La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 17 novembre 2016

Podemos, dobbiamo tornare ad essere movimento. Intervista a Teresa Rodriguez

Intervista a Teresa Rodriguez di José Vicente Barcia
Nelle recenti elezioni primarie interne a Podemos, seguite alle tante tornate elettorali a cui ha partecipato la formazione di Pablo Iglesias, c'è stato un segnale di cambiamento che evidenzia una richiesta tra i militanti di meccanismi interni maggiormente partecipativi e l'esigenza di un rilancio della capacità di costruire movimenti sociali e non solo campagne elettorali. In particolare Teresa Rodriguez, esponente dell’area Anticapitalistas, ha stravinto le elezioni primarie di Podemos Andalusia col 76%; a Madrid Ramón Espinar, appoggiato da Anticapitalistas insieme all'area che fa riferimento a Pablo Iglesias, ha ottenuto il 51%; in Aragona Pablo Echenique ha preso il 60%. In tutti questi casi sono stati superati i candidati dell'ala "populista" e moderata che fa riferimento a Iñigo Errejon.
Un segnale in vista del congresso nazionale di Podemos che ci sarà nel 2017 per "tornare ad essere movimento" come sostiene Teresa Rodriguez in questa intervista rilasciata all'indomani delle primarie in Andalusia.
Teresa Rodríguez ha sbancato nel recente processo di primarie, riconfermandosi come sergretaria generale di Podems Andalucia. I numeri sono tondi, dal momento che Teresa ha conseguito il 75,64% dei voti, ottenendo un totale di 13.184 preferenze, con grande distacco dalle sue immediate concorrenti, entrambe dell’orientamento errejonista [l'ala più "populista" di Podemos, che fa riferimento a Íñigo Errejón, ndr]. Così, Carmen Lízarraga ha superato appena i 2.000 voti (11.59%) e Begoña Gutiérrez, appoggiata dal gruppo del recentemente deposto Segretario di Organizzazione di Podemos, Sergio Pascual, si è fermata a un misero terzo posto con 1.946 voti (11,96%). Lo stesso Sergio Pascual, che si presentava come candidato al Consiglio Cittadino di Podemos Andalucia, è stato sorpreso da un risultato che parla chiaro: 3.455 voti, che gli sono valsi il posto 29 su 34 delegati. La vittoria di Teresa Rodríguez è ancor più grande se di tiene conto che la partecipazione a queste primarie è praticamente triplicata rispetto alle precedenti, passando da 6.000 voti agli attuali 17.622.
Come ti senti davanti a un tale risultato?
"Sono contenta e sento di dover ringraziare tutta la squadra con la quale abbiamo creato questa alternativa, la sua brillantezza, dedizione, pazienza, il suo saper comprendere che la prima cosa è l’Andalucía e i problemi e le sfide che ha davanti la società andalusa. La seconda, il senso di appartenenza tra i partecipanti a una stessa opzione politica che, fortunatamente, è plurale. Per questo voglio ringraziare tutte le idee, le proposte e la partecipazione di compagne e compagni che hanno fatto parte di altre candidature. A partire da oggi stesso, fianco a fianco, cominceremo a costruire una nuova fase in Podemos per costruire una nuova fase in Andalucía. La terza cosa è assumere la responsabilità che ha posto nelle nostre mani moltissima gente desiderosa della creazione di uno spazio di cambiamento e trasformazione, valori questi che sono caratteristica intrinseca a Podemos. Ci impegneremo in questo per dimostrare che possiamo ottenerlo."
Qual è la tua valutazione dei risultati schiaccianti delle primarie celebrate da Podemos Andalucía?
"L’appoggio che abbiamo ricevuto non è solo un appoggio alle singole persone ma è, prima di tutto, un sostegno al progetto politico. La gente ha appoggiato la nascita di una Podemos che assomigli più a un movimento che a un partito. Una Podemos che comprenda che le istituzioni devono essere al servizio delle persone, della società, dei loro diritti. Una Podemos che comprenda che è necessario essere molto rigidi su codici etici e limitazioni di mandato. Una Podemos che comprenda che bisogna andare verso un modello di leadership condivisa e di protagonismi collettivi. Una Podemos che si impegni in maniera attiva per operare una decentralizzazione, nel senso che dobbiamo costruirci in 52 circoli in tutto il territorio andaluso, rispondendo alle necessità dell’ambiente urbano, rurale e marittimo. In questo modo potremo essere un’alternativa a un Partito Socialista concentrato solo sulla propria sopravvivenza e sulla generazione di ulteriori reti clientelari. Un Partito Socialista profondamente spostato a destra e in evidente declino.
Inoltre, devo riconoscere che rispetto alle mie opponenti dentro Podemos, io godevo del relativo vantaggio di essere più conosciuta; secondo i sondaggi la metà della popolazione andalusa mi conosce. Questo ha i suoi vantaggi e svantaggi, nel senso che essendo più conosciuta posso generare più facilmente sentimento di vicinanza o consenso, o tutto il contrario. Fortunatamente si è verificata la prima delle due ipotesi. La cosa davvero bella è vedere come l’intera squadra di Marea Andaluza [il nome della lista con candidata Teresa Rodriguez, ndr] sia stata convalidata per rappresentare dentro Podemos un’alternativa che ha ben chiari i valori di cambiamento, uguaglianza, libertà e solidarietà. Sento un enorme sentimento di orgoglio e una grande responsabilità."
Come cambierà la situazione interna a Podemos Andalucía con il risultato di queste primarie?
"Per fortuna noi non veniamo dalla cultura politica di Susana Diaz e compagnia, che teme le scelte dei cittadini e che per questo opera commissariamenti per colpire internamente il suo partito e impedisce congressi e processi democratici. In Podemos stiamo uscendo da tutto un ciclo elettorale per il quale ci eravamo dotati di strumenti di funzionamento che devono essere ora sostituiti, per poter mettere in luce una Podemos più orizzontale, più democratica, con posizioni politiche più incisive e serie. Io personalmente avevo bisogno di sapere cosa pensava la gente e verso che direzione voleva che andassimo, o se voleva che io continuassi ad essere Segretaria Generale.
Voglio inoltre ringraziare e valorizzare il lavoro svolto dalle altre due candidature, Ahora Andalucía e Andalucía Plaza a Plaza, perchè hanno realizzato un lavoro intenso, con idee che vanno valorizzate dalla nuova direzione. Inoltre, voglio ricordare che le liste in Podemos non possono essere formate solo da persone di un'unica candidatura, che al massimo possono occuparne un 80%, il che garantisce una prospettiva sicuramente plurale. In qualunque caso, l'alternativa che io rappresento punta a far sì che in futuro una sola lista non possa occupare più del 60%. Tutto questo è stato possibile grazie a un lavoro di democratizzazione iniziato e spinto dal Segretario di Organizzazione Pablo Echenique, che ha man mano cambiato il quadro uscito dal Congresso di Vistalegre. Detto ciò, bisogna affermare che la composizione della nuova direzione di Podemos Andalucía finalmente uscirà da una situazione di equilibrio di poteri che in qualche modo era diventato una sorta di blocco interno. Tutto questo ora è finito."
Quali saranno le tue prime misure come Segretaria Generale di Podemos Andalucìa?
"Smetterò di essere la “Segretaria Generale” per diventare la Coordinatrice di Podemos Andaalucía. Così è riportato nel nostro programma e crediamo che sia un modo di rendere il nostro partito più orizzontale. La seconda misura è di avviare le differenti aree di lavoro, come quella sul municipalismo, in modo da rispettare l'autonomia dei singoli comuni, però proponendo processi di coordinamento, formazione e dibattito, sempre che dai comuni i compagni e le compagne lo vogliano."
Quale sarà la politica che svilupperà Podemos Andalucía e tu come Segretaria Generale?
"Da queste primarie nasce una concezione di Podemos più movimentista, una Podemos con un Piano B per l’Andalucía, un ragionamento serio su ciò che faremmo in Andalucía in caso vincessimo le prossime elezioni. Una Podemos più collettiva, più decentralizzata, più depatriacalizzata. Saremo una Podemos più solida e con chiara vocazione per la vittoria. La cittadinanza andalusa non ne può più di aspettare soluzioni che non arrivano mai. Abbiamo bisogno che Podemos sia considerata un partito con un'alternativa reale di fronte a un Partito Popolare che cresce e a una Susana Diaz [attuale presidente di Regione in Andalusia, ndr] che già è entrata in fase discendente."
Che Podemos sta nascendo in questa fase?
"Si consolidano le tesi che difendono l’idea di una Podemos più decentralizzata, più autorganizzata e con protagonsimi più collettivi. Dobbiamo tornare ad essere movimento. La reazione in positivo di una cittadinanza stanca di sopportare gli attacchi senza pietà dei potenti. E’ urgente fare una sintesi creativa tra le piazze e le istituzioni per generare contesti che rendano possibili cambiamenti realmente profondi. Dobbiamo dare più potere alla gente dal basso, generando reti di solidarietà. Dobbiamo prepararci per la prossima battaglia.
Vista Alegre 2 deve ribaltare il modello di una Podemos tatticista e recuperare valori e capacità organizzativa per generare autentico poder popular. Ci impegneremo per questo e con tutte e tutti riusciremo ad ottenerlo."
Ti consideri, come hanno scritto alcune testate, la persona di Pablo Iglesias in Andalucía?
"Pablo Iglesias è il nostro Segretario Generale e il suo valore per Podemos è indiscutibile. Però, ci tengo a riaffermare la mia indipendenza rispetto a etichette create dai mezzi di comunicazione che molte volte sono decisamente ostili. Etichette che sono estremamente centraliste (Madrid come supposto centro di controllo) ed estremamente patriarcali. In Podemos sono siamo per la creazione o il consolidamento di famiglie di interessi. Qui si discute, si dibatte, si fano alleanze incrociate e trasversali. Podemos è un’altra cosa e vogliamo che continui ad essere un’altra cosa.
E ora arriva Donald Trump
Trump non arriva casualmente, è la conseguenza di decadi di politiche neoliberiste che hanno generato una egemonia culturale nella quale si sono potenziati valori di individualismo, machismo, violenza, arricchimento a tutti i costi, razzismo, xenophobia, etc. Dobbiamo molto al 15M per il fatto che qui non sia spuntato nulla del genere, però è importante continuare a lavorare con i più colpiti da questo sistema in crisi, affinchè l’alternativa che sorga dall’indignazione e la disperazione sia inclusiva, fraterna, egualitaria e solidale."

Articolo pubblicato su vientosur.info
Fonte: communianet.org 

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