La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 13 gennaio 2017

No a politica e governo maggiordomi della finanza. Intervista a Gustavo Zagrebelsky

Intervista a Gustavo Zagrebelsky di Marco Travaglio
Professor Gustavo Zagrebelsky, è trascorso più di un mese dal referendum costituzionale e lei non ha ancora detto una parola dopo la vittoria del No. Perché?
"La campagna elettorale è stata lunga e faticosa. Ora è il tempo della riflessione e di qualche bilancio. Sarebbe insensato accantonare il 4 dicembre come se quel voto non avesse rivelato una realtà più dura di tutti gli slogan."
Che Italia ha incontrato, nei suoi incontri per il No?

La sfida del socialismo, oggi. Intervista a Leo Panitch

Intervista a Leo Panitch di Andràs Juhasz 
Ti dichiareresti pubblicamente un socialista?
"Decisamente."
Perché?
"E’ una domanda alla quale è difficile decidere come rispondere. In termini dell’irrazionalità, del caos e della disuguaglianza del capitalismo, che diviene sempre più irrazionale, più caotico e più disuguale ogni ora che passe, è difficile essere una persona umana e non essere socialista. Ma c’è anche un modo di rispondere a questa domanda collegato alla formazione personale. Provengo da una comunità della classe lavoratrice in Canada, i miei genitori erano socialisti e dunque, in un certo senso, sono socialista quasi per nascita."

La storia che verrà è ancora da scrivere

di Luciana Castellina
Per un giornale che come il nostro ( ormai unico in Italia e raro nel mondo) si ostina a definirsi«quotidiano comunista», un grande convegno internazionale proprio a Roma che rilancia l’attualità dell’aggettivo,è buona cosa. Si terrà, iniziando niente di meno che nei locali della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, e proseguendo anche in altre sedi (il Cinema Palazzo e EscAtelier), dal 18 al 22 gennaio. «Un’idea di comunismo» era stato il nome delle analoghe precedenti edizioni, pensate sopratutto da AlainBadiou e Slavoj Zizek: quella di Londra del 2009, poi di Berlino, di New York, di Seul. Questa di Roma è però speciale e infatti si chiama «Comunismo 17», perché sarà il primo evento di un centenario importante: quello della Rivoluzione d’ottobre.

Il fallimento del Jobs Act

di Guglielmo Forges Davanzati 
E’ ormai chiaro che, rispetto all’obiettivo dichiarato (accrescere l’occupazione), il Jobs Act si è rivelato fallimentare. Il provvedimento, che ha introdotto contratti a tutele crescenti (frequentemente ed erroneamente definiti a tempo indeterminato) è stato accompagnato da ingenti sgravi contributivi a favore delle imprese per la ‘stabilizzazione’ dei contratti di lavoro. Secondo la propaganda governativa, si sarebbe fatta marcia indietro rispetto alle misure di precarizzazione del lavoro messe in atto con intensità crescente negli ultimi decenni.

Diritto all’esistenza, reddito di cittadinanza e Costituzione

di Chiara Tripodina
“Esistenza libera e dignitosa”: diritto di alcuni o di tutti?
Lo ius existentiae – il diritto a vivere in modo libero e dignitoso – è diritto solo di alcuni o di tutti? È diritto solo di coloro che hanno un lavoro retribuito in misura “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, o è diritto anche di coloro che un lavoro non l’hanno o non retribuito in misura sufficiente? La questione si impone alla luce di un contesto economico e sociale, nel quale sempre meno si può dare per scontato che tutti abbiano o possano avere un lavoro, e in cui si deve fare i conti con i bruti dati di realtà, che raccontano di un paese – il nostro – nel quale la disoccupazione resta elevata; nel quale anche chi lavora lo fa sempre più in modo precario, intermittente, “flessibile”; nel quale molti sono coloro che, pur lavorando, restano sotto la soglia di povertà (i working poors, un tempo ossimoro, oggi diffusa realtà).

Torneremo a essere una Repubblica fondata sul lavoro?

di Alessandro Somma
Alla fine è successo quello che più o meno timidamente in molti avevano preannunciato. La Corte costituzionale ha bocciato il referendum sull’art. 18, proposto dalla Cgil per ripristinare le tutele previste prima del Jobs Act e della legge Fornero: quando il lavoratore ingiustamente licenziato doveva essere riassunto, e il datore di lavoro non poteva cavarsela pagando un indennizzo più o meno contenuto. Da più parti si è detto che si è trattato di una sentenza politica ma non è questo il punto. Valutare se una legge è compatibile con i principi costituzionali è un atto squisitamente politico, e tale sarebbe stato anche ove si fosse ammesso il referendum.

Produzione e riproduzione, rivoluzione e comunismo. Intervista a Toni Negri

Intervista a Toni Negri di Francesco Raparelli 
Abbiamo ripreso il filo della riflessione sulla crisi del neoliberalismo, a partire dal problema del comunismo e dall'unica posizione possibile: quella dei movimenti reali. Insistendo sui nuovi soggetti produttivi e le loro potenzialità rivoluzionarie. Verso la Conferenza di Roma sul Comunismo (18-22 gennaio). Ne Il lavoro di Dioniso (con Michael Hardt) il modo di produrre contemporaneo viene descritto insistendo sulla centralità dei «prerequisiti di comunismo»; essendo il linguaggio, gli affetti, la mobilità divenuti pilastro della valorizzazione capitalistica. Invece di cancellare questa diagnosi, la crisi esplosa nel 2008 sembra confermarla. Concordi?

La buona scuola taglia lo studio e fabbrica disoccupazione

di Piero Bevilacqua 
Nel quasi totale silenzio-assenso dell’intellettualità nazionale e della grande stampa – salvo qualche eccezione – i nostri istituti superiori vengono progressivamente spinti a trasformarsi in scuole per l’avviamento al lavoro. L’applicazione della cosiddetta “alternanza scuola lavoro”, prevista dal decreto legislativo del 15 aprile 2005, sta trovando, con la legge sulla Buona scuola, esiti sempre più chiari. Intanto quest’ultima stabilisce l’obbligo di dedicare ben 400 ore ad attività lavorative nel corso del triennio delle scuole professionali e tecniche, e 200 nel triennio dei licei. Che verranno sottratte allo studio per esperienze pratiche nelle fabbriche, imprese agricole, musei, ospedali, archivi, ecc

Carta dei diritti, il convitato di pietra del referendum

di Roberto Romano 
Forse è possibile scrivere un nuovo pezzo di Storia con i referendum sul lavoro, nonostante la Consulta abbia ridotto l’effetto dei referendum sul lavoro. Infatti, i diritti e le tutele sono legate alla Storia, più precisamente alle rivendicazioni e alle lotte dei soggetti sociali. Rimane la proposta di legge della Carta dei diritti che non è meno importante del referendum sull’Art. 18. Sebbene le libertà civili siano iscritte nelle costituzioni, è il caso di ricordare che queste libertà sono figlie della maturità del movimento dei lavoratori salariati. Se consideriamo l’evoluzione dello Stato liberale, possiamo ben comprendere questo processo. Ricordo l’importante contributo offerto dall’economia pubblica e dall’economia del benessere.

La spina nel fianco del potere. Intervista a Sandro Mezzadra

Intervista a Sandro Mezzadra di Francesco Raparelli
La ricerca di Sandro Mezzadra, da qualche anno compiuta in relazione con Brett Neilson, qualifica una discontinuità nel campo operaista: mobilità della forza lavoro e dimensione globale della governance sono il terreno decisivo su cui si misurano categorie analitiche e proposta politica. È di politica comunista discutiamo con lui, in vista della conferenza C17. Nel volume frutto della tua collaborazione con Brett Neilson, Border as a Method, viene presentata una nuova e originale «costellazione» del capitale globale, che arricchisce la ricerca sulla discontinuità neoliberale. La nozione di «moltiplicazione del lavoro», in particolare, afferra in modo perspicuo la «grande trasformazione» nella quale siamo immersi.

L’altra faccia delle industrie fossili

di Giuseppe Onufrio
L’accusa dell’Epa (Agenzia di Protezione Ambientale) statunitense nei confronti della Fiat-Chrysler di aver usato un software per truccare le emissioni di due modelli diesel, come già contestato a suo tempo alla tedesca Volkswagen, estende le ombre anche alla casa italo-americana. La Fca ha dichiarato di contestare i risultati delle analisi, e di voler collaborare con la nuova amministrazione Usa. Semmai fosse confermata l’analisi dell’Epa, avremmo un ulteriore caso in cui una azienda automobilistica manipola il funzionamento delle sue vetture con il solo l’obiettivo di passare i test e, dunque, truffare il pubblico sull’effettivo inquinamento che produce.

La Germania nella crisi dell’Europa

di Vincenzo Comito
L’anno da poco finito lascia, per unanime considerazione, diverse pesanti eredità a quello nuovo. Tra di esse, vogliamo ricordare i problemi economici, sociali, politici, del nostro continente, che, tra l’altro, sembrano per alcuni aspetti aggravarsi con il tempo. Va in particolare sottolineato che chi, nel corso degli ultimi anni, ha almeno un po’ sperato che la Germania, i suoi politici, la sua opinione pubblica, alla fine arrivassero non solo a capire sino in fondo il quadro della situazione, ma anche a cercare di contribuire ad alleviare i rilevanti punti di crisi che la loro rigida politica di austerità ha portato all’Europa, ormai dovrebbe essersi ampiamente ricreduto; questo, a meno di rifiutarsi ancora, cosa che di frequente capita e a molte persone, di guardare in faccia la realtà e di arrendersi all’evidenza dei fatti, che, come è noto, sono testardi.

Articolo 18 e referendum. Uno scandalo ma nessuna sorpresa

di Giorgio Cremaschi 
La sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il referendum sull'articolo 18 era attesa ed era stata ampiamente preparata dalle "indiscrezioni" trapelate dalla stessa Corte sui suoi orientamenti. Il quesito referendario sarebbe stato bocciato perché "manipolativo", cioè perché sarebbe andato oltre la pura abrogazione del Jobsact, estendendo la tutela contro i licenziamenti ingiusti nelle aziende industriali e di servizio fino a i 5 dipendenti. Embè? In Italia si sono già effettuati due referendum sull'articolo 18. Il primo promosso nel 2000 dai radicali per abolirlo, il secondo dalle sinistre sindacali e politiche, nel 2003, per estenderlo a tutti.

Dopo il referendum, il masterchef della politica

di Giuseppe Amari 
Se una cosa è certa a questo mondo, più che la morte che prima o poi qualche progresso medico finirà per impedire, evitandoci il rischio dell’inferno, è la durata dell’attuale legislatura in Italia. Con buona pace del nostro geniale matematico Bruno de Finetti, secondo il quale siamo sempre nel campo probabilistico senza toccare gli estremi dell’impossibilità o della certezza assoluta. Il raggiungimento dei fatidici 4 anni 6 mesi e un giorno necessari per il maturare dell’indennità dei nostri parlamentari è dunque un limite assoluto, rientreremo poi nel campo delle probabilità.

Il reddito garantito tra i diritti dell’Europa 2.0

di Luca Santini e Sandro Gobetti
Introduzione
L’Europa agli albori del terzo millennio rischia di diventare il continente del nostro scontento: crisi economica, politiche di austerity, aumento della disoccupazione, della povertà, del rischio di esclusione sociale, avanzata delle destre nazionalistiche, xenofobe e anti-europeiste, crisi delle politiche dell’accoglienza, chiusura delle frontiere, crisi del processo di integrazione, cura dei soli interessi particolari di ogni stato, primato della finanza sulla politica, crisi del modello sociale e tagli al welfare… un quadro ben distante da quello impresso tanto dai padri fondatori quanto dai più convinti promotori del continente dei diritti e del benessere sociale.

Sarà un referendum sulla precarietà e sullo sfruttamento

Intervista a Giuseppe Civati di Tiziana Barillà
All'indomani della vittoria del No, il 4 dicembre, in molti invocavano il referendum di primavera della Cgil per esprimere un voto politico direttamente sulle politiche del governo, quelle del lavoro in particolare. Ma la Consulta ne ha ammessi solo due su tre. L’ok è arrivato al quesito sui voucher e a quello sulla responsabilità di committenti, appaltatori e sub-appaltatori nei confronti dei lavoratori impiegati negli appalti. Lo stop dei giudici, invece, è per il terzo quesito, quello sull’articolo 18. Cosa cambia? Lo abbiamo chiesto a Pippo Civati, leader di Possibile.

I sussurri della Corte costituzionale

di Massimo Villone
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile, pare con minimo margine e un assente, il quesito Cgil sull’art. 18, dando agli altri luce verde. Da tempo lo dicevano i rumors, con nomi e cognomi di favorevoli e contrari. Un esito possibile – lo abbiamo anticipato su queste pagine – sulla base dei precedenti. Anche se non mancavano argomenti in senso contrario (v. Azzariti). Un esito che esprime un paese in cui il popolo è sovrano sì, ma senza esagerare. Molti leggeranno nella pronuncia un intento normalizzatore e filogovernativo. Con l’inammissibilità si riduce drasticamente il potenziale impatto della tornata referendaria.

Retroguardia, avanguardia e truffe

di Alessandro Gilioli 
Il giubilo diffuso nei commenti dei principali quotidiani per la bocciatura del referendum sull'articolo 18 avviene all'interno di una narrazione della storia vecchio una trentina d'anni: "retroguardia" contro "avanguardia", vecchio contro nuovo. È questo il filo rosso che segna gli editoriali di oggi così come diverse interviste: il nuovo, la modernità, la contemporaneità consisterebbero nella flessibilità, cioè in sostanza nel diritto dell'imprenditore ad assumere e licenziare a piacimento, mentre il vecchio consisterebbe nel diritto delle fasce sociali medie e basse ad avere un minimo di continuità del lavoro, quindi del reddito.

Il potere secondo Simone Weil

di Matteo Moca
La casa editrice Chiarelettere, nella sua collana Biblioteca Chiarelettere, dopo la riproposizione di libri importanti quali La scuola della disobbedienza di Don Lorenzo Milani o La vita è bella di Leon Trotsky, ripubblica alcuni testi di Simone Weil sotto l’emblematico titolo Il libro del potere. La raccolta, curata e introdotta da Mauro Bonazzi, accoglie al suo interno tre testi che segnano con forza l’itinerario del pensiero della filosofa francese: Iliade o il poema della forza, Non ricominciamo la guerra di Troia e L’ispirazione occitana. Questi tre testi, accomunati dalla ripresa di temi e vicende dell’antichità, da Omero alla Grecia classica fino all’età del Cristianesimo eretico, vivono tutti della stessa forza, quella di un radicalismo che è condizione necessaria e fondamentale per dare un senso alla propria esistenza.

La sinistra è in crisi e l'Europa svolta a destra, a partire dalla Francia

di Bernard Guetta 
Lasciate perdere la tradizione: dite quello che vi pare alla sinistra francese ma soprattutto, innanzitutto, non auguratele buon anno. Se lo faceste, in tale augurio essa leggerebbe soltanto beffarda ironia e crudeltà, nel migliore dei casi qualcosa di derisorio perché di fatto ha già messo una croce sul 2017, l’annus horribilis nel quale i suoi scompigli e le sue divisioni interne le riservano una primavera di sconfitte, alle presidenziali e alle legislative. A ben guardare, potreste anche individuare tre socialisti che ci credono ancora e potrebbero spiegarvi che, in fondo, non è detto che vada proprio così, tenuto conto che gli elettori occidentali ormai provano un piacere sottile a contraddire i sondaggi, vedi Trump.

Crisi del welfare state e welfare del comune: il progetto di ricerca PIE News

di Cristina Morini
Una delle sfide più complesse ma anche più interessanti che la contemporaneità sembra averci affidato ha a che vedere con la visione e l’analisi di nuove forme di distribuzione e di sostegno della società umana, lungo un raggio di pensiero e di azione che deve allargarsi e spingersi a immaginare anche nuovi equilibri con l’ambiente e la natura. Gli apparati emersi in epoca fordista sono in grande difficoltà a seguito del declino progressivo delle condizioni economiche, sociali e politiche che li hanno prodotti. Si tratta dunque di raccogliere e di provare a rispondere alle domande generate dai vuoti di sistemi sociali e previdenziali associati a un modello che arranca.

Bertolt Brecht, l’intellettuale nell’epoca del mercato

di Francesco Fiorentino
«Abbiamo appena salvato la cultura», scrive Brecht a George Grosz dopo aver preso parte al Congrès international des écrivains pour la défense de la culture, che si tenne a Parigi nel giugno del 1935. «Ci abbiamo messo 4 (quattro) giorni, e abbiamo deciso di sacrificare tutto piuttosto che far morire la cultura. In caso di necessità di sacrificare anche 10-20 milioni di persone». È l’ideologia della cultura che chiude gli occhi davanti ai crimini, che è essa stessa criminale perché collusiva con le condizioni economiche e sociali che rendevano possibile il nazismo. Portatore e beneficiario – ma anche vittima – di questa ideologia è il tui, come Brecht chiama ironicamente «l’intellettuale dell’epoca delle merci e dei mercati, il noleggiatore dell’intelletto».

Esportare lavoratori qualificati: una lunga storia italiana? Le scuole professionali tra fine ‘800 e inizio ‘900

di Chiara Martinelli 
Il rapporto annuale della Fondazione Migrantes sugli italiani iscritti all’AIRE ha riproposto nel dibattito italiano l’ormai annosa questione dei “cervelli in fuga”, ovvero dell’emigrazione dei lavoratori ad alto capitale umano, che pure in Italia (come è stato già discusso da Gabriele Cappelli su questo focus) sono molto meno presenti che negli altri paesi industrializzati. La ricerca è inevitabilmente destinata a sottovalutare il fenomeno perché solo una parte minoritaria (e non quantificabile in termini percentuali) degli espatriati si iscrive all’AIRE; tuttavia ha il merito di fotografare una realtà in continua ascesa, costituita soprattutto da giovani tra i 25-44 anni che, complice la libera circolazione nell’UE, preferiscono i paesi dell’Unione all’espatrio transoceanico.

La minaccia ai diritti e alle libertà nell'Unione Europea

di João Pimenta Lopes
Al processo di integrazione capitalista non sono estranei i ripetuti e consistenti attacchi ai diritti, le libertà e le garanzie dei cittadini, con una dinamica dettata da politiche securitarie e militariste. Nell'anno che si è chiuso sono state numerose le iniziative che hanno proseguito e consolidato tali politiche, utilizzando come scusa principale la cosiddetta “crisi” migratoria, la scalata del terrorismo e la pretesa lotta che l'UE condurrebbe contro questo “fenomeno”, e anche i “rischi” e le “minacce” provenienti dalla Federazione Russa.

Sicurezza è di sinistra se mette al sicuro loro

di Ilaria Bonaccorsi
"L'integrazione è fallita, quindi rimandiamoli a casa loro”. La leggerezza con cui queste parole vengono pronunciate di continuo negli studi televisivi (ma non solo) mi colpisce sempre. Mi colpirebbe anche se stessimo parlando di mele o pere, di innesti scientifici di specie rare o di geni da fare incontrare ai fini di qualche ricerca. Invece parliamo di vite umane. Che noia, mi si dice ogni volta. Eppure è così. Mi hanno chiesto: “Non vede una svolta nell’operato del nuovo ministro degli Interni Minniti?”. No, non vedo una svolta, lo ripeto. Vedo semmai un peggioramento orribile su quella lunga traiettoria che parte dalle quote obbligatorie, passa per i muri, la relocation, Frontex, fino ai deliri sulle invasioni e il terrorismo.

The blacklist

di Antonio Pio Lancellotti
Non stiamo parlando della nota serie TV, anche se la trama di questa storia assomiglia a quella di una fiction a sfondo affaristico. O forse ad un vecchio polar di serie B. Costruttori, albergatori, imprenditori di vecchia e nuova scuola, società di consulenza finanziaria e commerciale, partecipate pubbliche. La lista dei grandi debitori della Monte dei Paschi di Siena, la cui pubblicazione è stata fortemente caldeggiata dal presidente dell'Abi Antonio Patuelli, è lunga e variegata. C’è la Sorgenia di De Benedetti, che nel marzo del 2015 è stata acquisita dalle banche creditrici con le quali aveva accumulato un debito di 1,8 miliardi di euro, un terzo dei quali con la Mps, che attualmente detiene il 17% della società.

Le primarie socialiste in Francia si giocano sul programma sociale

di Lorenzo Carchini 
Tra “privazione relativa”, svolte securitarie e riforme del lavoro, ecco che vanno in scena le primarie francesi di un Partito Socialista mai stato tanto in difficoltà ed indietro nei sondaggi rispetto al centrodestra e al Fronte Nazionale. Saranno nove i candidati che si sfideranno il 22 e 29 gennaio prossimo in vista delle presidenziali dell’aprile 2017. Tutti con alle spalle una storia politica complessa e diversa, da Hamon a Valls, passando per Montebourg, Peillon, il giovane Fabien Verdier, Filoche, Jean-Luc Bennahmias, de Rugy, la radicale Sylvia Pinel. Una primaria Gauche che vede osservatori esterni non partecipanti Melenchion, più a sinistra, e l’atteso Emmanuel Macron, indipendente.

Una sentenza strumentale da smentire subito con la lotta

di Franco Astengo
Per esprimere appieno una valutazione sul pronunciamento della Consulta su art. 18, voucher ed appalti sarà necessario leggere il dispositivo della sentenza che del resto era annunciata in questi termini e conoscere anche l’esito dell’espressione di voto da parte dei giudici. Una espressione di voto che era annunciata di stretta misura nel prevalere di un’opinione davanti all’altra. In prima istanza si può però affermare che risulterebbe quanto mai capzioso il consenso sull’ipotesi avanzata, in questa occasione, da Giuliano Amato sulla “propositività del quesito”, considerato che in passato su analoga domanda la questione non era stata sollevata e un referendum sull’articolo 18 si era già svolto senza poi, al momento del voto, raggiungere il 50% dei votanti.

Migranti, oltre lo spioncino della nostra fortezza

di Sergio Bassoli 
Il gran parlare di questi giorni sui migranti purtroppo non è accompagnato da un’analisi e da un’informazione orientata ad assumere comportamenti e decisioni tanto difficili quanto indispensabili per uscire dalla logica della fortezza europea, mettendo in discussione le nostre politiche nazionali e internazionali. Si continua a distinguere tra migrante economico e rifugiato, lasciando intendere l’esistenza di una scala di diritti umani, ragion per cui chi fugge dalla fame, dalla povertà, dalla schiavitù, dalla desertificazione, ha meno diritti di chi fugge dalle bombe, e deve tornarsene indietro, deve rimpatriare per dovuto castigo di sofferenza perpetua.

Dopo il referendum

di Giuliano Cappellini
La reazione amara ed ingenua della base renziana del PD all’esito del referendum del 4 dicembre si rivolge sì agli esponenti ed ai militanti del partito che hanno votato NO ma riflette, anche, il rassegnato qualunquismo di chi legge tra le causa della sconfitta il persistere di una profonda cultura conservatrice nel popolo italiano. Il ristretto gruppo dirigente del PD, cavalca questo sentimento e lo rielabora politicamente. Per Renzi ed i suoi fidi, infatti, il Paese è afflitto da un eccesso di democrazia che favorisce l’anacronistico attaccamento del popolo alle sue istituzioni garantiste.

L’Irlanda davanti alla legge

di Giorgio Mascitelli
Uno degli avvenimenti culturalmente più interessanti del 2016 è l'ordinanza della Commissione Europea che impone all'Irlanda di esigere dalla Apple 13 miliardi di tasse arretrate, in quanto il regime fiscale applicato si configurerebbe come un trattamento ad hoc. Questo provvedimento, contro il quale Dublino ha fatto ricorso contestando alcuni aspetti tecnici e ritenendolo un'intromissione indebita negli affari interni, anzi un tentativo di riscrittura del proprio diritto fiscale, assume curiosamente la forma di un dispositivo di condanna per il paese, anche se i suoi effetti sono benefici e il condannato giuridicamente è la compagnia statunitense.

Italicum delendum est! La Corte costituzionale alla prova del 24 gennaio

di Antonio Caputo
In una appassionata conferenza sui confini tra politica e scienza giuridica, Piero Calamandrei raccomandava la fede in un diritto adeguato ai bisogni espressi dalla realtà sociale e davvero uguale per tutti. E notava che "in realtà questa polemica contro i giuristi, accusati di essere troppo ligi alla lettera delle leggi costituite e di non sentire il vento che irrompe dalle finestre a squassare le loro bilancine, è soprattutto una polemica contro le leggi, ossia contro quella formulazione generale e astratta che tipicamente distingue le leggi dalle altre manifestazioni di volontà dello Stato" (Fede nel diritto, Firenze 21 gennaio 1940).

La scuola che boccia il merito e gli strani ragionamenti di Gian Antonio Stella sugli insegnanti

di Mariangela Galatea Vaglio 
Sul web, si sa, i tempi sono veloci e bisognerebbe rispondere subito subito alle dichiarazioni altrui. Per cui, quando il 5 gennaio è uscito questo pezzo di Gian Antonio Stella sul bonus merito degli insegnanti, avrei voluto rispondere immediatamente. Ma poi sono tornata a scuola, e risucchiata da mille cose, non ho avuto tempo. Rispondo quindi un po' in ritardo, anche perché forse è meglio sedimentare per qualche giorno, così le obiezioni mosse sono più a mente fredda e la contestazione sarà più puntuale e motivata.

La resistenza degli intellettuali turchi anti regime

di Simona Maggiorelli 
Mentre in Turchia il Parlamento sta mettendo mano alla revisione costituzionale in senso presidenzialista ( permettendo a Recep Tayyip Erdoğan di governare fino al 2029), la libertà di stampa e di espressione in Turchia è sempre più a richio. Sono sempre di più i giornalisti accusati di reati di opinione e spediti in carcere. Le organizzazioni per i diritti umani e per la libertà di stampa ne contano più di 120. Intanto sono stati chiesti 10 anni di carcere per i giornalisti Erdem Gül e Can Dündar (oggi costretto in esilio a Ginevra) per articoli sul traffico di armi tra Turchia e Siria.

Le élite temono il brutto clima e il populismo

di Angelo Mastrandrea 
Il Global Risk Report è un indicativo termometro, più che dello stato del pianeta, delle paure dei suoi governanti. Per questo è utile guardare come siano cambiate le paure anno dopo anno nelle sue dodici edizioni, fino all’ultima presentata in vista del World economic forum di Davos, il vertice di capi di stato, banchieri e finanzieri globali che si svolgerà nella cittadina svizzera dal 21 al 24 gennaio. Se nel 2011 si temeva la corruzione, nel 2010 le malattie croniche e la crisi della governance globale, e tra il 2007 e il 2009 prima la crescita e poi il rallentamento dell’economia cinese, ora i problemi percepiti sono ben altri e toccano direttamente i potenti della Terra, che si sentono messi in discussione in maniera ancora più forte che all’epoca del movimento no global.

Un sistema fragile che neanche la Consulta può salvare

di Dante Barontini 
Non ci sarà referendum per ripristinare l'articolo 18. E probabilmente neppure sui voucher e gli appalti. La sentenza della Corte Costituzionale non ha in realtà sorpreso nessuno, forse neppure gli estensori dei tre quesiti proposti dalla Cgil. Com'è ormai noto, il quesito sull'art. 18 non si limitava a proporre la cancellazione di quella parte del Jobs Act che ha liberalizzato i licenziamenti disciplinari illegittimi, ossia pretestuosi e ricattatori, nelle imprese con più di quindici lavoratori, ma di fatto trasferiva alle imprese industriali e dei servizi la normativa prima applicata alle imprese agricole; in cui l'art. 18 copriva i dipendenti delle aziende con più di cinque dipendenti.

L’Italia si dota della Legge per la guerra

di Sergio Cararo
Piuttosto in sordina, il 31 dicembre scorso è entrata in vigore la Legge quadro sulle missioni militari all'estero. La legge era già stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale fin dal 1̊ agosto; ma ne era stata rimandata l'attuazione a fine anno, tranne che per la disposizione all'integrazione del Copasir, cioè dell'organismo di controllo sulle attività dei servizi segreti (venuto fuori come problema in occasione delle “missioni coperte” in Libia), anche se valido solo per la legislatura in corso.

Ylenia che non rispetta il copione

di Bia Sarasini
Sono due ragazze le vittime di violenza balzate in questi giorni al centro delle cronache. Una, Gessica Notaro, è stata sfregiata con l’acido dal suo ex, Edson Jorge Tavares, all’altra, Ylenia Bonavera, l’aggressore – secondo gli inquirenti il suo ex-fidanzato Alessio Mantineo – ha dato fuoco. Entrambe sono salve. Gessica vive a Rimini, ha 28 anni, è stata miss Romagna, lavora nel delfinario della città. L’acido in verità non viene usato per togliere la vita, si punta a togliere il bene prezioso della bellezza. Gessica potrebbe perdere la vista e difficilmente riavrà il suo bel sorriso e dovrà affrontare un calvario di operazioni, come Lucia Annibali.

Cosa dice il rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro sull’Europa

di Alexander Damiano Ricci
Il 12 gennaio, l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) ha pubblicato il suo rapporto annuale “World Employment and Social Outlook”, un documento di previsione e di analisi delle tendenze legate all’occupazione e all’attività economica. Cosa racconta? Poco di buono. Secondo gli esperti dell’Ilo, nell’Europa del sud, nord e occidentale, nel 2017, il tasso di crescita dell’attività economia è destinata a contrarsi ulteriormente rispetto al 2015 e il 2016 con «stabilizzandosi a un 1,5 per cento aggregato». Quali sono le ragioni del relativo declino? L’Ilo cita l’aumento previsto dei prezzi dell’energia, una domanda in calo da parte di partner commerciali (soprattutto mercati emergenti) e la Brexit.

La Corte e l’articolo 18

di Domenico Gallo
Se la politica non funziona, se le domande di diritti non vengono ascoltate dagli organi della democrazia rappresentativa, inevitabilmente si carica un peso da novanta sugli organi giurisdizionali di garanzia che non sempre sono in grado di reggerlo. In particolare una responsabilità particolarmente delicata è calata sulla Corte costituzionale che negli ultimi anni è dovuta intervenire più volte, in contrapposizione all’establishment politico, per tutelare l’ordinamento dagli effetti nefasti delle leggi ad personam e i diritti dei cittadini compressi dall’uso disinvolto dei poteri governativi.

Diciotto anni senza Fabrizio De André

Intervista a Doriano Fasoli di Adriano Ercolani 
Diciotto anni fa Fabrizio De André ha attraversato “l’ultimo vecchio ponte”. Ormai, siamo orfani maggiorenni della sua presenza schiva eppure prepotente, “ostinata e contraria”, irriverente eppure a suo modo spirituale. Per ricordare il grande cantautore ho parlato con chi lo conosceva bene, Doriano Fasoli (un intellettuale in grado di scrivere un libro con Elémire Zolla e tenere testa a Carmelo Bene oltre che allo stesso Faber), del quale Alpes ha ristampato recentemente Fabrizio De André. Passaggi di Tempo, uno studio rigoroso a cui collaborò lo stesso artista genovese.

La Russia e la Sinistra

di Stephen R. Shalom
Che cosa spiega l’entusiasmo in certi ambienti della sinistra per Vladimir Putin e per la Russia? Perché alcuni hanno esultato per i bombardamenti russi in Siria, rifiutando a priori le prove avute da Medici per i Diritti Umani, di Amnesty International e dell’Osservatorio dei diritti umani che questi stanno vergognosamente prendendo di mira gli ospedali? Perché alcuni cercano di giustificare l’acquisizione della Crimea a opera della Russia o il suo sfacciato intervento in Ucraina? Mosca, naturalmente ha una lunga e ignobile storia nella Sinistra. Non c’è alcuna scusa per questo tradimento dei valori della sinistra, ma almeno possiamo comprendere alcuni dei motivi per cui le persone hanno avuto queste opinioni erronee.

Trump e i tanti coccodrilli nella «palude» di Washington

di Fabrizio Tonello
Il 7 novembre 1972 Richard Nixon veniva facilmente rieletto, raccogliendo oltre il 60% dei voti popolari. Nel collegio elettorale ottenne 520 voti, battendo tutti i record. Appena ventuno mesi dopo, il 9 agosto 1974, si dimetteva, travolto dal caso Watergate, iniziato mesi prima per lo spionaggio a danno del partito democratico. Nel momento del trionfo, la sua presidenza era già morta. Succederà lo stesso anche a Donald Trump? Il dubbio nasce dal fatto che, come 45 anni fa, troviamo sulla scena un presidente repubblicano che ha un grande consenso popolare ma infastidisce molti attori politici a Washington.

Una storia economica delle migrazioni italiane

di Lorenzo Cattani 
Nei dibattiti accademici e politici viene spesso ricordato che, nel corso degli ultimi duecento anni, l’umanità è stata testimone di due ondate di globalizzazione, una è quella che stiamo vivendo ora, mentre la prima è quella che ha avuto luogo tra il 1870 e il 1914, verificatasi in concomitanza col ciclo egemonico del Regno Unito, comunemente definito Pax Britannica. Nel corso degli anni, capire se queste due globalizzazioni fossero uguali o meno è diventato un vero e proprio argomento di discussione, che tiene tuttora banco. Senza entrare nel dettaglio del dibattito, è sicuramente vero che queste due fasi storiche condividono diverse caratteristiche, fra cui la presenza di importanti flussi di migrazioni.

Orrori privati rinchiusi nella zona d’ombra della Storia

di Lia Tagliacozzo 
Non si addice a un libro di storia tenere i lettori con il fiato sospeso, a maggior ragione se il libro riguarda gli anni tra il 1943 e il 1945. Come è andata a finire è noto: gli Alleati e i Partigiani hanno vinto e per l’Italia è iniziata una nuova vita, libera dall’oppressione della dittatura fascista, restituita – seppur brevemente – ad una, codarda, monarchia parlamentare. Eppure il libro di Carlo Greppi Uomini in grigio (Feltrinelli, pp. 377, euro 20) lascia spesso il lettore incerto, in ansiosa partecipazione di piccoli destini individuali.

La povertà delle Università

di Andrea Torti, Alessandro Arienzo e Giuseppe Montalbano
Il 29 dicembre 2016 il Miur, con la pubblicazione della quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario degli atenei, ha completato la distribuzione delle risorse al sistema universitario, non senza novità. Da un lato il ministero ha sicuramente proseguito la propria politica, lasciando sostanzialmente invariati i fondi dopo gli 800 milioni di tagli dal 2008, incrementando il peso della quota premiale, che per il 2016 passa dal 20% al 22%, ed aumentando dal -2 al -2,25% le perdite massime che possono subire gli atenei.

Contraddizioni equadoriane

di Francesco Martone
Debajo de la linea ecuatorial el pecado no existe. “Sotto la linea equatoriale il peccato non esiste”. Così dice un vecchio adagio ecuadoriano, quasi a ricordare un innato spirito di insubordinazione, trasgressione, rivolta. La storia di Quito, capitale coloniale adagiata lungo una catena vulcanica nella quale svettano il Guagua Pichincha ed il gemello Rucu Pichincha, lo sta a dimostrare. Una storia ribelle, una sequela di presidenti cacciati a furor di popolo. Una città sorta attorno ad monastero francescano di San Francisco de Quito dal quale a raggiera di snodano altre chiese, la Santo Domingo, la Chiesa della Compagnia, lungo la strada delle “Sette croci” che arriva fino alla piazza del palazzo di Carondelet, sede della presidenza della Repubblica.

Gli ebrei liberali devono dare voce alla loro opposizione contro l'occupazione della Palestina

di Johanna Heuveling
Daniel Bar Tal è uno psicologo sociale e fino al suo pensionamento è stato professore di sviluppo infantile ed educazione all’Università di Tel Aviv. Ha ricevuto numerosi premi per la sua ricerca e la sua lotta in relazione al conflitto israelo-palestinese. Lo scorso novembre ha viaggiato in Europa per il suo progetto Save Israel Stop the Occupation (SISO, salvate Israele fermate l’occupazione, ndt) con l’obiettivo di guadagnare sostenitori tra le comunità ebraiche per chiedere la fine dell’occupazione della Palestina: “Il proseguimento dell’occupazione è una grave violazione delle normative umanitarie, della moralità e dei valori democratici”, ha affermato.

Dire i molti. Il comune che vorremmo

di Ilaria Bussoni
C17 – La conferenza di Roma sul comunismo e Sensibile comune – le opere vivesegnano l’ingresso nel centenario della rivoluzione sovietica. Siamo nella seconda decade del gennaio 2017, dal 14 al 22 gennaio. Un seminario internazionale e una mostra, non per commemorare il passato ma per riprendere a immaginare il nostro futuro: comune. Anche senza ismo. Con un passo indietro. Si riparte da Giuseppe Pellizza da Volpedo. Non dal Quarto Stato, l’immagine che ha dato forma all’emancipazione del lavoro lungo il ’900, ma da un suo Prato fiorito custodito dalla collezione della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, paesaggio di luce e di grazia che proietta un possibile di vita nuova, nel qui e ora del suo tempo.

Il fumo di Marchionne

di Matteo Bartocci 
Un «dieselgate» per Fiat Chrysler (Fca) come per Volkswagen? L’agenzia americana per l’ambiente (Epa) è sicura: anche l’azienda guidata da Marchionne ha montato sui diesel venduti negli Usa un software in grado di «truccare» le emissioni di monossido di azoto (NOx), un gas pericoloso per la salute. Adesso la società di Detroit dovrà spiegare nel dettaglio ai mastini dell’ambiente a cosa servono «almeno 8 parti» di software del motore che per l’Epa «hanno sicuramente un effetto sulle emissioni di scarico». Di almeno uno di questi programmi Fca era a conoscenza fin dal 2015 e aveva comunicato all’Epa di averlo eliminato. Così non sembra.