La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 5 agosto 2016

Il debito come priorità dell'agenda politica: il laboratorio sociale di Massacritica

di Vincenzo Benessere
Massacritica, il processo nato il 5 settembre del 2015 a Napoli, è una scommessa che movimenti, sindacati di base, comitati associazioni e singoli hanno fatto con l’impavido obiettivo di riappropriarsi del diritto di decidere sulla propria vita e sul proprio territorio. L’esperimento riguarda anche la reale possibilità di allargare quelle maglie che, attraverso il linguaggio e l'agire, i movimenti hanno tessuto troppo strette per essere comprese e condivise da gran parte della società. Negli ultimi anni Napoli ha vissuto una felice proliferazione di occupazioni a scopo culturale, sociale ed abitativo ed anche una ipersensibilizzazione popolare rispetto all’azione democratica diretta.
Fenomeni sicuramente legati all’aggravarsi delle condizioni di indigenza delle classi subalterne non solo cittadine, nonché alla devastazione perpetrata a danno dei territori e della salute delle persone che li abitano, e che hanno fatto della regione Campania un caso negativamente emblematico. Questo è l’humus sociale da cui Massacritica trae origine.
Le pratiche di Massacritica: #decidelacittà
Massacritica in questi 9 mesi di attività ha sperimentato tavoli di lavoro, assemblee aperte cittadine, assemblee degli abitanti per ogni municipalità, momenti di audit pubblico ancora attivi su questioni cruciali per la città: Porto, Acqua, Debito. La modalità portante di Massacritica è l’esercizio della trasparenza nei processi vivi che esistono in città: si esce dai luoghi classici della decisione, fatti di stanze dei bottoni e prassi torbide e si va in piazza, nelle municipalità, si pianifica insieme agli abitanti dei quartieri, si mettono in discussione i metodi classici della decisione: #decidelacittà significa tutto questo. Gli abitanti decidono sui loro quartieri, si preoccupano sia del quotidiano che della progettazione del Porto o della gestione dell’acqua. Due momenti importanti sono stati il 21 maggio e il 6 luglio, quando in piazza San Domenico, si sono svolte due assemblee molto partecipate sul programma da attuare dopo le elezioni amministrative. In questa fase la città ha partecipato direttamente delle decisioni che verranno prese: dalla composizione della giunta ai temi cruciali per tutta l’area metropolitana. Parallelamente a questa nuova dimensione decisionale va considerato in maniera sostanziale che Massacritica non è un luogo neutrale. Il DNA di Massacritica, che è anche espressione della somma dei movimenti di base che ne fanno parte, appartiene a quell’esercizio del conflitto e della mobilitazione che parte dai territori e porta ad una nuova e più ampia dimensione questioni spinose come Bagnoli, le lotte ambientali, le vertenze sul lavoro e le battaglie per il diritto alla casa e alla salute. In nessun modo si possono scindere questi momenti, poiché la nostra più aspra critica verso il governo Renzi e verso le politiche neoliberiste rimane comunque il nostro orizzonte culturale.
Il Debito come focus prioritario
Napoli ha un debito fuori dal comune: derivati e partecipate sono decisamente due mostruosità fuori controllo. Le politiche dei tagli agli enti locali, la follia del patto di stabilità interno, sistemi di credito “usurai” (dovuti alla privatizzazione della Cassa Depositi e Prestiti), rendono sempre più difficile il finanziamento delle politiche sociali e abitative, gli interventi di bonifica ambientale, i finanziamenti ai servizi pubblici locali, trasformando i Comuni da “erogatori di servizi” a enti territoriali di controllo sociale. La svendita del patrimonio pubblico e la messa sul mercato dei beni comuni sono accettate silentemente dagli amministratori locali e sembrano essere l’unica strada per fare cassa. Questo ciclo devastante di politiche di austerità svilisce il ruolo democratico degli Enti locali che dovrebbero intercettare e rappresentare le istanze della comunità che dovrebbero rappresentare. Un punto strategico nella comprensione del meccanismo di pressione delle economie neo-liberiste sugli enti locali è determinare la genesi e il meccanismo di accumulo del debito pubblico. La difficoltà consiste nel fatto che la strategia di crescita del debito (così come la sua genesi) non è comune a tutti contesti locali, anzi, questa pressione da parte delle banche di affari e di amministratori locali poco “attenti” all’interesse pubblico, è sempre mutevole e ben si insinua nelle dinamiche produttive urbane e metropolitane.
L’audit sul Debito del Comune di Napoli
Il problema non consiste nell' “indebitarsi come principio assoluto” ma nel ricatto che il neoliberismo attua sui territori e gli enti locali attraverso il debito sovrano. Un movimento locale non può eludere il problema del debito e non deve sottrarsi all’attuazione di processi per risolvere il problema. La prima proposta concreta su cui ci stiamo concentrando è costruire un Audit sul debito del Comune di Napoli. Un’auditoria pubblica che sia capace di verificare la composizione del debito per indicare le sezioni in cui è illegittimo e odioso, quindi inesigibile, perché non contratto nell’interesse della collettività. Il nostro obiettivo è creare strumenti partecipativi per incidere sui processi decisionali anche riguardo a tematiche che appaiono tecniche ma in realtà sono politiche, perché le ricadute riguardano la qualità delle nostre vite. È importante quindi che il processo di auditoria non sia dettato dall'amministrazione, bensì i gruppi di audit devono essere autonomi dall’amministrazione e sotto il controllo degli abitanti. Bisogna invece che l'amministrazione proceda con la nomina di una commissione di facilitatori che renda disponibile tutta la documentazione relativa alla situazione economica e patrimoniale in forme che siano leggibili ed analizzabili da parte di tutti/e. Da queste riflessioni nasce il documento che verrà presentato il 25/07/16 all’amministrazione comunale e che prevede un question time e l’inizio del percorso di auditoria sul debito del comune di Napoli.

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 25 di Luglio-Settembre 2016 "Chi è in debito con chi?"
Fonte: Attac Italia 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.