di Gianluca Bascherini
Le opere di Salgari, anche in ragione della loro connotazione di genere, offrono al giurista un’occasione per riflettere sui limiti dei processi di unificazione nazionale e di costruzione di un’identità civica, sulle carenze culturali ed etiche delle dirigenze liberali e sui loro riflessi istituzionali. In questa chiave, i romanzi dei “cicli malesi” riportano all’attenzione la vicenda coloniale italiana, ancora poco considerata dai giuristi nonostante la densità delle sue implicazioni per le vicende costituzionali “metropolitane”. Allo stesso tempo, tuttavia, quegli stessi romanzi rivelano una interessante inattualità se letti nel prisma della letteratura per ragazzi.
Distante dalla pedagogia ufficiale dell’Italia umbertina e fascista, il mondo di Sandokan e della pirateria malese continua a ricordare ai giovani lettori che i cattivi sono i prepotenti e i fanatici, e che l’amico o la compagna possono venire da paesi lontani.
Distante dalla pedagogia ufficiale dell’Italia umbertina e fascista, il mondo di Sandokan e della pirateria malese continua a ricordare ai giovani lettori che i cattivi sono i prepotenti e i fanatici, e che l’amico o la compagna possono venire da paesi lontani.
Fonte: costituzionalismo.it
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