capitalismo costituisce soltanto una parentesi breve nella lunga storia dell'umanità; ma una parentesi decisiva, perché ha soddisfatto le condizioni materiali (con uno sviluppo prodigioso delle forze produttive e delle conoscenze scientifiche) e culturali (con l'affermazione della modernità, fondata sul principio che gli esseri umani fanno la loro storia, che si sostituisce al principio tradizionale della fedeltà alle credenze degli antenati) che permettono di immaginare un futuro comunista, concepito come una tappa superiore della civilizzazione universale, che sostituisce i valori di uguaglianza e solidarietà (basi della democratizzazione autentica della gestione sociale in tutte le sue dimensioni) a quella della concorrenza al servizio del profitto immediato.

Alea iacta est, fine ciclo e restaurazione neoliberista in America Latina

di Christian Peverieri
Il dado è tratto, il Rubicone è varcato: il capitalismo estrattivo ha assestato il colpo del knock-out al progressismo latinoamericano con la definitiva destituzione di Dilma Rousseff da Presidente del Brasile. E’ stato un gioco di prestigio non da poco, le regole democratiche sono state messe a dura prova dagli eventi degli ultimi giorni e, anche se c’è chi grida al golpe (blando, suave, ma anche no), il corrotto Michel Temer è diventato Presidente a tutti gli effetti e la restaurazione neoliberista è avviata. Il ciclo progressista dell’intero continente è arrivato al capolinea.

Le 120 giornate di Babele

di Davide Gallo Lassere 
Dal 9 marzo al 5 luglio: centoventi giorni e sedici manifestazioni “autorizzate”; sedici manifestazioni “autorizzate” e centoventi giorni che rivelano bene la composizione sociale della mobilitazione e i movimenti incessanti di decomposizione e ricomposizione politica che l’hanno animata. Malgrado il fatto che la prima metà del mese di luglio sia stata disseminata da parecchi colpi di coda, sia auto-organizzati da gruppi autonomi sia di matrice sindacale, ci focalizzeremo essenzialmente su questi quattro mesi, che hanno visto scendere nelle strade un largo spettro di soggettività, unitario e multiforme.

Due cose su Ciampi

di Matteo Bortolon 
Buona parte della stampa traccia oggi un ritratto dell’appena scomparso Carlo Azeglio Ciampi. Grande statista, grande premier, giusto, elegante, sobrio. Se la sobrietà era una delle sue qualità altrettanto non si può dire dei suoi elogiatori attuali. A destra si sottolinea il patriottismo con le forti connessioni con il Risorgimento. A sinistra l’esser stato partigiano, l’europeismo, «uomo delle istituzioni», l’aver portato l’Italia nell’euro. Per trovare delle critiche bisogna ridursi a cercare nell’area destra radicale – Lega. Ovviamente il bilancio di una eredità politica non potrà che essere più meditato, magari includendo qualche parte un po’ meno «entusiasmante» come il ripristino della parata militare il 2 giugno…

I veri poveri (dimenticati) d’italia

di Chiara Saraceno
Periodicamente ci viene rammentato che, nonostante la nostra spesa sociale sia tutta sbilanciata sulle pensioni, il 63% delle pensioni non supera i 750 euro e due milioni non raggiungono i 500 euro, ovvero la minima. All’origine vi sono storie lavorative e contributive frammentate, bassi salari, pensioni di reversibilità derivanti da pensioni a loro volta modeste. Anche se non va trascurato che spesso queste (in particolare quelle di reversibilità) non sono né l’unica pensione, né l’unico reddito a disposizione, il fenomeno della povertà tra gli anziani va sicuramente affrontato.

Oggi tutti a Piacenza per Abd Elsalam, vittima della guerra di classe

di Clash City Workers 
Ci sono tanti modi di uccidere un uomo, diceva Brecht. Lo si può lasciar morire di fame, lo si può sfinire di lavoro, gli si possono negare le cure. Nessuno di questi è illegale nel nostro Stato. Anzi, accadono ogni giorno. Soprattutto da quando con la crisi del 2008 è quadruplicata la percentuale di lavoratori sotto la soglia della povertà assoluta (e ancor di più tra i disoccupati), come rivelano i dati ISTAT. O da quando tra aumento dell'età pensionabile, ritmi di lavoro sempre più intensi e sicurezza sempre più trascurata, il rischio di lasciarci la pelle sul posto di lavoro si fa sempre più alto, come testimoniano i dati INAIL.

La falce dell’austerità

di Enrico Beniamino de Notaris 
La sentenza per danno all’immagine dell’azienda che coinvolge gli operai licenziati di Pomigliano si fonda su una valutazione soggettiva: i giudici ritengono che le manifestazioni operaie «hanno travalicato i limiti del diritto di critica e si sono tradotte in azioni recanti un grave pregiudizio all’onore e alla reputazione della società resistente, arrecando alla stessa, in ragione della diffusione mediatica che hanno ricevuto, anche un grave nocumento all’immagine». E, nella seconda sentenza: «Non sono emersi elementi in giudizio da cui poter desumere un immediato nesso di causalità tra i tragici suicidi dei predetti lavoratori e la conduzione manageriale imputabile all’amministratore delegato della società resistente».

Eterodossi di tutto il mondo, unitevi!

di Pierluigi Fagan
Il fine del libro di Cesaratto è condividere conoscenza economica per una più democratica partecipazione politica ai destini del tempo che ci è toccato in sorte da vivere. Corre l’obbligo di ricordare l’abusata citazione del biografo di Keynes (Skidelsky) il quale, dell’economista britannico, raccontava il sottile piacere che provava di origliare -ai party- le conversazioni tra membri dell’ élite, conversazioni che i soggetti conducevano senza rendersi conto di star replicando null’altro che sistemi di idee forgiate da qualche economista a loro ignoto. Se si è un pensatore economico come Keynes, questo potere sulle menti che fanno il mondo, certo fa piacere.

L’Italia non fa marcia indietro sul TTIP

di Monica Di Sisto e Alberto Zoratti
12 paesi europei, Italia in testa, dicono “sì” al TTIP e al CETA e cercano di aiutare la Commissione a portare a casa il risultato il più presto possibile. Almeno queste sono le intenzioni dichiarate prima del summit informale dei capi di Stato e di governo di Bratislava dove il dossier commerciale è una delle patate bollenti sul tavolo. I leader europei, infatti, devono trovare una posizione comune per permettere ai loro ministri del commercio, che si riuniranno sempre nella capitale slovacca il 22 e 23 settembre per trasformare queste intenzione in precisi passi negoziali. E qui scattano i problemi.

A cosa e a chi serve l’allarmismo sul debito. Ce lo dirà il Cadtm

di Checchino Antonini
Il problema delle nostre città sono i tossici. I titoli tossici. E, più in generale, il debito pubblico. «Il debito è stato comunicato come uno tsunami, un evento catastrofico, per costruire paura nella cittadinanza», dice, Marialuisa Menegatto, psicologa sociale tra gli atenei di Padova e Venezia, e autrice con Adriano Zamperini, docente a Padova, di “I costi umani della crisi”, una ricerca che ha analizzato 922 articoli di Corriere, Stampa e Repubblica, dalla caduta di Berlusconi alla caduta di Letta. Una ricerca che sta andando avanti «anche perché aumentano le manifestazioni di disagio mentale legate alla crisi come ad esempio i suicidi qui a Nord Est.

Morire per i diritti

di Marta Fana
Non li vediamo, gli operai della logistica che lavorano la notte, quelli che preparano i grandi camion che riempiranno gli scaffali della nostra tensione al consumo. Gli operai, quasi ce ne volevamo dimenticare. Un corpo, sociale, di cui il racconto (post)moderno avrebbe voluto sbarazzarsi. Così, mentre ci si aggrappa alla propria dignità, durante un picchetto, si muore, travolti da un camion che forza il picchetto, perché la produzione non deve fermarsi, costi quel che costi. “Parti, vai!”

Di padre in figlio: il regresso generazionale secondo McKinsey

di Eleonora Romano
La certezza che i figli avrebbero goduto di redditi superiori a quelli dei propri genitori ha accompagnato diverse generazioni, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra. Negli anni più recenti questa certezza ha iniziato a vacillare, al punto che si è giunti a parlare di “tradimento del futuro”. Il recente rapporto McKinsey (“Poorer than their parents? Flat or falling incomes in advanced economies”) si propone di fornire, con riferimento ai paesi avanzati, una stima di questo “tradimento” e più precisamente della quota di famiglie nelle quali i figli stanno peggio dei genitori. In questa Scheda presenterò i punti principali dello studio e,soprattutto, mi chiederò in che misura esso aiuti a comprendere quanti figli stiano peggio dei propri genitori.

Dalla parte di Abd Elsalam e dei suoi compagni

di Giulio AF Buratti
La migliore indignazione è la lotta e la migliore solidarietà lo sciopero: a Piacenza oggi è il giorno del corteo di sdegno per l’omicidio di Abd Elsalam Ahmed Eldanf e di solidarietà con la sua famiglia e i suoi compagni di lavoro. L’operaio egiziano di 53 anni, sindacalista di Usb, che ieri è stato travolto e ucciso da un tir guidato da un camionista italiano, probabilmente incitato da un uomo di fiducia del management aziendale. Tutto ciò mentre partecipava a un picchetto all’esterno della sede di Piacenza dellaGls. Era lì per difendere i diritti dei suoi compagni di lavoro.

Sacro Graal o tofu: i non detti dell’innovazione sociale

di Roberto Ciccarelli 
L'innovazione sociale è come il tofu: insapore, sta bene con tutto: il dolce e il salato. Una definizione certa non esiste: è come la ricerca del Sacro Graal. Coloro che pensano di averlo trovato ne danno, immancabilmente, definizioni diverse. Sono reo-confesso: ho pensato a questo quando Giacomo Giossi mi ha chiesto di intervenire nel denso e sfaccettato dibattito generato dall’articolo di Maria Dodaro sull’innovazione socialeIl problema della definizione di questo concetto diventato un classico passepartout – o parola-baule – è molto interessante. Maurizio Busacca ne ha fornito una completa mappatura.

Il futuro dell’Europa secondo Stiglitz

di Nicolò Bellanca
Il dibattito sul destino di un’eurozona sempre più a rischio deflazione, è difficile da seguire per i non economisti. La pubblicazione del volume di Joseph Stiglitz, The Euro: How a Common Currency Threatens the Future of Europe (New York, W. W. Norton & c., 2016), migliora la situazione, grazie alla chiarezza divulgativa e al prestigio intellettuale dell’autore. La moneta unica richiede un cambio fisso fra le diverse nazioni e un singolo tasso di interesse.

Il governo Usa chiede 14 miliardi di dollari a Deutsche Bank

di Vincenzo Comito
Gli scandali finanziari, per la Deutsche Bank come per la gran parte delle altre grandi banche internazionali, non sono certo più una sorpresa. Per quanto riguarda l’istituto tedesco avevamo già dato conto su questo stesso quotidiano, meno di un mese fa, di un affare precedente: la Sec, l’autorità di controllo Usa, aveva a suo tempo multato per 55 milioni di dollari la banca per aver essa dato una falsa rappresentazione della realtà nei suoi bilanci; la notizia aveva suscitato clamore perché, dopo la condanna, l’ex funzionario dell’istituto che aveva fatto da spia all’organismo di controllo, si era rifiutato di incassare la ricompensa che gli spettava e questo per protestare contro il fatto che avrebbe pagato solo la banca e non i dirigenti responsabili del misfatto; anzi questi ultimi intrattenevano rapporti cordiali con la stessa Sec.

Una nuova diplomazia di pace

Intervista a Wilma Reveron Collazo di Geraldina Colotti
“Se c’è un paese che merita di presiedere questo vertice, è il Venezuela”, dice Wilma Reveron Collazo, copresidente del Movimiento Independentista Nacional Hostosiano (Minh-Pr). Un movimento per l’indipendenza di Portorico, erede dello storico Partito socialista portoricano, che si è dissolto tra l’89 e il 90. In quanto responsabile esteri del Minh, Wilma è a Margarita a capo della sua delegazione: nel gruppo di organizzazioni osservatrici invitate al vertice del Movimento dei non allineati (Mnoal) che si riunisce qui fino al 18.

Le due Italie sulla soglia di casa. Tra sfratti, invenduto e periferie

di Luca Martinelli 
Un numero racconta la complessità della questione abitativa in Italia: 618.809. Sono le famiglie che hanno subito un provvedimento di sfratto negli ultimi dieci anni. Rappresenta quasi il 13 per cento di quanti vivono in affitto. Più di una famiglia su dieci. E per il 90% di questi nuclei, lo sfratto è avvenuto per “morosità”, una parola cui le analisi statistiche e anche gli ultimi provvedimenti legislativi associano un aggettivo: incolpevole. Significa che chi perde la casa non ha più potuto permettersi di pagare l’affitto perché non ha più lavoro, si è visto ridurre l’orario di lavoro, è in cassa integrazione o ha dovuto affrontare una malattia grave o un decesso.

Il migliore omaggio che possiamo fare a Fidel: guardare insieme nella sua stessa direzione

di Marta Harnecker
Oltre mezzo secolo fa, mentre le famiglie latino-americane stavano festeggiando l’inizio di un nuovo anno, arrivarono delle belle notizia da Cuba: un esercito di guerriglieri con una base sociale tra i contadini, trionfava sull’isola caraibica, liberando il paese dal tirannico regime di Batista. Cominciò un processo politico che non soltanto mirava a rovesciare il dittatore, ma cercava di seguire una linea coerentemente rivoluzionaria: trasformare genuinamente la società a beneficio della grande maggioranza.

Il “NO sociale” chiama a due giorni di mobilitazione nazionale

di Federico Rucco
Un No Renzi Day e uno sciopero generale che declinino il carattere sociale del No nel referendum sulla controriforma costituzionale voluto dal governo. Due giornate di mobilitazione per il 21 e 22 ottobre che portino in piazza la posta in gioco complessiva del plebiscito reazionario sul quale Renzi ha puntato le sue carte. Un tentativo plebiscitario che ha trovato il sostegno dell’Unione Europea, degli Usa, delle banche e della Confindustria, ossia l’alleanza di quelli che stanno rovinando la vita a milioni di persone e vorrebbero decostituzionalizzare tutti le conquiste democratiche e sociali nel nostro paese.

Black like Mao. Cina rossa e rivoluzione nera

di Robin D. G. Kelly e Betsy Esch
Sembrerebbe che il Presidente Mao, quantomeno dal punto di vista simbolico, sia oggetto di una rinnovata popolarità tra i giovani. Le sue immagini e idee ritornano costantemente in una miriade di contesti culturali e politici. The Coup, un celebre gruppo hip-hop della San Francisco Bay Area, ha posto Mao Zedong nel panteon degli eroi radicali neri, inscrivendo in tal modo le lotte per la libertà dei neri in un contesto internazionale. In un pezzo intitolato semplicemente “Dig It” (1993), The Coup si riferisce ai propri membri definendoli “i dannati della terra”, invita gli ascoltatori a leggere il Manifesto del partito comunista, ed evoca figure come Mao Zedong, Ho Chi Min, Kwame Nkrumah, H. Rap Brown, il movimento keniano dei Mau Mau e Geronimo Ji Jaga Pratt.

Abd Elsalam Ahmed Eldanf: sciopero generale!

La morte del compagno Abd Elsalam Ahmed Eldanf, ucciso da un camion che tentava di sfondare un picchetto davanti un’azienda della logistica, ha riaperto nel nostro paese, dopo decenni, la tragica contabilità dei lavoratori e delle lavoratrici uccisi durante uno sciopero. Nonostante fosse un lavoratore in un settore molto particolare (la logistica), in questi giorni si è innescata una grande reazione in centinaia di fabbriche, aziende e uffici in tutta Italia. Di fronte a una vicenda così grave e tragica (sul piano personale per la morte di una persona, sul piano sociale per la minaccia al diritto di sciopero), è scattata una reazione spontanea, diffusa, trasversale di delegati e delegate sindacali, lavoratrici e lavoratori di tutti i settori.

Sharing economy: dietro al business, l’assenza di tutele

di Thomas Tambassi
L’economia della condivisione nasce negli anni dell’ultima grande crisieconomica mondiale e si diffonde velocemente e prepotentemente, raggiungendo una capillarità della forza lavoro inimmaginabile solo pochi anni fa. Gli effetti della sharing economy sull’economia generale sono evidenti, soprattutto quando essa si scontra con le lacune legislative di quasi tutti i Paesi, o con alcuni mercati prerogativa di lavoratori iscritti ad albi professionali o possessori di licenze.

Dove nascono e come crescono le disuguaglianze di salute

di Fabio Lucidi 
Il tema delle disuguaglianze in salute è, da alcuni anni al centro dell’attenzione scientifica, nel campo delle scienze sociali e in quello della ricerca sulla salute pubblica. Molti studi internazionali mostrano che i cittadini in condizioni di svantaggio sociale tendono ad ammalarsi di più, a guarire di meno, a perdere autosufficienza, a essere meno soddisfatti della propria salute e a morire prima. 

I movimenti per la pace, il clima e il disarmo si danno appuntamento a Berlino

di Francesco Vignarca 
Centinaia di attivisti, esperti, delegati da tutto il mondo. Decine di incontri, workshop e sessioni plenarie con la partecipazione gli ospiti e studiosi di caratura internazionale. Sono gli elementi che renderanno vivi e importanti i tre giorni di lavoro del Congresso mondiale promosso da International Peace Bureau all’università Tecnica di Berlino per l’inizio di ottobre. Il titolo –“Disarm! For a climate of Peace” (Disarma! Per un clima di pace)- rende chiara l’intenzione di far convergere nel programma, costruito anche con un lungo e partecipato percorso costellato di incontri preparatori, un approccio globale e multidisciplinare al tema della pace.

I nuovi signori del cibo

di Il Simplicissimus
Sono contento di aver anticipato di un mese i progetti di fusione tra Bayer e Monsanto ( vedi qui e qui ) perché l’operazione al di là del suo gigantismo finanziario, elimina uno degli ostacoli più ingombranti sulla via del Ttip e mette le basi di un nuovo ordine mondiale che sposta via via il controllo chiave dalle risorse energetiche a quelle alimentari. Intanto adesso abbiamo solo tre gruppi Monsanto – Bayer, Down Chemical – Dupont e ChemChina – Syngenta che hanno nelle loro mani l’80 per cento delle sementi e dei diserbanti, spesso facenti parte di un binomio che non lascia scampo agli agricoltori.

Che Guevara spaventa ancora il potere. Oggi, in Turchia

di Francesco Pongiluppi e Murat Cinar
Ismail Kahraman è nato nel 1940 a Rize, città lungo la costa del Mar Nero, a poche decine di chilometri dall’allora confine turco-sovietico. Laureato in giurisprudenza all’Università di Istanbul, è dal novembre del 2015 il Presidente del Parlamento della Repubblica di Turchia. La sua formazione politica risale gli anni universitari, quando divenne un attivista politico nell’Unione Nazionale Studentesca Turca (MTTB), fino ad assumerne la presidenza nazionale per un breve periodo. L’MTTB è una formazione politica conservatrice, nazionalista e anticomunista. Fin dagli anni Sessanta si è impegnata attraverso assemblee – veri e propri “corsi di formazione” – a diffondere la cultura anticomunista tra gli studenti universitari.

L'arrocco d'Europa

di I Diavoli
Immaginate una fortezza. Immaginate un bastione. Immaginate i confini da proteggere, le forze di sicurezza. Lo spazio è ben definito: interno ed esterno, noi e loro, amici e nemici. All’Europa della divisione e non dell’Unione è rivolto il discorso del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker dal titolo: «Verso un’Europa migliore – Un’Europa che protegge, che dà forza, che difende» (qui il testo completo). Parla all’Europa della frammentazione e non della compattezza, a quella del dopo-Brexit, del reset oltre il Leave, a quella minata dai populismi, dal terrorismo, dalla crisi.

Noi abbiamo scoperchiato il pentolone della corruzione neoliberista

Il 14 settembre 2016 il Pubblico Ministero federale ha presentato (in una conferenza stampa molto appariscente e “tecnologica”) una denuncia contro l’ex presidente Lula. Secondo Lula e i suoi avvocati la forma con cui la materia è stata trattata, il modo in cui è stata presentata alla stampa, nonché tutto il suo contenuto altro non sono che un gioco di prestigio. Secondo gli avvocati la Operazion Lava Jato vuole imporre a qualunque costo un collegamento indebito fra Lula, la moglie Marisa e altri e l’Operazione stessa. Il procuratore Delton Dallagnol ha affermato che Lula era il “comandante massimo” dello schema della Lava Jato.

Contro la classe lavoratrice: le politiche identitarie nell’era neo-vittoriana

di Maximilian C. Forte
Il neo-vittorianismo non serve solo a distrarre la politica verso le questioni della moralità e dell’identità, ma anche a offuscare le basi della crescente disuguaglianza. Se ci concentriamo sul Partito Democratico e sul suo abbandono della classe lavoratrice nel corso degli ultimi quaranta anni, Adolph Reed Jr. (professore di scienze politiche all’Università di Pennsylvania) sembra aver inteso fin dall’inizio come tutte queste questioni siano collegate tra loro — sebbene lui non usi l’espressione “neo-vittorianismo”, lo descrive con altre parole.

Il sentimento dell’era putiniana

di Rita Di Leo
Domani la Russia vota per la Duma, è prevista un’affluenza di meno del 50% degli elettori, scontata è la vittoria di «Russia Unita», il partito al potere, e la rielezione di una pattuglia di deputati comunisti e di deputati iper-nazionalisti mentre i partiti liberal democratici non dovrebbero superare lo sbarramento del 5%. È in vigore una nuova legge elettorale per cui metà degli eleggibili è indicata dai partiti con voto proporzionale e metà in collegi uninominali territoriali. C’è poi una nuova commissione elettorale, presieduta da un «indipendente» che dovrebbe vigilare per impedire i brogli del passato.

Il potere del linguaggio

di Paolo Virno
L’indagine sulla negazione linguistica è, sempre, una indagine antropologica. Spiegare le prerogative e gli usi del segno «non» significa spiegare alcuni tratti distintivi della nostra specie: la capacità di distaccarsi dagli avvenimenti circostanti e dalle pulsioni psichiche, l’ambivalenza degli affetti, l’attitudine a trasformare repentinamente le condotte più abituali. In una gocciolina di grammatica, diceva Wittgenstein, è racchiuso talvolta un intero trattato di filosofia. Ciò vale in primo luogo per quella nuvola cumuliforme che è la grammatica del «non»: da essa è possibile ricavare qualche notizia sul modo di stare al mondo del primate Homo sapiens, nonché una chiave per decifrare l’insieme di sentimenti e comportamenti che ci fanno parlare, a seconda delle inclinazioni, di disagio della civiltà o di attualità della rivoluzione.

Lega: dalla secessione alla nazionalizzazione delle paure

di Ilvo Diamanti
Sono passati vent'anni da quando, proprio in questi giorni, il popolo della Lega discese lungo il Po, al seguito di Umberto Bossi. Il leader e padre della Lega, al Monviso, riempì un'ampolla d'acqua di sorgente. Fino ad arrivare a Venezia. Un rito, ripetuto ancora, per segnare i confini padani. Da allora, pare trascorso un secolo. E anche più. Tanto che se ne sono dimenticati tutti. Perfino i leghisti. Eppure, vent'anni fa, quella marcia apparve una sfida eversiva. Alle istituzioni e all'identità nazionale. Vent'anni fa. Tutti gli occhi e gli occhi di tutti erano puntati sul Po. Presentato, dalla Lega, come un muro. Tra due Nazioni distanti. La Padania e l'Italia.

I vantaggi della lungimiranza. Precauzione e terremoti

di Marcello Basili e Maurizio Franzini 
Il terremoto di magnitudo 6.0 con epicentro nella valle del Tronto tra Accumuli e Amatrice (Rieti), che ha interessato alcuni fiorenti borghi dell’Appennino centrale (Arquata, Pescara del Tronto, Collalto, Norcia ecc.) delle 3.36 dello scorso 24 agosto ha provocato finora 295 morti. Si tratta di una quota molto elevata della popolazione: a l’Aquila, se la quota fosse stata la stessa, le vittime sarebbero state diverse migliaia. Gli sfollati sono più di 5.000 e le scosse (oltre 6.000) continuano a causare crolli e danni. Catastrofe è la parola giusta e i suoi effetti, comunque devastanti, molto probabilmente non si distribuiscono in modo uniforme, indipendentemente dalla posizione che si occupa nella scala sociale ed economica.

Bayer-Monsanto, chi fa profitto con farmaci e pesticidi può avere a cuore la salute?

di Patrizia Gentilini 
La recente notizia dell’acquisto della Monsanto da parte di Bayer è fonte di preoccupazioni molto serie in chi ha a cuore la salute pubblica perché le grandi manovre condotte dallemultinazionali dell’agrochimica stanno portando alla concentrazione in pochissime mani di un enorme potere di controllo sia sulla produzione di cibo che su quella deifarmaci: elementi fondamentali per la salute delle popolazioni. Se prima bastavano le dita di due mani per contare i soggetti che controllavano il settore, oggi, dopo le concentrazioni in atto, le dita di una mano sono sovrabbondanti: in pratica, quando le fusioni in atto andranno definitivamente in porto,saranno solo tre i soggetti che si spartiranno un mercato da cui dipendono le vite dell’intera popolazione mondiale: Du Pont-Dow Chemical, Syngenta- ChemChina e Bayer-Monsanto.

La sfida di Possibile spiegata bene

di Franz Foti
Poco più di un anno, questo è il tempo trascorso da quel primo giorno d’estate del 2015 in cui ci siamo ritrovati ai Pini Spettinati. Un anno in cui una domanda sopra ogni altra è riecheggiata nelle nostre orecchie: “a cosa serve un altro partito?!?”. In quella calda e assolata giornata romana ci siamo voluti dare un compito ambiziosissimo: rispondere a quella domanda, dimostrare che nel nostro Paese un’alternativa è Possibile. Ambiziosissimo, perché in totale controtendenza con quanto offriva (e offre) il panorama politico italiano.

A Piacenza il corteo dell’indignazione

di Roberto Ciccarelli 
Il tir della Gls parte all’improvviso, percorre pochi metri, abbozza una virata a destra, frena subito. Una manciata di istanti e si vede una dozzina di persone precipitarsi alla testa del temibile autotreno. Poi in molti tornano indietro, qualcuno si mette le mani nei capelli. Probabilmente urlano, vanno avanti e indietro. Sono disperati. Abd El Salam Ahmed El Danf, operaio egiziano di 53 anni e sindacalista dell’Unione Sindacale di Base, è stato travolto proprio in questo momento. È morto ammazzato da un tir che voleva bloccare in un picchetto organizzato dal suo sindacato nell’ambito di una dura negoziazione con l’azienda per cui lavorava in subappalto.

Rifugiati climatici, non è soltanto un romanzo

di Telmo Pievani 
Quando un problema è grande, grande come il nostro pianeta intero, si fa fatica ad affrontarlo, a prenderlo sul serio, finché all’improvviso non si manifesta. Ma quando ciò accade, la sua manifestazione è così grande, appunto, che già non c’è più niente da fare, bisogna soltanto scappare. L’ultimo appassionante romanzo di Bruno Arpaia[1] è dedicato all’impossibilità della lungimiranza, e alla speranza nonostante tutto. E’ ambientato in un futuro non troppo lontano, e dunque sufficientemente realistico, negli anni che saranno dei nostri nipoti, cioè l’ultimo quarto del XXI secolo in cui ci stiamo inoltrando.

“La globalizzazione intelligente” di Dani Rodrik

di Rosa Fioravante
Dani Rodrik, economista di origine turca già docente a Princeton e Harvard, si occupa da un decennio del rapporto fra crescita economica e benessere sociale. La sua produzione si è a lungo soffermata sull’analisi dell’interazione fra i processi economici connessi all’internazionalizzazione dei mercati e l’assetto istituzionale politico. Nel 2007 il suo Has Globalization Gone Too Far? 1 cercava di fornire una contro-argomentazione convincente a quello che ormai sembrava divenuto un vero e proprio postulato del pensiero economico cosiddetto mainstream: la globalizzazione era considerata come una “cosa” buona in sé, e, in ottemperanza a tale postulato, maggiore sarebbe stato il grado di internazionalizzazione di un’economia nazionale, maggiore sarebbe stato il benessere e lo sviluppo prodotto nel paese soggetto al processo di apertura della propria economia.

Organizzazione del lavoro creativo e del diritto d’autore

di Chiara Colasurdo
Nei mesi di giugno e luglio di quest’anno, il Governo, in particolare nella persona di uno zelante Ministro Franceschini, si è affannato a predisporre la ricezione tramite legge delega, della Direttiva 2014/26/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014, meglio conosciuta come Direttiva Barnier, avente ad oggetto «la gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno».

Olimpiadi di Rio, un lascito di violenza

In conclusione della sua campagna sul rispetto dei diritti umani durante le Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro, il 15 settembre Amnesty International ha diffuso il rapporto “Un lascito di violenza: uccisioni da parte della polizia e repressione delle proteste a Rio”. Una delegazione dell’organizzazione per i diritti umani ha consegnato al ministro per la Sicurezza pubblica dello stato di Rio de Janeiro oltre 209.000 firme di persone, di ogni parte del mondo, che avevano chiesto il rispetto dei diritti umani nel corso delle operazioni di sicurezza durante le Olimpiadi.

Il lato oscuro della Banca Europea per gli Investimenti

di Claudia Vago
Il ruolo della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) nel finanziamento dello sviluppo si è rapidamente espanso negli ultimi anni, come dimostrato dalle recenti affermazioni della banca stessa di rappresentare una soluzione alle cause a medio e lungo termine della crisi dei migranti. Il crescente mandato per politiche di sviluppo della BEI viene accompagnato da un crescente ruolo macroeconomico a livello europeo: attraverso due successivi aumenti di capitale e il suo ruolo centrale nel Piano di Investimento per l’Europa, il potere politico e reputazionale della BEI è cresciuto significativamente nell’ultimo decennio.

Paesi non allineati, per una pace condivisa

di Geraldina Colotti
“Uniti nel cammino della pace”. Questo lo slogan del Movimento non allineati (Mnoal) riunito a Margarita (in Venezuela) fino al 18 per il XVII vertice dell’organismo. Fondato nel 1961 a Belgrado, il Mnoal è formato da 120 stati: 53 dell’Africa, 40 dell’Asia, 26 del Latinoamerica e dei Caraibi, due dell’Europa orientale, e inoltre da 17 paesi osservatori, 10 organizzazioni osservatrici e movimenti di liberazione. Si tratta dell’organismo più grande dopo l’Onu, che conta 194 paesi. Il Venezuela è stato eletto presidente pro-tempore dei Non allineati, ed è il terzo paese latinoamericano ad aver esercitato il ruolo dopo Cuba e Colombia.

A che punto è la “ripresa”?

di Gilberto Seravalli 
La stimata organizzazione internazionale per studi e ricerche in campo economico e sociale, “The Conference Board”, mette in linea dati di lungo periodo fino al 2016 (previsioni basate sul primo quadrimestre) su produzione, occupazione, ore lavorate. Si può così calcolare quanto nei vari paesi si è recuperato dopo la crisi. Si tratta però di precisare secondo quale punto di vista, e sarebbe meglio evitare confusioni, purtroppo consuete, in cui si mescolano (e si imbrogliano) le carte. Se l’economia fosse un malato, alla domanda «come sta?» si può rispondere guardando al “decorso” della malattia o alle prospettive di “remissione”.

Oggi, tutti a Piacenza

L'omicidio di Abd El Salam Ahmed Eldanf, lavoratore egiziano di 53 anni - in servizio presso il centro di smistamento della GLS di Piacenza - durante un picchetto porta alla luce quali siano oggi le condizioni di sfruttamento di lavoratrici e lavoratori e dove possa spingersi il ricatto padronale. Una condizione che vale ormai per tutti i settori produttivi così come per qualsiasi categoria di lavoratrici e lavoratori - la condizione della precarietà a tempo indeterminato.

L’uomo dei momenti difficili

di Andrea Colombo 
Era l’uomo a cui rivolgersi nei momenti difficili. La formula «risorsa delle istituzioni» è stata usata tanto spesso e a sproposito da quasi aver perso ogni significato. Eppure Carlo Azeglio Ciampi era proprio questo: una risorsa della Repubblica e non dei partiti, a nessuno dei quali aveva mai aderito dopo l’iscrizione al Partito d’Azione subito dopo l’8 settembre.

Guerra al terrore: un inganno da 5 mila miliardi

di Michele Paris
Un recente studio condotto dalla Brown University negli Stati Uniti ha provato a stimare il costo complessivo dal 2001 a oggi della “guerra al terrore” condotta dalle amministrazioni dei presidenti George W. Bush e Barack Obama. I risultati sono nulla di meno che sbalorditivi e consentono di percepire, anche se con ogni probabilità in maniera parziale, gli effetti distruttivi di un’impresa lanciata per ragioni legate esclusivamente agli interessi economici e strategici di un’altrettanto distruttiva classe dirigente americana.

Bill Gates, Microsoft e la filantropia che arriva dall’Irlanda

di Duccio Facchini
“Microsoft ha guadagnato tanto. La maggior parte dei miei soldi, direi oltre il 95 per cento, non è necessaria per sostenere le spese né della mia famiglia né dei miei figli”. Così Bill Gates, fondatore della “multinazionale di Redmond”, detentore di un patrimonio di 79,2 miliardi di dollari, ha spiegato al Corriere della Sera lo spirito della sua “restituzione” (attraverso la Bill & Melissa Gates Foundation, ad esempio) in un’intervista pubblicata il 15 settembre. Nel racconto dell’“innovatore radicale”, però, manca un dettaglio, che certamente non ha condizionato in maniera determinante le fortune di Gates e di Microsoft, ma che avrebbe forse aiutato i lettori a comprendere meglio alcune dinamiche economiche.