La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 30 settembre 2017

Perché va fermata la laurea honoris causa al ministro dell'Interno

di Nicola Fratoianni 
Non passa giorno che il mondo delle università italiane non sia squassato da notizie sempre più negative. Diminuiscono i laureati, diminuiscono gli iscritti agli atenei del nostro paese, aumentano le facoltà in cui è sempre più difficile accedere, e rimangono sempre al palo le risorse necessarie per il diritto allo studio e per garantire a tutti e a tutte le pari condizioni di accesso. Una pesante ipoteca sul futuro del nostro paese.
Situazione resa ancor più grave dalle indecorose camarille e cricche baronali per le carriere accademiche e per i pochi posti di lavoro e di ricerca disponibili.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, è la conferma che le sciagurate politiche del centrodestra (Moratti & Gelmini remenber?) e mai contrastate fino in fondo dal centrosinistra prima, e dal Pd poi, di completo definanziamento e taglio selvaggio delle risorse per il sistema superiore di formazione non hanno guarito gli atenei italiani dalle malattie.
È la conferma che i comportamenti virtuosi non sono premiati dall'impoverimento dell'università e della ricerca, anzi. È proprio quando cresce la penuria di risorse o si limitano le opportunità che i furbetti di ogni genere hanno la meglio.
E di fronte a tutto ciò, emerge sostanzialmente la paralisi del mondo della politica, incapace di un'azione rinnovatrice all'interno delle mura delle nostre università. Eppure energie e intelligenze disponibili a voltare pagina ci sono.
Quelle energie e quelle intelligenze che probabilmente non ne possono più dell'ipocrisia.
Quell'ipocrisia incrostata nei corridoi e nelle stanze di tanti atenei.
E arrivo al dunque: sono passati 10 anni da quando l'allora ministro dell'università del governo Prodi, il nostro Fabio Mussi, assurse alle cronache dell'epoca, scandalizzando baroni e benpensanti, bloccando l'allegra fabbrica delle lauree ad honorem per i Vip, politici o sportivi o manager che fossero.
Sembra un secolo eppure siamo sempre lì.
Non si aggrediscono i mali delle università, si preferisce piuttosto organizzare una bella cerimonia con il Vip di turno.
È per questo che mi rivolgo al ministro dell'Interno Minniti e alla titolare del dicastero di viale Trastevere.
Che senso ha allora, l'ho appreso poche ore fa, che l'università per stranieri di Perugia decida di conferire all'attuale ministro dell'Interno una laurea honoris causa in relazioni internazionali?
La forza nel corso dei secoli degli Atenei è sempre stata la ricerca continua del sapere e l'autonomia dal potere politico, sempre e comunque.
E francamente, leggendo le motivazioni di questo atto, questo spirito appare ben poco.
Alla ministra dell'Istruzione, titolare ultima del potere di autorizzazione del conferimento della laurea, chiedo di reintervenire sui criteri per le lauree honoris causa, e di non firmare un atto relativo a un suo collega di governo. I nostri atenei hanno bisogno di ben altro, di questi tempi.
Al ministro Minniti, che ben conosce la distanza di opinioni che abbiamo su molte questioni del suo dicastero, e a cui riconosco comunque intelligenza e acume (oltre all'ironia) un consiglio: rifiuti gentilmente questa laurea, peraltro è già laureato e non ne ha certo bisogno ....

Fonte: Huffington Post 

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