La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 3 dicembre 2016

Francia: comunisti e sinistra uniti verso le presidenziali

di Guido Capizzi 
Nel 2017 i francesi saranno chiamati alle votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica: finisce l’era Hollande e l’incertezza si respira in tutto il Paese. La presenza tra i candidati di Marine Le Pen crea forti imbarazzi sia a destra sia a sinistra. E’ uscito il nome di Jean Luc Mèlenchon, nato a Tangeri nel 1951, che nel 2008 fondò il Partito di Sinistra. Mèlenchon ha fatto parte della corrente Nuovo Mondo del Partito Socialista, senatore dal 1986 è stato ministro dal 2000 al 2002. Noto per le continue divergenze da Ségolène Royal nel 2008 ha fondato il Partito della Sinistra, di orientamento neo-giacobino ed ecologista.
In occasione delle elezioni europee del 2009 il partito si collegò con il Partito Comunista Francese nel Fronte di Sinistra che lo ha candidato alle presidenziali del 2012, quando ottenne l'11% dei voti, posizionandosi al quarto posto tra gli aspiranti all'Eliseo. Mélenchon è membro della Loggia Massonica "Roger Leray" di Parigi del Grande Oriente di Francia.
Il 27 novembre il segretario del Partito Comunista Francese Pierre Laurent ha scritto agli aderenti dopo l’ampia discussione avvenuta per pronunciarsi sulle scelte per il 2017. Molte settimane di dibattiti intensi che hanno coinvolto decine di migliaia di comunisti a tutti i livelli - : locali e dipartimentali - e la conferenza nazionale del 5 novembre. Quasi 41.000 comunisti, cioè il 73% dei 56.440 aderenti del partito, hanno partecipato alla consultazione nazionale del 24-26 novembre.
Laurent si congratula con tutti i comunisti per la qualità e la ricchezza del dibattito condotto in un clima di grande fraternità, con spirito rispettoso e di grande responsabilità. “La qualità di questo dibattito democratico fa onore al nostro partito e alla vita politica nazionale” scrive il segretario del PCF. Naturalmente questa discussione è stata spesso anche molto appassionata ed è normale considerate le sfide in gioco, ma i comunisti sono stati decisi nell’auspicare che la discussione si conducesse nella serenità e che si concludesse nell'unità di tutti i comunisti indipendentemente dalla scelta che sarebbe uscita. È un momento molto importante in terra di Francia. La paura del terrorismo, la crisi economica irrisolta, i mondi del lavoro e della scuola in fermento, la sanità in discussione non dovrebbero far perdere l'attenzione di ciascuno sull'impiego ragionato delle reti sociali, così utili per fare circolare l'informazione e gli scambi di argomentazioni. “I risultati di questa consultazione ormai sono conosciuti, diventano la decisione del partito comunista francese – scrive ancora Laurent - il comitato esecutivo nazionale ha chiamato alla raccolta di tutti i comunisti attorno alla scelta approvata dal 94% dei compagni: la risoluzione strategica fissa una campagna comunista d’impegno per un progetto in grado di fare uscire la Francia dalla crisi nella quale le politiche liberiste l’hanno gettata”.
Intanto il 53% ha sottoscritto l'opzione per l'elezione presidenziale, quella che decide di condurre una campagna comunista autonoma per votare Jean-Luc Mélenchon. Il dibattito è vivo perché ci sono sul tappeto altre opzioni. “Le discussioni dimostrano che non si sono opposti comunisti raccolti in due campi – sottolinea Laurent - ciascuno è stato spesso attraversato dagli stessi interrogativi e tutte le argomentazioni che sono state sviluppate dagli uni o dagli altri saranno utili”.
In altre parole i risultati del dibattito nel PCF dimostrano che il filo conduttore della campagna deve essere il mantenimento di una parola e di un passo forte del partito comunista per portare all’obiettivo del progetto dell’unità dei comunisti, condizione del successo della campagna per le presidenziali. Certamente quest'unità deve mettersi in opera nel rispetto del voto maggioritario, di tutti i comunisti, dei dibattiti che hanno avuto luogo, delle convinzioni e degli interrogativi che hanno suscitato.
“Dunque ora entreremo in una fase più attiva della nostra campagna” evidenzia il segretario del PCF invitando gli aderenti a porre attenzione su punti importanti: la destra sarà il principale avversario nella battaglia politica poiché i loro progetti minacciano seriamente il Paese, la società e la democrazia. A gennaio il PCF pubblicherà un opuscolo destinato a condurre la battaglia d’idee contro questi progetti della destra che sono nocivi e che devono fallire. L’opuscolo evidenzierà anche il lavoro da fare a sinistra con un nuovo progetto che gira il dorso all'austerità. “Le nostre proposte possono diventare un riferimento essenziale per milioni di francesi – conclude la sua lettera Pierre Laurent – sulla scia della grande consultazione cittadina, dunque, intraprenderemo immediatamente la divulgazione e la messa in discussione delle nostre proposte, raccolte nel patto di impegni comuni per la Francia che abbiamo adottato alla conferenza nazionale”.
La chiamata a votare Jean-Luc Mélenchon non è una conclusione, ma una leva per andare più lontano. Non si vuole, cioè, raggiungere il quadro troppo stretto della Francia ribelle, ma si vorrebbe andare molto più lontano e raccogliere molto, avendo come priorità i milioni di francesi che faticano a vivere degnamente, che hanno paura del declassamento sociale giorno dopo per i loro giovani. Cresce il numero di coloro che lottano per la difesa di un ufficio postale in periferia, di un posto di lavoro equo, di un servizio ospedaliero dignitoso, di coloro che hanno progetti e che sono pronti alla sperimentazione sociale, di coloro che fanno catene umane per l'occupazione o contro le espulsioni locative o per il clima o anche contro i trattati economici dettati dalla globalizzazione.
A livello nazionale il 10 dicembre, si terrà una grande riunione a Parigi, con quanti si disperano della situazione a sinistra, soprattutto della troppo grande dispersione.

Fonte: Contropiano.org 

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