La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 18 maggio 2017

Quando l’informazione ha un solo padrone

di Vindice Lecis
Esiste un pensiero unico nell’informazione? Perché i giornali sono quasi tutti renziani? E le Tv? Ci avviamo a una concentrazione e a un oligopolio ancora più masiccio delle testate? Parliamone senza remore. Un esempio. Il Fatto Quotidiano pubblica l’intercettazione del colloquio tra Renzi figlio che dice al Renzi padre di “non dire bugie” sulla torbida vicenda Consip. La mattina, la testata scompare dalle rassegne stampa televisive e radiofoniche e in nessun notiziario va in onda la notizia. Che ricompare magicamente quando se ne occupa Matteo sulla sua pagina facebook. E così la notizia si trasforma in “gogna mediatica”. Una china non nuova ma sempre pericolosa. I giornali fanno scelte legittime ma le notizie non si omettono.
Il rischio è una inquietante deriva di campagne fatte di balle, già viste nell’ordine: contro i portuali, gli statali, gli insegnanti, l’Articolo 18, la sanità, le pistole fumanti Usa, i cattivi Assad-Maduro. Ad uso dei lettori ecco allora che ripropongo di seguito alcuni dei messaggi che il Minculpop, Ministero della cultura popolare, inviava, anche più volte al giorno, ai direttori dei quotidiani durante il regime fascista. Solo per far vedere come si lavorava quando c’era il pensiero unico. Oggi siamo in democrazia e il paragone che faccio è evidentemente paradossale. Ieri un regime, oggi potentati economico-finanziari e il bulimico Pd dettano le linee. Perché il potere esercita sempre un’attrazione. Dunque, riflettiamo insieme.

1935

3 dicembre: Interessarsi all’inno a Benito Mussolini del maestro Sallustio.

7 dicembre: Non pubblicare corrispondenze dei nostri bombardamenti aerei in Africa orientale.

16 dicembre: non dire, come ha detto qualche giornale, che una pace rapida in A.O. può ricondurre la pace e la calma in Etiopia. Attaccare il fronte massonico-comunista.

1936

4 gennaio: non pubblicare mai fotografie che dimostrino una inopportuna intimità tra i nostri soldati e gli indigeni dell’Africa orientale. Benevolenza non cordialità. Protezione ma non eguaglianza.

4 maggio: se arriva notizia di lieve ferita alla mano subita dall’on. Farinacci, non pubblicarla sino a quando non sia stata autorizzata.

22 maggio: non pubblicare articoli e disegni che possano esaltare l’ibridismo di razza. L’Italia letteraria è stata sequestrata per questa ragione.

1937

16 gennaio: non dare notizia dei bombardamenti di centri abitati per opera dei nazionalisti in Spagna e soprattutto escludere che si tratti di aviatori italiani o tedeschi.

5 marzo: finirla con le notizie di viaggi a Roma di bambini che fuggono di casa per vedere il duce.

1 maggio: dare grande rilievo al primato sulla velocità sui 100 chilometri.

1939

1 settembre: l’impostazione dei giornali deve essere la seguente: a) simpatia per la Germania b) abbandonare gradualmente il motivo della responsabilità inglese anche nei titoli c) NON (dicesi NON) rilevare sia nei titoli che nei commenti le frasi di Hitler riguardanti gli interventi stranieri.

23 settembre: ricordarsi di mettere il saluto al duce all’inizio e alla fine del suo discorso.

25 settembre 1939: la noticina contro il “Lei” va in prima pagina.

30 settembre: il comunicato sul viaggio del conte Ciano va dato su due colonne e non più su tre.

1 ottobre: riprendere le foto pubblicate da “La Stampa” ieri su Londra senza automobili.

3 ottobre: si riconferma la disposizione già data di astenersi nel modo più assoluto dal consigliare la torrefazione casalinga dell’orzo e degli altri surrogati del caffè.

6 novembre: dal servizio delle manifestazioni di ieri a Livorno e a Firenze eliminare la frase “acclamazioni all’indirizzo del Duce e di Ciano”. Le acclamazioni al duce non vanno abbinate ad altro nome.

9 novembre: non si deve dire camions ma autocarri (vale anche per il singolare).

15 novembre: la notizia del varo della corazzata Impero va in prima pagina su tre colonne. Dire che è la nave da battaglia più potente del mondo.

1940

27 maggio: i tedeschi si devono, d’ora in avanti, chiamare germanici.

5 agosto: i giornali che abbiano redattori demografici tornino sull’argomento della decadenza biologica della Francia, con particolare riguardo al numero dei pazzi, all’alcolismo, all’uso degli stupefacenti nonché alla denatalità.

9 agosto: Si fa divieto di pubblicare firme di italiani con nomi di battesimo non italiani: John, Max, Tom ecc.

Per inaugurazione del drizzagno sul Tevere i giornalisti di dovranno trovare in divisa fascista-sahariana bianca, pantaloni lunghi bianchi e berretto: alle sette e trenta precise.

17 agosto: non possono consentirsi nei quotidiani italiani pubblicazioni di avvisi mortuari di nominativi ebraici.

1 settembre:si riconferma la disposizione di non parlare di stirpe ma di razza.

18 settembre: si ricorda che la denominazione pompiere è stata da tempo abolita.

9 ottobre: Non pubblicare le foto del duce che saluta le truppe con la mano alla visiera.

(notizie tratte da Dal Ponte-Leonetti-Massara Giornali fuori legge. La stampa clandestina antifascista 1922-1943, Anppia 1964)

Fonte: fuoripagina.it

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