La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 30 aprile 2016

La ostile presa del potere di Trump. Seconda parte

di Serge Halimi
Il mondo sociale e culturale dei Bennett è molto lontano da quello di Trump. La famiglia di Ann Bennett possiede una vecchia piantagione di 800 ettari vicino alla piccola città universitaria di Auburn, famosa per la sua squadra di football americano. Suo marito gestisce la tenuta e organizza battute di caccia al cervo. La loro fede Battista orienta la loro esistenza e struttura molto del loro tempo. Secondo il loro punto di vista, la politica richiede competenza ed esperienza. Senza voler esprimere mancanza di rispetto, i Bennett difendono una limitata forma di governo Jeffersoniana, che rispetta scrupolosamente il decimo emendamento della costituzione degli Stati Uniti (5), il potere locale e le tradizioni rurali del Sud.
E ora vedono un miliardario divorziato due volte che si è lanciato verso la cima del loro partito; la sua vita privata è stata “appicicata” su tutti i giornali scandalistici, e, soltanto pochi anni fa, faceva lo spaccone nel ring della lotta libera (wrestling) a fianco delle modelle che indossavano vestiti attillati.
Sebbene non abbia mai avuto una carica elettiva, annuncia alla televisione che se dovesse diventare presidente, non avrebbe alcuno scrupolo di ordinare ai soldati americani di infrangere le leggi che li ostacolano, e contesterebbe vari accordi commerciali senza preoccuparsi dell’appoggio del Congresso. Ann Bennett ammette di essere triste e confusa: “Non possiamo fare nulla per fermarlo. E non siamo certo l’establishment, ma questa non è la prima volta che New York e il nordest ci travolgono.”
Suo marito, in precedenza amministratore delegato alla Eastman Kodak, esprime la sua preoccupazione per l’uso fatto da Trump della parola “regno” durante un dibattito, riferendosi alla presidenza di George W. Bush. A Bennett, che è appassionato di storia – specialmente della Guerra Civile – e della bandiera Sudista, non piace che il GOP si inchini ad Abramo Lincoln. Il lapsus di Trump fa sì che Bennett pensi fin troppo prontamente agli eserciti sudisti del Grande Emancipatore (Abramo Lincoln).
Come reagiscono i sostenitori di Trump del Sud circa questo mucchio di sospetti? Dianne Jay che abbiamo incontrato ad Auburn, ha sempre votato per il partito Repubblicano, come la sua famiglia. Porta nella sua borsetta una pistola Smith & Wesson 38 e non legge il giornale locale perché lo considera troppo di sinistra. E’ seccata dalla definizione di “arrabbiati” che si dà dei sostenitori di Trump. Crede che sia, piuttosto un movimento di Americani privati dei diritti civili, disimpegnati, che hanno perduto la fiducia nel sistema Repubblicano, nel sistema Democratico. Non ho mai avuto fiducia nel sistema Democratico perché i suoi membri sono corrotti. L’establishment Repubblicano sembra pensare che Trump somigli troppo a un operaio anche se è un miliardario. Però lo ha meritato. E’ una persona che agisce non una persona che chiacchiera . Il nostro establishment ha parlato, parlato, parlato.” I leader del partito hanno unito le loro forze per bloccare la strada a Trump, dice Dianne, e di conseguenza è saltato fuori un movimento di opposizione: “Come diceva Mike Huckabee – e a me piace molto il governatore Mike Huckabee – sono molto fortunati che questa ribellione contro l’establishment e il clientelismo nel GOP venga fatta con i voti invece che con le pallottole.”
‘Ci chiamano il paese che vediamo solo dall’aereo’ * (fly-over coutry)
“Voti e pallottole” ricorda un famoso discorso del 1964 dell’attivista nero Malcolm X. Anche se a Dianne Jay non piace la definizione, la sua animosità verso i Repubblicani al Congresso sembra rabbia. “Odio vedere che spaccano il partito in un momento in cui dobbiamo unirci contro Hillary Clinton. E credo che regalerebbero questa elezione a Hillary Clinton piuttosto che essere scoperti per quello che sono, che far vedere che cosa accade all’interno: il lobbismo, gli accordi […] quello che mi piace di Donald Trump è il fatto che si finanzi la sua campagna e che non abbia alcun interesse speciale. […] Il leader della maggioranza al Senato, Mitch McConnel, prende oltre 1 milione di dollari all’anno. Paul Ryan, il presidente della Camera dei Rappresentanti, prende quasi 900.000 dollari all’anno. Hanno molto da perdere se qualcuno arriva e dice: Ok, taglieremo il superfluo.”
Anche se è ostile a Trump, il Signor Bennett ha sentimenti analoghi verso quella che chiama la banda di Wall Street: “Entrambi i partiti sono controllati da ricche culture che hanno un orientamento urbano. Ci chiamano il paese che si vede solo dall’aereo. Pensano che soltanto le loro leggi siano importanti. Nella crisi del 2008 avremmo dovuto lasciarla bruciare. Un sacco di corruzione sarebbe stata sradicata. Sarebbe stato difficile, ma avremmo dovuto farlo.”
Lunedi 29 febbraio, a Opelika, in una ex fabbrica di bottiglie, vicino ad Auburn, il Partito Repubblicano della contea ha tenuto il suo incontro e cena annuale. Il primo di questi eventi, nel 1994, aveva attirato soltanto 40 partecipanti; questa sera ce ne sono più di 300. Dopo il giuramento alla bandiera e una preghiera, il locale membro del Congresso, Mike Rogers, cerca di rispondere alle accuse di collusione e di corruzione fatte contro i suoi colleghi di Washington. I sostenitori di Trump e Cruz accusano i Repubblicani del Congresso, malgrado abbiano la maggioranza alla Camera, di non avere ribaltato nessuna delle più importanti decisioni del Presidente: la riforma sanitaria (Obamacare), l’accordo nucleare con l’Iran, la moratoria per l’espulsione di alcuni migranti – quando questo era quello per cui erano stati eletti. Sono stati così corrotti dal sistema che sono ora membri di quello che Cruz definisce “il Cartello di Washington”? Roger fa notare che è necessaria una maggioranza di due terzi per annullare un veto presidenziale, e raccomanda ai presenti di moderare la loro impazienza: “Nell’ultimo anno di quella amministrazione socialista, non riusciremo a concludere molto. Il nostro compito è di assicurare che non vengano fatte più delle brutte cose da parte dell’amministrazione socialista. […] Dateci un presidente Repubblicano e la primissima legge che metteremo sulla sua scrivania sarà una revoca dell’Obamacare. Poi la Doodd-Frank (la riforma di Wall Street voluta dall’amministrazione Obama, n.d.t.), e assicureremo che questa amministrazione socialista sia soltanto un brutto ricordo.
Come mai, in una zona con forte elettorato evangelico, Trump ha potuto vincere così facilmente? In passato, Dianne Jay ha appoggiato Huckabee, un ex pastore Battista e difensore dei tradizionali valori della famiglia. Ora Dianne sta tifando per un proprietario di casinò che bestemmia come un turco e parla della sua anatomia sessuale alla televisione. Non ha problemi a dare una spiegazione di quello che chiama i newyorchismi di Trump: “Donald Trump è favorevole alla vita, è contrario all’aborto, vuole la preghiera nelle scuole, le tradizioni che vuole ritornino. E ’il più tradizionalista che è in circolazione. E se lo guardate, vi accorgerete che rappresenta il sogno americano che si è realizzato. E la sua famiglia si è rivelata meravigliosa. OK, si è sposato tre volte. Reagan si era sposato più di una volta, ed era un attore e ha avuto delle relazioni extra coniugali. E se si cominciano a scagliare pietre, il Senato sarebbe davvero lapidato.”
Trump è stato capace di creare un legame solido e diretto con i suoi sostenitori:
900.000 di questi, compresa Dianne Jay, ora ricevono i suoi frequenti messaggi sui loro cellulari. Lungi dal preoccuparli, le critiche e le rivelazioni fatte da molti media, sembrano soltanto confermare il loro appoggio. “Ho fiducia in Trump,” dice Dianne Jay. “Non ci deve guadagnare niente. Abbiamo bisogno di un uomo d’affari. Ha una bella famiglia e 10 miliardi di dollari.”
‘L’immigrazione ha lanciato Trump’
La perdita dei posti di lavoro, le aziende che si trasferiscono all’estero, i salari bassi, l’identità religiosa del paese che sta cambiando, la percezione dell’incapacità dello stato federale di controllare i suoi confini, la paura del futuro: quasi tutto ci riporta all’immigrazione (6). “L’immigrazione è il problema che ha lanciato Donald Trump,” dice il Signor Bennett. “Nessuno voleva toccarlo. Lui ne ha parlato. Le scuole erano sovraccariche di immigrati. Non viene permesso di controllare la loro condizione. Non so se è una cosa pratica costruire il muro, dobbiamo rendere sicuro il confine. E Obama ha aperto il confine. La gente è stanca di questo problema e i due principali partiti non lo toccano perché temono che il voto degli Ispanici potrebbero essere il voto che decide il risultato dell’elezione presidenziale.
Molti timori convergono dietro il successo di Trump. Da pochi giorni in Alabama si sente parlare di cellule terroriste che si infiltrano negli Stati Uniti arrivando dal Messico dato che i tunnel sotto il confine sono usati per fare entrare tonnellate di droga; un esercito straniero che potrebbe fare appello a 12 milioni di migranti. Fin dall’elezione di Obama nel 2008 e dalla sua rielezione nel 2012, gli strateghi e i sondaggisti Repubblicani hanno ripetutamente messo in evidenza che questa fissazione è pericolosa per le prospettive del loro partito e che nessuno candidato può vincere senza una parte consistente del voto degli Ispanici.
Ann Coulter, una giornalista sobillatrice fissata con l’immigrazione, ha deplorato il fatto che l’attuale composizione demografica degli Stati Uniti, che è meno bianca di quando Jimmy Carter e Walter Mondale erano opposti a Reagan, Carter avrebbe vinto nel 1980 e Mondale 4 anni dopo. In ogni caso, la Coulter che sostiene Trump, dice di avere fiducia nelle sue possibilità. Tuttavia, sembra che Trump si rivolga ora a un settore ancora più piccolo dell’elettorato statunitense, in gran parte bianco e maschile. In novembre la Clinton potrebbe diventare la scelta predefinita delle minoranze etniche e di Wall Street, delle femministe e del libero scambio, della Goldman Sachs e dello status quo. Avrebbe una sola missione, un unico mandato: fermare Trump.
Se una tale coalizione dovesse vincere, non resterebbe unita a lungo, e non dovrebbe: la campagna di Bernie Sanders ha rivelato che questa intesa fa parte di un modello debole. Alcuni elementi importanti del linguaggio di Sanders che fustiga la corruzione del sistema politico statunitense, sono stati adottati da Trump e da Cruz.
Cruz reputa anche che “ I Repubblicani sono altrettanto cattivi. I Repubblicani, troppi di loro, sono strettamente associati con Wall Street e con gli interessi, e i lobbyisti e le grosse aziende che considerano tutti l’immigrazione illegale come lavoro a buon mercato. E quindi entrambi i partiti precari.” Riguardo ai trasferimenti delle compagnie commerciali, agli affari a livello internazionale e al libero commercio, non è sempre facile distinguere tra un sostenitore di Trump e uno di Sanders. Diana Jay è stata l’unica a fare spontaneamente riferimento a un breve video che è circolato ampiamente online e che l’ha fatta infuriare: su questo il capo di Carrier, un appaltatore di United Technology, dice ai suoi 1.400 impiegati di Indianapolis che la produzione si sta trasferendo in Messico (7) per continuare a essere competitiva e a proteggere l’azienda nel lungo termine.” Questa notizia è stata inserita nella campagna di Trump. E i lavoratori, compresi i membri dei sindacati, ascoltano quello che dice.
Sin dall’inizio di questa campagna, l’elettorato Repubblicano ha espresso preferenze esattamente opposte a quelle dei suoi ex-presidenti, della maggioranza dei suoi rappresentanti eletti, e dei finanziatori e consulenti del partito. Nessuno di questi rinuncerà facilmente a tutto quello che ha costituito la loro identità politica fin dagli anni di Reagan, e della quale hanno abbondantemente approfittato. La guerra civile repubblicana forse è soltanto appena cominciata.

* l’espressione fly-over country indica le parti degli Stati Uniti che si trovano tra la costa est e la costa ovest, cioè alle parti interne che si sorvolano durante i viaggi intercontinentali e che anche degli americani non vedono mai da vicino (n.d.t.)

(1) Come la maggior parte degli stati nella zona. Vedere Benoît Bréville, “Why Georgia isn’t on Obama’s mind”, [Perché la Georgia non è nella mente di Obama], Le Monde diplomatique, English edition, ottobre 2012.

(2) Mitchell Zuckoff (e Mark Geist), 13 Hours: the Inside Account of What Really Happened in Benghazi [13 ore: il resoconto dall’interno di che cosa accadde realmente a Bengasi],Twelve Books, New York, 2014.

(3) Playboy, Chicago, marzo 1990.

(4) Il 1° Marzo 2016, Trump ha ottenuto il 43.4% nelle primarie in Alabama; Cruz, il 21.1%; Rubio, il 18.7%; Carson, il 10.2%.

(5) “I poteri non delegati agli Stati Uniti dalla Costituzione, né proibiti da essa agli stati, sono riservati rispettivamente, agli Stati o alla gente.”

(6) E’ stato a causa della sua posizione circa questo problema che il 28 febbraio il Senatore dell’ Alabama Jeff Sessions è diventato il primo membro del Senato degli Stati Uniti che ha dato il suo appoggio a Trump.

(7) “Carrier Air Conditioner (fa parte della United Technologies) ha trasferisce 1,400 posti di lavoro in Mexico”, YouTube.com, 11 febbraio 2016.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Le Monde Diplomatique
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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