La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 16 luglio 2016

La morte, la storia e i borghesi piccoli piccoli

di Il Simplicissimus 
Come dopo ogni attentato, dopo i morti, le urla, i discorsi, riemerge dal fondo della società la densa fanghiglia degli emotivi anonimi che strillano contro l’Islam che vaneggiano sulla crudeltà di quella religione che conoscono ancor meno di quella che fanno finta di seguire, che s’improvvisano sociologi, storici e politici su brandelli di libri mediocri, che esprimono in questo modo una xenofobia a stento trattenuta, che rimangono sgomenti di fronte al fatto – cito un sublime passo letto su Facebook – che anche le vite quotidiane e magari le vacanze possono essere travolte.
Questo limo ricco di plancton per i pescecani del potere che si nutrono di emozioni senza ragioni, ricorda molto bene quel film di Monicelli con Sordi, Un borghese piccolo piccolo, in cui un padre insegna al figlio che “gli altri non esistono” e si dispera quando quest’ultimo rimane vittima di una pallottola vagante durante una rapina. Come risposta all’evento traumatico e così fuori dal suo solipsismo impiegatizio e familista si dedica a farsi giustizia da solo. Un film crudele e disperato che Monicelli girò per mostrare “l’irrappresentabilità degli italiani, per perdita irreversibile di tutti i caratteri positivi” Ma ahimè è ormai tutto l’occidente su questa strada perché appunto gli altri non esistono più, sono scomparsi quando ci sono vicini, figuriamoci se sono lontani e ancor peggio se si fanno vicini per disperazione. Non esistono davvero: sono passati pochissimi giorni dalla pubblicazione dei documenti in cui assiste al macabro duetto via mail tra Blair e Bush in cui i due discutono di quale sordida bugia inventare per invadere l’Iraq e mettere in piedi una guerra che ha fatto un milione di morti. E tuttavia ci sentiamo innocenti essendo divenuta la nostra umanità niente più di un ostentato bon ton.
E’ da oltre un anno che una ricca documentazione, asseverata ormai anche dai suoi protagonisti, sul ruolo che Usa, Francia e Gran Bretagna hanno avuto prima nel simulare la rivolta dei libici per far fuori Gheddafi, poi per importare in Siria falangi di terroristi pagati, armati e addestrati al fine di detronizzare Assad facendo finta che si trattasse di una rivolta popolare. E taccio del resto, dell’Africa, delle primavere arabe, dell’Ucraina che sono l’altra metà dell’inferno dei massacri sociali. Eppure i borghesi piccoli si sentono colpiti a tradimento e senza alcun motivo al mondo, mentre vivono il loro ignaro quotidiano: perché i due milioni di morti a dir poco fatti altrove solo negli ultimi dieci anni non vengono minimamente collegati a ciò che accade da noi, a ciò che è spaventoso, certo, ma niente al confronto di quello che stiamo facendo, ogni giorno, con la religione giusta e caritatevole, con la nostra democrazia in via di disfacimento, ancorché usata come pretesto. Si perché questo limo che non chiede altro se non lo stratificarsi sul fondo del mare, nella traslucida quiete dei propri naufragi, che si pensa innocente per ipocrisia, stupidità o interesse, che non vede gli altri se non in quella dimensione di umanesimo a ore che è la sua precipua caratteristica, si illude di non dover mai pagare lo scotto.
Una inveterata e ormai bisecolare assuefazione a un senso di inalienabile superiorità ci fa credere di non dover subire alcuna conseguenza per le stragi, gli inganni, le guerre e gli sfruttamenti : sono cose lontane che è meglio non approfondire e che comunque riguardano gli inferiori. E quando è proprio impossibile non prendere atto dell’altro si tenta comunque di non prendere coscienza di sé ricorrendo a puerili e miserabili teorie sulla genetica malvagità dell’Islam, insomma alle idee e ai topoi più scadenti, una tentazione che attraversa non solo gli estimatori di marò assassini, ma persino quelli che ammettono gli “errori”. Invece di pretendere di essere informati delle mosse banditesche di ceto politico subalterno e degenerato, invece di imporre chiarezza, di fermare nelle urne e nelle piazze l’avventurismo ridicolo, gli sciagurati imperialismi, le speculazioni sfrenate, lo sfruttamento massiccio, il borghese piccolo piccolo preferisce non vedere. Ma il patetico tentativo di non guardare l’oste non sottrae nessuno, soprattutto i presunti innocenti per omissione di pensiero, dal pagare il conto della storia e oltre a tutto questo non favorisce certo la sicurezza, porta invece quelle guerre che ci illudiamo siano di pace, porta i veleni da esportazione dentro il cuore dell’Europa. La Francia sta pagando caro il suo neo colonialismo, è evidente come il sole, ma il limo, formato in fondo da pescecani rimasti allo stadio larvale, preferisce credere come in qualche film da quattro soldi di Hollywood che quelli sono sempre e ontologicamente i cattivi. Anzi qualcuno pretende che anche l’Italia segua in qualche modo questa traiettoria quando è fin troppo chiaro che solo invertendo questa scellerata rotta si potrà riavere una qualche sicurezza.
Si cari borghesi piccoli piccoli, gli altri esistono e ci impono di prenderne atto prima di averne dimostrazioni ancor più drammatiche.

Fonte: Il Simplicissimus 

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