La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 23 luglio 2016

Ecco come esporterò in tutta Italia il modello Napoli. Intervista a Luigi de Magistris

Intervista a Luigi de Magistris di Antonio Di Costanzo 
Riforma delle società partecipate. Trasformazione di Dema in un nuovo soggetto politico nazionale. Richiesta di incontri a Matteo Renzi e Vincenzo De Luca. Ecco come Luigi de Magistris comincia il suo secondo mandato da primo cittadino. Sindaco, partiamo, dal Centro storico. L’effetto positivo della manifestazione di Dolce&Gabbana sembra essere già sparito: sporcizia e degrado sono tornati in piazze e strade. Così non rischiate di vanificare gli sforzi fatti?
"Napoli ha fatto passi enormi ed è di gran lunga avanti rispetto a tante città in Italia anche dal punto di vista della pulizia. Ma non ci possiamo accontentare: c’è tanto da migliorare".

Brutali e globali: le nuove armi del terrorismo

di Ignacio Ramonet
Aveva preparato tutto nei dettagli. Chiuso il conto in banca. Venduto l’automobile. Evitato qualunque contatto con l’organizzazione. Niente riunioni sospette. Niente preghiere. Si era procurato l’arma fatale senza che nessuno potesse sospettare l’uso che intendeva farne. L’aveva messa in un luogo sicuro. Aveva aspettato e aspettato. Giunta la data stabilita, ha fatto una prova. È passato e ripassato lungo il futuro itinerario di sangue. Ha studiato gli ostacoli. Ha immaginato il modo di superarli. Arrivato il momento, ha messo in moto il camion della morte.

Reddito di inclusione, il bluff demagogico di Renzi sulle povertà

di Basic Income Network - Bin Italia 
Con grande enfasi, il governo Renzi ed il partito di maggioranza, hanno dato notizia dell’introduzione in Italia di una misura di contrasto alla povertà: il “reddito di inclusione”, che in accordo con l’alleanza contro la povertà ed il forum del terzo settore, dovrebbe essere la misura risolutiva per affrontare questa condizione sociale. 600 milioni di euro per il primo anno ed 1 miliardo per il secondo (2017), questa la dotazione messa a disposizione per rispondere alle difficoltà economiche di oltre 12 milioni di persone che sono povere o a rischio povertà.

Col bail in 30 miliardi di risparmi a rischio

di Thomas Fazi
Come è noto, il governo italiano è ingaggiato in un duro braccio di ferro con la Commissione (e in via indiretta anche con la Germania) sulla modalità di risoluzione della crisi che affligge il nostro sistema bancario, che necessita di una ricapitalizzazione di circa 40 miliardi. La Commissione (insieme alla Germania) insiste affinché il governo rispetti le regole dell’unione bancaria, che prevede che a pagare il conto in caso di crisi bancaria siano in prima battuta i creditori privati della banca (o delle banche): gli azionisti, gli obbligazionisti ed in ultimi istanza anche i correntisti sopra i 100mila euro, in base al cosiddetto bail-in.

Incrociare gli sguardi critici

di Matteo Polleri
La storia dell’operaismo italiano è stata, come noto, ricca di spunti e incursioni teoriche che si sono rivelate non soltanto all’altezza dei tempi in cui sono state proposte ma, in alcuni casi, addirittura dotate di una capacità “preveggente” rispetto alle trasformazioni che avrebbero investito le forme di vita capitalistiche, prima ancora che queste si verificassero compiutamente. Quando negli anni ’70 la fabbrica organizzata in catena di montaggio sembrava il luogo principe delle modalità di valorizzazione del capitale, gli operaisti coglievano i germi del processo di diffusione reticolare e di disarticolazione della filiera produttiva.

Il nuovo crocevia di tutte le paure

di Alberto Negri
L’Europa è in stato di emergenza in Francia, e forse ora lo diventerà in buona parte del continente. Gli Stati europei sono percorsi da una sorta di follia diffusa che non esclude niente perché si sono insinuati nelle vene delle nazioni molteplici veleni, quelli importati dal Medio Oriente e quelli sedimentati in società che si sentono aggredite e frustrate nelle loro aspirazioni: il pericolo maggiore è un clima di paura difficile da dominare perché colpisce i luoghi della vita quotidiana. Pezzi di queste società e alcuni individui si sentono in guerra, forse prima di tutto contro se stessi.

L’Italicum e la falla della democrazia

di Gianni Ferrara
Se Giorgio Napolitano si è deciso, finalmente, a far rilevare l’insostenibilità dell’Italicum, non è improbabile che Renzi, dopo averlo imposto con irresponsabile arroganza e imprevidente superficialità, voglia modificarlo. Non per scrupolo costituzionale, certo, ma per essersi reso conto di aver confezionato il meccanismo esattamente adeguato alle aspirazioni del M5S. Modificarlo, quindi, ma come? Sappiamo cosa pensano i deputati del Pd sulla formazione della rappresentanza politica, cardine della democrazia. Ed è purtroppo desolante il quadro che ci ha offerto il Corriere della Sera dell’8 luglio scorso, sulle loro opzioni in materia di sistemi elettorali.

Radici della disuguaglianza: i paesi ricchi consumano 10 volte più materie prime dei poveri

di Luca Aterini
Le materie prime alimentano le nostre economie e sono alla base dello sviluppo umano, del benessere di tutti. Troppo spesso tendiamo a dimenticarlo – la campagna è quello strano posto in cui le galline vanno in giro crude, è la battuta attribuita all’ottocentesco Charles Baudelaire –, ma il mondo che sperimentiamo ogni giorno, con tutte le sue comodità, è stato costruito solo grazie all’estrazione e impiego di materie prime: biomasse, combustibili fossili, minerali metalliferi e non. È un mondo però che cambia profondamente a seconda del punto di vista dal quale lo si osserva. Il rapporto Global material flows and resource productivity appena pubblicato dell’International resource panel (Irp) sotto il cappello del Programma Onu per l’ambiente (Unep) ha scelto il più sincero.

Lo specchio deformante di Istanbul

di Ida Dominijanni 
Trecentoquarantasei voti su 550 approvano nel parlamento turco lo stato d’emergenza, mentre Erdoğan non cessa di appellarsi al popolo perché resti in piazza a presidiare quella che lui chiama democrazia. Cinquantottomila statali licenziati; televisioni e giornali azzittiti; giornalisti arrestati o privati del permesso di lavorare; generali, giudici, professori epurati e incarcerati. Corpi di uomini nudi ammanettati e ammassati, corpi di donne che già si coprono “spontaneamente” prima che il velo diventi un obbligo ufficiale.

Gino Strada: 11 milioni di italiani non possono curarsi. Ma è civiltà questa?

“La forbice tra ricchi e poveri si è allargata tantissimo in questi ultimi anni. L’Italia era il Paese con il miglior sistema nazionale sanitario del mondo venti anni fa, oggi invece 11 milioni di persone non possono curarsi perché non hanno i soldi per farlo. Ma è civiltà questa?”. E’ la denuncia di Gino Strada, fondatore di Emergency, nel corso de La Gabbia Open, su La7. “Io credo che la medicina e le cure sanitarie” – continua – “siano un diritto umano fondamentale e debbano essere riconosciute. Punto e basta. Ovviamente mi riferisco alla sanità pubblica. Per me la medicina è solo pubblica, il resto è schifezza“. 

Referendum costituzionale: il No sia una battaglia dei giovani

di Francescomaria Tedesco
Per l’amor di Dio, si può non trasformare la battaglia per il No al referendum costituzionale di ottobre nella battaglia dei vecchi arnesi della politica venuti a dirci come si sta al mondo? Questa deve essere una battaglia dei giovani per il futuro. È chiaro che qualcuno voglia trasformarla in effetti nella resa dei conti, nell’Armageddon che farà cadere il governo Renzi (se si vuol prestare fede alle promesse del presidente del Consiglio e dei ministri Padoan e Boschi), ma noi che c’entriamo? Certo è stato Renzi a farla diventare tale, per l’appunto legando il destino del governo all’esito del referendum.

Stati di emergenza: in guerra contro democrazia, eguaglianza e libertà

di Enrico Euli
Tre stati – Belgio, Francia e Turchia – in stato d’emergenza, ormai permanente. Altri seguiranno a breve in Europa. L’ultimo sarà il nostro, protetto anche dall’Isis grazie ai doppiogiochismi dei nostri ineffabili servizi, i cui maneggi sono segreti solo ai suoi propri cittadini e soprattutto grazie alla Mammasantissima, sempre sia lodata!, che ci protegge dall’alto dei suoi cieli e che non permette intromissioni di potere nei suoi territori, neppure dell’ Isis (a sua volta ricambiata nel favore con armi, droga e rock’n’roll) e che ha messo Angelino Alfano agli Interni, santo santo santo!, teniamocelo stretto…

Grexit: chi pianificò il colpaccio?

di Tom Strohschneider
Ad Atene, l’opposizione sta attualmente cercando di sfruttare politicamente una storia che in effetti è roba vecchia: prima e durante la “Primavera greca”, il governo guidato da SYRIZA fece i preparativi per la possibilità di un’uscita forzata dall’Eurozona. Oggi tuttavia i critici parlano perfino di un “golpe che non è mai accaduto”. Perchè ora? Perchè il consulente dell’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis, l’economista americano James K. Galbraith ha appena pubblicato un libro che tratta, tra le altre cose, del famoso “Piano X”. Il governo di sinistra della Grecia voleva usare questo piano per prepararsi a quel che la destra politica e i neoliberisti di tutta Europa stavano pretendendo: l’opzione Grexit. Non una libera scelta, bensì una misura che avrebbe dovuto colpire duramente Atene.

La Turchia alle soglie dell’Europa

di Spartaco Puttini
Per quanto oggi possa sembrare paradossale c’è stato un momento in cui l’ascesa al governo del partito islamistaGiustizia e Sviluppo (AKP) di Erdogan era apparso a molti, dentro e fuori la Turchia, come un’occasione di democratizzazione della società e della politica turche. Il fondatore della Turchia moderna, Kemal, aveva impostato un processo di modernizzazione e occidentalizzazione dall’alto dai tratti fortemente autoritari ed aveva lasciato a guardia di questo processo l’esercito, in qualità di garante della costituzione e della laicità dello Stato. Un esercito che da allora ha sempre avuto un costume fortemente interventista. Non bisogna dimenticare che l’ultimo golpe riuscito risale al 1997, quando venne rovesciato il governo islamista di Erbakan, padrino politico dell’attuale presidente turco.

Scusaci per l'assenza: in memoria di Mario Dalmaviva

di Sergio Bologna 
Non ricordo con precisione come e quando ho conosciuto Mario Dalmaviva, ma sono certo che il periodo era la primavera del ’69 e anche sulle circostanze non ho dubbi. Insegnavo alla Facoltà di Sociologia di Trento e Mario era uno dei tanti studenti-lavoratori. Avevano una sensibilità diversa rispetto a quelli che avevano fatto le occupazioni, nel ‘67/’68. Erano più sensibili alle tematiche del lavoro e meno intrappolati nelle ideologie antiautoritarie e terzomondiste. A Trento cercavo di far lezione come se facessi scuola quadri, da assistente avevo fatto accettare l’esame di gruppo al mio maestro, vecchio allievo della Normale di Pisa, ma con le avanguardie studentesche i rapporti non erano buoni.

Il suicidio della politica “realista” che baratta libertà e diritti

di Corradino Mineo 
Il mondo sta franando sotto i nostri piedi, l’equilibrio che, bene o male, aveva garantito 70 anni di pace e di libertà forse si sta rompendo. Ma facciamo fatica ad accorgercene. Mi viene in mente il titolo a tutta pagina del Corriere della Sera quel 28 giugno del 1914: “Il passaggio agli articoli sui provvedimenti tributari approvato alla Camera”. Quel giorno a Sarajevo un serbo bosniaco di 19 anni, Gavrilo Princip, avrebbe ucciso Francesco Ferdinando, arciduca d’Austria. Fu il pretesto per scatenare la Grande guerra, peraltro preparata da una lunga crisi degli Imperi e da accordi più o meno segreti tra le potenze europee. Eppure la nostra attenzione era concentrata, un secolo fa, sul “passaggio agli articoli” della legge tributaria, come oggi può esserlo sul compromesso tra Italicum e Mattarellum proposto dal senatore Fornaro.

Lo stato d’emergenza turco non riguarda i capitali

di Mariano Giustino 
«Le forze armate avranno sangue fresco», dichiara il presidente turco Erdogan. Alti funzionari governativi ammettono apertamente che ci sono state carenze individuali e gravi responsabilità istituzionali nella mancata prevenzione del tentato colpo di Stato. Emergono vistose falle anche nel Mit, l’intelligence turca; e gravi reponsabilità emergono a carico del capo dei servizi segreti, Hakan Fidan, nel mirino per non aver informato tempestivamente chi di dovere sul pericolo imminente. È stato il cognato del presidente Erdogan nel pomeriggio del 15 luglio a dare l’allarme.

I debiti della tigre celtica

di Matteo Bortolon
Poco tempo fa sulle colonne del 24-Ore compariva un articolo a proposito dell’Irlanda. Con tono a stento rattenuto l’articolista tradiva l’entusiasmo per il fatto che la «tigre celtica torna a ruggire». In cifre, si affacciava un aumento del Pil del +26,3%. Qualcosa di assolutamente inaudito: una crescita a due cifre (superiore al 9%) già è considerata eccezionale, tanto più oggi che nemmeno la Cina ci arriva più. In uno slancio lirico l’articolista ci rendeva noto che «Dublino è una storia di successo. Il paese è uscito dal piano di aiuti nel 2014 e rappresenta per i creditori il migliore e più evidente caso di recupero di una nazione in crisi». Che bello! Basterà capire la ricetta irlandese per uscire ottimamente dalle difficoltà. O no?

Il PKK chiama a costruire un blocco democratico

Il PKK ha dichiarato che un blocco democratico che riunisce le organizzazioni della società civile, gli intellettuali , gli scrittori e gli artisti che rappresentano segmenti diversi che rivendicano democrazia in Turchia deve essere costituito immediatamente.Il Comitato esecutivo del PKK ha rilasciato una dichiarazione scritta e ha affermato che l’attuale oligarchia di partito politico non può democratizzare la Turchia o risolvere i problemi del paese.Il Comitato ha sottolineato la necessità di un blocco di forze democratiche radicali che dovrebbe democratizzare il paese, impedire ulteriori colpi di stato dal verificarsi, e porre fine all’oppressione e alla crudeltà.

La lunga marcia di Corbyn verso le primarie

di Silvia Swinden
“Sto lanciando la mia campagna per la leadership laburista. Nella mia campagna voglio affrontare le ingiustizie che ostacolano le persone e le comunità – la disuguaglianza, l’abbandono, l’insicurezza, il pregiudizio e la discriminazione. Implementeremo alcune delle misure che il prossimo governo laburista intende adottare per superarle. Un governo sotto la mia guida si muoverà con decisione verso una società in cui opportunità e prosperità siano veramente condivise – in cui nessun individuo e nessuna comunità rimangano indietro”.

Nuove tribù metropolitane. I nativi digitali

di Rosamaria Alibrandi
Non si tratta di neonati geneticamente modificati, con pollici e indici delle tenere manine tremendamente sviluppati, come E. T. Né, come recitava una sigla degli anni ottanta, di ufo-robot che mangiano libri di cibernetica e insalate di matematica. Sono le nuove generazioni, quelle informatizzate in utero, che bevono latte materno e bites e si nutrono di pappa e web. La rivoluzione operata da Internet è così imponente e invasiva che anche chi ha dovuto adeguarsi forzatamente non ricorda più come si viveva prima.

L’ospite inatteso di un teorema chiamato globalizzazione

di Emanuela Patti
"Quello del 24 giugno è stato un risveglio alla Good Bye, Lenin! Aprire gli occhi in quella che ormai da anni molti di noi hanno eletto come «casa» e non riconoscere più il luogo, la gente, certi valori culturali condivisi con gli altri tutti i giorni, da anni, e che fanno ormai parte del nostro DNA. Per giorni la sensazione è stata quella di essere al funerale di uno dei tuoi migliori amici, morto suicida — in questi termini ne ha anche parlato l’ambasciatore Terracciano a Londra.

Trump e l’eresia americana

di Fulvio Scaglione 
La convention repubblicana di Cleveland (Ohio), già patria dei Cavaliers di Le Bron James vincitori del campionato Usa di basket, viene alternativamente criticata o ridicolizzata anche se a ben vedere offre uno spaccato perfetto del mondo repubblicano dopo il passaggio del ciclone Donald Trump. Ci sono gli umori violentissimi anti-Hillary, che non sono solo fuoco di sbarramento contro la macchina da guerra democratica dei Clinton. Ci sono le gaffe pittoresche, come il discorso dell’aspirante first lady Melania Trump copiato da quello di Michelle Obama di otto anni fa. C’è la lunga lista delle assenze (dal clan Bush agli ex candidati John McCain e Mitt Romney) e delle infauste presenze, come quella dell’ultraconservatore Ted Cruz, ostile a Trump e sommerso di fischi.

Chi scommette sulla crisi Usa-Turchia

di Michele Giorgio
La crisi tra Usa e Turchia sulla questione dello “stratega del golpe” Fethullah Gulen in esilio in Pennsylvania, è seguita con attenzione in diverse capitali mediorientali. Alla sorpresa iniziale per una lacerazione che nessuno avrebbe mai immaginato così ampia, alla luce anche del ruolo e dell’importanza di Ankara nella Nato, si è ora sostituito l’interesse con il quale gli attori principali nella regione guardano alle conseguenze dello scontro tra l’Amministrazione Obama e il presidente turco Erdogan.

Una rapina contro i poveri

di Adam Quadmon
L’azzardo di massa, in Italia, muove volumi d’affari che hanno pochi paragoni. Si parla di un flusso annuo, “legale”, di circa 88miliardi di euro. Sono invece 9 i miliardi che lo Stato italiano incassa da un sistema che è un misto di monopolio e outsourcing. A gestire il tutto, in apparenza per conto dello Stato, ma ben più realisticamente “for private business”, sono infatti alcuni agglomerati finanziari con sedi legali in paradisi fiscali o defiscalizzati (Londra, Malta), licenze prese in enclave (Gibilterra) e i loro terminali aggressivi sul territorio italiano. Un flusso che investe vite, soggettività, territori.

Per una nuova mappa dei beni comuni in autogoverno. Uno, sette, otto, centomila!

Villa Medusa e l’ex Lido Pola a Bagnoli, l’ex Opg (ex Monastero S. Eframo nuovo) e il Giardino Liberato (ex Convento delle Teresiane) a Materdei, l’ex Conservatorio di Santa Fede (Liberata) e lo Scugnizzo Liberato(excarcere Filangieri ex Convento delle Cappuccinelle) al centro storico insieme alla ex Schipa a via Salvator Rosa,non sono assegnati con la delibera n. 446/2016, ma riconosciuti come «spazi che per loro stessa vocazione (collocazione territoriale, storia, caratteristiche fisiche) sono divenuti di uso civico e collettivo, per il loro valore di beni comuni».

Alla ricerca della laicità perduta

di Giuliana Sgrena
Chi sono i prigionieri dell’islam? Innanzitutto i musulmani: questa è la conclusione cui sono arrivata leggendo l’ultimo libro di Lilli Gruber che s’intitola per l’appunto Prigionieri dell’islam (Rizzoli, pp. 352, euro 19,50). I titoli spesso suggeriscono diverse interpretazioni e, proprio in questo, sta il valore aggiunto che attira il lettore. E se c’è chi crede che i prigionieri dell’islam siamo noi, quali vittime predestinate del terrorismo o perché costretti a subire le invasioni di migranti, resterà certamente deluso. L’inchiesta di Lilli Gruber si muove all’interno di un triangolo che indubbiamente ha cambiato la nostra vita: terrorismo, migranti e integrazione, un triangolo i cui vertici restano distanti.

Se il Nobel fa il mercante di Ogm

di Silvia Ribeiro
Poche volte tante persone illustri nell’ambito scientifico hanno dato mostra della loro ignoranza in un così breve spazio. E’ stato così per la lettera aperta che un centinaio di vincitori del premio Nobel hanno pubblicato il 30 giugno, difendendo i transgenici, in particolare il cosiddetto “riso dorato” [Golden Rice] e attaccando Greenpeace per la sua posizione critica verso queste colture. La lettera abbonda di aggettivi e nomi altisonanti, contiene false affermazioni e non fornisce argomentazioni: sembra pertanto più una diatriba propagandistica di imprese di transgenici piuttosto che di scienziati che espongono una posizione.

Memoria e legge tra negazionismo e ipertrofia

di Franco Di Giorgi
1. – Dopo aver ottenuto il consenso in Senato nel febbraio 2015 e in ottobre quello della Camera, in seguito a una terza lettura della commissione Giustizia del Senato nell’aprile 2016 la modifica dell’art. 3 della leg­ge Mancino (205/1993) è stata finalmente ap­provata in via definitiva anche dalla Camera dei Deputati l’8 giugno 2016, con 237 sì, 5 no e 102 astenuti. Ora il negazioni­smo sarà un aggravante rispetto ai reati di discriminazione razziale e xenofoba. La “legge Mancino” sostituiva a sua volta alcuni testi di legge risalenti al 1952 e al 1975, ispirandosi sia alla XII Disposi­zio­ne transitoria e finale della Costituzione, sia alla ratifica di una convenzione inter­nazio­nale sul­l’eli­mi­na­zione di tutte le forme di discriminazione raz­zia­le, aper­ta alla firma a New York il 7 marzo 1966.

Vi spiego la frattura che c'è in Francia. Intervista a Marc Augé

Intervista a Marc Augé di Alessandra Bianchi 
«Sì, la Francia è in guerra contro un nemico nuovo. Non è una guerra tradizionale. Certo, ci sono aspetti di un conflitto “classico” in Siria e in Iraq, ma anche delle variabili nuove». Parla Marc Augé, 80 anni, uno dei massimi antropologi francesi, e non ha paura a pronunciare quella parola che ancora, anche dopo la carneficina sulla Promenade des Anglais di Nizza (nel simbolico 14 luglio data della presa della Bastiglia, 85 morti e 302 feriti) spaventa: “Guerra”. Il primo ministro Manuel Valls la dice in continuazione pur se esistono ancora delle resistenze a definire tali gli attentati jihadisti.

La piccola America “Legge&Ordine” di Donald Trump

di Martino Mazzonis
L'America è al collasso, il numero degli omicidi è in aumento, i nostri poliziotti in pericoli e torme di terroristi si aggirano per le nostre città. La colpa è di Obama e con Hillary Clinton tutto rimarrà uguale. «Né io né nessuno in questa sala ha mai visto o conosciuto un’America più pericolosa.Questo presidente ha abbandonato le inner cities americane». Il discorso apocalittico di accettazione della nomination da parte di Donald Trump è privo di ricette precise per come risolvere la situazione catastrofica che lo stesso candidato repubblicano dipinge.

HDP: la via d’uscita non è lo stato di emergenza, ma la democrazia

di Comitato Esecutivo Centrale HDP
Cinque giorni dopo il tentativo di colpo di stato del 15 luglio, il Consiglio di sicurezza nazionale e il Consiglio dei Ministri hanno dichiarato lo stato di emergenza nel paese.Questo provvedimento dimostra che il tentativo di colpo di stato potrebbe essere stato bloccato, ma il desiderio di governare il paese con una mentalità autoritaria come quella di un colpo di stato no. In questo periodo la Turchia sarà gestita attraverso decreti legge contro la Costituzione, il Consiglio dei Ministri sarà presideuto dal Presidente, la competenza giurisdizionale dei governatori aumenterà, e i diritti umani universali e democratici vitali saranno violati mentre il sistema presidenziale turco verrà imposto senza ritegno.

La ‘Loi Travail’ è legge, sindacati battuti promettono battaglia

di Contropiano 
Alla fine, nonostante mesi di manifestazioni, scioperi, blocchi, picchetti, occupazioni da parte dei sindacati più combattivi, delle organizzazioni giovanili e studentesche e della sinistra più o meno radicale, il jobs act alla francese, la controriforma del lavoro fortemente voluta dal presidente socialista Hollande e imposta da Unione Europea e Medef – la CONFINDUSTRIA di Parigi – è stata definitivamente approvata giovedì scorso. Il premier Manuel Valls ha salutato su Twitter “un grande passo per la riforma del nostro Paese: più diritti per i nostri lavoratori, più visibilità per le nostre piccole e medie imprese, più posti di lavoro”. 

Compromis: la via valenciana al populismo

di Andria Pili
I nazionalismi progressisti entro lo Stato spagnolo, negli ultimi due anni, hanno dovuto fronteggiare la concorrenza di Podemos nella proposta di un progetto politico alternativo al bipartitismo ed alle sue politiche antisociali. Il populismo della formazione morada ha convinto buona parte dell’elettorato delle nazionalità interne a sostenere un progetto ispanista differente da quello sorto dalla Transizione del 1978. Le ultime due elezioni generali, infatti, mostrano come il partito di Pablo Iglesias abbia fortemente indebolito il consenso della sinistra abertzale (Bildu) e marginalizzato il nazionalismo storico galiziano (BNG) mentre il raggruppamento collegato ad esso in Catalogna (En Comù) è riuscito a superare Esquerra Republicana.

Estate calda contro la buona scuola renziana

di Checchino Antonini
Le norme sulla chiamata diretta dei docenti fanno saltare il tavolo al Miur e intanto dalla periferia della scuola, dagli istituti, si profila una forte tensione sui bonus: i docenti restituiscono i premi : «Non si misura così un insegnante», hanno detto ad esempio molti docenti genovesi. Estate calda contro la buona scuola renziana. «Ancora una volta il governo si dimostra incapace di pianificare e gestire correttamente, con trasparenza e criteri oggettivi, uno dei punti più contestati della cosiddetta ‘buona scuola’, la chiamata diretta dei docenti».

Le storie dei profughi nell’hotel City Plaza di Atene

di Eleonora Camilli 
Alì spazza via le briciole dal pavimento, mentre sua moglie Zakia, al lato opposto della stanza, lava per terra. È appena passata l’ora della cena e, secondo il tabellone dei turni appeso alla porta a vetri, stasera tocca a loro rimettere a posto la sala da pranzo. Poco più in là, seduti sui divani della grande hall, alcuni uomini giocano a carte, mentre un gruppo di bambini continua a correre su e giù per le scale. Fa caldo in questa afosa serata di luglio nel centro di Atene, e alcuni ragazzi fumano l’ultima sigaretta affacciati al balcone. Sopra di loro l’insegna continua a lampeggiare: hotel City Plaza, recita la scritta di questo vecchio albergo, che oggi è la casa di oltre 400 migranti e profughi, bloccati nella capitale greca dopo la chiusura delle frontiere e l’accordo tra Unione europea e Turchia.

Turchia. Regime autoritario e piazze reazionarie

di Marco Santopadre
Subito dopo l’introduzione l’altro ieri dello stato d’emergenza per tre mesi, il vicepremier Numan Kurtulmus aveva affermato che la speranza era quella di poterlo in realtà revocare entro una quarantina di giorni. Ma ieri il presidente Erdogan ha fatto sapere che, se ce ne sarà bisogno, non esistono ostacoli legali e politici ad una estensione della condizione che permette un ulteriore accentramento dei poteri nelle mani del capo dello stato e del suo cerchio magico. Ed oggi grazie allo Stato d’Emergenza il governo ha prolungato la durata massima del fermo di polizia senza bisogno di convalida del giudice dagli attuali 2 giorni fino a 7.

Le tragiche conseguenze della globalizzazione neoliberista

di Alessandro Volpi
Il drammatico attacco di Nizza, che è soltanto l’ultimo di una scia sanguinosa, il tentativo di colpo di Stato in Turchia, ma anche la Brexit e il radicarsi di forti sentimenti xenofobi in giro per l’Europa,sono i segnali evidenti di una nuova fase della storia mondiale. La globalizzazione, avviatasi dagli anni Settanta, ha generato il duplice effetto del brusco indebolimento delle sovranità nazionali e dell’affidamento ai mercati e alle istituzioni sovrastatuali del cruciale compito di definire le politiche economiche e sociali del Pianeta.

Guerra civile nel deserto dell’anima

di Sarantis Thanopulos
Un comune dolore ci unisce in questi giorni tristi con gli Stati Uniti. A Dallas un nero, reduce della guerra in Afganistan, ha ucciso cinque poliziotti bianchi. Pochi giorni dopo, un altro nero, ex militare decorato, ha ucciso tre agenti senza preoccuparsi del loro colore. Volevano vendicarsi dell’uccisione di due neri da parte della polizia americana: le ennesime vittime di un pregiudizio trasformato in condanna a morte. Una discriminazione persistente si affaccia al rischio di una guerra civile.

La laicità, non il tifo religioso, come unica via

di Marco Furfaro
Hamza Roberto Piccardo, fondatore dell'Unione delle comunità islamiche in Italia, - come riporta l'Huffington - gioisce per la "rivoluzione democratica in Turchia" e augura ad Erdogan di trasformare il Paese in una "grande nazione musulmana di fatto e di diritto". Vorrei far sommessamente notare a questo signore che lui ha diritto di dire queste scemenze perché si trova in una Repubblica democratica e soprattutto laica. E che, a parti invertite, Erdogan lo avrebbe preso e rinchiuso in una cella da cui forse nemmeno sarebbe uscito più.

Gli edili sono la trincea del sindacato

Intervista a Alessandro Genovesi di Antonio Sciotto
In Italia gli anziani sulle impalcature sono almeno 70 mila: trattenuti al lavoro con la legge Fornero, sono oggi gli edili più esposti al nero e agli infortuni gravi. Basta guardare i dati: nel 2015 ci sono stati 678 morti sul lavoro (si escludono quelli in itinere – in crescita rispetto ai 661 del 2014). Il 23% si sono registrati nel settore delle costruzioni, e uno su quattro era un caschetto over 55. È solo uno dei problemi che si troverà ad affrontare Alessandro Genovesi, eletto segretario generale della Fillea Cgil (succede a Walter Schiavella): 38 anni, nella scia del ringiovanimento dei vertici deciso dal sindacato, si è occupato di mercato del lavoro, di call center, ha guidato la Cgil lucana e da un anno è in Fillea. Le sue passioni: il figlio Pietro, la politica, il Risiko. E il cocker Lev Trotsky.

Ciò che non si cancella, ciò che non si sgombera, ciò che non si processa

di Un Occupante
La forza “pubblica” è tornata a intervenire per tutelare la proprietà privata. Hanno attaccato Point Break, una casa che dopo vent'anni di abbandono era stata ristrutturata, riempita di vita e messa a disposizione di decine, centinaia di persone. Cambiano la porta, blindano la possibilità di lasciare vuoto un edificio. Ma ci sono cose che non si cancellano. Ci sono cose che non si sgomberano e che non potranno processare. Non possono cancellare sette anni di mille battaglie, sempre in prima linea, contro un mondo sbagliato. Non possono cancellare il giorno dell'occupazione, quel paio di scarpe che entra nel quadrato di legno della porta, in basso in sinistra, per aprire l'ingresso a decine, e poi centinaia, di studenti e precari.

Il lungo racconto della solidarietà universale

di Vittorio Bonanni
Chi è nato nell’immediato dopoguerra e ha preso parte alle battaglie antifasciste degli anni ’60 e ’70 ha sempre avuto in testa una specie di identikit di chi durante il nazifascismo ha combattuto quella barbarie. Partigiano, ebreo, magari comunista o comunque di sinistra e con una grande apertura culturale e mentale. Una tipologia umana purtroppo “in via di estinzione” per ragioni complesse e svariate che non stiamo qui a ricordare. Tanti i nomi che ci vengono in mente: da Primo Levi a Leo Valiani; da Emanuele Artom a Claude Lanzmann. 

Laboratorio Napoli, il Comune riconosce il diritto degli occupanti

di Adriana Pollice
«Comunità che discutono le forme di autonormazione civica degli spazi che quotidianamente fanno vivere, questo per noi è neomunicipalismo»: Giuseppe Micciarelli è avvocato, partecipa ai tavoli di Massa Critica e altre realtà di movimento di Napoli che studiano percorsi giuridici per la definizione e l’utilizzo dei beni comuni. Un lavoro in parte condiviso con l’amministrazione che ha portato, il primo giugno, all’approvazione della delibera di giunta 446, con cui si riconoscono sette edifici in città come «spazi per loro stessa vocazione divenuti di uso civico e collettivo».

La Grecia di Syriza torna al proporzionale

di Teodoro Andreadis Synghellakis
Il parlamento di Atene ha dato luce verde alla nuova legge elettorale, con il voto favorevole di Syriza, del partito conservatore dei Greci Indipendenti e della piccola formazione Unione dei Centristi. I punti principali della nuova legge voluta dal governo di Alexis Tsipras prevedono l’abolizione del premio di maggioranza di cinquanta seggi per la prima forza politica ed il ritorno al proporzionale, seppur con la soglia di sbarramento del 3% dei voti per poter entrare in parlamento.

Londra, Nizza, Fermo, Ankara: una bugia tira l’altra

di il Simplicissimus
Stamattina mi sento del tutto impotente come uno sciatore nella valanga, solo che non si tratta di neve, ma di una tale massa informe di menzogne e stupidità che per ritrovarmi dovranno usare un San Bernardo, meglio se con la botticella di cordiale. Impossibile ormai tenere il conto, mentre stare dietro a un argomento o all’altro significa prosciugare il mare col secchiello. Quindi mi limiterò a fare un piccolo e sintetico elenco di nefandezze di giornata tanto per non restare indietro.

Trump 2017, prove generali di legge marziale in America

di Luca Celada
Il festival di angoscia e disgusto che è stata la republican national convention di Cleveland ha trovato degna conclusione ieri notte col discorso di investitura di Donald J Trump. Cominciato con quella che è sembrata una prova generale di annuncio di legge marziale. «Gli Americani che stanno vedendo questo discorso – ha esordito – hanno testimoniato di recente scene di inaudita violenza sulle nostre strade e caos nelle nostre comunità. Ho un messaggio per tutti voi: il crimine che oggi affligge la nostra nazione, presto – e voglio dire molto presto – finirà. Il 20 gennaio 2017, la sicurezza verrà ripristinata».

Contestare Erdogan in Italia è reato. Solidarietà ai compagni piemontesi

di Maurizio Acerbo e Ezio Locatelli
Rifondazione Comunista denuncia l’assurdità dell’operazione ordinata dai magistrati piemontesi contro i compagni che lo scorso settembre hanno partecipato a un’azione di contestazione del regime di Erdogan e di denuncia della sua criminale politica contro i curdi all’aeroporto di Torino. Nel 15° anniversario della mattanza di Genova mandare la polizia alle sei di mattina a casa di attivisti è davvero una sinistra coincidenza e un’operazione di cattivo gusto. Solidarizzare con la resistenza del PKK che in Turchia e in Siria difende i diritti del popolo curdo dalle violenze dell’esercito turco e dell’ISIS in Italia è reato?

L'estate del terrore

di Pino Cabras
Chissà quali spiegazioni daranno della nuova ennesima strage, quella che si è consumata a Monaco di Baviera. Finora, per le altre stragi, hanno tirato fuori teorie totalmente assurde come la"radicalizzazione accelerata". Come funziona? C'è un tizio che sino a una settimana fa - letteralmente - si interessava di religione quanto io mi interesso di sci nordico in Giamaica. Improvvisamente quello stesso tizio diventa un fervente islamista radicale, disposto a morire per la fede non prima di falciare decine di persone. Il tutto ci viene detto mantenendo ancora una faccia seria.

Contributo ad una biografia di Licio Gelli

di Martino Iniziato 
Gelli è un personaggio unico nella storia dell’Italia repubblicana e senza di lui la P2 , probabilmente, non sarebbe esistita. C’è chi ne ha parlato come di un nuovo Cagliostro e chi lo ha avvicinato a Giuseppe Cambareri, un’inquietante meteora nella stagione fra monarchia e Repubblica che, effettivamente, presenta allarmanti punti di contatti con il Nostro . La cronaca giornalistica è spesso (e inevitabilmente) un grande appiattitore e banalizzatore e questo ha riguardato anche Gelli, rappresentato con l’immagine un po’ caricaturale dell’eterno intrigante, del faccendiere-spia e golpista che, però, alla fine, è stato sempre sconfitto.