La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 2 ottobre 2015

Rottamazione? No, antiquariato. Vorrebbero la vita di Renzi in diretta

Intervista a Carlo Freccero di Micaela Bongi
Mar­tedì sera Mat­teo Renzi ha assi­cu­rato, diret­ta­mente a Bianca Ber­lin­guer, che lo ha inter­vi­stato per il Tg3 da lei diretto, di non voler cac­ciare nes­suno, non è il suo mestiere e la Rai deve essere indi­pen­dente. Caso chiuso? Mac­ché. Il con­dut­tore di Bal­larò, Mas­simo Gian­nini, dice al Fatto che «se si smor­zano i toni è un bene». Ma poi­ché è stato pro­prio il pre­mier a aprire la cam­pa­gna con­tro il talk, descrive così i ripe­tuti attac­chi degli ultimi giorni da parte Pd, com­presi quelli di Michele Anzaldi che ha indi­cato la porta alla diret­trice del Tg3: «E’ come quando il cac­cia­tore scio­glie la muta dei cani — dice Gian­nini — parte subito la cac­cia: si sca­te­nano tutti quelli che intorno e al di sotto del pre­si­dente del Con­si­glio si sen­tono tito­lati a spa­rare su chi fa tele­vi­sione in modo sgra­dito». E così subito si è ria­perta la cac­cia a Giannini.
Anche Carlo Frec­cero, ora nel nuovo cda di viale Maz­zini, spera che le acque si siano pla­cate, «ma io vedo che con­ti­nua il bom­bar­da­mento». Men­tre Renzi vor­rebbe «una Rai della nazione che rac­conti che è tutto bello, vuole l’Eiar».
Frec­cero, ora i ren­ziani pro­te­stano per­ché Gian­nini avrebbe offeso Anzaldi e dicono che per «la Costi­tu­zione c’è un limite alle espres­sioni rivolte a un rap­pre­sen­tante del popolo».
"Dovreb­bero sapere che la Costi­tu­zione tutela la libertà di espres­sione. Ma forse vor­reb­bero abo­lirla come in Unghe­ria. Qui siamo all’antiquariato della comunicazione."
Anzaldi sostiene che la man­canza di plu­ra­li­smo sul Tg3 è cer­ti­fi­cata dai dati dell’Osservatorio di Pavia.
"Sostiene che il Pd è sovra­rap­pre­sen­tato per­ché lo spa­zio è distri­buito tra la mag­gio­ranza e la mino­ranza del par­tito, e così le vere oppo­si­zioni sareb­bero sacri­fi­cate. Ma è in corso la tra­sfor­ma­zione del Par­tito demo­cra­tico, che nel nome ricorda ancora la sini­stra, nel Par­tito della nazione, un par­tito di cen­tro. Cosa fa allora la diret­trice di un tele­gior­nale? Dare conto di que­sta lique­fa­zione era l’unica cosa da fare, oltre­tutto stiamo par­lando del periodo estivo e di un tele­gior­nale legato alla sto­ria della sini­stra. La Jena ha scritto «E’ morto il comu­ni­smo, è morto Ingrao, lascia­teci almeno il Tg3». Vor­rei ricor­dare a Anzaldi, che ha appro­fit­tato della dif­fi­coltà di fare un tg, che un tele­gior­nale deve anche resti­tuire la sua memo­ria sto­rica. A meno che Anzaldi non volesse rac­con­tare ogni giorno le vacanze di Renzi. Biso­gnava fare la tele­le­cro­naca della vita del pre­mier come fa il suo por­ta­voce Filippo Sensi? Anzaldi, come uno sta­li­ni­sta puro, ha appro­fit­tato di que­sti dati per chie­dere la testa di Bianca Ber­lin­guer, che ha anche un cognome che dà l’orticaria. Dice che Renzi ha vinto, ma non ha vinto niente. Ha vinto le euro­pee, la lotta nel par­tito, ma non le ele­zioni poli­ti­che. E ha perso per­ché non ha capito che la gente è infelice."
E comun­que se anche Renzi le avesse vinte, le ele­zioni poli­ti­che, la tele­cro­naca delle sue vacanze sarebbe un po’ eccessiva…
"Vor­reb­bero una Rai di un con­for­mi­smo totale, Anzaldi è un demo­cri­stiano che vor­rebbe ripor­tare la Rai agli anni ’50. Renzi voleva la rot­ta­ma­zione, invece fanno anti­qua­riato per tor­nare allo spea­ker che rac­conta le ceri­mo­nie d’inaugurazione. Ecco il nuovo che avanza: Renzi-Fanfani. Avevo par­lato pro­prio sul mani­fe­sto di fan­fa­ni­smo digi­tale. Invece ora siamo pro­prio al Fan­fani ana­lo­gico, in bianco e nero. E per colpa loro si è rotta l’empatia che Renzi aveva con la sua audience. Un errore cla­mo­roso, con­tro­pro­du­cente, dan­noso. C’è una mostra a Mon­te­ci­to­rio sulle tri­bune poli­ti­che, forse que­sta cosa ha ecci­tato Anzaldi. Ma pur­troppo oggi con la Rete non è più pos­si­bile, mi dispiace per Anzaldi che esi­bi­sce i docu­menti dell’Osservatorio di Pavia, nato nel 1994, come se si trat­tasse della Carta dei diritti umani."
Renzi ha detto nes­sun «editto bul­garo, quello lo ha fatto Berlusconi».
"Renzi è un figlio di Ber­lu­sconi. La mamma è la Mar­ghe­rita, a cui appar­tiene anche Anzaldi. Renzi è un giovane-vecchio demo­cri­stiano, per cui tutto ciò che è di sini­stra deve essere can­cel­lato. Con il suo pro­getto dell’uomo solo al comando deci­derà tutto il diret­tore gene­rale della Rai e noi mem­bri del con­si­glio d’amministrazione non con­te­remo più nulla."
Del resto secondo Vini­cio Peluffo, capro­gruppo del Pd nella com­mis­sione di vigi­lanza Rai, le sue «spro­po­si­tate» parole su Renzi dimo­strano che i con­si­glieri con que­sto sistema non sono auto­nomi, visto che il suo vero intento sarebbe quello di fare da sponda ai 5 Stelle.
"Io mer­co­ledì ero ai fune­rali di Pie­tro Ingrao, Peluffo non l’ho visto. Io fac­cio la sponda ai 5 Stelle? Allora lui fa la sponda a Ver­dini. Ma si legga Alfredo Rei­chlin: «La poli­tica non si può ridurre a mer­cato o a lotte di potere tra le persone»."

Fonte: il manifesto 

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