La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 23 luglio 2016

Se il Nobel fa il mercante di Ogm

di Silvia Ribeiro
Poche volte tante persone illustri nell’ambito scientifico hanno dato mostra della loro ignoranza in un così breve spazio. E’ stato così per la lettera aperta che un centinaio di vincitori del premio Nobel hanno pubblicato il 30 giugno, difendendo i transgenici, in particolare il cosiddetto “riso dorato” [Golden Rice] e attaccando Greenpeace per la sua posizione critica verso queste colture. La lettera abbonda di aggettivi e nomi altisonanti, contiene false affermazioni e non fornisce argomentazioni: sembra pertanto più una diatriba propagandistica di imprese di transgenici piuttosto che di scienziati che espongono una posizione.
Per cominciare, il cosiddetto “riso dorato” (riso transgenico per la somministrazione della pro-vitamina A) che con tanta enfasi difendono, non esiste. Non per le critiche da parte di Greenpeace e di molte altre organizzazioni, ma perché i suoi promotori non sono potuti arrivare a una formulazione praticabile, malgrado quasi 20 anni di ricerca e investimenti per più di 100 milioni di dollari. Non hanno neppure dimostrato che abbia effetto nell’apporto di vitamina A.
La prima versione di questo riso transgenico con beta-carotene (GR1) è stato un caso accidentale capitato a ricercatori svizzeri che stavano sperimentando altro: quindi il processo non è mai stato esattamente controllato. Per ottenere la dose necessaria di vitamina A, questa versione richiederebbe il consumo quotidiano di chili di riso. Successivamente Syngenta ha acquistato la licenza e, come propaganda, ha donato il permesso di ricerca a una fondazione, nella quale è membro la Syngenta Foundation. La società, però, ha conservato i diritti commerciali. Nel 2005 ha annunciato la versione GR2, con più pro-vitamina. Tuttavia, non ha potuto dimostrare la stabilità della pro-vitamina, visto che si ossida facilmente e, nella post-raccolta, il contenuto diminuisce del 10 per cento. Trattandosi di una manipolazione genetica sperimentale di vie metaboliche, si potrebbero verificare dei cambiamenti imprevisti con gravi effetti sulla salute. Diversi scienziati hanno sottolineato questi rischi e i miti del “riso dorato” (tra gli altri, D. Schubert, 2008, e Michael Hansen, 2013;http://goo.gl/ChvI4Q).
D’altra parte, vegetali comuni come la carota, il cavolo, gli spinaci e molti tipi di chenopodium – erbe commestibili comuni che accompagnano la semina contadina e le culture gastronomiche tradizionali – apportano molta più vitamina A di questo riso, senza provocare effetti secondari e senza dover pagare le multinazionali. Al contrario, l’agricoltura industriale e di “precisione” che viene sostenuta nella lettera dei Nobel, essendo progettata in grandi monocolture con agrotossici, eliminano quelle erbe commestibili ma anche i contadini, mandati via a forza e contaminati dalle megapiantagioni.
La lettera afferma che la fame è dovuta alla mancanza di cibo, il che è falso: la produzione mondiale di cibo è più che sufficiente per tutti gli abitanti del pianeta da adesso e fino al 2050. Se esistono persone che soffrono la fame e sono malnutrite è perché non hanno terra per produrre né possono accedere al cibo. Secondo i dati della FAO, la catena agro-industriale di prodotti alimentari -che detiene i transgenici- spreca dal 33 al 40 per cento del cibo prodotto, una quantità che sarebbe sufficiente a nutrire tutti coloro che nel mondo soffrono la fame. Inoltre, come informa Greenpeace nella sua risposta, il 75 per cento della terra agricola viene usata per produrre foraggi per gli animali degli allevamenti intensivi e per gli agrocombustibili, non per il cibo (goo.gl/e5xEwc).
L’affermazione che i transgenici sono sicuri per l’ambiente e per la salute è stata confutata, con argomenti e riferimenti scientifici, da parte di più di 300 scienziati convocati dalla Rete Europea di Scienziati per la Responsabilità Sociale e Ambientale (goo.gl/VM8i3W).
Forse, però, la cosa più degna di nota è che la lettera non dice che solo sei multinazionali (in procinto di diventare tre) controllano tutti gli agro-transgenici del mondo, il 61 per cento di tutte le sementi commerciali e il 76 per cento del mercato globale di agrotossici. Quanta mancanza di etica e di onestà è necessaria per occultare che la loro proposta di un’”agricoltura di precisione” è l’affare di una manciata di multinazionali, tutte con una lunga storia di violazione dei diritti ambientali, umani e della salute?
L’ombra delle multinazionali ricade pesantemente su questa lettera apparentemente “scientifica”. I Nobel si dicono preoccupati per la fame e per i bambini malnutriti del sud del mondo, però scelgono di presentare la lettera in una conferenza stampa a Washington, Stati Uniti, nel momento più opportuno per favorire le imprese di transgenici. In questa settimana il Congresso deve votare una legge sull’etichettatura dei transgenici che mira a impedire agli stati di prendere decisioni su questo tema. Cercano di annullare la norma sull’etichettatura che è entrata in vigore il 1° luglio nel Vermont, dopo che con un referendum si è votato a favore di questa.
A Greenpeace è stato impedito di assistere alla loro conferenza stampa e il suo rappresentante è stato bloccato da Jay Byrne, ex responsabile delle comunicazioni della Monsanto, che, incredibilmente, aveva la funzione di portinaio della conferenza! (goo.gl/i8FXDg). Lontani dall’“altruismo scientifico”, Richard Roberts e Philip Sharp, promotori e firmatari della lettera, sono anche imprenditori biotech. Il sito dove pubblicano la lettera è lo specchio di un altro che reindirizza al Genetic Literacy Project, fronte mascherato di propaganda delle multinazionali di transgenici e di agrotossici. (GMWatch goo.gl/WekAin).
La cosa più offensiva, però, è la loro domanda finale: “Quanta gente povera deve morire per considerare [la critica ai transgenici] un crimine contro l’umanità?” Credo che i firmatari dovrebbero andare immediatamente nelle aree delle piantagioni di soia transgenica in Paraguay, Argentina, Brasile, dove le madri perdono le gravidanze e i bambini e i lavoratori muoiono di cancro a causa degli agrotossici delle colture transgeniche. Questi sono i crimini contro l’umanità.

Articolo pubblicato su La Jornada con il titolo Premios Nobel al servicio de Monsanto y Syngenta.

Traduzione per Comune di Daniela Cavallo
Fonte: comune-info.net 

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