La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 24 settembre 2016

A Napoli decide il popolo non il governo

di Carlotta De Leo
«A Napoli decide il popolo e non il governo»: Il sindaco partenopeo, Luigi De Magistris, guida la protesta a Roma contro il commissariamento di Bagnoli. I manifestanti sono arrivati davanti a Montecitorio per chiedere l’immediata la bonifica dell’ex area industriale nella periferia di Napoli: «In piazza ci siamo tutti: cittadini, cassintegrati, immigrati, movimenti. Tutto questo era impensabile fino a qualche tempo fa, ma ora Napoli è unita - dice De Magistris che da tempo ha imbracciato un duello con il premier Renzi sul commissariamento - Questa è una mobilitazione popolare, pacifica, che terminerà appena termineranno gli abusi.
È l’agorà dei cittadini, la voce di Napoli che parla: la democrazia non si commissaria». La replica (a distanza) arriva dal governatore della Campagnia, Vincenzo De Luca: «Ho visto un cartello dei manifestanti, Bagnoli libera. Sono d’accordo. Ma libera da chiacchiere, dalla cialtroneria amministrativa, dal fumo che ha tenuto quel territorio meraviglioso bloccato e inquinato per 20-30 anni».
«Sono due anni che cerco di parlare con Renzi»
«Difesa dei territori dai commissariamenti»:questo c’è scritto sullo striscione che ha aperto il corteo che vuole chiedere «il ritiro immediato dell’articolo 33 della legge Sblocca Italia». «Il premier sono due anni che non lo riesco a vedere. Se lei può mettere una buona parola... Gli dice c’è il sindaco di Napoli che è un noto pacifista, difensore della costituzione e che da due anni cerca di spiegare questa e altre cose semplici al presidente del consiglio ma non riesce ad essere ricevuto» dice De Magistris a un cronista.
De Luca: «Dovremo andare a piedi a Pompei»
Le parole di De Magistris hanno acceso la polemica con il governatore campano De Luca: «Il governo ha nominato un commissario con una cabina di regia di cui fanno parte le istituzioni territoriali e democratiche che fa le scelte di merito. Le scelte non le fa dal commissario, anche io sarei contrario altrimenti. Il Comune di Napoli ha fatto ricorso e il Tar gli ha dato torto al comune, quindi c’è la cabina di regia in cui decidiamo tutti, c’è chi partecipa e chi decide di non andare. I cittadini poi decideranno chi ha ragione». De Luca, ricordando il governo ha deciso di investire a Bagnoli altri 270 milioni, ha detto che «dovremmo andare a piedi a Pompei per questo regalo e la sfida vera sarebbe di usare questi soldi. La Regione rischia di rimetterci 120 milioni perché per la cittadella dello sport e altre strutture dobbiamo rendicontare al 31 dicembre come sono stati spesi quindi noi dovremmo fare il collaudo e dire come li abbiamo spesi, altrimenti l’Ue ci chiede i soldi indietro. Non saremo in grado di fare la rendicontazione perché quegli impianti se ne stanno cadendo a pezzi e non è possibile fare il collaudo, quindi i 120 milioni chi li paga?»
Bagnoli al centro dello scontro politico
I manifestanti a Roma lamentano la palude amministrativa e la guerra politica: «È passato un anno dall’insediamento a Bagnoli del commissario Nastasi voluto da Renzi - spiegano gli attivisti al megafono - finora non abbiamo visto nessun risultato se non la sconfitta del Pd alle elezioni. Il sindaco di Napoli e il presidente del Consiglio hanno scelto Bagnoli come terreno del conflitto politico. Intanto a Bagnoli non è cambiato niente, le spiagge sono inaccessibili e non balneabili, si continua a morire di tumore e i residenti vivono ancora negli stessi disagi immediati».
«Chi ha inquinato deve pagare»
Il corteo è partito da piazza di Torre Argentina e ha sfilato lungo via di Torre Argentina per raggiungere piazza del Pantheon, piazza Capranica ed è entrato a piazza di Montecitorio, dove è rimasto in presidio, con la folla che urlava «Renzi via da Napoli» e «Chi ha inquinato deve pagare». Inevitabili i disagi sul traffico della città: lunghe code si registrano a Lungotevere, via Marmorada. via Merulana e nelle strade a ridosso del centro storico.

Fonte: La Repubblica 

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