La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 4 marzo 2017

LottoMarzo. Non solo mimose. Sciopero globale

di Luna Moltedo
#LottoMarzo. È l’hashtag che circola in queste ore e che annuncia, tra le altre cose, uno sciopero delle donne il prossimo mercoledì 8. Le ragioni della protesta non sono difficili da intuire. Basta aprire un quotidiano o ascoltare un radiogiornale per capire quanto siamo indietro sui diritti e quanti femminicidi sono all’ordine del giorno. Non più solo mimose. L’8 marzo di quest’anno sarà una giornata di sciopero globale delle donne e mobilitazione attraverso un’astensione reale dal lavoro per manifestare il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme. Le donne, dunque, si asterranno quel giorno dal lavoro e anche dalla cura, cioè dal lavoro in casa e per i figli.
Alcuni sindacati di base (Usi, Slai Cobas per il sindacato di Classe, Cobas, Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sgb) hanno proclamato per l’8 marzo lo sciopero generale di ventiquattr’ore. Flc-Cgil, la federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil, ha convocato lo sciopero per otto ore.
È uno sciopero globale, a cui hanno aderito quaranta Paesi del mondo, (anche la Women’s March di Washington), in cui ogni donna singolarmente, ma anche ogni categoria professionale e sindacale deciderà in che modo esprimersi. C’è chi lo sciopero lo farà nel modo classico, cioè astenendosi dal lavoro (in Italia hanno già aderito le sigle Cgil della scuola e della funzione pubblica), c’è chi farà assemblee nei propri luoghi di lavoro, chi parteciperà a cortei, flash mob, chi letture in piazza, ognuna a suo modo.
In Italia lo sciopero è indetto da #nonunadimeno la rete che ha organizzato la manifestazione del 24 novembre scorso, a Roma, contro il femminicidio.
L’iniziativa è stata lanciata dalle donne argentine e di tutto il Centro e Sud America che stanno lavorando alla costruzione di una rete internazionale, con scambi quotidiani attraverso i social network ma anche riunioni vere e proprie.
I motivi per scioperare, o comunque per farsi sentire, sono tanti: dalla disparità dei salari e precarizzazione del lavoro femminile al mobbing subito dalle neomamme, ad esempio. Tutti fatti all’ordine del giorno. Che ciascuno di noi tocca con mano.
Di contro, bisogna anche dire che iniziative come questo sciopero rischiano di mancare il bersaglio se si limitano a momenti più o meno celebrativi/ rivendicatori.
Bisognerebbe portare nel lavoro, nella vita quotidiana e nelle sue dinamiche interne una visione alternativa del mondo e delle relazioni umane.
Fare rete significa impegnarsi tutti insieme a trasformare la mentalità dominante, non solo degli uomini, ma delle donne stesse, spesso complici – altrettanto spesso inconsapevoli – di quella cultura che le penalizza.
Gli scioperi, le marce, i flash-mob, i movimenti, ben vengano ma ciò che conta è ricordarsi dei motivi che le animano anche nei giorni successivi, con azioni e scelte personali concrete.

Fonte: ytali.com

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