La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 26 giugno 2017

Rodotà, la dignità umana come conquista


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di Gianni Ferrara
Stefano Rodotà incorporava i profili più alti della persona umana: quello dello scienziato, quello del combattente per i diritti, per le libertà, per la democrazia.
Li ha incorporati senza mai che uno dei due prevalesse sull’altro.
Sapeva congiungere l’uno all’altro mirabilmente.
E lo sapeva perché è stata l’onestà intellettuale dello scienziato che lo ha incitato a motivare il forte impegno politico, ininterrotto, mai rassegnato, mai scalfito da delusioni o sconfitte.
Fare scienza giuridica senza essere attratto dall’ideologia sottesa all’oggetto o pervasa nell’oggetto, senza cedere all’autorità del grandi maestri, pur riconoscendola, o alle secolari elaborazioni dei giudici, pur comprendendole, storicizzando l’una e le altre, senza recedere di un solo centimetro a fronte delle particelle di verità che la tradizione tramanda, è compito enorme. Rodotà lo ha assolto, tutto intero lucidamente, incontestabilmente.
Penso tra i tanti, a Il terribile diritto, il suo libro sulla proprietà privata, che è di critica alla proprietà privata, al mercato per la proprietà privata. Di critica alla riduzione, che faceva intravedere, al dominio della proprietà privata di tutto quel che la civiltà umana aveva accumulato, poteva e doveva accumulare per umanizzare i rapporti umani. La lettura di quel libro dimostrava che partendo da altra cultura politica, quella liberal-democratica, si giungeva a conclusioni analoghe a quelle che ricavavamo dalle nostra, quella marxista, su un tema centrale dei rapporti umani.
Dimostrava che la scienza giuridica, se vera scienza, poteva rivelare verità.
Penso a quel gioiello che colma una grave lacuna di storia della cultura giuridica in Italia intitolato Diritti e libertà nella storia d’Italia ed alla distinzione operata da Rodotà tra le tre figure che definisce, quella del «borghese, maschio, maggiorenne, alfabetizzato, proprietario» dell’Italia liberale, quella del «cittadino asservito» dell’Italia fascista, quella del cittadino che lotta per l’attuazione della Costituzione e che ha iniziato e conduce questa lotta senza rassegnarsi e senza soste pur dopo le sciagurate conseguenze del liberismo. Penso a Il diritto ad avere diritti e che, a ricordarlo, è uno lascito importante di Rodotà. È un libro che si può definire rivoluzionario della scienza del diritto. Trasforma la concezione del giuridico. Non è più la norma al centro degli ordinamenti, ma la persona e la sua dignità. La dignità umana, come questione, come aspirazione e come conquista: ecco il tema, l’assillo di Rodotà. Perché la ha concepita come fondamento, ragione ed essenza dei diritti. Non la dignità astratta di qualche proclamazione ma quella che si congiunge alla soggettività della persona, sì la dignità sociale. È un rovesciamento di posizione, di collocazioni nei rapporti reali di forze reali, di culture diffuse e via via dominanti, di andamenti vissuti nel quotidiano delle donne e degli uomini che segnerebbe o almeno preconizzerebbe l’avvio di una Rivoluzione globale a vastissima estensione. Accenno a questi temi per segnalare quel che ci viene a mancare e che non potrà non diventare oggetto della teoria giuridica se non degraderà la cultura del nostro Paese.
Questi principi, questi valori, questi obbiettivi Rodotà volle che diventassero politici. Non ha smesso mai di proclamarli, sostenerli, dimostrarli, non ha smesso mai di misurarsi nella lotta politica per almeno iniziare a realizzarli. Io lo ricordo come presidente di uno strano gruppo parlamentare, quello della sinistra indipendente, composto da personalità della cultura di sinistra con … diversissime concezioni della sinistra. Nell’azione parlamentare Rodotà riuscì a coordinare mirabilmente e a mediare tra le diverse sensibilità. All’autorità della sua cultura, aggiungeva, di suo, le «virtù repubblicane». Ci mancherà, mancherà all’Italia, mancherà all’Europa. Al dominio della proprietà privata
Originale: ilManifesto.it
Fonte: https://ilmanifesto.it/rodota-la-dignita-umana-come-conquista/

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