La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 1 ottobre 2016

Clima: che aspetta l’Italia a ratificare l’Accordo di Parigi?

di Luca Martinelli

È “doveroso che l’Italia si affretti a ratificare l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico”. L’appello al governo è della Coalizione clima, che preme affinché entro dieci giorni anche il nostro Paese aggiunga il proprio nome alla lista di quelli europei che hanno fatto proprio l’impegno assunto nel dicembre scorso nel corso della COP21, che impegna i membri delle Nazioni Unite a ridurre le emissioni per mantenere entro un grado e mezzo l’aumento medio delle temperature mondiali.
“Per consentire la ratifica comunitaria già decisa dai leader nel vertice di Bratislava, occorre, infatti, che gli Stati membri che non hanno ancora ratificato l’accordo raggiunto alla COP21 di dicembre 2015 si affrettino a farlo. Francia, Ungheria, Austria, Slovacchia hanno già firmato; in Germania la ratifica è in calendario per la prossima settimana. In Italia, per ora, ci siamo fermati all’annuncio del presidente del Consiglio e del ministro dell’Ambiente” spiega la Coalizione.
Attualmente l’Accordo di Parigi è stato ratificato da 61 Paesi, che rappresentano il 47,79% delle emissioni. Mentre il numero dei Paesi necessari per l’entrata in vigore (55) è stato superato, manca ancora la ratifica di Paesi che rappresentino un ulteriore 7% delle emissioni di gas serra. Dal momento che l’Unione Europea rappresenta il 12%, con la ratifica europea l’Accordo di Parigi potrebbe entrare in vigore (30 giorni dopo che le condizioni per l’entrata in vigore si siano determinate).
“La ratifica è un indispensabile atto di serietà che consentirebbe alla Conferenza ONU sul Clima di Marrakech, in programma dal 7 al 18 novembre, di mettersi a lavorare davvero per l’attuazione del trattato” specifica la Coalizione clima, che all’esecutivo italiano chiede però anche un impegno specifico: “L’Italia deve dotarsi di una strategia e di piani di decarbonizzazione, e in questo contesto dotarsi anche di una nuova Strategia Energetica Nazionale. Il Governo ha più volte annunciato provvedimenti in tal senso (Green Act) ma ora questo atto di indirizzo è diventato assolutamente necessario e deve informare tutte le politiche, a cominciare da quelle economiche, energetiche e industriali”. L’esecutivo si appresta a discutere la legge di Stabilità 2017, e anche quello sarà un banco di prova: l’Italia sarà capace di dire “stop” ad ogni sussidio diretto ed indiretto alle fonti fossili; sarà capace di entrare appieno nella “Civiltà solare”, cui è dedicato il libro di Gianluca Ruggieri e Fabio Monforti?


Fonte: Altreconomia 

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