di Giorgio Cremaschi
Un sondaggio commissionato dalla CGIL delinea il porto delle nebbie ove
si è incagliata la democrazia italiana. Una maggioranza schiacciante
della popolazione esprime un giudizio senza appello sulla Unione Europea
e sull'Euro. Essi ci hanno danneggiato economicamente e ci impongono
regole che distruggono le nostre libertà. L'80% degli intervistati la
pensa in questo modo e la vicenda greca ne ha rafforzato le convinzioni.
Nello stesso tempo però si è anche rafforzata la maggioranza di chi non
vuole cambiare nulla e teme il salto nel buio di ogni rottura con le
istituzioni europee e con la moneta unica. Stiamo perdendo e
continueremo a perdere sia sul piano delle condizioni di vita che della
stessa democrazia, ma non abbiamo alternative alla resa. La
rassegnazione alla inevitabilità del peggioramento delle proprie
condizioni di vita e di libertà, assieme al timore a reagire, sono il
brodo di coltura di ogni operazione autoritaria. Operazione a cui il
sistema economico politico che chiamiamo Europa è perfettamente
funzionale.
Oramai è evidente che nella Unione Europea un solo
parlamento è sovrano, cioè può decidere sulla base dei mandati ricevuti
da chi lo ha eletto, ed è ovviamente quello della Germania. Tutte le
altre assemblee dei rappresentanti, seppure in diversa misura, sono
sottoposte al vincolo della compatibilità delle proprie decisioni con
quelle delle istituzioni europee. Spesso gli europeisti ingenui spiegano
che il male dell'Europa sarebbe l'unione monetaria in assenza di una
unione politica. È una sciocchezza. L'attuale sistema europeo è prima di
tutto un sistema politico ove si prendono decisioni politiche. La
scelta di affamare e poi sottomettere la Grecia ad un memorandum
devastatore e anche antieconomico, come ricorda l'insospettabile Fondo
Monetario Internazionale, è stata squisitamente politica. Il sistema di
potere europeo doveva punire il governo che aveva osato contrastarlo e
ancora di più il popolo, che con oltre il 60% aveva detto no ai suoi
diktat. Giusto quindi il paragone con il trattato di Versailles, che per
ragioni politiche nel 1919 impose alla Germania dei vincoli
insostenibili sul piano economico. Non è dunque vero che l'Europa
politica non esista e che bisognerebbe costruirla per contrastare lo
strapotere dei mercati. L'Europa politica esiste, è quella che ha
schiacciato la Grecia e che le ha imposto un governo coloniale. L'Europa
politica esiste: è un protettorato della Germania che adotta le
politiche di austerità prima di tutto perché esse servono all'interno
del paese guida. I salari dei lavoratori tedeschi sono compressi da
anni, se c' è un paese dove ingiustizie sociali e corruzione son
cresciuti a dismisura questo è proprio la Germania. Le classi dirigenti
tedesche han bisogno come il pane dell'austerità, prima di tutto per
controllare il proprio popolo e per questo devono poi imporla a tutta
l'Europa. Le istituzioni, i trattati, la gestione concreta del potere
europeo sono la costituzionalizzazione delle politiche liberiste di
austerità in tutto il continente.
La moneta unica a sua volta è
il veicolo materiale delle politiche di austerità, non è separabile da
esse, come ci ha ricordato il ministro tedesco Schauble. Ma la moneta
unica ha anche una enorme funzione ideologica. Se nel sistema
autoritario europeo vediamo delinearsi il più pericoloso attacco alla
democrazia dal 1945 ad oggi, nell'ideologia della moneta unica vediamo
risorgere i mostri dell'identità razziale. L'euro è sempre più venduto
come una moneta razzista. Chi la possiede, o anche senza possederne sta
in uno stato che l'adotta, vive nella parte giusta del mondo. L'euro è
la moneta dei ricchi e austeri popoli del Nord, non vorranno i
fannulloni e corrotti meridionali abbandonarla per finire in Africa?
Questo il messaggio subliminale della minaccia di Grexit rivolta al
governo Tsipras, che di fronte ad essa, invece che raccogliere la sfida,
si è arreso. L'Euro è la moneta dei popoli superiori e quelli inferiori
devono perciò meritarla. Come stupirci che di fronte a questo
eurorazzismo distillato dalle élites e dai mass media, poi ci siano
coloro che fanno i pogrom contro i migranti? Tutto si tiene.
Il
ricatto contro i popoli, o euro e austerità o l'Africa, finora ha
funzionato anche perché le principali correnti politiche di governo se
ne sono fatte portatrici. Le grandi famiglie democristiana e
socialdemocratica sono al governo in tutta Europa e l'unico governo
estraneo ad esse, quello di Syriza, è stato per l'appunto umiliato.
D'altra parte le borghesie nazionali non esistono più, in particolare
nei paesi debitori come Italia, Spagna Grecia. I resti dei vertici delle
classi imprenditoriali di questi paesi sono oramai parti e appendici
del sistema finanziario multinazionale. Si delinea così la vera Troika
che governa l'Europa, che si regge su tre gambe. Quella della Germania,
quella delle borghesie europee transnazionali, quella del sistema di
potere dei partiti popolare e socialdemocratico. È un potere ed un
progetto politico europeo quello che ha massacrato e usato come cavia la
Grecia. Un potere che vuol governare l'Europa con austerità e liberismo
e per questo è disposto a cancellare molto della democrazia. Non tutto?
Certo sino ad ora, ma come insegna la storia quando si imbocca la via
autoritaria non si sa mai dove ci sia il punto di arresto. Un fascismo
bianco liberaleggiante e tecnocratico, o uno brutale e apertamente
razzista? Nella Germania del 1930 non si poteva prevedere cosa sarebbe
successo. Ma i mostri son già tutti in campo e la loro fabbrica sta nel'
umiliazione della democrazia contenuta in ogni atto del sistema
politico europeo.
La vicenda greca ci consegna un lezione
chiarissima. Questa Europa non è riformabile, o la si accetta così come è
sperando che non esageri in dittatura. Oppure si organizza la
resistenza per rompere la moneta unica e tutto il sistema politico UE e
ricostruire su nuove basi la democrazia e lo stato sociale. Tertium non
datur.
Proprio di questa sua irriformabilità il sistema di potere
europeo a trazione tedesca ha finora fatto largo uso per vincere tante
battaglie. O mangi sta minestra o salti dalla finestra sta oramai
scritto nella bandiera azzurra stellata che sventola nei pubblici
edifici. Ma se, come sempre è avvenuto nel passato, fosse proprio
l'irriformabilità del potere la causa della sua sconfitta finale? Su
questo devono contare le resistenze alla Troika che si stanno
organizzando in ogni paese.
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