La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 27 agosto 2016

Terremoto: tornare in Parlamento, ad esempio?

di Giulio Cavalli 
Cosa possiamo fare noi lo leggiamo su tutti i giornali. I Vigili del Fuoco scavano. La Protezione Civile organizza. Le forze dell’ordine sono sul posto. Il Governo s’è mosso. La Regione Lazio si è mobilitata fin da subito. I sindaci piangono ma sono in mezzo alla loro gente. I volontari raccolgono i beni di prima necessità. I cittadini stanno rifornendo i centri di raccolta. La CEI (!) ha donato un milione di euro. Anche la magistratura ha già aperto l’inchiesta per verificare eventuali responsabilità.
E il Parlamento? Chiuso. Imperterrito nel suo sforzo di essere scollegato dalla realtà. Verificheremo, dicono i parlamentari twittando dalla spiaggia. Vigileremo, assicurano. Come, non ci è dato di saperlo, in effetti, visto che il Parlamento (e le sue Commissioni) dovrebbe essere il luogo della verifica, delle domande e delle risposte, dell’elaborazione di soluzioni a breve e lungo termine. Niente. Chiuso.
C’è un modo molto semplice per aiutare il Paese: svolgere il proprio ruolo nel modo migliore possibile, essere professionali nel senso alto dell’esercitare i propri valori con il proprio mestiere.
Se manca una persona cara l’italiano che fa? Torna. Nonostante l’agosto. A me sembra così banale.

Fonte: Left.it 

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