La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 9 settembre 2017

Portogallo, l’alternativa all’austerità esiste e funziona

di Sara Ligutti
Uno dei paesi europei più duramente colpiti dalla crisi economica è stato il Portogallo. Dopo il salvataggio da parte della Troika, i creditori hanno chiesto dure misure di austerità, attutate con entusiasmo dall’allora governo conservatore. I servizi sono stati privatizzati, l’IVA alzata, una sovrattassa è stata imposta sui redditi, sono stati tagliati i salari nel settore pubblico, le pensioni e i sussidi, mentre al contempo sono state cancellate quattro feste nazionali.
Su un periodo di due anni, la spesa per l’istruzione ha subito un devastante taglio del 23%. La sanità e il sociale hanno altrettanto sofferto. Nel 2012 c’è stato un aumento del 41% nelle bancarotte delle aziende. La disoccupazione è balzata al 17,5% nel 2013. La povertà è aumentata. Ma era tutto necessario per curare la malattia della spesa eccessiva, veniva raccontato.
Al termine del 2015, però, tutto questo ha avuto fine. Un nuovo governo socialista, di minoranza – con l’appoggio esterno del Blocco di Sinistra e della Coalizione Democratica Unitaria – è andato al potere. Il primo ministro, António Costa, si è impegnato a “voltare pagina sull’austerità”, che aveva riportato il paese indietro di trent’anni. Gli oppositori preannunciavano il disastro. Tutto si sarebbe risolto con un nuovo salvataggio e tagli ancora più severi.
C’era anche un precedente: Syriza era andata al governo in Grecia solo pochi mesi prima. Le autorità europee non sembravano certo intenzionate a permettere che quell’esperimento avesse successo. Come poteva il Portogallo evitare la stessa sorte?
La logica del nuovo governo portoghese era chiara. I tagli inibiscono la domanda: per una vera ripresa, la domanda deve crescere. Il governo, quindi, si è impegnato ad alzare il salario minimo, invertire l’aumento regressivo delle tasse, riportare i salari del settore pubblico e le pensioni ai loro livelli pre-crisi (i salari erano stati tagliati anche del 30% in alcuni casi) e reintrodurre le quattro feste nazionali cancellate in precedenza. Tutto questo aumentando la spesa sociale per le famiglie più povere e introducendo un’imposta sul lusso per case dal valore superiore ai 600 mila euro.
Il disastro preannunciato non si è mai avverato. Nell’autunno 2016 – un anno dopo essere andato al potere – il governo Costa poteva vantare una crescita economica costante e un aumento del 13% negli investimenti da parte delle aziende. E quest’anno, i dati mostrano che il deficit si è più che dimezzato, raggiungendo il 2,1% – il livello più basso di sempre dal ritorno alla democrazia. Anzi, questa è addirittura la prima volta che il Portogallo rispetta i vincoli fiscali dell’eurozona.
«Il successo del Portogallo – commenta Owen Jones – è sia fonte d’ispirazione che di frustrazione. Tutta quella miseria umana in Europa… e per cosa, poi?». Inoltre – continua Jones – il Portogallo (così come la Gran Bretagna) «offre una lezione anche per la socialdemocrazia. All’indomani della crisi, i partiti socialdemocratici hanno abbracciato l’austerità. Il risultato è stato il loro collasso politico». Cosa che non è successa al Labour e al Partito Socialista portoghese. Ad esempio, i sondaggi mostrano che adesso i socialisti di Costa sono 10 punti avanti rispetto ai conservatori, con circa il 42%.
L’austerity, in Europa, è stata giustificata con il mantra “non c’è alternativa”, bisogna essere adulti, realisti. E invece no. Il Portogallo offre una risposta solida a questa affermazione. Confutandola. Una risposta di governo, suffragata dai fatti. «La sinistra europea – commenta Jones – dovrebbe utilizzare l’esperienza portoghese per cambiare l’Unione Europea e mettere fine all’austerità in tutta l’eurozona. In Gran Bretagna, il Labour può sentirsi ancora più legittimato nel rompere con l’ordine economico dei Tory».
E conclude: «Durante questo decennio perduto, in Europa, molti di noi continuavano a credere che un’alternativa ci fosse. Adesso ne abbiamo la prova».

Fonte: largine.it 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.