di Ugo Marani
Il 15 settembre 2008 la banca d’investimento Lehman Brothers annuncia di volersi avvalere delle procedure del Bankrupty Code dichiarando debiti bancari per 613 miliardi di dollari e debiti obbligazionari per 155 miliardi, dando inizio alla più vistosa bancarotta del capitalismo moderno e ai giorni che portarono, negli Stati Uniti dapprima e in tutto l’occidente successivamente, alla più grande operazione di salvataggio della storia. Quegli avvenimenti, sia pure con notazioni critiche e accentuazioni diverse, sono stati ricostruiti nella loro drammatica completezza da una letteratura oramai sterminata che dell’accaduto ha approfondito responsabili, il sistema bancario e finanziario, espedienti, l’universo dei derivati finanziari, condotte, l’opacità e l’assenza di trasparenza nella gestione aziendale. A distanza di dieci anni, al sentimento di indignazione pubblica e alla minuziosità delle indagini rivelatrici pare subentrare un mesto ritorno dell’indagine economica a canoni tradizionali: sarebbe necessario, tuttavia, che le indagini che nell’ultimo decennio sono state condotte ci aiutino a capire quanto da quelle vicende è mutato e quanto, invece, ha mantenuto caratteri di continuità.
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