La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 12 aprile 2017

Contro il nichilismo occidentale

di Andre Vltchek
Come è diventata penosamente deprimente la vita in quasi tutte le città occidentali! Che cosa orribile e triste. Non è che queste città non siano ricche, anzi. Naturalmente le cose lì si stanno deteriorando, le infrastrutture di sgretolano e ci sono segni di disuguaglianza sociale, anche di miseria, in ogni angolo. Se, però, la paragoniamo a quasi tutte le altre parti del mondo, la ricchezza delle città occidentali sembra essere scioccante quasi grottesca. La ricchezza non garantisce l’appagamento, la felicità o l’ottimismo. Trascorrete un’intera giornata passeggiando a Londra o a Parigi e prestate molta attenzione alle persone. Vi troverete ripetutamente di fronte a un comportamento passivo e aggressivo, alla frustrazione e a tristi occhiate piene di disperazione, a tristezza onnipresente. In tutte queste città un tempo grandi e imperialiste, ciò che manca è la vita. L’euforia, il calore, la poesia e, sì, l’amore, sono estremamente scarse.
Dovunque si cammini, tutto intorno gli edifici sono monumentali, e le boutique traboccano di merci eleganti. Di notte luci intense risplendono stupendamente. Tuttavia, le facce della gente sono grigie. Anche se sono in coppia, anche in gruppo, gli esseri umani appaiono essere atomizzati, come le sculture di Giacometti.
Parlate con le persone ed è estremamente probabile che vi imbatterete in confusione, depressione e incertezza. Un sarcasmo ‘raffinato’ e talvolta una falsa gentilezza da città sono come sottili bende che cercano di nascondere le ansie più spaventose e la solitudine oltremodo insopportabile di quelle anime umane ‘perdute’.
A uno straniero che viene da lontano, questo sembra che si un mondo triste, innaturale, brutalmente e, in grande misura, patetico.
Decine di milioni di uomini e donne adulti, alcuni molto istruiti, ‘non sanno che cosa fare delle loro vite’. Fanno dei corsi o ‘tornano a scuola’ allo scopo di riempire il vuoto, e di ‘scoprire che cosa vogliono fare’ con la loro vita. E’ tutto egocentrismo, dato che non sembra ci siano grandi aspirazioni. La maggior parte dei tentativi inizia e finisce con ogni particolare individuo.
Nessuno si sacrifica più per altri, per la società, per l’umanità, per la causa e neanche per la ‘altra metà’. In effetti, perfino il concetto della ‘altra metà’ sta sparendo. Le relazioni sono sempre più ’distanti’ dato che ogni persona cerca il suo proprio ‘spazio’ chiedendo l’indipendenza anche nell’unione. Non ci sono ‘due metà’; ci sono invece ‘due individui del tutto indipendenti che coesistono in relativa vicinanza, talvolta toccandosi fisicamente, talvolta no, ma stanno per lo più per proprio conto,
Nelle capitali occidentali, l’egocentrismo, perfino l’ossessione totale delle proprie necessità professionali, viene portata a estremi surreali.
Psicologicamente, può essere descritto soltanto come un mondo contorto e patologico.
Circondato da questa bizzarra pseudo realtà, molti individui peraltro sani alla fine si sentono o diventano perfino mentalmente malati. Poi, paradossalmente, si avventurano alla ricerca di un ‘aiuto professionale’, cosicché possono rientrare nei ranghi dei cittadini ‘normali’, leggasi ‘completamente sottomessi’. Nella maggior parte dei casi, invece di ribellione continua, invece di dichiarare guerra allo stato delle cose, gli individui che sono ancora almeno in qualche misura diversi, sono così spaventati all’idea di essere in minoranza, che rinunciano, si arrendono volontariamente e si identificano come ‘anormali’.
Brevi scintille di libertà sperimentate da coloro che sono ancora capaci di avere almeno una certa immaginazione, o di sognare un mondo vero e naturale, vengono rapidamente spente.
Poi, in un brevissimo istante, ogni cosa si perde in maniera irreversibile. Potrebbe sembrare un film dell’orrore, ma non lo è, è la vera realtà della vita in Occidente.
Non sono in grado di ‘funzionare’ in un ambiente così, per più di pochi giorni. Se fossi costretto, potrei durare a Londra i a Parigi per due settimane al massimo, ma soltanto operando con qualche ‘modalità d’emergenza’, incapace di scrivere, di creare e di funzionare ‘normalmente’. Non riesco a immaginare di ‘essere innamorato’ in posto come quello. Non riesco a immaginare di scrivere un saggio rivoluzionario lì. Non posso immaginare di ridere sonoramente, felicemente, liberamente.
Mentre sto lavorando per breve tempo a Londra, Parigi o New York, la freddezza, l’inutilità e la cronica mancanza di passione e di tutte le fondamentali emozioni umane, stanno avendo su di me un effetto tremendamente estenuante, facendo sviare la mia creatività e facendomi annegare in inutile e patetici dilemmi esistenzialisti.
Dopo una settimana trascorsa lì, sto semplicemente iniziando a essere influenzato da quel terribile ambiente: comincio a pensare eccessivamente a me stesso, ‘ad ascoltare i miei ‘sentimenti’, invece di considerare quelli degli altri. I miei doveri verso l’umanità vengono trascurati. Sospendo ogni cosa che altrimenti considero essenziale. La mia perspicacia rivoluzionaria perde la sua acutezza. Il mio ottimismo comincia a evaporare. La mia determinazione di lottare per un mondo migliore comincia a indebolirsi.
Questo è quanto so: è tempo di correre, di scappare via. In fretta, molto in fretta! E’ ora di tirarmi fuori dalla stagnante palude emotiva, di sbattere la porta lasciandosi dietro il bordello intellettuale e di scappare dalla terrificante insensatezza che è punteggiata di vite ferite, perfino sprecate.
Non posso lottare per quelle persone dall’interno, soltanto da fuori. Il nostro modo di pensare e di sentire non si accordano. Quando escono e visitano il ‘mio universo’, portano con sé pregiudizi resistenti: non registrano ciò che vedono e sentono, si attaccano a quello in cui sono stati indottrinati per anni e decenni.
Per me, personalmente, non ci sono molte cose significativa che posso fare nelle città occidentali. Periodicamente ci vengo per firmare contratti per uno o due libri, per presentare i miei film, o per parlare brevemente in qualche università, ma non vedo l’importanza di fare molto di più. In Occidente è difficile trovare qualche lotta significativa. Lì la maggior parte delle lotte non sono internazionaliste; sono, invece, egoistiche e di natura orientata all’Occidente. Non resta quasi nessuna forma di coraggio, nessuna capacità di amare, nessuna passione e nessuna ribellione. A un esame più attento, in realtà lì non c’è vita: nessuna vita come noi esseri umani eravamo abituati a percepire e come la consideriamo ancora in altre parti del mondo.
Il nichilismo domina. Questo stato mentale, questa malattia collettiva è un qualcosa che ci è stato imposto di proposito dal regime? Non lo so. Non posso ancora rispondere a questa domanda, ma è essenziale farsela e cercare di capire.
Qualunque sia, è estremamente efficace – negativamente efficace, ma ciononostante, efficace.
Carl Gustav Jung un famoso psicologo e psichiatra svizzero, ha diagnosticato la cultura occidentale come ‘patologica’, proprio dopo la II Guerra mondiale. Ma, invece di cercare di comprendere la sua orrenda condizione, invece di cercare di stare meglio, o anche bene, la cultura occidentale è in realtà fatta per espandersi, per diffondersi rapidamente in altre parti del mondo, contaminando pericolosamente società e nazioni sane.
Deve essere fermata. Lo dico perché amo questa vita, la vita che esiste ancora furi del mondo occidentale; ne sono intossicato, ossessionato. La vivo al massimo grado, con grande piacere, godendone ogni momento.
Conosco il mondo, dal Cono Sud del Sudamerica, all’Oceania, al Medio Oriente, agli angoli più abbandonati dell’Asia e dell’Africa. È un mondo realmente tremendo, pieno di bellezza e di diversità e di speranza.
Più vedo e conosco, più mi rendo conto che non posso assolutamente esistere senza una lotta, senza un valido combattimento, senza grandi passioni e amore, e senza scopo; fondamentalmente senza tutto quello che l’Occidente sta cercando di ridurre a nulla, di rendere irrilevante, obsoleto e ridicolo.
Il mio intero essere si sta ribellando a questo orribile nichilismo e oscuro pessimismo che sta venendo iniettato quasi dovunque dalla cultura occidentale. Sono violentemente allergico a questo. Mi rifiuto di accettarlo. Mi rifiuto di soccombervi.
Vedo delle persone, delle persone buone, talentuose, meravigliose che vengono contaminate che hanno la loro vita rovinata. Le vedo abbandonare grandi battaglie, abbandonare i loro grani amori. Le vedo mentre scelgono l’egoismo e il loro ‘spazio’ e i loro ‘sentimenti personali’ invece che l’affetto profondo e l’inseparabilità, mentre optano per carriere insensate rispetto a grandi avventure fatte di battaglie epiche per l’umanità e per un mondo migliore.
Le vite vengono rovinate una alla volta e a milioni, ogni momento e ogni giorno. Le vite che potrebbero essere state piene di bellezza, piene di gioia, di amore, piene di avventura, di creatività e di unicità, di significato e scopo, sono invece ridotte a vuoto, a nulla, in breve; a totale inutilità. Le persone che vivono questo genere di vita, svolgono dei compiti e dei lavori per inerzia, rispettando, senza fare domande, tutti i modelli di comportamento ordinati dal regime, e obbedendo a innumerevoli leggi e regolamenti grotteschi.
Non sanno più camminare con le loro gambe. Sono stati resi del tutto arrendevoli. Per loro è finita.
Questo avviene perché il coraggio degli occidentali è stato distrutto. Perché sono stati ridotti a una folla di soggetti obbedienti, sottomessi all’Impero distruttivo e moralmente defunto.
Hanno perduto la capacità di pensare da soli. Hanno perduto il coraggio di avere sentimenti.
Di conseguenza, dato che l’Occidente ha un’influenza così enorme sul resto del mondo, l’intera umanità è in serio pericolo, sta soffrendo, e sta perdendo il suo orientamento naturale.
In una società di questo genere, una persona che trabocca di passione, una persona completamente impegnata e fedele alla sua causa, non può mai essere presa sul serio. Il motivo è che in una società come questa, soltanto il profondo nichilismo e cinismo sono accettati e rispettati.
Una persona che è ancora in grado di amare in un ambiente così costipante e contorto dal punto di vista emotivo, di solito viene considerato un buffone, perfino come un ‘elemento sospetto e sinistro’. E’ normale che venga presa in giro e che venga rifiutata.
Le masse obbedienti e codarde odiano coloro che sono diversi. Non si fidano delle persone che stanno a testa alta e che sono ancora in grado di combattere, persone che sanno perfettamente bene quali sono i loro obiettivi, persone che agiscono e che non parlano soltanto, e persone che trovano che sia facile gettare la loro intera vita, senza la minima esitazione, ai piedi di una persona amata o di una giusta causa.
Questi individui terrorizzano e irritano quelle folle gentili, remissive e deboli che vivono nelle capitali dell’Occidente. Come punizione, vengono abbandonate e separate, ostracizzate, esiliate socialmente e demonizzate. Alcune finiscono per essere attaccate perfino totalmente distrutte.
La conseguenza è: non c’è nessuna cultura in nessun posto del mondo, così banale e obbediente come quella che sta ora regolamentando il mondo. Di recente, nulla di valore intellettuale rivoluzionario proviene dall’Europa e dal Nord America, dove
a malapena si possono distinguere dei modi di pensare o delle percezioni del mondo non ortodosse.
I dialoghi e i dibattiti fluiscono soltanto attraverso canali pienamente previsti e ben regolati, e, inutile dirlo, fluttuano soltanto marginalmente e tramite le frequenze del completamente ‘approvate in precedenza’.
Che cosa c’è dall’altra parte della barricata?
Non voglio glorificare i nostri paesi e movimenti rivoluzionari.
Non voglio neanche scrivere che siamo “l’esatto opposto” di tutto quell’incubo che è stato creato dall’Occidente. Non lo siamo. E siamo lungi dall’essere perfetti.
Ma siamo vivi anche se non stiamo sempre bene, stiamo cercando di far progredire questo meraviglioso ‘progetto’ che si chiama umanità, cercando di salvare il nostro pianeta dall’imperialismo occidentale, dalla sua tristezza nichilista e anche dall’assoluto disastro ambientale.
Stiamo considerando molte diverse soluzioni. Non abbiamo mai rifiutato il socialismo e il Comunismo, e stiamo studiando varie forme moderate e controllate di capitalismo. Si stanno valutando e discutendo i vantaggi e gli svantaggi della cosiddetta ‘economia mista’.
Combattiamo, ma poiché siamo molto meno brutali, ortodossi e dogmatici rispetto all’Occidente, spesso perdiamo, come di recente abbiamo perduto (e si spera solo temporaneamente) in Brasile e in Argentina. Vinciamo anche, ripetutamente. Intanto che questo articolo va in stampa, stiamo festeggiando in Ecuador e a El Salvador.
Al contrario che in Occidente, in luoghi come la Cina, la Russia e l’America Latina, i nostri dibattiti sul futuro economico e politico, sono vibranti, perfino burrascosi. Si usa la nostra arte che ci aiuta a cercare i concetti umanisti migliori. I nostri pensatori sono attenti, compassionevoli e innovativi, le nostre canzoni e le poesie sono grandiose, piene di passione e di fuoco, traboccanti di amore e di desiderio.
I nostri paesi non rubano a nessuno; non rovesciano i governi in parti opposte del mondo, non intraprendono massicce invasioni militari. Ciò che abbiamo è nostro, è quello che abbiamo creato, prodotto e seminato con le nostre mani. Non è sempre molto, ma ne siamo orgogliosi, perché nessuno è morto per questo, e nessuno ha dovuto essere schiavizzato.
I nostri cuori sono più puri. Non sono sempre del tutto puri, ma più puri di quelli che sono in Occidente. Non abbandoniamo le persone che amiamo anche, se cadono, si feriscono e non possono più camminare. Le nostre donne non abbandonano i loro uomini, specialmente quelli che sono al centro della lotta per un mondo migliore. I nostri uomini non abbandonano le loro donne, anche quando essi sono in uno stato di profondo dolore o disperazione. Sappiamo chi e che cosa amiamo e sappiamo che e che cosa odiamo: su questo raramente ci ‘confondiamo’.
Siamo molto più semplici di coloro che vivono in Occidente. Per molti versi siamo anche molto più profondi.
Rispettiamo il lavoro duro, specialmente il lavoro che contribuisce a migliorare la vita di milioni di persone, non soltanto le nostre vite o quelle delle nostre famiglie.
Cerchiamo di mantenere le nostre promesse. Non sempre ci riusciamo, dato che siamo soltanto umani, ma stiamo cercando di farlo, e la maggior parte delle volte ci riusciamo.
Le cose non sono sempre esattamente così, ma spesso sì. E quando le “cose sono così”, significa che c’è almeno qualche speranza e dell’ottimismo e spesso perfino grande gioia.
L’ottimismo è essenziale per qualsiasi progresso. Nessuna rivoluzione potrebbe riuscire senza grandissimo entusiasmo, come anche nessun amore. Nessuna rivoluzione e nessun amore potrebbero essere costruiti sulla depressione e il disfattismo.
Anche tra le ceneri in cui l’imperialismo ha ridotto il nostro mondo, un vero rivoluzionario e un vero poeta possono alla fine trovare qualche speranza. Non sarà facile, affatto facile, ma certamente non impossibile. Nulla viene mai perduto in questa vita, per noi fino a quando i nostri cuori batteranno.
Lo stato in cui si trova ora il nostro mondo adesso, è spaventoso. Spesso si ha la sensazione che un passo in più in direzione sbagliata, un’altra svolta falsa farà alla fine crollare tutto, in maniera irreversibile. E’ facile, estremamente facile, arrendersi e buttare tutto all’aria e piombare su un divano con una confezione di sei birre, o semplicemente dichiarare: “non c’è nulla che si può fare”, e poi riprendere la proprie insignificanti attività quotidiane.
Il nichilismo occidentale ha già compiuto la sua opera devastante: ha fatto piombare diecine di milioni di esseri umani sui loro proverbiali divani del disfattismo. Ha diffuso pessimismo e tristezza e la convinzione generale che le cose non possono più
Migliorare. Ha manovrato le persone fino a portarle al rifiuto di ‘accettare le etichette’, le ideologie progressiste e a una sfiducia patologica verso ogni potere. Lo slogan “tutti i politici sono uguali”, potrebbe chiaramente essere tradotto: “Sappiamo tutti che i nostri leader occidentali sono dei malviventi ma non ci aspettiamo niente altro da coloro che vivono in altre parti del mondo.” Tutte le persone sono uguali” va letto: “L’Occidente ha continuato a depredare e a uccidere centinaia di milioni di persone, ma non aspettatevi nulla di meglio dagli asiatici, dai latino-americani e dagli africani.”
Questa negatività cinica e irrazionale è stata già “coltivata” praticamente in tutti i paesi dell’Occidente ed è stato esportato con successo in molte colonie, perfino in posti come l’Afghanistan dove la gente ha sofferto incessantemente a causa dei crimini commessi dall’Occidente.
Il suo obiettivo è evidente: impedire che le persone agiscano e li convincano che qualsiasi ribellione è inutile. Questi atteggiamenti stanno soffocando brutalmente tutte le speranze.
Nel frattempo, aumentano i danni collaterali. Le metastasi della passività e dei cancri nichilistici che vengono sparsi dal regime occidentale, stanno già attaccando anche quella umanissima capacità di amare, di impegnarsi per una persona o per una causa, e di rimanere fedeli alle proprie promesse e obblighi.
In Occidente e nelle sue colonie il coraggio ha perduto tutto il suo lustro. L’Impero è riuscito a ribaltare l’intera scala dei valori umani che da secoli e millenni era stata in atto fermamente e naturalmente in tutti i continenti e in tutte le culture. All’improvviso, la sottomissione e l’obbedienza sono diventate di moda.
Spesso sembra che se la tendenza non viene subito invertita, la gente comincerà sempre di più a vivere come i topi: costantemente spaventata, nevrotica, inaffidabile, depressa, passiva, incapace di unirsi a coloro che stanno ancora facendo avanzare il nostro mondo e l’umanità.
Milioni di vite verranno sprecate. Milioni di vite stanno già andando sprecate.
Alcuni di noi scrivono circa invasioni, colpi di stato e dittature imposte dall’Impero. Tuttavia, non si sta scrivendo quasi nulla di questo terribile e silenzioso genocidio che sta distruggendo lo spirito e l’ottimismo degli uomini, gettando intere nazioni in un’oscura depressione e oscurità. Accade dappertutto, perfino in posto come Londra, Parigi e New York, o, più precisamente, specialmente lì.
In quei luoghi sfortunati, la paura di grandi emozioni si è già profondamente radicata. L’originalità, il coraggio e la determinazione ora evocano la paura. Il grande amore, i grandi gesti e i sogni non convenzionali vengono tutti osservati con panico e diffidenza.
Nessun progresso, nessuna evoluzione sono, però, possibili senza modi di pensiero del tutto alternativi, senza lo spirito rivoluzionario, senza grandi sacrifici e disciplina, senza impegno, e senza quell’insieme si potentissime e audacissime emozioni che si chiama amore.
I demagoghi e i propagandisti dell’Impero vogliono farci credere che ‘qualcosa è finito; vogliono che accettiamo la sconfitta.
Perché dovremmo? Non c’è nessuna sconfitta in all’orizzonte.
Ci sono soltanto due realtà separate, due universi in cui il nostro mondo è stato spezzato : uno di nichilismo occidentale, un altro di ottimismo rivoluzionario.
Ho già descritto il nichilismo, ma che cosa immagino quando sogno quel mondo migliore, diverso?
Mi immagino bandiere rosse e persone che formano ranghi serrati, assaltando dei palazzi sontuosi e borse valori? Sento canti rivoluzionari mandati a tutto volume dagli altoparlanti?
No, davvero. Ciò che mi viene in mente è essenzialmente qualcosa di molto tranquillo e naturale, umano e affettuoso.
C’è un parco vicino alla vecchia stazione ferroviaria nella città di Grenada, in Nicaragua. L’ho visitato un po’di tempo fa. Lì, parecchi vecchi alberi gettano ombre fantastiche sul terreno, fornendo un’ombra desiderabile. In alcune grosse colonne di metallo sono incise le più belle poesie da sempre scritte in questo paese, mentre tra una colonna e l’altra ci sono delle semplici ma solide panchine. Mi sono seduto su una di queste. Non lontano da e, una coppia di innamorati che si avviavano verso la vecchiaia, si tenevano per mano e leggevano, guancia a guancia, dallo stesso libro. Erano così vicini che sembrava formassero un universo semplice e totalmente auto sufficiente. Sopra di loro c’erano i versi scintillanti scritti da Ernesto Cardenal, uno dei miei preferiti poeti latino-americani.
Mi ricordo anche due medici cubani, seduti su una panchina diversa, a migliaia di chilometri di distanza, che chiacchieravano con due infermiere corpulente, dopo aver eseguito una complessa operazione chirurgica a Kirabati, uno stato insulare ‘perduto’ in mezzo al Pacifico meridionale.
Mi ricordo molte cose, ma non sono mai ricordi di monumenti, sono soltanto umani. Infatti la rivoluzione è realmente questo, penso: una coppia di anziani contadini in un bel parco pubblico, entrambi innamorati e che si tengono per mano e che leggono poesie l’uno all’altro. Oppure due medici che vanno fino alla fine del mondo, soltanto per salvare delle vite, lontani dai riflettori e dalla celebrità.
E ricordo sempre il mio caro amico Eduardo Galeano, uno dei maggiori scrittori rivoluzionari dell’America Latina, che a Montevideo mi parlava del suo eterno amore per la sua meravigliosa signora che si chiama “Realtà”.
Poi penso: no, non perderemo. Il nemico è potente e molte persone sono deboli e spaventate, ma non permetteremo che il mondo venga trasformato in un manicomio. Lotteremo per tutte quante e persone che sono state influenzate dalla depressione e annegate nell’oscurità.
Riveleremo l’anormalità e la perversione del nichilismo occidentale. Combatteremo con il nostro entusiasmo e ottimismo rivoluzionario e useremo le armi più grandi, come la poesia e l’amore.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Fonte: http://www.counterpunch.org/2017/04/05/love-and-western-nihilism
Originale: Non indicato
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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