La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 26 febbraio 2016

L’insostenibile #omofobia del Parlamento

di Laura Bonaventura
Quello che rimarrà ai miei occhi del ddl Cirinnà, al di là di una legge mutilata, è lo spettacolo indecoroso del parlamento italiano. Un ddl così timido e ritardatario in una comunità composta da teste pensanti (non necessariamente brillanti) non dovrebbe essere nemmeno materia di discussione. Invece, in Italia, la politica è sempre pronta a scavare subito dopo aver toccato il fondo.
Alessandro Di Battista, in un’intervista rilasciata alla Stampa ad esempio, ha definito il DDL importante come altre venti leggi. La frase, buttata lì a fine intervista, sembra innocua, se non addirittura ragionevole. Ma per chi, a differenza di Di Battista, non gode giornalmente del privilegio eterosessuale non è affatto così.
Le unioni tra persone dello stesso sesso sono uno dei mezzi con cui si sta normalizzando agli occhi della società l’esistenza stessa dei diversi orientamenti sessuali. Questa non era una legge qualunque, questa era una riforma epocale. E i partiti, M5S incluso, hanno tutti perso il treno.
Un caso simile è la legge Fortuna-Baslini. L’introduzione del divorzio in Italia ha modificato per sempre la nostra percezione dei rapporti di coppia e famigliari e ci ha avvicinati di molto alla reale parità di genere. Le istanze della comunità LGBT, così come furono nel ’70 quelle dei divorzisti, riguardano la società tutta, perché fanno esplicito riferimento al tema universale della libertà sessuale, intesa come consensualità dei rapporti e titolarità del proprio corpo e della propria affettività. Se Di Battista fatica a comprendere il ruolo sociale e culturale che la comunità LGBT riveste oggi, forse è meglio che cambi mestiere…
Matteo Renzi, fedelissimo democristiano e perennemente ostaggio della monarchia vaticana, è notoriamente un sostenitore del Family Day. Vi partecipò a titolo personale (benché già presidente della provincia) nel 2007. Nove anni più tardi non partecipa ma dichiara di avere grande rispetto per tutte le manifestazioni, una posizione apparentemente neutrale, quasi libertaria. Il Family Day, però non è unarispettabile manifestazione. Le esternazioni di Massimo Gandolfini, neurochirurgo dal curriculum famigliare degno del libro Cuore, non ha mai nascosto la convinzione che omosessuali e transgender vadano sottoposti a cure riparative. La comunità LGBT ha alle spalle, e in alcuni Paesi continua a combattere, l’uso di cure psichiatriche, pene detentive, sterilizzazioni forzate e abusi sessuali con fini correttivi. Ma all’ultimo Family Day si è detto anche di più (se mai fosse possibile), fino a paventare l’esistenza di un complotto gay che vuole sessualizzare i bambini in modo da vendere più preservativi. Il rottamatore fiorentino, di fatto, avalla una manifestazione pacifica quanto il Ku Klux Klan. Ha ben poco di cui farsi bello col DDL Cirinnà e molto di cui vergognarsi.
Beatrice Lorenzin, preoccupata dall’affitto degli altrui uteri (su cui però non mi risulta che il ministro della sanità eserciti un diritto di proprietà) chiede che le unioni civili non siano equiparate al matrimonio. Lorenzin, per rafforzare il concetto, dichiara che lei stessa è in una coppia di fatto (e che ha tanti amici gay… saranno anche neri? così, per completare il quadro), perciò niente discriminazione. Dimentica però che grazie alla sua fortunata condizione di eterosessuale può contrarre matrimonio quando più le aggrada, cosa che gli omosessuali non possono fare. Quindi, di grazia, quali sarebbero i pari diritti che Lorenzin gentilmente concede? Questa sua esternazione, in realtà, è semplicemente figlia dell’idea che gli omosessuali siano sì tollerabili, ma non normali. Persone a cui manca un pezzo, incapaci di avere una vita affettiva e sessuale pienamente soddisfacente e perciò inadatti a contrarre pubblicamente matrimonio e formare una famiglia.
Infine, Angelino Alfano, l’uomo che tiene in scacco quel disastroso baraccone del PD.
"E’ stato un bel regalo all’Italia avere impedito che due persone dello stesso sesso, cui lo impedisce la natura, avessero la possibilità di avere un figlio. Abbiamo impedito una rivoluzione contronatura e antropologica."
Ad uso e consumo del Ministro e di quelli che la pensano come lui elenco alcune cose che mi sono state dette, spesso direttamente, in questi anni. Contronatura è certamente la più gettonata. A volte nelle varianti “ma come fai sesso?” oppure “ma quello che fai non è sesso vero.” Ammetto che al contrario degli omosessuali maschi mi è stato detto raramente “che schifo”, forse perché la categoria più cliccata su pornhub è “Lesbians”. Certo, “ogni tanto ti verrà voglia di c***o no?” e mi è stato chiesto se “in una relazione di coppia fai la donna o l’uomo”, perché evidentemente, alla tenera età di trent’anni, non sarei perfettamente cosciente della mia identità, compresa quella di genere. Mi sembra chiaro che nel momento in cui un politico come Alfano esterna la propria omofobia in maniera pubblica, come se stesse usando le parole più innocue del mondo, è inutile, ad esempio, discutere con lui di una legge anti-bullismo. Sbaglio?
Che in parlamento vi sia un florilegio d’ignoranza e vessazioni verbali nei confronti dei cittadini è già un fatto gravissimo. In questa sede però mi permetto di dare un consiglio anche agli eterosessuali alleati della comunità LGBT che in questi giorni hanno sfoggiato un fastidioso paternalismo, elargendo consigli come “accontentatevi” o spiegando i meccanismi democratici come si farebbe coi bambini dell’asilo (vedi Paola Taverna).
Nessuno è obbligato a sostenere le istanze LGBT. Non ci sarebbero stati, una volta approvato lo striminzito ddl Cirinnà, ricchi premi e cotillon per gli etero. Non ci sarebbero state nemmeno medaglie al valore e, a dirla tutta, con l’approvazione del maxi-emendamento è altamente improbabile che qualcuno vi ringrazi. Siamo persone maggiorenni e vaccinate, con una storia lunga sia come comunità che come movimento. Quello che portiamo avanti, in Italia e nel resto del mondo, è però una battaglia per tutti. Se non riuscite a capire questo, se non lo fate per preservare la vostra libertà, davvero non avete alcun buon motivo per sostenere la comunità LGBT, dato che fate un lavoro inutile da cui ricavate solo frustrazione, esattamente come quegli uomini che non capirono che il femminismo li riguardava da vicino e seguirono la corrente, venendone inevitabilmente travolti.
Non ci state facendo un favore, anzi, a ben vedere il favore lo stiamo facendo noi a voi, prendendoci tutte le vessazioni e discriminazioni che ne conseguono.
A buon rendere.

Fonte: qualcosadisinistra.it

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.