La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 7 gennaio 2017

Elezioni truffa dei consigli provinciali: disertiamo per difendere la Costituzione

di Ciccio Auletta e Andrea Corti
Domenica a Pisa e in decine di altre province italiane si svolgeranno nuovamente delle vere e proprie elezioni truffa per il rinnovo di “pseudo”consigli provinciali, in base a quanto previsto dalla legge 57/2014 meglio nota come legge Delrio. Questa legge che avviava l’abolizione dei consigli provinciali eletti a suffragio universale, era per sua esplicita ammissione una legge transitoria. Infatti, a proposito delle Province, il comma 51 dell’unico articolo che costituisce la legge, recita testualmente: “In attesa della riforma del titolo V della seconda parte della Costituzione e delle relative norme di attuazione, le Province sono disciplinate dalla presente legge”.
Se già questo esplicito legame ad una riforma ancora da fare ne minava la legittimità, è evidente come alla luce della vittoria del No al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre lo svolgimento di queste elezioni sia inammissibile e rappresenti una ulteriore forzatura dell’assetto democratico del nostro paese. Rientrano pienamente, infatti, nello spirito autoritario e accentratore che era alla base della riforma costituzionale promossa dal Governo Renzi: un decisionismo che annulla le rappresentanze politiche e territoriali, producendo un abbassamento dei livelli di democrazia e quindi di discussione e elaborazione, funzionali solo a politiche antisociali.
L’espressione della volontà popolare sancita nella nostra carta costituzionale infatti è inconciliabile ed antitetica con questa scadenza pseudo elettorale prevista dalla legge Delrio: una elezione di secondo livello riservata esclusivamente ai consiglieri comunali ed ai sindaci dei comuni della provincia, oltretutto con un voto ponderato (comma 76) sulla base della consistenza demografica del comune di appartenenza per cui ci sono cittadini che contano e “pesano” meno di altri. Con questo meccanismo di sapore feudale, già due anni fa in Provincia di Pisa si è andati a pseudo-eleggere un consiglio di 12 componenti (erano 30 quando si eleggeva a suffragio universale) con buona pace della rappresentatività politica, ma soprattutto territoriale. La conseguenza evidente è che ci troviamo ormai davanti una sorta di consiglio d’amministrazione che non risponde alle cittadine e ai cittadini per le proprie scelte e che soprattutto non ha il contrappeso delle funzioni di controllo esercitato storicamente dalle opposizioni.
Noi continuiamo a credere che la legge Delrio sia una pessima legge, che ha introdotto guasti e prodotto frustrazione nelle lavoratrici e nei lavoratori delle Province, che ha ingenerato confusione aggravando i problemi che tutt’ora vivono i territori, dalla manutenzione delle strade a quella delle scuole, alle competenze in materia di ambiente e agricoltura. Una legge che tuttavia un risultato l’ha ottenuto: ha ridotto ai minimi termini l’esercizio di verifica e controllo, fondamentale in democrazia, da parte dei cittadini tramite i loro eletti nei consigli. Inoltre questo tentativo di fuga in avanti – anticipare con legge ordinaria una riforma costituzionale – è stato sonoramente respinto dal popolo italiano e ci lascia in una situazione di totale incertezza, confusione, e carenza democratica.
Per queste ragioni abbiamo deciso a Pisa, e così stanno facendo anche tante altre liste in tutta Italia legate alla Rete delle Città in comune, di non partecipare a queste elezioni truffa, avviando al contempo un percorso e una mobilitazione per sottoporre al vaglio della Corte Costituzionale il provvedimento raffazzonato, anti democratico e demagogico, rappresentato dalla legge Delrio.
Domenica saremo quindi davanti a seggi a Pisa e in tante altre città per proseguire con coerenza la grande mobilitazione referendaria degli scorsi mesi. A quegli amministratori di “sinistra” che oggi continuano ad allearsi con il Pd per fare liste comuni di centro-sinistra per questi pseudo consigli provinciali diciamo che simili opportunismi e tatticismi possono servire a prolungare le carriere politiche, ma non a cambiare e migliorare le condizioni materiali di vita di migliaia di cittadine e cittadini sempre più colpiti dalla crisi: cambiamento possibile, al contrario, solo aprendo nuovi spazi di democrazia e di partecipazione dal basso.

Fonte: Il manifesto 

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