La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 2 ottobre 2015

Il governo all’Europa: l’Italia è Ogm free

di Eleonora Martini
«Le richie­ste di esclu­sione di tutto il ter­ri­to­rio ita­liano dalla col­ti­va­zione di tutti gli Ogm auto­riz­zati a livello euro­peo» sono arri­vate ieri sul tavolo della Com­mis­sione euro­pea. Il mini­stro Mau­ri­zio Mar­tina lo comu­nica uffi­cial­mente e Bru­xel­les con­ferma: l’Italia, come altri 15 Stati mem­bri e quat­tro regioni, vuole diven­tare Ogm free. Ban­dendo così pra­ti­ca­mente la col­ti­va­zione del mais gene­ti­ca­mente modi­fi­cato dal cuore dell’Europa. Unica pecora nera, la Spagna.
Il governo ita­liano, tra­mite il tito­lare delle Poli­ti­che agri­cole, di con­certo con il mini­stro dell’Ambiente, Gian Luca Gal­letti, e della Salute, Bea­trice Loren­zin, ha inol­trato le otto richie­ste — una per cia­scun tipo di Ogm da ban­dire — in appli­ca­zione della diret­tiva Ue appro­vata all’inizio dell’anno che per­mette agli Stati mem­bri di vie­tare al pro­prio interno la col­ti­va­zione degli orga­ni­smi gene­ti­ca­mente modi­fi­cati il cui uso è stato già appro­vato da Bru­xel­les (come la varietà di mais 810 della Mon­santo) o è in via di appro­va­zione (come altre sette tipo­lo­gie di mais).
«È un gran­dis­simo risul­tato per il nostro Paese — esulta il mini­stro Gal­letti — è una bat­ta­glia che abbiamo fatto in Con­si­glio Ambiente durante il seme­stre euro­peo e che abbiamo vinto, modi­fi­cando la diret­tiva euro­pea». Anche Green­peace incassa il risul­tato di anni di bat­ta­glie e trat­ta­tive. E la Col­di­retti con­ferma che la richie­sta pro­viene dal basso: secondo un’indagine Ixè, «quasi 8 cit­ta­dini su 10 (76%) si oppon­gono oggi al bio­tech nei campi». Con­te­sta invece il metodo, la Con­feuro, la con­fe­de­ra­zione di asso­cia­zioni e sin­da­cati libe­rali euro­pei che, senza entrare nel merito, parla però di deci­sione «presa in senso uni­la­te­rale, senza il coin­vol­gi­mento di tutti gli attori che com­pon­gono il set­tore pri­ma­rio». «L’Italia proi­bi­sce gli Ogm ma li importa, favo­rendo le mul­ti­na­zio­nali con­tro i nostri scien­ziati», fa notare però l’Associazione radi­cale Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.
Fino all’entrata in vigore della diret­tiva euro­pea 2015/412 dell’11 marzo scorso, appro­vata nel corso della pre­si­denza ita­liana dell’Ue, erano nove i Paesi che ave­vano già noti­fi­cato for­mal­mente alla Com­mis­sione euro­pea l’intenzione di met­tere al bando le col­ti­va­zioni: Austria, Croa­zia, Fran­cia, Gre­cia, Unghe­ria, Let­to­nia, Litua­nia, Olanda e Polo­nia; e una Regione, la Val­lo­nia, in Bel­gio. «Ma risulta che stiano arri­vando noti­fi­che anche di Cipro, Dani­marca, Ger­ma­nia, Slo­ve­nia, Bul­ga­ria e di altre tre Regioni: Sco­zia, Gal­les e Irlanda del Nord», rife­ri­sce Fede­rica Fer­ra­rio, respon­sa­bile Cam­pa­gna agri­col­tura soste­ni­bile di Green­peace Ita­lia. E così, a vie­tare gli Ogm sul pro­prio ter­ri­to­rio sareb­bero 15 Paesi e 4 Regioni, pari a oltre il 65% della popo­la­zione dell’Unione euro­pea e a più del 66% della terra col­ti­va­bile. Ma altri Paesi, pre­vede Green­peace, potreb­bero aggiun­gersi prima della sca­denza di domani, 3 otto­bre. «In sostanza, si tratta di gran parte della terra (esclusa quella spa­gnola) col­ti­va­bile a mais», aggiunge Ferrario.
Finora però in Ita­lia e altri otto Paesi (Austria, Bul­ga­ria, Fran­cia, Ger­ma­nia, Gre­cia, Unghe­ria, Lus­sem­burgo e Polo­nia) le col­ture dell’unica varietà Ogm già auto­riz­zata a livello con­ti­nen­tale, la Mon810, erano state bloc­cate dalla cosid­detta «clau­sola di sal­va­guar­dia». «Adesso — con­clude Fer­ra­rio — dob­biamo bloc­care l’approvazione delle altre sette varietà di mais modi­fi­cato in attesa di appro­va­zione, e rive­dere com­ple­ta­mente il pro­cesso di valu­ta­zione dei rischi e di auto­riz­za­zione degli Ogm a livello euro­peo. È un impe­gno che il Com­mis­sa­rio Juc­ker aveva preso a luglio 2014 e ora deve mantenere».
Rimane però, come fa notare l’Associazione Luca Coscioni, la que­stione delle impor­ta­zioni: «I mini­stri — osser­vano Filo­mena Gallo, Roberto Defez e Marco Cap­pato — evi­den­te­mente fanno finta di igno­rare e nascon­dono il fatto che l’Italia con­ti­nua imper­ter­rita ad impor­tare oltre 4 milioni di ton­nel­late di soia Ogm, ed a que­sta si aggiunge l’importazione anche di un miliardo di euro di mais estero (in parte Ogm). Gra­zie alle ini­zia­tive gover­na­tive aumen­te­ranno i volumi e la spesa per le impor­ta­zioni di man­gimi Ogm, dai quali dipende la pro­du­zione dei nostri ali­menti tipici e di più alta qua­lità». Que­ste scelte del governo, con­clu­dono, «rap­pre­sen­tano degli ogget­tivi regali offerti alle mul­ti­na­zio­nali del set­tore per­ché raf­for­zano situa­zioni di mono­po­lio legando le mani agli unici com­pe­ti­tori cre­di­bili: gli scien­ziati pub­blici euro­pei ed italiani».

Fonte: il manifesto 

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