La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 2 ottobre 2015

Persone, non clandestini

di Luca Kocci
Nes­suno è clan­de­stino. Non lo dice pro­prio in que­sti ter­mini, ma quello che papa Fran­ce­sco scrive nel mes­sag­gio per la Gior­nata mon­diale del migrante e del rifu­giato — il pros­simo 17 gen­naio — ci si avvi­cina molto. «È impor­tante — si legge nel mes­sag­gio reso noto ieri — guar­dare ai migranti non sol­tanto in base alla loro con­di­zione di rego­la­rità o di irre­go­la­rità, ma soprat­tutto come per­sone che, tute­late nella loro dignità, pos­sono con­tri­buire al benes­sere e al pro­gresso di tutti, in par­ti­co­lar modo quando assu­mono respon­sa­bil­mente dei doveri nei con­fronti di chi li acco­glie, rispet­tando con rico­no­scenza il patri­mo­nio mate­riale e spi­ri­tuale del Paese che li ospita, obbe­dendo alle sue leggi e con­tri­buendo ai suoi oneri».
In ogni caso, pun­tua­lizza Ber­go­glio, «non si pos­sono ridurre le migra­zioni alla dimen­sione poli­tica e nor­ma­tiva, ai risvolti eco­no­mici e alla mera com­pre­senza di cul­ture dif­fe­renti sul mede­simo ter­ri­to­rio». Insomma le per­sone val­gono più del pro­prio sta­tus giuridico.
Il dato di par­tenza indi­vi­duato dal papa è che «i flussi migra­tori sono ormai una realtà strut­tu­rale» del nostro tempo. È sba­gliato quindi affron­tarli come «emer­genza», sono neces­sari «pro­grammi che ten­gano conto delle cause delle migra­zioni, dei cam­bia­menti che si pro­du­cono e delle con­se­guenze che impri­mono volti nuovi alle società e ai popoli».
Ma non è ciò che suc­cede. Anzi quello dei migranti è una sorta di per­corso ad osta­coli, sovente mor­tale: fug­gono «dalla povertà, dalla fame, dallo sfrut­ta­mento e dall’ingiusta distri­bu­zione delle risorse del pia­neta», sot­to­li­nea, affi­dan­dosi ai «traf­fi­canti di per­sone»; poi, «se soprav­vi­vono agli abusi e alle avver­sità, devono fare i conti con realtà dove si anni­dano sospetti e paure», ovvero tante aree della “civile” Europa; e quando sem­brano arri­vati alla fine, «incon­trano la carenza di nor­ma­tive chiare e pra­ti­ca­bili, che rego­lino l’accoglienza e pre­ve­dano iti­ne­rari di inte­gra­zione a breve e a lungo ter­mine, con atten­zione ai diritti e ai doveri di tutti».
Che fare? Il “piano” del papa — ispi­rato, scrive, al «Van­gelo della mise­ri­cor­dia» — è in tre mosse. «L’accoglienza dello stra­niero», per­ché così «si aprono le porte a Dio», men­tre «l’indifferenza e il silen­zio aprono la strada alla com­pli­cità». Poi azioni che ren­dano effet­tiva «l’integrazione», anche per pre­ve­nire «il rischio della discri­mi­na­zione, del raz­zi­smo, del nazio­na­li­smo estremo» e «della xeno­fo­bia». Con­tem­po­ra­nea­mente l’intervento sulle cause, affin­ché cia­scuno possa eser­ci­tare «il diritto a non emi­grare»: quindi «soli­da­rietà», «coo­pe­ra­zione» ed «equa distri­bu­zione dei beni della terra».
Ber­go­glio parla ai governi, ma anche alle sin­gole per­sone (cia­scuno «è respon­sa­bile del suo vicino») e alla Chiesa, rilan­ciando l’appello alle par­roc­chie ad ospi­tare una fami­glia di pro­fu­ghi. «Non ces­sano — rileva — di mol­ti­pli­carsi i dibat­titi sulle con­di­zioni e sui limiti da porre all’accoglienza, non solo nelle poli­ti­che degli Stati, ma anche in alcune comu­nità par­roc­chiali che vedono minac­ciata la tran­quil­lità tradizionale».
Come sta andando su que­sto fronte? Mon­si­gnor Perego, diret­tore della Fon­da­zione Migran­tes (Cei) spiega che «cen­ti­naia di par­roc­chie hanno dato dispo­ni­bi­lità», ma è pre­sto per dare numeri pre­cisi. In ogni caso «22mila migranti sono accolti in strut­ture reli­giose ita­liane, lo scorso anno erano 10mila». La Cari­tas di Roma fa sapere che finora circa novanta fra par­roc­chie ed isti­tuti reli­giosi hanno offerto dispo­ni­bi­lità all’accoglienza.
Con­si­de­rando che a Roma ci sono 336 par­roc­chie (più qual­che cen­ti­naio di isti­tuti reli­giosi) il dato però non è par­ti­co­lar­mente esaltante.
Comun­que se ne sta par­lando. Dal Vati­cano mon­si­gnor Vegliò (pre­si­dente del Pon­ti­fi­cio con­si­glio per i migranti) informa che verrà pub­bli­cato un docu­mento per le Con­fe­renze epi­sco­pali di tutto il mondo «che cerca di dare una solu­zione pra­tica e con­creta» al richiamo di Fran­ce­sco. La stessa cosa stanno facendo i vescovi ita­liani riu­niti a Firenze per il Con­si­glio epi­sco­pale per­ma­nente, che si con­clude oggi.
«Cer­che­remo le vie più sicure e pra­ti­ca­bili per cor­ri­spon­dere all’appello del papa», dice il car­di­nale Angelo Bagna­sco. Domani, quindi, si dovreb­bero cono­scere le linee guida della Cei.

Fonte: il manifesto 

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