di Vermelho
La lotta politica dei lavoratori acquista dimensione decisiva quando supera le tradizionali rivendicazioni economiche e settoriali, i sindacati assumono la propria dimensione politica e reagiscono agli attentati contro i lavoratori e i diritti sociali. Questa dimensione si rafforza nell’unità dei lavoratori in lotta per “nessun diritto in meno”, che cresce in presenza delle minacce del governo illegittimo di Michel Temer. L’azione unitaria dei lavoratori e delle centrali sindacali non è mai stata così importante.
La lotta politica dei lavoratori acquista dimensione decisiva quando supera le tradizionali rivendicazioni economiche e settoriali, i sindacati assumono la propria dimensione politica e reagiscono agli attentati contro i lavoratori e i diritti sociali. Questa dimensione si rafforza nell’unità dei lavoratori in lotta per “nessun diritto in meno”, che cresce in presenza delle minacce del governo illegittimo di Michel Temer. L’azione unitaria dei lavoratori e delle centrali sindacali non è mai stata così importante.
L’impostazione storica della lotta dei lavoratori è la difesa dell’azione dello Stato e del governo per promuovere lo sviluppo con valorizzazione del lavoro e distribuzione del reddito. E la non accetazione di cambiamenti che rafforzano il grande capitale e la speculazione finanziaria legata alla rendita.
La forza crescente dei lavoratori sarà riaffermata nella grande manifestazione unitaria convocata da otto centrali sindacali (CTB, CUT, Força Sindical, UGT, CSB, NCST, CSP-Conlutas, Intersindical) per giovedì 22 settembre. Sarà il Giorno Nazionale di Paralisi in difesa dei diritti e contro le riforme delle relazioni di lavoro e della previdenza che il governo golpista vuole imporre.
Questo giorno di lotta avviene poco dopo la divulgazione di dati negativi del Ministero del Lavoro, che rivelano la crudeltà del costo del colpo di Stato promosso dalla destra e dai conservatori. Il costo che l’intrigo golpista ha imposto al paese e ai lavoratori è stato di 1,5 milioni di posti di lavoro formali e una caduta accentuata del reddito medio dei lavoratori che è passato da R$ 2.725,28 (1 real=0,27 €) nel 2014 a r$ 2.655,60 nel 2015, secondo la Relazione annuale di informazioni sociali (Rais).
I lavoratori e le centrali sindacali reagiscono contro la situazione catastrofica che il colpo di Stato parlamentare ha provocato. In una nota firmata da tutte le centrali per convocare la manifestazione (intitolata “Lavoratori uniti in difesa dei diritti sociali e del lavoro”), esse denunciano il tentativo del governo Temer di scaricare il costo della crisi economica “sulle spalle della classe lavoratrice”. E respingono qualsiasi cambiamento delle leggi sul lavoro come quelle che vogliono fare prevalere la negoziazione su ciò che è stabilito per legge, e la vasta terziarizzazione che rende precarie tutte le attività professionali, prevista dalla PLC 4330 cheaggredisce gravemente i diritti dei lavoratori.
“I lavoratori non accetteranno di perdere diritti storici conquistati com molte lotte e sacrifici”, dice la nota unitária. E prosegue: “Difendiamo un progetto nazionale di sviluppo incentrato sulla ripresa della crescita economica, con la creazione di posti di lavoro e ristribuzione di reddito”. Ed in fine celebra l’unità della classe lavoratice “fondamentale per bloccare l’agenda regressiva in atto. Nessun diritto in meno!”.
Articolo pubblicato su Vermelho
Traduzione di Teresa Isenburg

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