La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 18 maggio 2017

Legge elettorale truffa cucita dal sarto a misura di Renzi

di Andrea Colombo
Non è mica vero che la legge elettorale proposta dal Pd è uguale al vecchio Mattarellum con la quota proporzionale raddoppiata dal 25 al 50%. C'è una differenza apparentemente piccola, in realtà enorme, che va a tutto vantaggio del Pd. A differenza del Mattarellum o della legge per l'elezione dei sindaci è proibito votare in modo diverso nella quota proporzionale e in quella maggioritaria. Se voti un partito nel proporzionale il tuo voto va automaticamente al candidato collegato a quella lista nel maggioritario. Se voti in modo disgiunto la scheda è annullata. Se voti solo per il candidato nel maggioritario il tuo voto non pesa sulla quota proporzionale.
Non è un particolare. Significa che non si potrà dire "voto il partito che preferisco nel proporzionale e poi nel maggioritario voto quello meno lontano da me ma che ha possibilità reali di passare". Come quando nel Mattarellum si votava, per dire, Rifondazione nel proprozionale ma l'Ulivo nel maggioritario in funzione anti-destra. Non avranno senso neppure gli accordi di desistenza, che nel Mattarellum erano fondamentali, perché per desistere bisognerebbe rinunciare a candidare l'intera lista (che ovviamente è bloccata) nel proporzionale. Improponibile.
Di fatto sono in grado di ottenere i seggi del maggioritario, se non si fanno coalizioni, solo due partiti, Pd e M5S, più la Lega in molti collegi del nord. Nei sondaggi i due partiti sono più o meno pari, ma il Pd conta sulla maggiore capacità di formare coalizioni con partiti piccoli, come quello di Alfano, che dovrebbero portare quel mazzetto di voti in più necessario per superare gli avversari a cinque stelle.
La legge resuscita il voto utile (per il Pd). Dal momento che votando il proprio partito minore nel proporzionale si rinuncia a pesare nel maggioritario molti elettori preferiranno turarsi il naso e votare la lista del partito maggiore in modo da contare anche nel maggioritario. In questo senso la legge di Renzi incentiva effettivamente le coalizioni, ma coalizioni di tipo particolare: con partiti piccoli che, per sopravvivere, accettano un'alleanza non semplicemente subordinata ma servile.
Insomma, è una legge cucita dal sarto a misura di Matteo Renzi.

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