La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

domenica 10 aprile 2016

Le misure di Renzi: prone all'Europa dell'austerità, ma non servono al lavoro

Intervista a Susanna Camusso di Roberto Mania
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha cominciato dai gazebo di piazza San Babila a Milano la campagna per la raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare per il nuovo Statuto dei lavoratori e per i referendum abrogativi di alcune parti del Jobs act, delle norme sui voucher e sugli appalti. Dopo più di quarantamila assemblee e oltre due milioni di lavoratori consultati, dice che questa sarà "una rivoluzione per la Cgil". Poi attacca il governo sul Def, sulle pensioni e sulla contrattazione.
Cosa pensa del progetto del governo di rafforzare la contrattazione aziendale?
"Mi faccia intanto dire che nel Def, per quanto se ne sa dalla lettura dei giornali visto che anche questa volta manca un testo, l'unico messaggio che passa è quello di ottenere una maggiore flessibilità, dimostrando in cambio di essere i più bravi a fare quello che vuole Bruxelles.
Con questo schema non si determinano le condizioni per quella crescita, in particolare degli investimenti e dell'occupazione, di cui il Paese ha bisogno. Senza cambiare il terreno di gioco si confermano le politiche di austerity. Il dato più rilevante è che sulle pensioni siamo di nuovo ai tanti annunci traditi dai comportamenti. Non c'è accenno alla flessibilità in uscita e si ribadisce che la proposta degli 80 euro alle pensioni minime serviva a distrarre l'attenzione sulle difficoltà del governo. Noi manterremo la mobilitazione perché il tema delle pensioni torni centrale esi cambi la legge".
Apprezza lo schema del governo sulla contrattazione aziendale?
"Mi pare un omaggio alle posizioni che da lungo tempo ha espresso la Commissione europea. Noi siamo sempre stati sostenitori della contrattazione aziendale ma sappiamo che è un valore se c'è anche la contrattazione nazionale altrimenti si traduce in concorrenza sleale tra imprese. Se dunque il provvedimento del governo serve a rendere strutturale la decontribuzione del salario di produttività, ben venga. Ma non è necessaria una legge. Se invece si ha in mente che il contratto nazionale non è fondamentale per le politiche salariali penso sia una follia che non considera le caratteristiche del nostro apparato produttivo, composto da piccole imprese e dai milioni di lavoratori che vi lavorano. Si ragiona come se in Italia esistano solo le aziende in cui si fa la contrattazione aziendale. Così non è per le piccole e piccolissime imprese. Mi pare davvero la proposta di un'elite che non vede e non conosce la realtà del lavoro, ma solo ciò che accade in qualche grande impresa".
Eppure il governo sembrerebbe orientato ad accogliere l'accordo sindacati-Confindustria sulla rappresentan- za.
"Quell'intesa è un modello compiuto sulla rappresentanza e non può essere utilizzato per scardinare la contrattazione nazionale".
Veniamo alla vostra Carta dei diritti universali, un nuovo Statuto dei lavoratori...
"È la nostra rivoluzione".
Volevo chiederle: non rischia di essere un'operazione di mera testimonianza visto che il Parlamento non ha mai approvato leggi di iniziativa popolare?
"Sappiamo che è una strada impervia, ma se si restringono gli spazi di azione anche il sindacato deve ricercare tutte le forme entro le quali muoversi. Non c'è più un luogo dove si discuta di lavoro mentre si assiste a una coazione a ripetere interventi per ridurre i diritti di chi lavora".
Qual è la vostra rivoluzione?
"Nell'idea che tutte le persone siano titolari di diritti indipendentemente dal rapporto di lavoro (subordinato o autonomo), dal contratto (a tempo indeterminato o di collaborazione), da luogo o dal settore. È il nostro modo di affrontare la modernità. In questi anni è prevalsa un'idea del lavoro solo come costo da comprimere, svalorizzandolo".
La legge, però, è uno strumento del Parlamento non dei sindacati.
"Il sindacato ha una funzione di rappresentanza del lavoro. La svolge
con la contrattazione, con la tutela sociale, intervenendo e proponendo una legislazione che, applicando la Costituzione, costruisca un sistema di garanzie universali. Anche lo Statuto dei lavoratori nacque da un'intuizione della Cgil degli anni Cinquanta".

Fonte: La Repubblica 

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