La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 16 luglio 2016

La povertà nasce dal taglio dei salari e dallo smantellamento del welfare

di Federico Giusti
Perdita di potere di acquisto, recessione, welfare colabrodo e una crisi economica e sociale irrerversibile e in continuo aumento, non esageriamo a sintetizzare in questi termini alcuni dati Istat sulla povertà. Le politiche di asuterità producono i primi risultati con aumento della miseria che colpisce soprattutto migranti, famiglie e minorenni. Il disagio sociale è il risultato di 20 anni di privatizzazione, di salari falcidiati, di uno stato sociale che non garantisce piu' i diritti inalienabili, primo tra tutti quello alla salute. Perfino il Governo non nasconde la preoccupazione per un paese impietosamente riassunto nei dati sulla povertà dell'Istat.
Concentriamoci sugli ultimi 10 anni che hanno visto crescere disagi e miseria, nel 2015 sono registrati 4,598 milioni di italiani in condizioni estreme di povertà assoluta, ben1,582 milioni di famiglie residenti, il 6,1% del totale.
La povertà attanaglia non solo le famiglie numerose, quelle con piu' bocche da sfamare, è impietosa soprattutto con i giovani, ben 1 milione sono infatti gli under 18 in miseria, praticamente: 1 minore su 10.
Sarebbe interessante guardare dentro le famiglie povere, non abbiamo solo quelle dei quartieri degradati nelle periferie di quelle che un tempo erano aree indust E ancora: il Sud che precipita sempre più indietro con 4 famiglie povere su 10, ma con la povertà assoluta in crescita anche al Nord (il 5% delle famiglie, contro il 4,2% del 2014) e il Centro Italia che invece fa registrare i valori più bassi.
Se il Censis ha stimato 11 milioni di italiani costretti a rinunciare alle cure perchè economicamente impossibilitati a pagare le spese sanitarie, il nuovo Rapporto annuale Istat aggiunge altri dati.
Per questo il Governo non puo' rinviare un intervento legislativo per arginare la miseria crescente, ancora da capire dove saranno trovati i soldi, se saranno tolti ai lavoratori (di certo non ai profitti speculativi), lo farà probabilmente con la prossima Legge di stabilità
Di sicuro alcuni provvedimenti quali il bonus bebè sono stati del tutto inutili come anche i famosi 80 euro di Renzi, meglio sarebbe stato investire questi fondi in lavori di pubblica utilità collegati agli interventi di manutenzione del territorio.
Le politiche di austerità, il contenimento della dinamica salariale, i blocchi contrattuali, lo smantellamento del welfare sono le vere cause della crisi, la povertà assoluta è da 3 anni una emergenza, il Governo se ne accorge solo ora e con interventi da spot.
Parliamo di povertà assoluta e di povertà relativa, di impoverimento di fasce sociali che hanno perso il lavoro e non possono piu' contare neppure sugli ammortizzatori sociali fortemente ridotti da qualche anno a questa parte.
La forbice salariale si è allargata ma anche la platea degli esclusi dai diritti sociali, la miseria non è solo il prodotto delle politiche di austerità ma anche dello smantellamento del welfare e della crisi occupazionale, della perdita di tanti posti di lavoro, di canoni locativi troppo alti (da qui la morosità e gli sfratti).
Con la miseria crescente di strati sempre piu' grandi della popolazione, con la miseria e il disagio giovanile tutti devono cominciare a fare i conti, sia chi governa il sistema capitalista, sia quanti lo subiscono e provano ad avversarlo.

Fonte: controlacrisi.org 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.