La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 11 aprile 2016

Un tuffo nel passato: Clinton contro Bernie su Panama

di ZeroHedge
Diversamente dalla maggior parte dei politici, più si conosce Bernie Sanders più diventa convincente. Dimenticate per un momento il punto se si ritengano etiche o meno le strategie di evasione fiscale diffuse dai Panama Papers, è importante notare che Bernie Sanders metteva pubblicamente in guardia dalla crescita di tali comportamenti sin dal 2011. D’altra parte, Hillary Clinton e Barack Obama hanno fatto pressioni a favore di una legislazione che ha reso più facili tali strategie controverse, con il pretesto del “libero commercio” con Panama.
In primo luogo, ecco cosa aveva da dire sulla questione il Senatore Sanders nel corso del 2011: "Permettetemi di dire qualche parola sull’Accordo di Libero Scambio con Panama. Panama è un paese molto piccolo; la sua intera produzione annuale è di soltanto 26.7 miliardi di dollari all’anno, o all’incirca lo 0.2% dell’economia americana. 

Quindi credo che nessuno qua potrà legittimamente alzarsi in piedi e dire che il commercio con un paese così piccolo aumenterà significativamente i posti di lavoro americani. Quindi perché staremmo…perché staremmo prendendo in considerazione un accordo commerciale con Panama? Cosa sta succedendo? Be’, Presidente, risulta che Panama è leader mondiale quando si tratta di permettere ai ricchi americani e alle grandi aziende di evadere le tasse statunitensi nascondendo i loro soldi in paradisi fiscali all’estero, e l’Accordo di Libero Scambio con Panama renderà questa brutta situazione molto peggiore. Sono un membro della commissione per il bilancio, come lo è lei, signor Presidente, e più e più volte abbiamo ascoltato testimonianze secondo le quali il nostro paese sta perdendo fino a 100 miliardi di dollari ogni anno poiché le aziende nascondono il proprio denaro dietro indirizzi postali nelle Isole Cayman, alle Bermuda e a Panama, e questo accordo commerciale renderà la situazione anche peggiore. Secondo l’associazione Cittadini per la Giustizia Fiscale, quoto: “un paradiso fiscale ha una caratteristica tra queste tre: non ha tasse sui redditi o le ha molto basse, ha leggi sul segreto bancario, e ha una storia di non-cooperazione con gli altri stati riguardo allo scambio di informazioni su questioni fiscali. Panama le ha tutte e tre, e probabilmente è il peggiore [paradiso fiscale]”, secondo Cittadini per la Giustizia Fiscale. L’accordo commerciale con Panama di fatto impedirebbe agli Stati Uniti di inasprire i controlli sui paradisi fiscali offshore illegali e abusivi a Panama. Infatti, combattere i paradisi fiscali a Panama sarebbe una violazione di questo accordo di libero scambio, esponendo gli USA a multe da parte di autorità internazionali. Be’, in un periodo nel quale abbiamo più di 14 trilioni di dollari di debito nazionale, e in un periodo nel quale stiamo freneticamente cercando di immaginare modi per abbassare il nostro deficit, alcuni di noi pensano che sia una buona idea eliminare tutti questi paradisi fiscali grazie ai quali le nostre grandi e ricche imprese nascondono i loro soldi all’estero ed evitano di pagare le tasse negli Stati Uniti. L’Accordo di Libero Scambio con Panama renderebbe questo obiettivo ancora più difficile."
La preveggenza dell’uomo è notevole. Come dimostrano i suoi voti contro il Patriot Act, la guerra in Iraq e i salvataggi dei banchieri, Bernie Sanders è stato dalla parte giusta della storia su tutti i principali temi del 21° secolo. Al contrario, Hillary Clinton è stata sul lato sbagliato della storia su praticamente tutto.
Per alcune informazioni supplementari sulla situazione di Panama, passiamo al Business Times International:
"Anni prima che più di un centinaio di organi di stampa in tutto il mondo domenica rilasciasse storie su una massiccia rete di evasione fiscale globale dettagliate nei Panama Papers, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l’allora Segretario di Stato Hillary Clinton hanno spinto per un accordo di libero scambio negoziato dall’amministrazione Bush sul quale gli organi di controllo avvertivano che avrebbe solo peggiorato la situazione.
Poco dopo il suo insediamento nel 2009, Obama e il suo segretario di Stato – che è attualmente il democratico favorito nelle corsa presidenziale – hanno cominciato a spingere per far passare accordi di libero scambio in stallo con Panama, Colombia e Corea del Sud, accordi che secondo quanto sostenuto dagli oppositori avrebbero reso più difficile inasprire i controlli su imposte sul reddito molto basse, legge sul segreto bancario e storia di non-cooperazione con i partner stranieri di Panama.
Anche mentre perorava il suo impegno per aumentare le tasse sui ricchi, Obama perseguì e alla fine firmò l’accordo con Panama nel 2011. Non appena il Congresso ratificò il patto, la Clinton rilasciò una dichiarazione che lodava l’accordo, dicendo che quella e le altre intese con la Colombia e la Corea del Sud “renderanno più facile per le aziende americane vendere i loro prodotti”. Aggiunse:”l’amministrazione Obama è costantemente al lavoro per rinforzare il nostro impegno economico in tutto il mondo, e questi accordi sono un esempio di questo impegno“.
I critici, tuttavia, hanno detto che il patto renderebbe più facile per i ricchi americani e le aziende creare società e conti bancari all’estero e complessivamente evitare di pagare molte tasse.
“L’accordo di libero scambio minerebbe gli strumenti esistenti delle politiche statunitensi nei confronti delle attività dei paradisi fiscali”, ha avvertito sul momento l’associazione a garanzia dei consumatori Public Citizen, dicendo che l’accordo incoraggerebbe le aziende a contrastare gli sforzi degli Stati Uniti per combattere il segreto finanziario. Il gruppo ha anche osservato che gli appaltatori del governo degli Stati Uniti, così come le principali imprese finanziarie supportate dai salvataggi dei contribuenti, si aspettano di avvantaggiarsi dalle disposizioni dell’accordo commerciale che potrebbero rendere più difficile reprimere il segreto finanziario.
Nonostante gli avvertimenti da parte di gruppi di controllo, alcuni legislatori democratici hanno invitato l’amministrazione Obama a insistere aggressivamente per l’accordo di Panama. Secondo una e-mail inviata nel 2009 alla Clinton dal suo più importante assistente al Dipartimento di Stato, l’allora Senatore democratico del Montana Max Baucus spingeva per far passare i patti di libero scambio con Panama e Colombia, e il senatore repubblicano di New York Charles Rangel disse che “il presidente doveva investire il suo potere per farlo passare”. Obama in ultima analisi ha fatto proprio questo, ospitando nel 2011 il presidente di Panama ad un evento nello studio ovale per promuovere il patto commerciale proposto."
Al di là dell’illuminare ancora una volta le forti differenze tra Hillary e Bernie, questo episodio dimostra anche come i politici disonesti come Obama e Clinton usano frequentemente il linguaggio del “libero scambio” per far avanzare una legislazione clientelare che ha poco a che fare con il commercio.
Siete stati avvertiti.

Articolo pubblicato su ZeroHedge
Fonte: vocidallestero.it

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