La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 27 febbraio 2016

Un nuovo corso: ieri e oggi

di Giorgio Nebbia
L'età di Roosevelt
Un uomo di cinquant'anni, colpito dodici anni prima da un attacco di poliomielite, scende dalla carrozzella e, pallidissimo, percorre faticosamente a piedi, appoggiandosi al braccio del figlio, i trenta metri che lo separano dal podio in cui lo attende il Giudice Supremo degli Stati uniti per accogliere il suo giuramento di presidente degli Stati Uniti. E' il 4 marzo del 1933, una fredda e piovosa mattinata di Washington, e il nuovo presidente è Franklin Delano Roosevelt. L'America --- che lo ha eletto più per sfiducia nei confronti del suo predecessore, il repubblicano Hoover, che per convinta ammirazione per il democratico Roosevelt --- è un paese senza fiducia.
Rigurgiti di consumismo sfacciato si alternano con la disperazione di milioni di disoccupati pieni di debiti; l'agricoltura è allo sbando, con i silos pieni di cereali e di cotone che nessuno compera e con le famiglie rurali alla fame; il divieto di consumo degli alcolici ha dato vita a bande criminali organizzate di spacciatori, di distillatori clandestini di alcol, di importatori di bevande alcoliche che prosperano con la copertura della diffusa corruzione di funzionari e uomini politici.

Bernie Sanders

di Sandro Lombardini
Circa un anno e mezzo fa, nel novembre del 2014, è avvenuto negli Stati Uniti una sorta di silenzioso sisma elettorale. Le votazioni di metà mandato hanno visto un trionfo del partito repubblicano, una vittoria di proporzioni inedite nella storia dell’ultimo secolo, con la conquista di una schiacciante maggioranza in entrambi i rami del parlamento federale, nei governatorati e negli organi legislativi dei singoli stati, nonché in una pletora di amministrazioni cittadine e di altri enti locali. La spinta conservatrice ha colto in parte di sprovvista lo stesso partito democratico del presidente Barack Obama. Essa è stata curiosamente amplificata, anziché smorzata, dalle feroci lotte intestine dello schieramento repubblicano. Qui, a partire dalla sconfitta alle elezioni presidenziali del 2008, una insorgente ala autonoma, estrema e movimentista, il cosiddetto Tea Party, ha conquistato crescenti consensi avversando i vertici del partito, spesso e volentieri denunciati come collusi con il presidente grazie a un presunto complotto di tutti quanti i “plutocrati di Washington”.

C’era una volta la Teoria critica. Rileggere Max Horkheimer

di Lelio Demichelis
Leggere. E magari ri-leggere. Già perché, sopraffatti come siamo dalle novità editoriali troppo spesso dimentichiamo di andare a ri-prendere in mano un vecchio libro e di ri-leggerlo. Scopriremmo invece che ciò che un autore scriveva quaranta o sessant’anni fa è ancora attualissimo. Che ciò che descriveva era sì la società di allora ma ancor di più è la società di oggi. Che l’eclisse della ragione che denunciava nel 1946 si replica oggi in tempo di rete, di algoritmi, di autoritarismo apparentemente democratico. Che la società industriale di allora è la società in rete di oggi, con effetti molto simili in termini di alienazione, estraniazione, falso individualismo. Che la società era in transizione negli anni Settanta come lo è oggi, perché il capitalismo e la tecnica vivono di perenne transizione e di incessante modificazione di se stessi, imponendo agli individui e alla società intera di adattarsi e solo di adattarsi al cambiamento che producono, chiamando presuntuosamente razionalequesto adattamento che però nega l’individuo (pur esaltandolo), la sua soggettività, e lo fa semplice (ma sempre più efficiente e convinto) funzionario dell’apparato, oggi perfetto nodo della rete cui viene semplicemente chiesto di funzionare al meglio; a consolare basta l’industria culturale che lo stesso apparato produce per distrarci e divertirci.

Karim Franceschi, storia di un combattente italiano in Rojava, contro l’ISIS

Intervista a Karim Franceschi di Alessandro Bresolin
Quest’anno a febbraio Napoli si tinge di giallo rosso e verde, i colori della bandiera curda. Diverse iniziative infatti celebrano il conferimento della cittadinanza onoraria ad Abdullah Öcalan, da diciassette anni imprigionato in Turchia nel carcere di massima sicurezza dell’isola di Imrali. Il mattino del 15 febbraio si è svolta la cerimonia ufficiale in comune, dove il sindaco De Magistris ha consegnato la pergamena a Dilek Öcalan, la nipote di ventotto anni che dal 2012 ha raccolto l’eredità politica dello zio, e che nel 2015 è stata eletta deputata del Partito democratico del popolo (HDP). Al teatro Politeama si sono svolti poi i festeggiamenti, organizzati dalla rete Kurdistan di Napoli, a cui hanno partecipato tanti artisti solidali come ZeroCalcare, 99 Posse, Daniele Sepe, Daniele Sansone, EZezi, Jovine. A fine serata la stessa Dilek, seduta in prima fila, sorprendendo tutti ha chiesto il microfono e ha cantato per almeno cinque minuti in un commovente ringraziamento alla città.

Rifondazione a Madrid a Plan B

di Roberta Fantozzi
Abbiamo partecipato come Rifondazione Comunista alla tre giorni di Madrid, Plan B, contro l’austerità, per un’Europa democratica. Un appuntamento che ha visto la presenza di realtà diverse e plurali, da Attac a Blockupy al nuovo movimento lanciato da Yannis Varoufakis DiEM2025 per un “fronte democratico paneuropeo”, esponenti del Partito della Sinistra Europea e del GUE, in un contesto positivamente segnato dalla realtà spagnola, con i movimenti che l’hanno attraversata, con la conquista delle municipalità più importanti realizzatasi nell’intreccio efficace di soggettività sociali e politiche. La tre giorni si è conclusa con il lancio della data del 25 maggio, anniversario della Comune di Parigi come data di costruzione di iniziative in tutta Europa.

Mondazzoli, il pluralismo e la politica

di Giuseppe Civati
L'intervento dell'Antitrust sul mostro Mondazzoli ci ricordano perché il pluralismo, le regole per tutelarlo e la concorrenza leale sono fondamentali e sono condizioni per una migliore convivenza, per un mercato più maturo, per una maggiore qualità del sistema.
Il primo passo, necessario, sarebbe quello di distinguere le parti politiche, auspicando il pluralismo di parti in conflitto tra loro, piuttosto che l'unico partito del tutti-dentro e sistemi elettorali congegnati apposta per costruirlo. A ciò è collegata la necessità di immaginare un sistema istituzionale fatto di pesi e contrappesi, di sedi decisionali e altre (!) di controllo, in una dialettica che finalmente liberi il sistema.

Riflessioni su Rojava. Intervista a Janet Biehl

Intervista a Janet Biehl di Zanyar Omrani
Janet Biehl, piena di ammirazione, ma non senza critiche, condivide alcune sue idee sulla rivoluzione a Rojava dopo la sua recente visita alla regione. In questa intervista il regista e giornalista indipendente Zanyar Omrani discute con Janet Biehl del suo compagno, Murray Bookchin, dei suoi viaggi a Rojava e dell’importantissimo problema di come costruire strutture di potere dal basso in alto senza rischiare che il processo si ribalti nel futuro.
Janet Biehl e’ andata a Rojava due volte durante lo scorso anno e ha scritto molto sulle sue esperienze riportando osservazioni mentre visitava i cantoni autonomi nel nord della Siria. Lei ha scritto il libro Ecologia o Catastrofe: La Vita di Murray Bookchin.

Cassa Depositi e Prestiti: affari in Egitto

di Marco Bersani
Mentre il governo Renzi finge quotidianamente di fare la voce grossa con l’Egitto per ottenere la verità sul barbaro omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni, non più tardi di lunedì scorso il governo egiziano ha annunciato la firma di un contratto con un consorzio straniero per il finanziamento preliminare finalizzato al potenziamento della raffineria petrolifera Midor (Middle East Oil Refinery) dagli attuali 100 mila fino a 160 mila barili di petrolio al giorno, con un prestito del valore di 1,2 miliardi di dollari su un totale di 1,4 miliardi necessari.
L’impianto è di proprietà della Egyptian Oil Company (78%), di Enppi e Petrojet (10% ciascuno), e della Banca del canale di Suez (2%). Chi fa parte invece del consorzio straniero che finanzierà gli investimenti? Le banche francesci Credite Agricole e Bnp Paribas e la nostra Cassa Depositi e Prestiti.

Cambio di marcia. Intro-versioni dell’urbano

di Ubaldo Fadini
Nel suo testo sulla Conversione ecologica, Guido Viale ci indica l’opportunità (forse la necessità…) di un cambiamento “spirituale” che concerna il nostro modo di vivere complessivo, lo stile di esistenza, comprensivo appunto del produrre e del consumare, del relazionarsi agli altri e all’ambiente. Questo cambiamento (una vera e propria “conversione”) non può che qualificarsi come “ecologico”, in quanto si misura concretamente con i limiti degli spazi antropologici all’interno dei quali ci troviamo ad operare. La sensibilità intellettuale qui in gioco ha un sapore tipicamente “esistenzialista”. Viale parla di un essere “gettati” nell’ambiente e i limiti di quest’ultimo sono così caratterizzati: “(…) limiti che sono essenzialmente temporali; sia perché fanno i conti con il fatto che siamo esseri mortali in un mondo destinato a durare anche dopo di noi, e per questo toccano il nucleo più profondo della nostra esistenza; sia perché ci ricordano che non si può consumare in un tempo dato più di quello che la natura è in grado di produrre; né inquinare in un tempo dato – inquinare inquiniamo e inquineremo sempre tutti, chi più e chi meno – più di quanto l’ambiente riesce a rigenerare.

Economia vs. identità: la battaglia di Sanders per l’anima della sinistra

di Lorenzo Zamponi
Come avevamo scritto alla vigilia delle primarie democratiche in Iowa e New Hampshire, i sondaggi nazionali in una corsa a tappe per stati non avevano alcun senso, e un buon risultato di Bernie Sanders nei primi due stati li avrebbe radicalmente modificati, trasformando il senatore del Vermont in un candidato credibile, seguito dai media di tutto il paese e in grado di giocarsela ovunque. Così è stato, e il voto in Nevada lo dimostra, con Hillary Clinton che prevale con uno scarto del 4% in uno stato in cui due mesi fa era avanti di oltre 20 punti percentuali.
È impossibile dire se la battaglia di Bernie Sanders, che abbiamo già descritto come una sfida populista radicale nella più tipica tradizione della sinistra americana, avrà successo.

Il governo aiuta le banche a pignorare le case

 
di Rossella Marchini e Antonello Sotgia
La passione della ministra per le banche e un nuovo provvedimento che permette loro di rientrare in possesso dei crediti inesigibili. Sulla pelle di chi non riesce a pagare il mutuo.
Le banche, pena la loro sopravvivenza, devono scrollarsi di dosso i tanti crediti inesigibili. Non possono tenere nella propria pancia scorie ovvero quanto, con disinvoltura, hanno concesso alle imprese. Alla storia della banca Etruria ed alla sua esposizione, si aggiunge, ora, la disinvolta erogazione di “aiutini” della Banca Popolare di Vicenza ad imprese decotte, attraverso passaggi in terra di Lussemburgo ed impegno da parte degli aiutati a ricomprare ,con parte di quei soldi,“azioni” di quello stesso istituto.

Panebianco, la guerra, la censura. Ma de che?

di Fulvio Scaglione 
Premessa: sono contrario, da sempre, a qualunque forma di boicottaggio. Mi è capitato anche di scriverlo. E la ragione è semplice: di solito, embarghi e boicottaggi producono effetto zero sui potenti che dovrebbero colpire ma scaricano le loro conseguenze su chi non c’entra. A Cuba, l’embargo non ha fatto saltare i Castro. In Iraq non ha fatto saltare Saddam Hussein. In Iran non ha fatto saltare gli ayatollah. In tutti questi casi, però, ha fatto danni a cubani, iracheni e iraniani innocenti. Figuriamoci, quindi, se posso essere favorevole a un embargo, anche se mini, contro un professore universitario come Angelo Panebianco.
A conferma della mia modesta dottrina sugli embarghi, il professor (nonché editorialista del Corriere della Sera) Angelo Panebianco è uscito dalla contestazione più bello e più forte che pria (proprio come Castro, Saddam e gli ayatollah), con l’aureola del martire.

Oltre la democrazia

di Fabrizio Bernardi e Robert Ferro
Dai tempi in cui Francis Fukuyama proclamava la vittoria definitiva del capitalismo democratico e, con essa, «la fine della Storia» (cfr. La fine della Storia e l'ultimo uomo, Rizzoli, Milano 1992), qualche cosa è indubitabilmente cambiata. E «la fine della fine della Storia» (come titolava poco tempo fa un articolo di Le Monde, 16-10-2014) non può che rimettere in discussione tutto ciò che, con quelle tesi, pareva acquisito: la democrazia come orizzonte politico insuperabile della contemporaneità, la fine delle classi sociali e della loro lotta, la perdita di centralità del lavoro salariato, la capacità del capitalismo a perpetuarsi indefinitamente senza «generalizzare le proprie contraddizioni» (Marx). E, almeno su questi punti, tra i vari maitres à penser del postmoderno, da quel Samuel Huntington teorico dello Scontro di civiltà (Occidente vs. Islam) fino a Impero di Toni Negri e Michael Hardt, i più strenui oppositori e antagonisti potevano, nonostante tutto, trovare un qualche terreno d'accordo.

L’unità dei comunisti, per una casa comune

Caro compagno Paolo Ferrero, care compagne e cari compagni del Prc, noi constatiamo che, giorno dopo giorno, va costituendosi nel Paese, attorno al cosiddetto partito della nazione, un nuovo ordine liberista, di carattere strategico e subordinato ai disegni antipopolari e antidemocratici dell’Unione europea. Noi constatiamo che, sotto la pressione imperialista degli Usa e della Nato, l’Italia è sempre più vicina alla guerra. Gli interventi militari in Libia e in Siria, da parte del governo Renzi, sono disgraziatamente vicini. Noi assistiamo all’attacco forsennato, da parte del governo, del Pd e delle forze reazionarie, alla Costituzione e agli assetti democratici. Tutto ciò mentre l’imposizione dei dettami di Maastricht sta portando l’economia italiana nella stagnazione, nel crollo dell’esportazione, nell’impoverimento.

Percorrere un sentiero degli emigranti

di Ken Jones
Sapevo benissimo che le nostre due camminate di febbraio nel deserto dell’Arizona meridionale non erano nulla di paragonabile ai viaggi a piedi intrapresi da migliaia di migranti che ogni anno arrivano da sud del nostro confine. Noi 12 che facciamo parte della delegazione delle Squadre di operatori cristiani per la pace (Christian Peacemakers Teams – CPT) per le zone di confine, eravamo sicuri con la nostra pelle bianca e la cittadinanza e con le nostre guide affidabili e con acqua abbondante. Stavamo visitando soltanto piccoli tratti di due sentieri di migranti per lasciare un po’ di acqua per i migranti e per vedere e provare come era per loro il terreno spietato.

Edward Palmer Thompson e la guerra globale

di Vince B
«Compagni, abbiamo bisogno di un’analisi teorica e di classe stringente dell’attuale crisi militare. Certo. Ma strutturare un’analisi in maniera concatenata e razionale può voler dire, allo stesso tempo, imporre una razionalità coerente sull’oggetto di analisi. E se l’oggetto è irrazionale? E se gli eventi non sono voluti da una singola logica storica causale (“l’atteggiamento militare sempre più aggressivo dell’imperialismo mondiale”, ecc.) – una logica che si potrebbe allora analizzare in termini di origini, intenzioni o fini, contraddizioni o congiunture – ma sono semplicemente il prodotto di una confusa inerzia? Questa inerzia ci può essere rovinata addosso come una configurazione di forze frammentate (formazioni politiche e militari, imperativi ideologici, tecnologie delle armi): o piuttosto come due configurazioni antagoniste di questi frammenti interconnesse dai loro contrasti?

PlanB Madrid: così in Spagna si lotta contro il debito pubblico

di Donatella Coccoli
Si chiama Auditoria ciudadana contro il debito. È una rete di economisti, attivisti e liberi cittadini che si mobilita contro il debito degli enti locali. Democrazia e partecipazione popolare le parole d’ordine.
“Contro l’austerità e per un’Europa democratica” è il titolo del manifesto del PlanB firmato da centinaia di politici, intellettuali, economisti e attivisti (tra cui il regista Ken Loach, il filosofo Noam Chomsky, la sindaca di Barcellona Ada Colau). Numerosi i personaggi della politica e dell’economia accorsi a Madrid. Da Yanis Vaoufakis che ha appena creato il movimento pan europeo DieEM25 agli eurodeputati Miguel Urban eLola Sanchez (Podemos), Fabio De Masi (Linke), Karima Delli (Verdi francesi), Eleonora Forenza (L’altra Europa per Tsipras).

Unioni civili, “pastrocchio all’italiana”

di Matteo Cresti
Addio sogni di gloria, recitava un canzone della fine degli anni ‘40. Ma potremmo anche citare qualche noto proverbio come “La montagna che partorì il topolino”. Insomma di frasi adatte alla circostanza ce ne sarebbero. Se si volesse essere più pomposi potremmo titolare questo articolo: “La vittoria del conservatorismo e della reazione”. In realtà quella sulle unioni civili sarà una legge che non accontenta nessuno, una legge di compromesso che fa male a tutti, una legge per troppi versi moralmente cattiva.
Una legge che non è una vittoria per nessuno.
Una legge che scontenta la Chiesa, che non avrebbe voluto nessuna legge.
Una legge che scontenta le persone Lgbt che avrebbero voluto il matrimonio.

Il debito pubblico e quello verso la biosfera

di Giovanna Ricoveri
“Finita la festa, gabbato lo santo”. Questo proverbio calza a pennello per l’accordo sul clima raggiunto a Parigi nel dicembre scorso, su cui è calato un silenzio di tomba. 
Tutti d’accordo a parole, ma nei fatti niente è cambiato: in Italia e in Europa, la politica ruota intorno al debito pubblico, non al debito verso la biosfera.
Il debito pubblico fa male ma non è mortale per la popolazione, mentre quello verso la biosfera lo è, perché crea uno squilibrio crescente tra il prelievo di risorse naturali e la capacita di rigenerazione della natura, distruggendo così le condizioni di sopravvivenza delle comunità.

Il film più sovversivo che Michael Moore abbia mai girato

di Jon Schwarz
Non posso certo dire che questa sia una recensione neutrale di Where to Invade Next, l'ultimo film di Michael Moore. Tralasciando il fatto che ho lavorato con Moore per sei anni, quindi anche durante il precedente documentario Capitalism: A Love Story, ammetto che devo letteralmente la vitaall'eccellente assicurazione sanitaria, non deducibile che Michael fornisce ai suoi dipendenti.
Ciò che posso avere perso in obiettività l'ho però guadagnato nella profonda conoscenza della sua carriera. Conosco infatti, persino il suo più oscuro e celato segreto: il vero nomedella pubblicazione alternativa che fondò negli anni 70, a Flint, Michigan. Posso perciò affermare senza timore di essere smentito che Where to Invade Next è la cosa più profondamente sovversiva che Moore abbia mai fatto. E' talmente elusivo che si potrebbe addirittura non capire esattamente cosa stia sovvertendo.

Renzismo come trasformismo: morte della democrazia e della politica

di Franco Astengo
Le ultime vicende parlamentari hanno portato al centro del dibattito politico il tema dello spostamento dell’asse di governo assumendo come dato acquisito la centralità del rapporto tra il PD e tre formazioni che alle elezioni del 2013 si erano presentate come parte degli schieramenti concorrenti: NCD e ALA quali componenti del Popolo delle Libertà dal quale si sono staccate generandosi per scissione e Scelta Civica soggetto residuale dell’area che, nelle stesse elezioni, si era presentata autonomamente rivendicando il sostegno alla continuità con il governo Monti.

Appello per la libertà di stampa in Turchia

Invitiamo tutti i giornalisti che lavorano in Italia a non lasciare soli nella loro battaglia i colleghi detenuti in Turchia. Chiediamo a tutti i giornalisti di aggiornare sistematicamente i propri lettori in merito alla libertà di stampa, espressione e pensiero in Turchia.​ Nel 2012 Reporter Senza Frontiere definiva la Turchia come “carcere più grande del mondo per i giornalisti”. Sono passati 4 anni ed attualmente nelle carceri si trovano almeno 30 giornalisti.
Giornalisti che pubblicano o ripubblicano certi articoli, alcune fotografie, interviste o video, vengono accusati di “incitare la popolazione per provocare una rivolta armata contro il governo centrale”, “istigare e delinquere”, “collaborare con un’organizzazione terroristica” oppure di “appartenere ad un’organizzazione terroristica”.

Riconversione: un’utopia concreta

di Giorgio Nebbia
Quando, nella metà degli anni sessanta del secolo scorso, la ventata dell’”ecologia” si è abbattuta sul mondo occidentale, e anche in Italia, è apparso evidente che esisteva una insanabile contraddizione fra il comportamento --- la nascita, la crescita e la morte --- degli esseri viventi in uno spazio e in un pianeta limitato, descritto dall’ecologia, e le leggi dell’economia, che prescrivono la crescita dell’estrazione di risorse naturali e dei consumi di merci da parte degli esseri umani, trovando comodo ignorare i limiti fisici del pianeta. Il mondo degli affari capì al volo dove quelle strane idee ecologiche avrebbero portato e l’”ecologia” fu riconosciuta come scienza sovversiva; soprattutto dopo il successo editoriale, nei primi anni settanta, di quel librettuccio scandaloso che raccomandava di porre dei limiti alla crescita della popolazione e dell’uso delle risorse naturali.

Miseria della politica

di Corradino Mineo
Dunque, politica è questo? Dopo aver detto che su unioni civili e adozione del figlio del partner omosessuale avrebbe deciso liberamente il Senato, ci si allea con i peggiori nemici dei diritti – Alfano, Giovanardi, Verdini – per mutilare la legge e imporla con la fiducia. Una doppia piroetta con cambio di cavallo pur di garantire stabilità al governo.
È dunque politica farsi scrivere un papello in inglese per chiedere all’Europa di sforare i vincoli di bilancio, dopo aver lasciato Tsipras nelle fauci dei cerberi del rigore e dopo aver svalutato il lavoro con il jobs act, il decreto Poletti, la decontribuzione alle imprese senza chiedere innovazione né impegni per l’occupazione? Politica è edulcorare i dati per narrare a reti unificate – Rai è del governo, sia Mediaset che Sky hanno bisogno del governo – che l’Italia è sulla strada giusta?

Per l’Europa della democrazia e della cittadinanza

di Francesca Lacaita, Alberto Soave e Nicola Vallinoto
Non sprecheremo troppe parole per descrivere la costruzione europea che si sta sfaldando: i fatti, evidenti quanto eloquenti, sono sotto gli occhi di tutti. Una cosa però la diciamo: le involuzioni a cui assistiamo colpiscono specificamente determinati elementi del progetto europeo, che si potrebbero sussumere nella categoria dell’“Europa dei cittadini”. L’innalzamento di muri e di barriere con cui s’intende rispondere al dramma dei profughi richiama i tempi oscuri di non molti decenni fa, e che gli europei credettero di lasciarsi alle spalle con la caduta del muro di Berlino.
La crisi del sistema Schengen tocca un aspetto tra i più visibili e “vissuti” dell’integrazione europea, assieme alla moneta unica.

Paesaggi diversi

di Andrea Incorvaia
Tra i meandri della nostra costituzione, tra i principi fondamentali che la compongono ve ne sono alcuni che, a causa del loro pregnante significato, costituiscono dei veri e propri cardini per la vita quotidiana del nostro Paese. L' articolo 9 ad esempio è uno di questi, “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Il focus è la tutela, un termine nobile e imprescindibile se ritiene opportuno salvaguardare la memoria storica collettiva.La tutela che oggi, a causa di una discutibile riforma, sembra completamente messa in secondo piano rispetto a delle mere esigenze di profitto. La riforma del codice degli appalti, il famigerato silenzio-assenso, la “supervisione” delle Prefetture: tutti dati inequivocabili dello smantellamento in atto di un altro pezzo della nostra legge fondamentale.

La strada dell'ignoranza

di Andrea Colombo
Wendell Berry è uno strano scrittore contadino. Abituato a ragionare di sementi, terre da arare e concimi, ha tuttavia l’aspetto del raffinato professore universitario. Dice di sé: «Ho coltivato da scrittore e scritto da agricoltore». La casa editrice Lindau ha mandato alle stampe un libro che contiene il succo della sua filosofia: una raccolta di saggi intitolata La strada dell’ignoranza. Leggendolo, si scopre che il suo è un pensiero con solide basi nella tradizione statunitense, da Jefferson a Thoreau. Si definisce infatti un «autentico patriota» e difende i valori rurali di un’America in via d’estinzione. Il suo ecologismo radicale non ha nulla a che fare con gli slogan modaioli dei patiti del web. Berry non usa neanche il telefono, figurarsi internet. Allo stesso tempo non è un reazionario che vorrebbe restaurare un mondo scomparso.

La crisi dei profughi e la latitanza dell’Unione Europea

di Udo Enwereuzor
L’anno nuovo non ha portato alcuna novità positiva per le persone che cercano protezione nei paesi dell’Ue costrette dai vari conflitti a fuggire dai propri paesi. Tutt’altro: il 2016 prosegue su questo fronte non semplicemente come l’anno scorso ma peggio per diversi aspetti. Lo testimoniano la contabilità dei morti in mare, le risposte alla crisi formulate da alcuni paesi membri dell’Ue e le misure che il Consiglio Europeo stesso ha adottato e altre che si accinge ad approvare.
Il mese di gennaio si è appena chiuso con circa 162 tra morti e dispersi nel solo mare Egeo, secondo la Guardia costiera greca citata dall’UNHCR, a fronte di un totale di 424 morti e dispersi registrati in tutto il 2015 nella stessa area ( UNHCR, 31 gennaio 2016) .

Sempre meno libertà nell’Argentina macrista

Intervista a Diego Kenis di Geraldina Colotti
Diego Kenis è un noto mediattivista del collettivo di Bahia Blanca, Agencia Paco Urondo, intitolato al nome di un grande poeta, giornalista e attivista politico argentino, assassinato durante l’ultima dittatura militare. Abbiamo sentito il suo parere sulle misure liberticide prese dal presidente-imprenditore, Mauricio Macri, che colpiscono anche la stampa.
Qual è la situazione in Argentina?
"La situazione peggiora ogni giorno. L’inversione di tendenza è così evidente che il nuovo governo, comandato dall’uomo d’affari Mauricio Macri, abroga leggi che non gli piacciono a colpi di decreti «di necessità e urgenza», leggi fondamentali emanate nel decennio precedente, come quella che impedisce il monopolio dei media, o di nominare i giudici della Corte Suprema senza il consenso del Parlamento, dove la maggioranza è kirchnerista.

Quando è troppo è troppo: la Gauche contro Hollande

di Bruno Giorgini
Hollande il pitocco e Valls lo scherano. Così leggendo tra le righe, ma nemmeno poi tanto, la gran signora della sinistra francese Martine Aubry, madrina delle 35 ore, e Dany “il rosso” Cohn Bendit, leggenda del maggio ‘68 e oggi nume tutelare dei Verdi francesi, definiscono il presidente d’ora in poi pseudosocialista e il suo primo ministro che pseudosocialista era già da tempo.
Con loro, oltre ad alcuni socialisti di rango, Daniel Cohen, l’economista riconosciuto – in dualismo con Piketty – come il migliore di Francia sul piano scientifico, nonché una delle teste più fini della sinistra. Un bel terzetto di mischia sceso in campo con un documento titolato “Sortir de l’impasse”, che è anche un sito internet così inaugurato.

La lezione di Giulio

di Antonio De Lellis
Due settimane fa ho partecipato ai funerali di Giulio Regeni perchè era amico di mio figlio. Ho seguito ogni istante della sua ricerca, del tragico ritrovamento, delle indagini e del saluto finale. Ho parlato con i genitori dicendo loro che potevo essere al loro posto e ascoltando la loro rabbia, il loro smarrimento, lo smisurato dolore ho pensato che nessuna persona dovrebbe perdere il proprio figlio e ancor di più nessuno dovrebbe subire quello che ha subito quel corpo.
Quando parlo con qualcuno di questo caso non posso fare a meno di sfiorare con il pensiero le atrocità subite da quel corpo nel pieno del suo vigore. Arrestato, torturato, ucciso e fatto ritrovare in un fosso accanto ad una strada. Ho ascoltato in silenzio, tra le lacrime, come tutti, quelle due ore di celebrazione ricche di spunti di riflessione, in italiano e in inglese, al freddo e sotto la pioggia.

Italicum, questioni di legittimità, vinta la prima di 19 cause

Intervista a Roberto Lamacchia di Olivier Turquet
ll Tribunale di Messina ha accolto la questione di illegittimità costituzionale della legge Italicum, accogliendo in parte le obiezioni costituzionali che il Comitato per la democrazia costituzionale sta sottoponendo a vari tribunali di capoluoghi di tutta la penisola.
Abbiamo chiesto di commentare ed approfondire la notizia al Dott. Roberto Lamacchia, presidente di Giuristi Democratici, associazione che aderisce all’iniziativa.
Dott. Lamacchia potrebbe riassumere l’iniziativa che state portando avanti e il suo significato di fondo?
"Si tratta di far valutare subito alla Corte Costituzionale l’esistenza di una illegittimità costituzionale, sotto diversi profili, a nostro giudizio evidenti, della nuova legge elettorale Italicum, per evitare che, come successo per il Porcellum, la eventuale declaratoria di incostituzionalità arrivi anni dopo e ad elezioni avvenute.

Se l’Europa dipende da Ankara

di Carlo Lania
«L’Europa riuscirà a salvarsi?» si è chiesto ieri il sito di Le Monde mettendo in fila una serie di questioni scoperchiate dalla crisi dei migranti: divisioni tra Paesi fino a ieri amici — come Francia e Belgio o Austria e Germania -, invettive tra Stati e mancanza di solidarietà verso la Grecia, soprattutto da parte dei paesi dell’Est. Per poi concludere sottolineando amaramente come l’incapacità dimostrata nel gestire le centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini in fuga dalla guerra rischi di rappresentare la «morte clinica dell’Europa».
Per avere una risposta alla domanda del giornale francese, per sapere se l’Unione europea è davvero arrivata alla fine oppure no, bisognerà attendere il 7 marzo, giorno in cui i leader dei 28 incontreranno di nuovo il premier turco Ahmet Davutoglu al quale chiederanno ancora una volta di mettere fine alle partenze dei profughi.

Ecco come arrivano le armi all'Isis

di Eleonora Vio
Si può dire di tutto sullo Stato Islamico (IS), ma non che non abbia sfruttato al meglio le debolezze altrui.Tralasciando considerazioni di carattere emotivo, dal punto di vista bellico il successo del colosso jihadista che sta terrorizzando il mondo, e consolidando i suoi possedimenti tra Siria e Iraq, si deve alla capacità di sfruttare quelle che sono state le armi identificative dai primi anni dell’ultima guerra in Iraq, cioè gli IED (o ordigni esplosivi improvvisati), e utilizzarli secondo metodologie molto efficaci, e mai viste prima. Se alle bombe nascoste sui cigli delle strade, hanno fatto uso in tanti, l’IS è stato pioniere nell’adottare mezzi militari corazzati carichi di enormi quantitativi di esplosivi. Come si è visto il 17 maggio a Ramadi in Iraq, recentemente liberata ma ancora schiava di migliaia di ordigni nascosti, questi veicoli anonimi e blindati possono facilmente rompere le fila nemiche e, anche senza compiere un massacro, costringerle alla fuga.

G20. La crisi non c'è e comunque devono pagare gli ultimi

di Claudio Conti
Chi si aspettava dal G20 “finanziario” qualche indicazione coerente per affrontare in modo efficace la crisi – mai interrotta, dal 2008 ad oggi – dovrà rimettere nel cassetto le sue speranze. Non c'è nessuno che sappia cosa fare a livello globale, mentre all'interno delle gradi istituzioni internazionali prevale orami in modo evidente una visione strettamente “nazionalistica”.
I fatti. La riunione dei venti primi paesi del mondo, convocata stavolta a Shangai, ha evidenziato soprattutto le divisioni. Non solo sul piano sempre ostico delle “soluzioni”, ma addirittura al livello dell'analisi. Stupefacenti, in questo senso, le posizioni dei ministri economici francese e statunitense.

Se il Ku Klux Klan va in gita in Val Trompia

di Checchino Antonini
Ora potrebbe sembrare un posto tranquillo e c’è la neve a coprire gli alpeggi fino su al Passo Maniva. Nell’hotel “Al Cacciatore”, a San Colombano di Collio, quindici ragazzi provenienti da Nigeria, Ghana e Gambia, studiano l’italiano e fanno piccoli lavori di artigianato. Sonorichiedenti asilo e non manca molto all’esame della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. Ma questa non è la storia della loro integrazione. E’ una storiaccia. Di bombe carta, spari, sassi, sputi, di fuochi, fumogeni e saluti romani.
Comincio quasi dalla fine: il 16 gennaio sono andati in fumo 700 alberi del meleto di Ennio Cantoni. Nella notte, una bomba carta ha danneggiato, in paese, la sua pasticceria celebre anche per il succo di mela biologico e a km zero. 5mila euro di danni.

C’è un conflitto d’interessi nel ddl sul conflitto d’interessi

di Giuliana De Vivo
Nella disattenzione generale la maggioranza approva alla Camera il nuovo testo. Che contiene una riforma dell’organo di controllo, l’Antitrust, con cui di fatto Camera e Senato si scelgono l’arbitro della partita. Il conflitto d’interessi sta nel nuovo disegno di legge sul conflitto d’interessi. Nero su bianco, istituzionalizzato, sempre che il testo di 16 articoli (qui il testo) appena approvato alla Camera – 218 voti favorevoli, 94 contrari (grillini e Forza Italia, e per ragioni opposte: troppo blando per gli uni, troppo aggressivo per gli altri), 8 astenuti (Lega) – passi anche al Senato.
Cosa prevede il ddl che andrebbe a sostituire la legge Frattini,approvata quando il male assoluto era Berlusconi, e il tema – in questi giorni coperto distrattamente dai giornali – pareva cruciale per le sorti del Paese?

Prove di riconciliazione in Colombia

di Orsetta Bellani
Il 18 agosto 2006, il figlio minore di María Rosa Jiménez uscì di casa alle sette del mattino per andare a scuola, come tutti i giorni. María Rosa lo aspettava di ritorno nel primo pomeriggio, ma non arrivò mai. Aveva sedici anni. Dopo due mesi scomparve anche il figlio maggiore.
La donna vive nella Comuna 13, un quartiere di umili case di mattoni che si ammucchiano sulle montagne che circondano Medellín, in Colombia, uno degli scenari del conflitto che da mezzo secolo oppone l’esercito colombiano -affiancato da milizie irregolari paramilitari- alle guerriglie di sinistra.

Se salta Schengen un danno di oltre 100 miliardi l’anno

di Rachele Gonnelli
Non c’è dubbio, l’Europa trema come se stesse per spaccarsi. Preoccupano soprattutto le minacce che vengono dal naufragio dell’aquis di Schengen — altrimenti detto accordo o trattato ma si chiama con questo strano nome che significa pacchetto di regole sullo spazio comunitario di libera circolazione di beni e persone — che insieme alla moneta unica regge l’intera impalcatura della Ue.
Matteo Renzi, intervistato dall’agenzia Bloomberg qualche giorno fa, ha usato la metafora, un po’ stantia ma sempre efficace, dei 28 paesi membri come l’orchestra che suona sul ponte del Titanic. Ma un’altra visione strategica non sembra averla neanche lui.

Ma perché devono fare il referendum nel Regno Unito?

di Mauro Casadio
L’accordo siglato tra Cameron e Bruxelles che verrà sottoposto a referendum nel Regno Unito il 23 giugno di quest’anno è un accordo per certi versi infame in quanto, come sempre, in caso di difficoltà si fanno volare gli “stracci”; il prezzo questa volta lo pagheranno gli immigrati comunitari i quali non potranno più usufruire del welfare inglese almeno per sette anni e verranno assistiti alle condizioni dei loro paesi di origine. 
Va comunque ricordato in questo caso che anche gli emigrati italiani subiranno lo stesso trattamento e va fatto non solo per rimarcare le discriminazioni ma per evidenziare che in Italia il fenomeno dell’emigrazione è ripreso da tempo vedendo oltre quattro milioni di lavoratori e giovani andare in altri paesi, fenomeno questo sistematicamente rimosso dalla stampa e dall’azione della politica.

In trappola

di Teodoro Andreadis Synghellakis
Più di ventimila profughi sono bloccati in Grecia, a causa della parziale chiusura delle frontiere decisa dalle autorità dell’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Nella sola regione dell’Attica, ieri, il numero di profughi superava i settemilacinquecento. Nell’isola di Lesbo, ieri sono sbarcati settecento persone, salvate da navi della guardia costiera greca e di Frontex, mentre nel Dodecanneso vengono momentaneamente ospitati altri 482 «disperati del mare».
Si tratta di numeri destinati a crescere nel corso dei prossimi giorni, a causa della forte instabilità creatasi per la mancanza di solidarietà europea. In Grecia si spera in un possibile cambio di rotta, e si è voluto dare un certo peso alle dichiarazioni della rappresentante della commissione per le questioni migratorie, Natasha Bertaud, la quale sottolineato che si sta approntando un meccanismo di aiuti e di sostegno straordinario, in modo che la Grecia non si debba trovare ad affrontare una vera crisi umanitaria.

Cronaca di uno sporco gioco di affari

di Giuseppe Di Lello
A trent’anni dall’ apertura a Palermo del primo maxiprocesso a Cosa nostra, con una opportuna puntualità è uscito in questi giorni il libro di Antonio Calabrò I mille morti di Palermo (Mondadori, pp. 256, euro 18,50) che ripercorre, come specifica il sottotitolo, la storia di «uomini, denaro e vittime nella guerra di mafia che ha cambiato l’Italia». La storia di una tragica stagione, trasfusa in quel processo, voluto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che ne furono i principali autori con una sentenza istruttoria di oltre quaranta volumi, aveva bisogno di essere raccontata in dettaglio anche come atto di riparazione verso le tante vittime, servitori dello Stato, imprenditori coraggiosi, semplici cittadini che, per non essere «eccellenti», si sono perse nelle nebbie dell’oblio.

Unione (in)civile Renzi-Verdini, coppia secondo natura per fare felice Al Fano

di don Paolo Farinella
Il calendario celebra San Cesario e San Vittorino, due nomi appropriati allo sgorbio che il Senato in via di estinzione (nelle intenzioni governative) ha prodotto, dopo finto travaglio e ampie manovre illusionistiche. Ora assisteremo al mantra già cominciato: meglio un poco oggi che nulla di fatto. Non ci sto perché l’aula sorda e grigia del senato, a comando del governo ha trattato l’Italia da perfetta imbecille, facendole credere di avere prodotto una grande legge. Che Dio li fulmini nella loro protervia! 
Il PD renziano che è tutto fuorché un partito democratico, non voleva la legge Cirinnà e specialmente non poteva permettere l’approvazione dell’adozione del figlio del partner perché si sarebbe spaccato al suo interno mettendo a repentaglio la stessa legislatura. Come fare?

Francia, abusi senza fine dello stato d’emergenza

di Giampaolo Martinotti
La Francia si risveglia ancora in stato di emergenza. Sono passati più di tre mesi dagli attentati che il 13 novembre scorso sconvolsero i francesi, al di là dell’origine o della classe sociale, e che diedero il via alla svolta “marziale” del presidente François Hollande. La data del 26 febbraio 2016 avrebbe dovuto decretare la fine di quella che può essere propriamente definita una sospensione dei diritti civili a tempo determinato ma, al contrario, questo giorno verrà ricordato per averne sancito una nuova proroga a tempo indeterminato. Da una parte l’odierna precarietà dei lavoratori e dei diritti e dall’altra la stabilità della carica repressiva che si palesa ormai davanti agli occhi di tutti.

Dieci domande a chi vuole portare l’Italia in guerra in Libia “contro Daesh”

Dopo l’annuncio del Consiglio Supremo di Difesa, l’intervento bellico italiano in Libia “per combattere Daesh” è ormai prossimo. Abbiamo formulato dieci domande con l’intenzione di rivolgerle direttamente al governo e al Parlamento, ma anche a chi pensa che tutto sommato, così come la Russia sta ottenendo buoni risultati in Siria contro il terrorismo, lo stesso potrebbe fare l’Italia in Libia con bombardamenti “selettivi”. 
E’ chiaro a tutti che senza il folle e criminale intervento della Nato nel 2011, Daesh e altri terroristi e milizie jihadiste non sarebbero mai arrivate in Libia?

Un tesoretto solo per pochi

di Andrea Capocci
L’allarme lanciato via Internet da Giorgio Parisi non è caduto nel vuoto. Dopo le quarantamila firme raccolte dalla petizione online, anche l’assemblea convocata alla Sapienza per far sentire dal vivo la voce dei ricercatori è stata assai partecipata. «C’è più gente che per le onde gravitazionali», conferma chi cerca di affacciarsi in aula Amaldi, al dipartimento di Fisica della Sapienza. In effetti sono oltre in quattrocento, più altri trecento collegati via streaming, ad ascoltare ricercatori e politici convinti che il governo Renzi non abbia segnato alcuna discontinuità con quelli precedenti, nella politica della ricerca.
Un successo di comunicazione confermato da uno che se ne intende, il decano della divulgazione Piero Angela.

Oltre il ’93, per avviare una stagione nuova

di Gaetano Sateriale
Il documento Cgil, Cisl e Uil sul moderno sistema di relazioni industriali è innovativo o sa di stantio, come sostiene Confindustria? A me pare che contenga indirizzi che, se applicati fino in fondo, potrebbero davvero chiudere l’esperienza della contrattazione collettiva regolata dal protocollo del ’93 e aprire una stagione nuova. Vediamo i punti che si discostano maggiormente sia dalla prassi unitaria (del secolo scorso) che dalle esperienze separate (di questi ultimi 10 anni).
1. Già nella premessa, si esplicita che il nuovo sistema serve a promuovere la crescita, modernizzare il Paese e rafforzare la democrazia.

Bogotà recuperata

di Cristiano Morsolin
L’odore acre e nauseabondo della montagna d’immondizia che sta bruciando da varie settimane sembra voler rappresentare il controllo del territorio da parte delle mafie nel Sud di Bogotà, capitale della Colombia.  In una metropoli di 9 milioni di abitanti (pari al 20% della popolazione nazionale), la segregazione che serpeggia nelle periferie è aggravata da un conflitto armato interno che si trascina da 60 anni, e che contrappone lo Stato, le guerriglie marxiste FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) ed ELN (Esercito di Liberazione Nazionale) e i gruppi paramilitari di estrema destra.
Il rapporto governativo “Ya Basta” ha documentato che 220mila colombiani sono morti tra il 1958 e il 2013, vittime del conflitto e, dato ancora più sconvolgente, che 176mila di essi erano civili.

Dundar e Gul liberi, sfida al legame Erdogan-Isis

di Chiara Cruciati
Barba incolta, pullover rosso, un gran sorriso e il pugno chiuso: Can Dundar si è presentato così giovedì notte di fronte ad una folla in festa, fuori dal carcere di Silivri. Accanto a lui il collega Erdem Gul. Dopo 92 giorni di prigione si sono felicemente prestati a fotografie con i sostenitori e alle domande dei giornalisti che affollavano il piazzale.
«La nostra battaglia continua, abbiamo ancora molti colleghi in prigione – hanno detto ai microfoni che li circondavano – Questa sentenza apre la strada alla libertà di stampa e di espressione. La Corte ha dimostrato di essere indipendente dal palazzo».

Lucciole nella notte. Pensiero critico o coscienza infelice?

di Claudia Zunino
In un esile volume edito da Adelphi nel settembre 2015 sono stati ripubblicati due scritti senili di Isaiah Berlin, La ricerca dell’ideale e Un messaggio al Ventunesimo secolo, che dà il titolo alla breve raccolta. Entrambe le tesi possono essere considerate parole testamentarie, composte dall’autore al tramonto della propria vita e per occasioni istituzionali e incensanti, quali il conferimento del Premio Internazionale Senatore Giovanni Agnelli del 1988 e la laurea ad honorem in Giurisprudenza dalla University of Toronto nel 1994. Isaiah Berlin morirà tre anni dopo, all’età di ottantotto anni. La critica italiana ha accolto questa ripubblicazione con gentile e generale apprezzamento.
L’intonazione dei due testi è quella di un uomo che ha da profetare ai propri simili una verità conquistata faticosamente, lungo il dispiegarsi di un secolo segnato dalle guerre, dai totalitarismi e dalla penosa percezione del collassare della storia.