La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 4 marzo 2017

Adam Smith, la teoria classica e i due referendum della Cgil

di Roberto Romano
La finalità della Carta dei diritti, così come dei due referendum proposti dalla Cgil su appalti a voucher, è quella di ripristinare il diritto liberale: il contratto tra datore e prestatore di lavoro non è uguale ai normali rapporti tra contraenti, avendo invece un contenuto e una ratio speciale, derogatoria, perché le due parti in causa sono, per definizione, in posizione di disparità sostanziale. Il diritto del lavoro si configura in effetti come diritto “diseguale”, cioè tendente a riportare un minimo di equilibrio tra parti dotate di diverso potere nella conclusione del contratto e nella conduzione del rapporto. Le norme che regolano il rapporto di lavoro hanno, dunque, una funzione specifica, accettata dalla scienza giuridica e riconosciuta altresì dalla giurisprudenza: assicurare una parità sostanziale, almeno nei rapporti giuridici, tra soggetti che si trovano invece in una condizione di disparità.
Sostanzialmente, la tutela del contraente debole ha anche riflessi sociali generali, favorendo lo sviluppo di una società sana, fondata sul lavoro (come prevede la Costituzione) ed economicamente autosufficiente. Ma la tutela del contraente debole costituisce anche un baluardo giuridico contro lo sfruttamento, la diseguaglianza, le vessazioni, il ricatto. La tutela del lavoratore serve a garantire una serie di condizioni che in nessun modo possono essere considerate come privilegi o eccessi di tutele, ma costituiscono la base del nostro ordinamento giuridico (si vedano, tra gli altri, gli articoli 1, 2, 3 e 4 della novella Costituzione) e i fondamenti di una società civile ed evoluta: si tratta della dignità, dell’eguaglianza sostanziale, della libertà di scelta e di autodeterminazione.
I presupposti economici
Sebbene la cornice giuridica sia fondamentale, dobbiamo valutare le proposte della Cgil anche in senso economico. In soccorso, per comprendere la ragione economica dei referendum e della Carta dei diritti, possiamo utilizzare alcune categorie classiche e in particolare quelle utilizzate da Adam Smith. Sebbene questi utilizzi le categorie del lavoro contenuto e del lavoro comandato per spiegare la teoria del valore, schiudendo una riflessione importante, trattata successivamente da molti economisti – per esempio, Ricardo, Marx e Sraffa –, il significato economico e di struttura produttiva (storico) delle due categorie non dovrebbe essere ricondotto solo alle stesse.
Al netto del lavoro contenuto che Smith associa allo stato primitivo di un sistema economico, la merce (acquistata) che comanda lavoro rappresenta qualcosa di più della pura teoria del valore. Dovremmo considerare e analizzare il senso economico e dinamico del salario di sussistenza degli economisti classici. Indiscutibilmente, remunera la pura riproduzione del lavoro, ma la riproduzione del lavoro cambia nel tempo e, quindi, comanda lavoro (merce) sempre diversa. Il come, il che cosa si produce sono lo specchio fedele della crescita – evoluzione – di un sistema economico.
Vale il principio di Smith quando sostiene che il valore di scambio di un bene è proporzionale alla quantità di lavoro necessaria per produrla, a cui si deve aggiungere il profitto e la rendita in una società capitalistica, ma dobbiamo pur considerare che: 1) una persona (società) è ricca o povera nella misura in cui può permettersi di godere dei piaceri della vita; 2) lo scambio dei beni e servizi prodotti proviene da diversi settori, che mutano e cambiano contenuto tecnologico assieme al salario di sussistenza.
Se il sistema produttivo non riesce ad agganciare la domanda che cambia nel tempo, cioè il valore del salario di sussistenza è interpretato come puro costo di produzione, il sistema produttivo ed economico arretra rispetto ai salari di sussistenza che in altre aree economiche si manifesta. Le implicazioni economiche e di struttura del ragionamento di Smith sono enormi. Se in libera concorrenza un settore produttivo non può offrire ai master manufacturers un rendimento maggiore di quello di altri settori per un periodo di tempo troppo lungo, vuol dire che il flusso degli investimenti rappresenta la famosa “mano invisibile” degli stessi master manufacturers, cioè la mano degli imprenditori che investono nei settori più dinamici e remunerativi.
Il concetto di prezzo naturale dei classici e di Smith in particolare non è altro che una rappresentazione per spiegare – comprendere – il concetto di prezzo naturale, e perché al di sotto di questo prezzo naturale non c’è riproduzione del capitale. Forse, la mano invisibile e il prezzo naturale sono due istantanee utilizzate da Smith per rappresentare lo sviluppo economico che cambia nel tempo. Capitale, lavoro, profitto e salario di sussistenza evolvono e cambiano nel tempo e, quindi, il lavoro comandato dalla merce non può avere lo stesso contenuto. Un lascito un po’ trascurato del lavoro di Smith.
Quindi, la produzione, gli investimenti e il salario non sono fenomeni che richiamano l’allocazione scarsa dei fattori di produzione, piuttosto sono lo specchio fedele dello stato di salute di un sistema economico nel suo complesso. La via giuridica adottata dalla Cgil con la Carta dei diritti è l’altra faccia della medaglia della via economica che sarebbe necessaria per affrontare correttamente la crisi che affronta il lavoro. I classici sono sempre stati di grande aiuto, e lo sono ancor di più in questa campagna elettorale referendaria.

Fonte: rassegna.it 

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