La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 7 dicembre 2017

La globalizzazione del nostro malcontento

di Joseph Stiglitz 
Quindici anni fa, ho pubblicato Globalization and Its Discontents, un libro che cercava di spiegare perché c’era così tanta insoddisfazione rispetto alla globalizzazione tra i paesi in via di sviluppo. Semplicemente, molti credevano che il sistema era “manipolato” contro di loro e che gli accordi commerciali globali erano scelti appositamente per essere particolarmente ingiusti. Ora, il malcontento in merito alla globalizzazione ha alimentato un’ondata di populismo negli Stati Uniti e in altre economie avanzate, guidata da politici che affermano che il sistema è ingiusto nei confronti dei loro paesi. Negli Stati Uniti, il Presidente Donald Trump insiste che i negoziatori commerciali dell’America erano truffati da quelli provenienti da Messico e Cina.

È questo il nostro Natale di pace?

di Alex Zanotelli
Sono indignato davanti a quest’Italia che si sta sempre più militarizzando. Lo vedo proprio a partire dal Sud, il territorio economicamente più disastrato d’Europa, eppure sempre più militarizzato. Nel 2015 è stata inaugurata a Lago Patria (la parte della città metropolitana di Napoli) una delle più importanti basi NATO d’Europa, che il 5 settembre scorso è stata trasformata nell’Hub contro il terrorismo (centro di spionaggio per il Mediterraneo e l’Africa). Sempre a Napoli, la famosa caserma della Nunziatella è stata venduta dal Comune di Napoli per diventare la Scuola Europea di guerra, come vuole la Ministra della Difesa Pinotti.

Orizzonte e progetto della sinistra che ancora non c’è

di Anna Falcone e Tomaso Montanari 
Ci rivolgiamo a tutte e tutti coloro che hanno camminato con noi nel percorso del Brancaccio, verso la “Sinistra che ancora non c’è”.Abbiamo risposto per sincero spirito costruttivo e di responsabilità ai tanti appelli che si sono succeduti in questi giorni e di cui ringraziamo tutti. Lo spirito del Brancaccio ha seminato bene, e di questo siamo felici. Eravamo e siamo a tutt’oggi convinti che la formazione di una alleanza fra cittadini e forze politiche per la difesa della Costituzione e la riaffermazione dei diritti cancellati dalle politiche neoliberiste degli ultimi governi, la costruzione di un fronte unico e innovativo della Sinistra verso un progetto più grande dei suoi singoli pezzi, il rilancio delle politiche per l’uguaglianza e per una democrazia compiuta, in tutte le sue forme partecipative e sostanziali siano e restino l’obiettivo primario di ogni ragionamento e azione politica della stagione che viviamo.

Una scelta per una nuova guerra

di Tommaso Di Francesco 
È un atto violento e irresponsabile l’annuncio di Trump fatto prima ad Abu Mazen e confermato ieri dalla Casa bianca, sotto l’albero di Natale: «Gerusalemme è la capitale d’Israele. Ora pace». Il «pacifista» insiste a spostare da Tel Aviv la sede diplomatica Usa a Gerusalemme, riconoscendone di fatto l’intera appartenenza allo Stato d’Israele. Sfacciatamente dissimulando che il diritto internazionale considera la città come condivisa, nella parte ovest, israeliana, e est, palestinese.

Ricominciare da Keynes?

di Massimo D'Angelillo
Gli ultimi anni si sono contraddistinti per una stagnazione economica decennale, e allo stesso tempo per una singolare incapacità di comprendere le origini della crisi italiana, soprattutto da parte dello schieramento culturale e politico che è sempre stato fonte di visioni alternative allo status quo: la sinistra. Tre volumi di recente pubblicazione hanno il merito di affrontare la questione di come, nel dispiegarsi della crisi, la voce della sinistra sia stata singolarmente debole. In tutti i volumi aleggia il tema della subalternità culturale della sinistra, un tratto che viene da lontano, almeno dagli anni ’70.

L’anomalia della sinistra italiana, tra scissioni e remix

di Loris Caruso 
Com’è possibile che la sinistra italiana, un tempo la più grande e ispiratrice sinistra europea, sia diventata la più ininfluente del continente? Come mai è proprio l’Italia il paese europeo in cui progetti nuovi e coinvolgenti non riescono a nascere? Sono domande a cui varrebbe la pena di dedicare uno studio serio. Lo spettacolo di sé che la sinistra italiana sta dando in questi mesi, ma più in generale negli ultimi dieci anni, impone una riflessione, comunque si sia schierati in vista delle prossime elezioni politiche. Gramsci era convinto che la riduzione della politica al terreno elettorale fosse la prima spia di una sua crisi organica.

L’ordinario fascismo delle ragazzate

di Luca Baldissara 
Non c’è quotidiano o sito d’informazione che nei giorni scorsi non abbia ripreso la notizia del saluto fascista col quale un calciatore ha esultato sul campo di calcio di Marzabotto, esibendo la t-shirt con la bandiera della Repubblica di Salò indossata sotto la maglia della squadra. Al gesto fascista – presumiamo programmato, a meno che il giovane non sia solito indossare magliette con l’effige saloina e non sia affetto dalla sindrome di Stranamore – segue l’ormai usuale e collaudata ritualità: indignazione (dell’Anpi e dell’amministrazione comunale in primis, poi di vari esponenti politici), scuse goffe e poco credibili del protagonista (avrebbe inteso salutare il padre in tribuna), presa di distanza della squadra e della società (immaginiamo la vestizione tenuta nascosta dell’aspirante saloino nella nota segretezza dello spogliatoio), denuncia da parte della destra degli eccessi d’attenzione strumentale delle “maestranze antifasciste” (così le ha definite Forza Nuova), espiazione in forma di visita al sacrario delle vittime.

Morire di classe

di Graziella Durante È Giovanna Ferrara
È dalle pagine del manifesto che, il 7 gennaio del 1975, Luigi Pintor scriveva parole definitive sulla morte di «un’innocente arsa viva» nel rogo del suo letto di contenzione. «Una donna povera di mezz’età» internata nella sezione agitate e coercite del manicomio giudiziario di Pozzuoli dove arriva nell’ottobre del 1973. «Una donna che aveva addosso lo Stato tutto intero» e che, in poco più di un anno, è stata perseguitata e uccisa dal dispositivo perverso delle sue istituzioni. La notizia della sua morte rimbalza sulle pagine dei quotidiani e crea scompiglio in un’opinione pubblica fino troppo abituata a rassicuranti resoconti giornalistici della vita manicomiale.

Dimenticare lo Stato-nazione

di Emanuele Riccomi
Dall’11 al 30 settembre, presso Cittadellarte-Fondazione Pistoletto di Biella, si è tenuto il modulo Trauma & Revival: Contemporary Encounters, curato da Aria Spinelli e promosso da UNIDEE (Università delle Idee). Evento inserito all’interno di Trauma & Revival. Cultural relations between Eastern and Western Europe, co-finanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea. In occasione di questo modulo, l’istituzione piemontese ha ospitato dieci partecipanti internazionali fra artisti, curatori e ricercatori per una residenza di tre settimane alla fine delle quali, hanno presentato dei progetti di ricerca ispirati all’esperienza appena vissuta.

Il piano europeo per rendere più facile respingere i migranti

di Annalisa Camilli
Entro gennaio il parlamento europeo potrebbe approvare una norma che renderà più facile respingere i richiedenti asilo verso “paesi terzi sicuri”, una categoria molto estesa di stati extraeuropei in cui potrebbe rientrare anche la Libia, mentre il paese è al centro dell’ondata d’indignazione provocata dal video della Cnn che denuncia la tratta degli schiavi a Tripoli. Secondo la proposta di legge, chiamata Regolamento procedure, i paesi europei potrebbero infatti non accettare le richieste d’asilo di persone che siano anche solo transitate in paesi considerati “sicuri”.

La nostra via

di Tomaso Montanari 
Qual è dunque il compito di un’associazione come Libertà e Giustizia? Vorrei rileggere l’ultima parte del messaggio di Gustavo Zagrebelsky: «Il futuro richiederà impegno rinnovato e non solo per dire di no. LeG è e deve restare una associazione di cultura politica che non pratica alcun collateralismo rispetto a partiti o movimenti. I suoi associati devono essere liberi di operare in politica secondo i propri orientamenti pratici, pur in conformità con gli ideali dell’Associazione alla quale aderiscono. LeG deve fornire idee ed elaborazioni e non limitarsi a protestare, a denunciare».

Reti sociali, mondo dell’informazione e compito storico della sinistra

di Paolo Furia
La categoria di «rete» è entrata nella scienza e nel linguaggio comune delle società complesse per descrivere un’innumerevole quantità di fenomeni e campi. Si può in effetti parlare di reti in fisica, biologia, informatica, scienze sociali. Nel senso più astratto possibile, la rete può essere definita come un insieme di relazioni tra oggetti o persone, in cui gli oggetti o le persone costituiscono i «nodi» e le relazioni gli «archi» di un grafo.

La ‘bomba sociale’ delle pensioni

di Felice Roberto Pizzuti 
Oramai da molti anni, nel nostro sistema previdenziale sta maturando una vera e propria “bomba sociale”. Nel suo assetto attuale, le giovani generazioni che oggi molto faticano ad entrare nel mondo del lavoro e anche i tanti quarantenni oppressi da rapporti lavorativi precari e remunerazioni scarse avranno una copertura pensionistica del tutto inadeguata. Questa tendenza prefigura un aggravamento delle prospettive economiche e una pericolosa incrinatura del patto intergenerazionale che molto contribuisce a sostenere la coesione sociale di qualsiasi società.

L’euro è una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai soliti europeisti (e ai noeuro)

di Francesco Saraceno
LUISS University Press ha appena pubblicato la traduzione italiana dell’ultima fatica di Martin Sandbu (La moneta rinnegata), appassionato e competente commentatore del Financial Times, sulla crisi dell’euro. Vista la messe di lavori che circolano sull’argomento, qualche scetticismo sull’utilità dell’ennesimo saggio era giustificato. Tuttavia, una volta immersomi nella lettura mi sono rapidamente ricreduto, La tesi di Sandbu, enunciata fin dalle prime pagine del libro, è netta: il campo pro-euro sta perdendo la battaglia delle idee contro i sostenitori dei vari exit, perché ne accetta la premessa fondamentale, quella cioè di un’unione monetaria che non può funzionare senza unione politica.

Il diritto internazionale non esiste più

di Luisa Morgantini
Donald Trump lo aveva promesso durante la sua campagna elettorale: «Trasferirò immediatamente l’ambasciata Usa a Gerusalemme, l’eterna capitale del popolo ebraico». Lo aveva espresso con grande passione ma come dicono i gruppi di ebrei progressisti americani molto «irresponsabilmente». Poi da presidente ha dovuto mettere qualche freno, ma il cammino è cominciato e se non vi sarà una reazione e pressione forte dalla comunità internazionale terminerà non solo con l’ambasciata Usa a Tel Aviv ma con altri paesi che seguiranno l’esempio, ministri del governo Netanyahu, come Naftali Bennet, lo stanno già chiedendo.

Popolo, politica, democrazia. Sul Cleofonte di Luciano Canfora

di Federico Diamanti
Gli interessi di Luciano Canfora nei confronti del teatro antico, e nella fattispecie della commedia attica (aristofanea in particolare, con notevoli sguardi nei confronti anche della tradizione frammentaria), si intersecano con gli itinerari di studio condotti dall’autore nel campo della storia antica. Tracciare un bilancio di mezzo secolo di studi sarebbe un’impresa ponderosa e, forse, non del tutto utile per questo lavoro. Cleofonte deve morire, volume di cui si propone qui una recensione, mette a sistema – con l’attenzione al dato storico e testuale a cui Canfora ci ha abituati – il mondo di Atene, la commedia antica e la controversa storia dell’ultima fase della Guerra del Peloponneso. Indagandone gli intrecci, alcuni personaggi chiave, la produzione letteraria (o teatrale) coeva: in sintesi, la temperie politica e culturale di Atene. E dimostrando, infine, quanto mondo della politica e mondo del teatro, politica estera e politica interna siano, in quella fase, inscindibilmente legati.

La France Insoumise a congresso

di Guido Salza 
Le ultime elezioni presidenziali hanno consacrato la France Insoumise (FI) come prima forza di opposizione a sinistra: Jean-Luc Mélenchon (JLM) è arrivato quarto col 19.58% dei voti, dopo Macron, la Le Pen e Fillon. In città importanti come Marsiglia, Toulouse e Grenoble Mélenchon è primo vincitore. Il dato più interessante è che, come ci stiamo abituando a vedere, FI si contende il voto popolare e di classe nelle periferie delle città con il Front National. La classe lavoratrice, cioè, si polarizza.

Dal Brancaccio a Potere al Popolo

di Paolo Gerbaudo
Mentre la campagna elettorale per le Politiche del 2018 è già di fatto cominciata – e Silvio Berlusconi ha già calato un asso con la sua promessa di portare le pensioni minime a mille euro – le forze a sinistra del PD sono in grande convulsione. Negli ultimi due anni sono nate ben cinque nuove formazioni che si presenteranno alle elezioni: Sinistra Italiana, MDP-Articolo 1, Possibile, Campo Progressista e coalizioni come Potere al Popolo. Eccetto per quest’ultima, si tratta di formazioni nate da scissioni di formazioni e personale politico già esistenti. Di fronte a questa frammentazione e alla percezione che porterà all’ennesima batosta elettorale, si sono sprecati appelli per la “unità della sinistra”.

L’epica intossicata dei nuovi precari

di Benedetto Vecchi 
È un libro che non lascia indifferenti. Commuove, spinge all’indignazione, solleva quel sentimento chiamato furore. E una volta che la rabbia cala, facendo tornare a un livello congruo la pressione, fa riflettere. Del resto Gad Lerner sa usare bene le parole. Possiede una lunga esperienza di giornalista sul campo. Questo libro nasce mentre lavorava alla preparazione di una serie di trasmissioni sulla condizione operaia nell’Italia del rancore e della paura. L’autore si è imbattuto in una notizia – una donna si è data fuoco dentro un ufficio dell’Inps – che i media mainstream mettono in evidenza solo per il gesto radicale e disperato della donna.

mercoledì 6 dicembre 2017

D’Alema e Bersani? No, grazie

di Maurizio Acerbo 
Non saremo nella lista di D’Alema e Bersani. E’ all’ordine del giorno la decisione sulla presentazione di una lista della sinistra antiliberista con un programma di netta rottura con le politiche dei governi degli ultimi 25 anni. D’Alema e Bersani rappresentano una minestra riscaldata, la riproposizione della vecchia classe dirigente che ha votato la legge Fornero e mille altre schifezze e ora pretende di rappresentare la sinistra per poi ricontrattare l’alleanza col Pd dopo le elezioni.

Quello che fa paura agli ex pd: lavoro e pensioni

di Francesca Fornario
Per spiegare la trappola in cui si è infilata la sinistra con Grassomi tocca dire di Matteo Salvini: uno che se gli domandi cosa ne pensa del biotestamento risponde “Mi occupo dei vivi, non dei morti”. Qualcuno gli spieghi che la legge serve a far morire in pace i vivi, non a riportare in vita i morti: confonde il biotestamento con l’alleanza con Forza Italia. Uno che ha ereditato il più screditato dei partiti e i suoi rimborsi elettorali gonfiati e ha triplicato i consensi abbandonando la Padania per dare addosso ai migranti: “L’Immigrazione favorisce la Mafia!” – quindi la Lega andrà in coalizione con l’Immigrazione? – ma soprattutto alla Bce e “Alla Fornero”.

Contro la monocultura del cemento

di Paolo Berdini
La giornata mondiale contro il consumo di suolo promossa dalla Fao rende evidenti tre aspetti della realtà italiana. In primo luogo l’Ispra, l’agenzia pubblica per la protezione ambientale nel suo ruolo di analisi e denuncia di una situazione fuori controllo. Vedremo nel dettaglio.
Fermiamoci per ora a sul ruolo istituzionale svolto dall’istituto che ne fa un’eccezione nel panorama nazionale perché investe risorse umane ed economiche (poche) per analizzare e diffondere conoscenza. Instaura collaborazioni con le università, come quella de L’Aquila, che si occupano sistematicamente della questione.

Lavoro, non lavoro, gratuità

di Anna Curcio
Per affrontare il tema del lavoro gratuito e discutere la sua attualità vorrei innanzitutto provare a definire l’oggetto della riflessione, ovvero provare a rispondere alla domanda: di cosa parliamo quando diciamo rifiuto del lavoro? La domanda, tutt’altro che retorica, muove da due esigenze tra loro complementari: la prima, di carattere metodologico, ha a che fare con un’esigenza definitoria che accompagna o dovrebbe accompagnare ogni esercizio analitico; l’altra, su un piano evidentemente differente, risponde a una necessità di carattere politico che intende mettere a critica il vizio lavorista di questa società, compresa la (o meglio a partire dalla) sinistra.

Lettera di un disoccupato nell’Italia delle riforme

di Marco Nicastro 
«La brutta notizia è che da tempo non lavoro, la buona è che la notte riesco ancora a dormire».
Così mi scrive un amico in una lettera inviatami di recente per spiegarmi la condizione in cui vive da diversi mesi. Si tratta di una di quelle decine di migliaia di persone, non più giovanissime seppur ancora abbastanza giovani, che pur versando in uno stato di disoccupazione non hanno sufficienti coperture di tipo assistenziale, economico o formativo da parte dello Stato, come invece capita ad altre categorie di lavoratori o semplicemente a persone un po’ più giovani.

Le delocalizzazioni e il lavoro

di Matteo Gaddi e Nadia Garbellini 
Particolarmente impattante sul lavoro in Europa è il fenomeno delle delocalizzazioni (offshoring), cioè dell’esternalizzazione (outsourcing) di attività produttive, prevalentemente manifatturiere, in paesi esteri, tipicamente caratterizzati da basso costo del lavoro e standard sociali.
Il World Trade Report (2005) distingue vari tipi di outsourcing in base ai criteri del controllo proprietario (i fornitori sono parte dell’impresa o del gruppo?) e della localizzazione (i fornitori si trovano nello stesso paese o all’estero?).

Perché diciamo no all'Alternanza Scuola Lavoro

di Marina Boscaino e Renata Puleo
Francesco Sinopoli, Segretario Nazionale della FLC-CGIL, si è recentemente pronunciato contro le attuali forme della Alternanza Scuola Lavoro (ASL). All’opposto, Fabrizio Dacrema, Responsabile Istruzione e Formazione della Confederazione, lancia la sua proposta formativa per tutor ASL, con riferimento all’area CGIL (così par di capire). Avevamo già messo in evidenza la contraddizione tra le due posizioni, proprio da questo blogLe slide collocate online da Dacrema mediante una sorta di Zooming User Interface(impossibile ormai rinunciare ad ammantarsi di modernità digitale) ne testimoniano l’entusiasta adesione al mantra sulle competenze, che vengono viste come premessa e come esito di un’alternanza efficace.

Nuove prospettive per il reddito di base tra intelligenza artificiale e robotica

di Luca Santini
Ovunque si volga lo sguardo si colgono i segni di un’epoca triste: la crisi economica globale che si protrae da oltre un decennio e che non accenna a placarsi, le politiche di austerity che contribuiscono all’aumento della disoccupazione, della povertà, del rischio di esclusione sociale, il dramma delle migrazioni e l’incapacità conclamata di governare il fenomeno, il peso del climate change che sta avvenendo proprio ora davanti ai nostri occhi. In questo scenario così fosco l’emergere a livello planetario del dibattito sulla robotica e sul reddito di base è un elemento di freschezza, di apertura al possibile.

Oltre l'egemonia. Lotte, mobilità e confini in Europa

di Sandro Mezzadra
È difficile scrivere di Europa e migrazioni, oggi, sine ira ac studio, per evocare la celebre formula weberiana. Tanto in Paesi del Sud come la Grecia e l’Italia, quanto in Paesi “centrali” come la Germania e la Francia la migrazione è al centro di lotte e conflitti di straordinaria intensità, ed è al contempo terreno di sperimentazione ed esercizio di nuove forme di potere – che spesso si indirizzano ai e alle migranti assumendo come presupposto il fatto che appartengano al più a un’umanità di seconda categoria. Non sono soltanto le retoriche delle destre vecchie e nuove, diffuse capillarmente nel “sentire comune” in molte società europee, a orientarsi in modo sempre più esplicito in questo senso, offrendo legittimazione alle iniziative e alla violenza squadristica di gruppi neofascisti.

Una verità: lavoreremo fino a 71 anni

di Roberto Ciccarelli 
Nuovo attacco dell’Ocse al sistema pensionistico italiano. Secondo il rapporto «Pension at a glance 2017», reso noto ieri, questa spesa è pari al 16,3% del Pil (dato del 2013), inferiore solo alla Grecia (17,4%) e doppia rispetto alla media Ocse (8,2%). Dal 2000 sarebbe aumentata addirittura del 21%. Da sola, la spesa previdenziale assorbirebbe un terzo di quella pubblica: il 32% contro il 18% della media dei paesi Ocse. Questi dati sono fake news. È stato da tempo chiarito – ma non ancora abbastanza, evidentemente, per gli «esperti» dell’Ocse – che in Italia la spesa previdenziale contiene quella dell’assistenza.

Nei diari di Trentin il sindacato è nudo

di Umberto Romagnoli
La diaristica si allontana dal genere letterario della memorialistica e dell’autobiografia anzitutto perché tempo e memoria vi giocano un ruolo notevolmente diverso. Essenziale nella memorialistica e nell’autobiografia, marginale nella diaristica. Quest’ultima non ricostruisce il passato, con tutte le inevitabili alterazioni dovute alla distanza temporale e al bisogno di colmarla rovistando nell’archivio della memoria. Come dire: mentre memorialistica e autobiografia contengono la narrazione di una vita idealizzata e in certa misura re-inventata, la diaristica è la proiezione immediata dell’immagine di un essere umano immerso nell’oggi in cui vive. Il diario infatti ha la proprietà delle istantanee scattate col lampo d’un flash.

Le parole e le opere degli irresponsabili

di Marco Aime
«È meglio assumere un sottosegretario che una responsabilità» diceva Leo Longanesi, sintetizzando un caratteristico modo di agire, di pensare e di comunicare del nostro tempo. Un tratto culturale che rivela un progressivo aumento della de-responsabilizzazione. Responsabilità è un termine che fino a qualche decennio fa aveva un peso sociale e un valore morale rilevanti, tanto più se era riferito a un personaggio di rilievo pubblico. Dire di un individuo «è una persona responsabile», significava riconoscergli la capacità di sapere prendere decisioni e di assumersi il peso delle loro conseguenze. Infatti, deriva dal latino responsus, participio passato del verbo respondere.

L’Islam nero e le scorie colonialiste

di Laura Marzi
Il libro Islam africani (Meltemi, pp. 150, euro 14) dell’antropologo francese Jean-Loup Amselle, sarà al centro della giornata dedicata a Sufi, Africa, Europa (8 dicembre) alla Fiera Più libri più liberi. Le sue analisi osservano la storia di molti paesi dell’Africa sub-sahariana, nonché i processi della loro islamizzazione nei secoli scorsi e il loro riverbero sull’oggi, a seguito della radicalizzazione di alcuni Islam, le cui conseguenze hanno deflagrato al cuore della società occidentale.

L'Europa dello sfruttamento

Un nuovo rapporto della Clean Clothes Campaign, Europe’s Sweatshops, documenta i salari da fame endemici e le dure condizioni di lavoro nell’industria tessile e calzaturiera dell’Est e Sud-Est Europa. Ad esempio, molti lavoratori in Ucraina, nonostante gli straordinari, guadagnano appena 89 euro al mese in un Paese in cui il salario dignitoso dovrebbe essere almeno 5 volte tanto. Tra i clienti di queste fabbriche ci sono marchi globali come Benetton, Esprit, GEOX, Triumph e Vera Moda.

Il circuito del capitale

di Tony Norfield
Questo articolo si basa su un saggio scritto ormai più di trent’anni fa. Saggio che, con alcune modifiche stilistiche minori, una conclusione rivista e qualche aggiornamento alle note, ripropongo qui come contributo alla comprensione del Capitale di Marx. Le note a piè di pagina sono numerose, in molti casi fanno riferimento sia a pagine specifiche di un’edizione del Capitale che alla collocazione precisa di un passo all’interno di un capitolo. Questo al fine di agevolare il lettore nel rintracciare i riferimenti in altre edizioni e nelle risorse online (specialmente l’ottimo Marxist Internet Archive, [per la traduzione italiana, in riferimento al Capitale, si rimanda al sito CriticaMente, n.d.t.]).

Per una lista della sinistra antiliberista alternativa al Pd e alle destre

Il progetto politico che abbiamo perseguito in tutti questi anni e che continuiamo a perseguire, è la costruzione della sinistra antiliberista, autonoma e alternativa rispetto ai soggetti politici esistenti, fondata sulla democrazia e sulla partecipazione. Con questa ispirazione abbiamo partecipato al “percorso del Brancaccio”, accogliendo l’idea di una lista che unificasse la sinistra sociale e politica e le tante forme di civismo e partecipazione, su un programma di attuazione della Costituzione e di netta alternativa al PD, le cui politiche da anni sono “indistinguibili da quelle della destra”.

Il lavoro delle donne, il lavoro contro le donne

di Sandra Burchi
Il posizionamento dentro-fuori mercato del lavoro in cui molte donne si riconoscono, richiama l’elasticità e la duttilità con cui le donne hanno risposto alle rigidità dell’ordine economico, sperimentando una partecipazione sempre difforme al modello proposto. Inutile ricordare che la storia del lavoro femminile è poco lineare. Le storiche non esitano a parlare di una precarietà lunga secoli congiunta a una straordinaria abilità di adattamento, documentata dalle ricerche come capacità di “accaparrarsi” occasioni di lavoro all’interno di situazioni mutevoli negli spiragli che si sono aperti nelle diverse epoche per sviluppare un ruolo attivo e produttivo.

Dalla casa alla strada: gli homeless e le rendite (altrui)

di Elisabetta Magnani
Il problema dei senzatetto nel mondo sta assumendo dimensioni e caratteri particolarmente preoccupanti. Occuparsene significa affrontare una fondamentale questione di giustizia sociale. Ma non soltanto. Infatti, alla radice di quel problema vi sono dinamiche che chiamano in causa il funzionamento complessivo del capitalismo contemporaneo, ed in particolare il perverso rapporto che in esso si è stabilito tra rendite e lavoro.

Vietnam, il sindaco di Ho Chi Minh disse: ‘Potere al popolo’

di Fabio Marcelli
Mi trovavo lunedì 27 novembre ad Ho Chi Minh, Vietnam, per partecipare alla nona Conferenza internazionale sul Mar Cinese Meridionale e ad altre attività di ricerca. Il Mar Cinese Meridionale costituisce un’area di grande importanza dal punto di vista ambientale, strategico e commerciale ed è al tempo stesso oggetto di contesa tra i Paesi rivieraschi: Cina, Vietnam, Indonesia e Filippine, fra gli altri. Una soluzione pacifica e basata sul diritto internazionale di tali controversie è indubbiamente nell’interesse comune, come lo è lo sviluppo della cooperazione regionale per affrontare le urgenti questioni del degrado ambientale e dell’inquinamento, nonché della sicurezza per prevenire e reprimere pirateria, terrorismo e attività criminali di vario genere che vengono intraprese su larga scala.

Neofascismi e neonazismi stanno raggiungendo un alto livello di pericolosità sociale

di Carla Nespolo
Oggi in Italia, ma non solo, neofascismi e neonazismi stanno raggiungendo con il loro dinamismo quotidiano un alto livello di pericolosità sociale. Allo stesso tempo va anche detto che importanti segnali antifascisti stanno giungendo da partiti e istituzioni. Per fare degli esempi: cresce il numero di Comuni che adottano delibere per vietare agibilità politica e spazi pubblici alle organizzazioni neofasciste, razziste e omofobe; la manifestazione del 9 dicembre prossimo a Como, promossa da un partito, si sta configurando come una iniziativa unitaria.

Lussi borghesi

di Domenico Starnone
Insomma le masse, le masse. Perché non si agitano, perché tacciono? In giro si vede a malapena qualche minuscola avanguardia, e anche quelle, mah. Una volta Brecht ha buttato lì che a sinistra ci si dedica molto alla critica del pensiero borghese e poco agli agi di cui la borghesia gode a spese del proletariato. Insomma, il desiderio di un vestito ben tagliato solleciterebbe la rivoluzione meglio che un po’ di arzigogoli su Kant o chi per lui. Ma è vero?

Il mito dell’autonomia intellettuale

di Mimmo Cangiano
Una volta Lukács ha scritto che quando tutte le strade per esprimersi sembrano chiuse, quando il contesto nel quale si opera non offre (come la weberiana gabbia d’acciaio) nessuno spazio per la libera azione del soggetto, quando il sistema sociale che abbiamo davanti appare come un Moloch inattaccabile e immodificabile, allora il soggetto muove verso l’unico luogo che gli appare intatto, modificabile, non compromesso: la propria interiorità.

Proprietà o profitto?

di Pino Cosentino
Tutto il movimento intellettuale e sociale che nell'Ottocento europeo si sviluppa contestando il capitalismo e trovando una sua prima sistemazione nel Manifesto del Partito Comunista individua il nemico nella proprietà. E' rimasta proverbiale la frase d Proudhon “la proprietà è un furto” (“la propriété, c'est le vol”). Nel Manifesto Marx accoglie in pieno questa tesi. I proletari “non hanno da perdere che le loro catene”, ergo la proprietà è un solco profondo, che separa nettamente il campo della classe oppressa e sfruttata da quello degli oppressori. Da qui l'obiettivo strategico assegnato alla rivoluzione che libererà il proletariato, e con esso tutta l'umanità: l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione.

La Gente. Viaggio nell’Italia del risentimento

di Simone Bernardi della Rosa
«Come diceva quel tale, per ogni problema complesso c’è una soluzione semplice, ed è sbagliata». Così si esprimeva Umberto Eco con ironia citazionistica attraverso le parole di Casaubon, protagonista de Il pendolo di Foucault, che considerava il suo vero capolavoro narrativo. Parole che potrebbero fare perfettamente da sfondo al libro La Gente di Leonardo Bianchi, news editor di Vice Italia e collaboratore presso varie riviste quali Internazionale e Valigia Blu.

Gli Stati Uniti genocidi

di Andre Vltchek
Un tavolo era apparecchiato per due, era un tavolo per fare pubblicità, un tavolo una foto di un tacchino enorme, due piatti eleganti e una bandierina americana che spuntava fuori. “Festa del Ringraziamento al Café Royal di Angkor”, si leggeva su un volantino. E: “23 novembre, unitevi a noi per il tradizionale banchetto del Ringraziamento”. Questo era in uno degli alberghi internazionali a Siem Reap, una città cambogiana vicino ai tesori architettonici di Angkor Wat e all’antica capitale Khmer, Angkor Thom.

Puidgemont o Ada Colau? Il feticcio dell'indipendentismo e l'alternativa possibile

di Steven Forti e Giacomo Russo Spena
Lo scorso 5 ottobre Mauro Pili, deputato sardo di Unidos e appartenente al gruppo Misto, ha presentato alla Camera una proposta di legge costituzionale per avviare un percorso “democratico per far scegliere ai cittadini se continuare a essere discriminati dallo Stato italiano o meno”. La sua non è una voce isolata: a quanto si apprende da un recente sondaggio, in Sardegna aumenta la percentuale del fronte indipendentista. I cittadini sardi si sentirebbero abbandonanti dallo Stato centrale, la disperazione per la crisi economica, la sfiducia nei confronti delle istituzioni, la burocrazia invincibile e impermeabile completerebbero il desolante quadro. Ma le pulsioni indipendentiste sono in crescita. Ovunque. Dal Nord al Sud Europa. Da Ovest ad Est.

Sindacalismo, contropotere e autogestione

di Lluís Rodríguez Algans
Una delle questioni che giudico più interessanti, nel dibattito sul rinnovamento dei sindacati, si riferisce alla capacità delle organizzazioni sindacali di favorire il cambiamento socio-economico. Il sindacalismo, infatti, può e deve influire nelle scelte sulle politiche economiche, industriali e del lavoro e contemporaneamente può e deve promuovere processi di democratizzazione nelle imprese e nell’economia, come parte della lotta di classe, del conflitto tra lavoro e capitale (e le sue derivazioni) per il controllo dei mezzi di produzione e la redistribuzione dei profitti.

Ricchi per caso. La parabola dello sviluppo italiano

di Giacomo Gabbuti
Il volume curato da Di Martino e Vasta rappresenta probabilmente una svolta nella crescente pubblicistica storico-economica. Il lavoro, frutto di un collettivo di accademici (oltre agli autori, in ordine di apparizione, E. Felice, G. Cappelli, A. Nuvolari, A. Colli e A. Rinaldi), nasce da uno speciale di Enterprise & Society, intitolato Wealthy by accident? Il punto interrogativo era forse più in linea con l’interpretazione; ma più che in questa, la principale novità del volume sta nel modo in cui si concepisce il ruolo della disciplina nel più generale dibattito pubblico.

L’origine della diseguaglianza. Da Rousseau al Paleolitico

di Cristina Cecchi

«Liberté, égalité, fraternité ou la mort». O, per dirla con Jeremy Corbyn, «For the many, not for the few». Dacché la modernità è nata, una porzione della specie umana non ha smesso di anelare all’eguaglianza, mentre un’altra, cospicua porzione ha continuato a brigare per la sua sussistenza, possibilmente a proprio favore. Oggi il dibattito ferve più che mai, si moltiplicano gli studi e le pubblicazioni, economisti si arrovellano per proporre programmi più o meno realizzabili di riduzione del divario socioeconomico. Ma la domanda radicale rimane sempre la stessa: la diseguaglianza è naturale o costruita dalla società? E, se è costruita, ha davvero ragione di esistere? 

martedì 5 dicembre 2017

Liberi e uguali, la sinistra di Grasso e quella che non si rassegna

di Francesca Fornario
Ho seguito l’assemblea fondativa di quella che i giornali hanno definito per mesi la “lista unitaria”, anche se non sarà l’unica. Se non siete fan dei King Crimson faticherete a ricordare l’attuale formazione, poiché nei mesi sono stati sostituti diversi componenti: restano Sinistra italiana e Possibile, escono Rifondazione e i civici del Brancaccio riuniti da Tomaso Montanari e Anna Falcone, entrano Movimento democratico e progressista e Piero Grasso, resta in bilico Giuliano Pisapia, impegnato in un progetto solista, che sembrerebbe orientato a decidere con chi schierarsi dopo le elezioni, dato che prima non si sa chi vince.

Povertà, la beffa del potere

di Marco Revelli 
Grottesca e crudele. La vicenda del Reddito di inclusione (Rei) sta raggiungendo vette di insipienza inimmaginabili anche per chi è da tempo abituato a commentare le imprese di una classe di governo difficile da qualificare. Che la marea dei poveri fosse in Italia in tumultuosa crescita era cosa conosciuta da chi si occupa professionalmente del fenomeno, anche se mascherata nel racconto pubblico da una buona dose di ottimismo a buon mercato.