La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 11 marzo 2016

No alla riforma che snatura la Costituzione

Il referendum sulla riforma costituzionale segnerà la scelta tra il sistema democratico nato dopo la guerra dalla collaborazione fra le grandi correnti culturali italiane - cattolica, socialista, liberale e comunista - e un sistema di "democrazia oligarchica", in cui l'equilibrio dei poteri vene stravolto a vantaggio di quello esecutivo. Una trasformazione auspicata dai circoli internazionali di potere ed esplicitata senza ritegno da una grande banca d'affari - la JP Morgan - che ha spiegato chiaramente come la supremazia deve spettare all'economia e ciò richiede che le Costituzioni nate dalle lotte contro i fascismi siano modificate in modo da ridurre la possibilità per i cittadini e per i lavoratori di opporsi alle decisioni dei governi.
Pubblichiamo questo appello ad aderire al "Comitato per il No": la posta in gioco questa volta è davvero alta e se la riforma fosse approvata in futuro potrebbe essere più difficile protestare in un paese che diventerebbe a democrazia limitata.
Riteniamo necessario ed urgente prepararci ad esprimere un voto negativo al referendum con cui il Presidente del consiglio Matteo Renzi vorrebbe confermare la riforma costituzionale (c.d. ddl Boschi) e cercare un plebiscito a favore del suo governo del Paese.
Secondo noi, la riforma costituisce un'ulteriore indebolimento della democrazia italiana, già compromessa da leggi elettorali che trasformano i parlamentari in soggetti nominati da oligarchie di partito, rafforzando un potere esecutivo non eletto dal popolo, capace di condizionare maggiormente la composizione della Corte Costituzionale e l'elezione del Presidente della Repubblica, a scapito della separazione dei poteri che garantisce i diritti dei cittadini.
Nella situazione attuale un tale impegno offre anche l'occasione per contrastare una politica economica che, in tutto l'Occidente, dagli anni ottanta, determina una redistribuzione di reddito che arricchisce un'esigua minoranza a scapito della stragrande maggioranza dei cittadini. Non a caso si accompagna ad un vero e proprio attacco alla democrazia promosso dall'alta finanza e che prende specificamente, ma non esclusivamente, di mira l'Italia e la Costituzione italiana (cfr. a questo proposito il documento della banca J.P. Morgan, qui allegata). Come ogni iniziativa umana essa è migliorabile - ci proponiamo di discuterne - ma nel frattempo occorre respingere il tentativo in atto di menomarla e di stravolgerla.
In estrema sintesi, chi voglia concorrere democraticamente e in misura crescente alle decisioni pubbliche non potrà che opporsi a questo tentativo di menomarne i diritti senza, peraltro, rendere meno costosa e più efficace la funzione parlamentare.
Per questo vi chiediamo di aderire al Comitato per il NO, di cui alleghiamo l'atto costitutivo, inviando la vostra adesione amaurizio.gressi@gmail.com. Noi siamo un tramite, e non intendiamo sostituirci a quel comitato per il no che corrisponde al nostro impegno, anche se intendiamo contribuire, con la nostra adesione, ad allargare il dibattito oltre la cerchia di coloro, costituzionalisti o meno, che hanno avuto il merito di porre per primi la questione.
Coloro che aderiranno saranno invitati ad un prossimo confronto con i promotori del Comitato per il NO.

Gian Giacomo Migone, Marika Amendolia, Mario Bova, Alberto e Germana Bradanini, Milena Butto, Carlo Clericetti, Luciana Di Leo, Giuseppe Giacobbo Scavo, Maurizio Gressi, Antonio Lettieri, Manlio Sergi, Giulia Stefanizzi, Fabio Vander, Anna Viacava




Fonte: Eguaglianza e Libertà 

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