La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 7 luglio 2017

Una leadership sotto attacco nel Pd, divisiva tra gli elettori

di Michele Prospero 
La liquidazione della leadership di Renzi è la condizione indispensabile, ma certo non sufficiente, per una ripresa delle manovre a sinistra. Regalarlo all’oblio, e affidare il Pd assai ridimensionato a una conduzione meno provocatoria, sarebbe già un piccolo annuncio di inversione di tendenza. È vero che i problemi di fondo della democrazia italiana non sono riconducibili alle scelleratezze di una singola persona. Anche chi ama dipingersi come un uomo solo al comando e, nel suo delirio per il partito personale, manomette la Costituzione e combatte i diritti del lavoro, in realtà non scatena effetti di sistema con la sua pura volontà di arbitrio.

Europa, dalla farsa sui migranti a quella neocoloniale

di Tommaso Di Francesco 
Così inizia Il Diciotto Brumaio di Luigi Bonaparte di Carl Marx : «Hegel osserva da qualche parte che tutti i grandi avvenimenti e grandi personaggi della storia universale si presentano, per così dire due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa», e Friedrich Engels nella lettera a Marx che aveva ispirato la sua citazione, sottolineava «una farsa pidocchiosa» . Non ci sarà la «farsa pidocchiosa» di una nuova guerra austro-ungarica, l’invio di carri armati e soldati alla frontiera annunciati dal ministro della difesa austriaco.

giovedì 6 luglio 2017

Legge sulla tortura, era meglio non approvarla

di Tomaso Montanari
Non sarà che mezzo Paese non vota più perché non ne può più del cinismo dei benpensanti che a furia di giudicare sempre il bicchiere mezzo pieno (anche quando è vuoto) arrivano a celebrare come una conquista di civiltà anche il più clamoroso dei passi falsi? Davvero una pessima legge sulla tortura è meglio di nessuna legge? Non sarebbe stato meglio lo scandalo di una bocciatura e una seria riscrittura, invece di questa approvazione che permette di dire che, in fin dei conti, un'altra riforma si è portata a casa?

In Italia la tortura è legge

di Checchino Antonini 
In Italia, la tortura è legge. La nuova fattispecie non riconosce il reato di tortura come reato tipico del pubblico ufficiale in barba alla Convenzione firmata dall’Italia nel 1989. Inoltre la previsione della pluralità delle condotte violente, il riferimento alla verificabilità del trauma psichico e i tempi di prescrizione ordinari annacquano un testo quasi a consigliare, agli addetti ai lavori, le condizioni per abusare piuttosto che per rispettare i diritti delle persone in custodia dello Stato. Più di mille editoriali vale il commento di uno come Gasparri, postfascista impiantato in Forza Italia: «Chi canta vittoria ha in realtà fatto un buco nell’acqua. Mentre chi a sinistra dice che la legge non serve a nulla ha ragione. Il testo così com’è è carta straccia».

Per i 150 anni de Il Capitale. Prima di andare oltre, leggiamolo. ..

di Marco Palazzotto 
Quest’anno ricorrono i 150 anni della pubblicazione (1867) del Primo Libro del testo che avrebbe poi cambiato la storia del Novecento, ovvero la principale opera di Karl Marx: Das Kapital. Dopo un secolo e mezzo dalla prima edizione tedesca, ci si chiede se un’opera che ha influenzato la politica mondiale del secolo scorso sia oggi ancora utile ad offrire strumenti di analisi a chi si pone come obiettivo la trasformazione della società in senso più egualitario. 

Riflessioni molto italiane sulle elezioni inglesi

di Norma Rossi 
Il giorno dopo le elezioni, il risultato più inaspettato ci chiede di riflettere su cosa è successo, e su cosa la sinistra italiana può imparare da questo voto. Nonostante Corbyn non abbia ottenuto la maggioranza in Parlamento, il risultato resta straordinario. Nelle elezioni indette da Theresa May per distruggere il partito Labourista, questo ha ottenuto il miglior risultato dal 2001, sfiorando il 40% dei consensi. La lezione principale di Corbyn per chiunque voglia chiamarsi di sinistra oggi è chiara; se non vuole perdere (o meglio se vuole vincere) la sinistra deve fare la sinistra, perché nessuno fa la destra meglio della destra.

Il carcere alla prova delle migrazioni

di Carolina Antonucci
Il carcere mantiene ancora oggi, nel nostro paese, una centralità indiscussa nell’ambito del variegato sistema dell’esecuzione penale. L’ordinamento penitenziario, regolato dalla legge di riforma del 1975 (la legge 354), ha conosciuto l’introduzione di misure alternative alla pena detentiva. Ma il carcere conserva la centralità. Da un lato, all’aumentare dell’accesso alle misure alternative è corrisposto un proporzionale aumento del numero dei detenuti; dall’altro, riveste il ruolo di costante minaccia per chi a quelle misure anela o a cui sono già state concesse.

Totalitarismi e populismi: impurità dei tempi

di Erminio Risso
Alla fine dello scorso anno, per i tipi della manifestolibri, è uscito Totalitarismi e populismi di Rino Genovese, un libro le cui dimensioni sono inversamente proporzionali all’importanza della pubblicazione e che contiene nelle dimensioni del pamphlet la forza espressiva della comunicazione essenziale senza concedere nulla alla semplificazione e alla banalizzazione. In questo spazio di scrittura convivono fianco a fianco, in forte rapporto dialettico come nella migliore tradizione della teoria critica, teoria e prassi: in quanto l’analisi teorica, l’affinamento dei mezzi gnoseologici ed ermeneutici, è subito messo al vaglio della realtà effettuale, che qui prende le forme di un’analisi storica puntuale.

Quel gioco pericoloso che cerca di confondere la critica radicale

di Marco Bascetta
L’opuscolo di Tito Boeri , tratto da una lectio magistralis tenuta alla Biennale Democrazia nel marzo di quest’anno a Torino (Populismo e stato sociale, Laterza, pp.48, euro 9) comprende una strana appendice. Si tratta di un elenco dei «partiti populisti europei» elaborato dalla Fondazione Rodolfo Debenedetti. Figurano in questo elenco formazioni patentemente filonaziste o filofasciste come la Npd e i Republikaner tedeschi, la greca Alba dorata, l’ungherese Jobbik, per citare solo le più spudorate, insieme con organizzazioni di segno diametralmente opposto come Podemos e Syriza.

Accesso limitato al welfare e immigrazione: il caso del Regno Unito

di Ludovico Giua
Il 1° Maggio 2004 gli Stati membri dell’Unione Europea divennero 25. Da quella data, infatti, oltre a Malta e Cipro, aderirono all’UE 8 Paesi dell’Est Europa – Slovenia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Ungheria –, indicati anche come i Paesi “Accession 8” (di seguito “A8”). L’allargamento del 2004 ha comportato un aumento della popolazione dell’UE di quasi 75 milioni di persone (pari a circa il 20% della popolazione precedente) e, conseguentemente, l’apertura del mercato del lavoro interno dell’Unione a milioni di potenziali lavoratori provenienti dai nuovi Stati membri.

«Cinquant’anni dopo», una storia che diventa grido disperato

di Tommaso Di Francesco 
La questione palestinese è scomparsa dalle cronache ma i palestinesi no. Purtroppo, dopo cinquanta anni dall’occupazione dei Territori palestinesi da parte dell’esercito israeliano nella guerra dei sei giorni del giugno 1967, quel nodo irrisolto della crisi mediorientale e internazionale, su cui si preferisce stendere un mantello fitto di silenzio, può essere così sintetizzato: si è secolarizzata, vale a dire è diventata il racconto di una sconfitta e poco più. Proprio mentre lo status quo di immobilità e oppressione aggrava la separazione e la discriminazione tra israeliani e palestinesi.

Il sindacato di classe del XXI secolo è ora una possibilità concreta

di Giorgio Cremaschi 
Ho visto una concreta possibilità che il sindacato di classe del ventunesimo secolo divenga una realtà. Ho visto la volontà di costruirlo non solo nelle scelte del gruppo dirigente, ma negli interventi che dai più diversi luoghi di lavoro, dai mondi del precariato e della immigrazione, da quello dei pensionati, si sono succeduti instancabili ed appassionati nel congresso del USB. Praticare il sindacalismo di classe oggi significa andare totalmente controcorrente, rispetto al sistema di potere e anche a CGILCISLUIL, nelle quali è prevalso il modello del sindacato di mercato, che accetta tutte le compatibilità e quando non sceglie la complicità, al massimo pratica la riduzione del danno.

Iniziative community-based e nuovi spazi di inclusione dei migranti: il caso del Baobab Experience a Roma

di Venere Stefania Sanna
L’Italia vanta una lunga tradizione di movimenti sociali e di cittadinanza attiva, spazi autonomi e forme di riappropriazione dei beni pubblici che prendono vita già dai primi anni ’70, soprattutto nelle grandi città del nostro paese (V. Pecorelli “Spazi liberati in città: i centri sociali. Una storia di resistenza costruttiva tra autonomia e solidarietà”, Acme, 2015). 

Un futuro bello e impossibile

di Benedetto Vecchi 
I paradossi scandiscono da sempre la produzione teorica di Slavoj Zizek. È in base al loro uso smodato che il filosofo sloveno occupa da anni il centro della scena pubblica. È in base ad essi che si è gettato a testa bassa contro le ipocrisie, le contraddizioni della produzione culturale mainstream. Lo ha fatto nel denunciare l’apparente ragionevolezza del politicamente corretto o la tesi sull’attuale sistema di vita come imperfetto, ma che è senza alternative. Zizek ha mostrato e dimostrato che la tolleranza, il rispetto delle minoranze, il diritto alla diversità sono spesso le sbarre che definiscono i confini di un vivere sociale dove sono stigmatizzati gli antagonismi sociali.

La città come bene comune. Così Barcellona contrasta il regno di Airbnb

di Giacomo Russo Spena e Steven Forti
Un servizio comodo e confortevole. Una manna dal cielo per chi non può permettersi alberghi di lusso. Airbnb è il portale on line che coniuga domanda ed offerta del turismo low cost: una community che dà la possibilità a chi ha una camera libera nella propria abitazione di affittarla. È un modo di viaggiare più economico e "social" della classica sistemazione in hotel. Una rivoluzione, negli ultimi anni, che si è affermata soprattutto tra i giovani. Ma non è tutto oro quel che luccica perché la politica di Airbnb ci parla infatti di nuova urbanistica e di modelli di città differenti. Per anni siamo stati abituati ad una politica latente che ha dato mano libera ai privati che hanno saccheggiato liberamente gli spazi urbani.

C’è un mucchio di debiti sotto il tappeto tedesco

di Civil Servant
Mentre euroscettici e populisti si lamentano della disciplina fiscale europea, ci sono governi fin troppo europeisti che da anni accumulano allegramente debiti alla luce del sole e alla faccia di tutti i trattati, le direttive e i regolamenti. Per verificarlo basta rovistare nel sito dell’Eurostat, che è l’agenzia statistica dell’Unione Europea, sotto la criptica voce “contingent liabilities”, ovvero “passività potenziali”. Per fortuna, come c’era una volta un incorruttibile giudice a Berlino, oggi c’è qualche statistico a Lussemburgo che raccoglie pazientemente dati su alcune poste che, per oscure convenzioni contabili, non figurano direttamente nei bilanci dei governi, ma che contribuiscono ugualmente ad aumentare l’indebitamento dei cittadini.

Cinque storie di ordinaria precarietà

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Primo racconto
“Ah ma hai lavorato a San Siro per la finale UEFA? Che figata!” NO! FIGATAUNCAZZO. “Beata te!” NO! Non eravamo beate nessuna di noi 200 hostess. Che da mezzogiorno ci siamo ritrovate là, sotto il sole a fare appello dopo appello, fila dopo fila, a timbrare il pass una alla volta per ogni spostamento. Poi quelle mezz’ore di attesa che si fanno infinite, aspettare che il personale UEFA ti venga a prendere per mostrarti l’area di lavoro, sentirti spronata a ingozzare qualunque snack ti sei portato dietro, perché, “ricordati che rimangerai solo alle 21!”.

martedì 4 luglio 2017

La filosofia attraverso lo schermo











di Paulo Fernando Lévano
Il volume “Il filosofo e il suo schermo. Video-interviste confessioni monologhi” (Kayak Edizioni, 2016), a cura di Igor Pelgreffi raccoglie gli atti dell’omonimo convegno di studi, tenutosi a Bologna il 19 e 20 maggio del 2015. 

La sfida, attuale rispetto all’odierno protagonismo comunicativo dello schermo, consiste nel pensare a possibili alternative all’«ordine gerarchico implicito» di ogni corpus filosofico, nelle quali le video-interviste non siano più semplici appendici all’opera di un filosofo, ma vere e proprie «direzioni testuali» che permettano a quest’ultimo di porsi al di fuori della forma-libro, giocando in spazi di manovra che sono invece interdetti nelle «coordinate abituali di lettura» (p. 12).

Il Totem della Germania da smontare


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di Fabrizio Marcucci
Cosa si nasconde dietro il "miracolo" della Germania? Chi lo ha pagato? E davvero conviene esportare il modello nell'intera Europa? A guardarli bene i dati smentiscono il racconto dominante.
Per alcuni è un miracolo. Altri lo definiscono un paradosso, pure pericoloso per il resto dell’Europa. I dati di una recentissima pubblicazione di Steffen Lehndorff, economista e ricercatore dell’Iaq, Istituto per il lavoro e la formazione dell’Università di Duisburg-Essen, fanno propendere per la seconda definizione.