La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 10 settembre 2016

Tre domande sul voto che sta facendo tremare la Germania

Intervista a Anna Stiede e John Malamatina di Giansandro Merli
Il risultato del voto in Mecklenburg-Vorpommern ha prodotto un terremoto politico in Germania e in Europa: il partito razzista Alternative für Deutschland ha ottenuto il 20,8% delle preferenze, secondo solo al Partito Socialdemocratico (30%), ma davanti alla CDU di Merkel, che non ha superato il 19%. Abbiamo intervistato Anna Stiede (precaria, attivista di Interventionistische Linke) e John Malamatina (giornalista e scrittore free lance, attivista di Beyond Europe).
Nonostante il Mecklenburg-Vorpommern sia un piccolo land con 1.3 milioni di elettori, tutti i partiti politici attribuiscono una grande importanza a questa tornata elettorale. Angela Merkel aveva definito queste elezioniSchicksalswahl, "voto del destino". Perché questo risultato locale ha una rilevanza nazionale così grande?
"È tipico dei politici chiamare “destino” qualcosa che, nei fatti, è il risultato delle politiche neoliberali che producono disparità sociale. Quindi sì, le elezioni in “Meck-Pomm” - come chiamiamo questa regione in Germania - hanno una grande rilevanza per il panorama politico tedesco (e non solo per quello istituzionale). Due importanti motivi che riguardano la sfera istituzionale sono le prossime elezioni locali del 18 settembre, a Berlino, e le elezioni nazionali del prossimo anno. La principale ragione sociopolitica è che oggi Meck-Pomm è uno degli stati federali più poveri. Dopo la caduta del muro, la svendita della Germania dell'Est e le privatizzazioni, importanti elementi propulsivi dell'economia - come il porto di Rostock sul mare Baltico - si sono depotenziati. Trattandosi di uno stato federale povero della Germania dell'Est, in cui i problemi sociali sono estremamente concreti, l'establishmentpolitico era molto nervoso. Quando parliamo di movimenti di estrema destra e nazisti, però, è fondamentale non riprodurre la stigmatizzazione della Germania dell'Est. Sì, in molte regioni dell'“hinterland orientale” non c'è un clima sociale rassicurante. I membri della band militante "Feine Sahne Fischlet", hanno realizzato una campagna antifascista precedente alle elezioni, denunciando come in molti villaggi in Meck-Pomm si trovino soltanto i poster elettorali dell'NPD (il partito nazista) o quelli AfD (Alternative für Deutschland). I risultati, però, devono essere visti come un prodotto del clima politico generale che crea esclusione sociale.
In generale, il voto può essere descritto da tutti i partiti come Schicksalswahl: la crescita di AfD in Meck-Pomm dimostra definitivamente che anche sul terreno politico tedesco può attecchire un partito populista di destra. Dopo risultati molto buoni in Baden-Wütternberg e Saxony-Anhalt, le stime di questa formazione alle prossime elezioni generali si aggirano intorno al 15%. Le più grandi paure degli altri partiti, e specialmente di Angela Merkel, sono state confermate. Negli ultimi anni, movimenti di destra di ogni tipo e stile sono diventati di moda in tutto il mondo. Pensiamo agli USA con Donald Trump o alla Francia con il Front National di Marine Le Pen. Ora anche la Germania si è unita definitivamente a quel club di paesi che vivono una crisi del sistema politico classico, una crisi dei grandi partiti.
Nelle ultime elezioni generali Angela Merkel ha raggiunto il 41,5% (+7,9%) e ha dimostrato una grande forza, aumentando il suo potere nel bel mezzo della crisi. Da allora, specialmente dopo le misure sulla cosiddetta “crisi dei rifugiati”, è stata messa sotto pressione. Gli attacchi del partito gemello, la CSU di Horst Seehofer, sono diventati più aggressivi e gli elettori stanno fuggendo verso la nuova stella nascente chiamata Alternative für Deutschland. Anche i socialdemocratici (SPD), il partito verde (B90) e il partito della sinistra (Die Linke) hanno perso voti nei confronti di AfD. Nella discussione parlamentare successiva al voto, Angela Merkel ha difeso la sua politica sui rifugiati e come risposta politica all'AfD ha affermato: “La Germania rimarrà la Germania, con tutte le cose che per noi sono preziose”.
Tutti i grandi partiti hanno perso voti e potere nelle ultime quattro elezioni regionali. Non c'è da meravigliarsi che Merkel abbia ricevuto una specie di shock, perché gli ultimi risultati elettorali degli stati federali dell'est hanno interrotto l'egemonia dei conservatori sia nei vecchi paesi della DDR che in generale. Con uno sguardo verso le elezioni nazionali del prossimo anno, i politici dei partiti tradizionali dovranno affrontare un avversario politico reale. La coalizione conservatrice CDS/CSU non raccoglie più tutti i voti della destra."
Ripercorriamo le principali tappe che hanno portato AfD dalla nascita nel 2013 al risultato di domenica scorsa. Quali discorsi hanno dato forma a questa organizzazione? Quali connessioni mantiene con il crescente clima xenofobo tedesco? A quale composizione sociale indirizza principalmente il suo messaggio?
"L'AfD beneficia ancora dal suo mito fondatore, a lungo nebuloso. È stato creato come un club di euroscettici in stile accademico, con una grande partecipazione di esperti di finanza ed economisti che vogliono influenzare la politica tedesca ai tempi dell'eurocrisi. Già allora l'egoismo nazionalista era presente nel partito, ma ora ha ottenuto l'egemonia interna, sebbene ancora dietro l'immagine da buon borghese che l'ex leader Bernd Lucke aveva costruito. Dietro quest'immagine si sono raccolti cittadini arrabbiati della classe media e, lentamente, un numero crescente di poveri. In tutta la Germania. Ciò è stato più facile anche perché AfD non è stato definito da subito come il più grande partito razzista.
Del resto, gli stereotipi razzisti sono ben presenti nella società tedesca di oggi. E c'erano anche prima della crisi. Questi stereotipi sono parte di un sistema di valori che ha spostato a destra grossi pezzi di popolazione. In molti casi, l'agenda dello Stato ha sostenuto questa dinamica. Le politiche di AfD sono concentrate in maniera molto forte anche su temi “familisti” basati su un antifemminismo e un conservatorismo che, come riportano vari articoli, si stanno diffondendo. Specialmente tra gli elettori di sesso maschile. La richiesta per l'autorizzazione della grande “marcia contro l'aborto”, che si tiene ogni settembre sotto lo slogan "1.000 croci", quest'anno è stata presentata dai politici di AfD, che sostengono la mobilitazione. Non dobbiamo dimenticare che gli elettori di AfD rappresentano in larga parte il “piccolo uomo tedesco”.
Parallelamente vediamo una vera svolta a destra nelle strade, con Pegida e altri eventi di destra, e “nella notte”, con oltre 600 attacchi contro abitazioni di migranti. La situazione sta diventando sempre più buia in generale, perfettamente completata dalla repressione dello Stato contro migranti e rifugiati. Mentre ancora non c'è stata alcuna reale risposta istituzionale all'ascesa dell'estrema destra."
Uno dei punti politici centrali di AfD è un deciso anti-europeismo. Come può un simile discorso avere consenso nel paese che più degli altri ha dato forma all'architettura economica e politica dell'UE e che ha tratto i maggiori benefici a lungo termine dall'introduzione dell'euro e perfino dalla cosiddetta “crisi del debito”?
"Le politiche di austerità tedesche portano benefici alla Germania: questo è evidenziato chiaramente dai giganteschi surplus di bilancio degli ultimi anni (numeri presentati dall'istituto Ifo). Ma i benefici che hai menzionato non vengono redistribuiti tra le persone. La crisi sociale è già in Germania: casa, lavoro dipendente, infrastrutture sociali ed educazione vivono seri problemi. Un fatto interessante che riguarda la particolare composizione giovanile della BRD (la Repubblica Federale Tedesca) è che, a differenza delle persone degli stati federali dell'ovest, la popolazione tedesca dell'est pativa una situazione di crisi sociale già 25 anni fa. Per loro, non è un'esperienzanuova, come per gli altri.
Ormai è ovvio che il mantra di Merkel “Lo faremo!” è esaurito: negli ultimi anni di crisi AfD, mano nella mano con altri movimenti reazionari, sta costruendo uno spazio di di ricomposizione delle destre. Alle paure e alle preoccupazioni concrete dei tempi di crisi e di guerra questi soggetti stanno rispondendo con le spiegazioni più primitive. E stanno toccando argomenti che hanno prodotto un grande spostamento a destra della società tedesca di oggi, soprattutto a causa delle politiche della grande coalizione, e di partiti come i verdi o perfino del partito della sinistra. Hanno imposto trasversalmente i temi relativi a politiche securitarie, politiche migratorie, repressione sociale e militarizzazione interna ed esterna. La risposta dei partiti politici all'ascesa di AfD rimane quella dell'adattamento dell'agenda, che ci mette al centro di un pericoloso ciclone.
Per la sinistra extra-parlamentare i compiti principali per il momento rimangono: non andare nel panico gridando all'apocalisse nazista, ma comprendere questa pericolosa situazione politica; essere cauti e sviluppare strategie efficaci per opporsi ad AfD e agli altri rapresentanti conservatori. Secondo noi, questo significa da un lato occupare di nuovo la questione sociale articolando un nostro programma di trasformazione sociale e di organizzazione politica. Dall'altro, continuare a cercare sempre nuove vie per affrontare direttamente gli eventi e le apparizioni di questo partito razzista, sessista e omofobo, ovunque si faccia vedere e costantemente in rapporto alla critica di tutta la sfera politica, di cui questa formazione populista è solo la propaggine più estrema. Del resto, criticare va bene, ma quello che ancora ci manca è una visione positiva. Al momento, alcune buone iniziative della sinistra radicale sono il coordinamento queerfemminista e antifascista sotto lo slogan “Femministe senza frontiere” e la campagna “Il nazionalismo non è un'alternativa”."

Fonte: dinamopress.it 

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