La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 19 maggio 2016

State sereni

di Giuseppe Civati 
Messaggio rivolto a tutti coloro che tuittano più o meno sempre le stesse cose. Se siete convinti che il Pd abbia rispettato il suo programma elettorale, quello delle elezioni e delle stesse primarie. Se siete convinti che a sinistra vada tutto bene così. Se siete così sicuri di vincere sempre: state sereni e in bocca al lupo. Se siete convinti che abbia sbagliato a lasciare il Pd perché così non conto niente, sappiate che la mia scelta non è stata dettata da un calcolo, ma dalla necessità di non dare il mio «sì» a cose in cui non credo. Se è una scelta svantaggiosa, sinceramente, non me ne frega niente.
Se pensate che abbia atteso per chissà quale ragioni, sappiate che ho atteso perché ho sperato che qualcun altro condividesse con me quello che leggete qui da sempre, ma evidentemente non è accaduto. E a un certo punto non aveva più senso rimanere in quelle condizioni. Mesi e mesi a farmi prendere in giro da quelli tipo Scanzi, solo perché dicevo che così non avrebbe retto, quella che qualcuno chiama ancora ditta (sic) e che a me dispiaceva non poterci stare più.
Se siete convinti che non conti nulla, peraltro, non perdete tempo con me: un po’ come non sono stato considerato prima e come non sono stati considerati gli elettori che cercavo di rappresentare dopo le primarie del Pd. Perché le minoranze devono solo obbedire e basta, giusto? E essere un po’ insultate e mortificate, anzi, asfaltate, no?
Se pensate che sia amico di Toti e magari anche di Berlusconi e di Verdini (ah, no, scusate, ho fatto confusione), pensatelo pure. Poi però pensateci bene a quello che pensate.
Se pensate che sia uscito per far perdere il centrosinistra, ricordatevi che il centrosinistra non c’è più, da un bel po’. C’è un’altra cosa, a cui è legittimo non prendere parte. Se qualcuno poi ne è entusiasta, auguri.
Se pensate che per contrastrare il trasformismo che ha connotato tutta questa legislatura, avrei dovuto assecondarlo a mia volta, rimanendo in un gruppo che dal mio punto di vista si è clamorosamente trasformato, sostenendo un governo di cui non mi fido, vi sbagliate: non sono certo io il promotore di questo trasformismo, al massimo ne sono il risultato. E solo perché sono stato fermo a cose scritte a carattere cubitali nei nostri programmi elettorali e nella nostra storia. Noioso, avete ragione. Se tutto cambia intorno a te, alla fine passi tu per trasformista. Giusto. Per quello che ha cambiato gruppo, mentre è cambiato il gruppo, diciamo così.
In ogni caso gli insulti, i toni, il linguaggio che molti di voi usano mi confermano che ho fatto benissimo. E che questo non è più per me il partito a cui ho dedicato molto tempo, da cui ho ricevuto molto e a cui sono riconoscente.
Un’unica cosa: non ho paura dei capi che menano fendenti tutti i giorni, figuriamoci se mi preoccupano i violenti che si incontrano occasionalmente sul web. Per strada, peraltro, l’accoglienza, da giorni, è molto buona. E sembrano quasi tutti molto felici di incontrarmi. Ma probabilmente sono fate morgane.
Avete vinto voi, non ve ne frega se le persone se ne vanno, anzi, quasi ve ne rallegrate, tanto sono pochissimi, dite, quelli come me, però poi se non votano il Pd vi fanno perdere? E quindi dovrebbero votare il Pd anche se non vogliono per nessun motivo farlo, tanto da volere uscire dal Pd. Vi rendete conto che non ha senso?
Da ultimo, e sia detto con il dovuto rispetto, non sono uscito dal Pd per Raffaella Paita, per i brogli e per la leggerezza con cui è stata affrontata quella vicenda e nemmeno per l’amicizia che mi lega a Luca Pastorino, sono uscito per le riforma del Lavoro, della Scuola, della Costituzione, della legge elettorale, dello Sblocca Italia, per le parole e per il linguaggio (che sono importanti) e poi sì anche per quello che sto vedendo in queste Regionali e da mesi in questo partito, in aula e fuori.
Se lo vedo solo io, tutto questo, non c’è problema. Non ho chiesto nulla, non ho nulla da perdere. Ma non potete chiedermi di non fare quello in cui credo e di fare qualcosa di diverso da voi, come non lo impedisco a voi. Sarebbe illiberale, che ne dite? E sarebbe un po’ astioso, da parte vostra, e dovreste capirlo, visto che date a me dell’astioso, verso non so bene cosa. Personalmente sto bene, proprio bene, con me stesso.
State sereni anche voi.

Fonte: civati.it

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