La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 19 agosto 2016

Fascismo di frontiera: deportazioni invisibili con bollo Ue

di Flore Murard-Yovanovitch
I paramilitari africani si macchiano di genocidio per fermare i migranti. Ci sono i respingimenti documentati, gli abusi sulle frontiere ungherese-serba-bulgaro-turca, dove il "Fascismo della Frontiera" (Derive) è ormai in fase acuta, con gruppi paramilitari e ronde di estrema destra che, in tutta impunità, perlustrano di notte il confine, a colpo di cani e caccia al profugo. E poi ci sono deportazioni invisibili, sul fronte di sabbia, di migliaia di profughi eritrei, somali, nigeriani, gambiani....
A incaricarsene, le polizie e i gruppi militari dei gentili Stati del Corno d'Africa, a cui l'Ue delega il controllo delle frontiere ormai esternalizzate; cioè le fa pattugliare da Stati, ben più sperimentati, in tecniche di sequestri, detenzioni e abusi. Profughi, quindi, riconsegnati di fatto alle dittature dalle quali sono fuggiti, alle celle e alle torture. Qual è la vastità del costo umano che pagheranno? Li rivedremo mai? E importa a qualcuno cosa succede a migliaia di subsahariani e rischio di sparizione e sterminio?
Il nuovo quadro di partenariato dell'Ue con i paesi terzi per la gestione della migrazione, proseguendo il processo di Khartoum (lanciato nel 2014), prevede ingenti finanziamenti, che pervertono "aiuti" per lo sviluppo in controllo delle frontiere e sovvenzioni direttamente militari; riguardano all'ora attuale 16 paesi prioritari, tra cui anche paesi dittatoriali del Corno d'Africa. In realtà, parte dei Fondi Fiduciari istituiti al Summit di La Valletta (l'Italia contribuisce con 10 milioni di euro) sono già in uso e accordi secreti per il controllo, la riammissione e la repressione alle frontiere, sono stati avviati de facto con paesi più controversi, come il Sudan, l'Eritrea e l'Etiopia.
Il capo del primo Stato, è un noto ricercato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini contro l'umanità, crimini di guerra e di genocidio nel Darfur; il secondo, è accusato dalle Nazione Unite di crimini contro l'umanità; mentre il terzo, sta svolgendo da anni una sistematica repressione del popolo Oromo e più recentemente sta sistemando la recente ondata di proteste di studenti e civili, nel sangue.
Iniziamo dal caso del Sudan, di cui "presidente" Omar-al-Bashir, ha l'unico curriculum di due mandati di cattura da parte della Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità, di guerra e di genocidio nel Darfur. Ma ricorda a qualcuno qualcosa il Darfur? Circa 400.000 vittime, un'intera regione destabilizzata, circa 2,7 milioni di persone sfollate (stime Nazione Unite). A questo specialista dello sfollamento e della sparizione di massa, l'UE ha mandato una prima "tranche" dei 45 milioni di euro, destinati a Sudan e Eritrea per la gestione della migrazione, ma a seguito di una visita a Khartoum a aprile, il Commissario europeo per lo Sviluppo, Neven Mimica, ha annunciato una busta a parte di 100milioni di euro.
Il giornale Der Spiegel rivelava a maggio scorso, il documento secreto di una riunione degli Ambasciatori dei 28 Stati Ue, che elencava cosi l'utilizzo dei fondi fiduciari: training della polizia di frontiere, invio di camera, scanner, server, controlli biometrici e foto-segnalazioni, nonché aiuto alla costruzione di campi-prigioni (a Gadaref e Kassala).
Per bloccare i migranti, tutti mezzi sono quindi validi; e non si è trovata idea più astuta, che usare per il pattugliamento del confine sudano-libico le forze paramilitari, le Rapid Support Forces (RSF), parte dei servizi segreti, note per le loro tecniche di persuasione: omicidi, torture, e stupri di massa. Formate nel 2013 da ex elementi delle famigerate milizie Janjawwed - famose per le loro torture.
Bruxelles, quindi, incarica milizie genocidarie, per il controllo di profughi. In altre parole, delega bianca della vita dei migranti a forze che hanno una pluridecennale esperienza in tecniche di uccisione e sparizione (di massa). C'è un problema? Intanto, per dimostrare la loro efficienza, al ritorno di una missione nel deserto del Nord, il comandante delle RSF, Mohamed Hamdan Daglo, (aka Hametti), anch'esso responsabile di crimini contro l'umanità, ha dichiarato che suoi miliziani avevano arrestati circa 600 profughi etiopi illegali, sulla frontiera del Sudan con la Libia e l'Egitto. A cui aggiungere i 26 profughi cacciati l'altro giorno a Um Kadada, sulla frontiera sudano-libica (fonte El-Fasher) e le decine di altri di cui non si avrà mai notizie né cronaca. Si ha ancora notizie di loro? No more news. Da una fuga di notizie ai media tedeschi, ufficiali sudanesi dell'Immigrazione avrebbero detto durante una sessione di formazione da ufficiali tedeschi (la Germania è il leader partner in Sudan e la GIZ, l'Agenzia per la cooperazione tedesca, dovrebbe coordinare il progetto di controllo delle frontiere): "il deal, è che i migranti non fuggano dai campi" (fonte ARD "Report Mainz").
Inoltre, da mesi si verificano migliaia di deportazioni forzati di profughi eritrei dal Sudan, riconsegnati alle celle del regime di Aferwerki. Il 27 luglio scorsol'Agenzia Habeshia, riportava che circa 600 profughi eritrei rinchiusi in Sudan nel centro di detenzione di Al Huda, a nord di Khartoum, stavano per essere rimpatriati. Tra di loro ci sono numerosi minorenni, ragazzi di appena 16-17 anni, donne e uomini. A maggio, circa 600 persone sono state rastrellate nel cuore della capitale-prigione e rimpatriati in Eritrea. Di loro, no more news.
Passiamo al vicino, l'Eritrea. Uno stato, dove secondo le Nazione Unite, vengono commessi crimini contro l'umanità dal 1991. Il rapporto della Commissione d'indagine internazionale pubblicato l'8 giugno scorso, accusa il governo di Asmara di "schiavitù, reclusione, sparizioni forzate, tortura e altri atti disumani come persecuzioni, stupri e omicidi" contro la propria popolazione. In quella prigione a cielo aperto, ermeticamente chiusa, vige infatti l'arruolamento militare forzato a vita e almeno 74 campi di detenzione per opponenti; chi prova a fuggire, viene sparato sul confine, secondo "una politica di sparare per uccidere" che potrebbe essere rafforzata da questi accordi con l'Ue. Un'intera generazione è stata persa, l'altra sfuggita e l'altra ne sogna. Gli eritrei sono infatti il più grande gruppo che, ogni anno tenta l'attraversata del Mediterraneo, e che ci muore; l'anno scorso più di 47mila eritrei hanno cercato asilo in Europa. E con questi record al bilancio dei diritti umani, a Isaias Afewerki, si confida la vita dei profughi.
E poi finalmente l'Etiopia, che continua a macchiarsi di sangue nella pluridecennale repressione violenta dei popoli Oromo e Amhara. Confiscazione delle terre, detenzioni, arresti di massa di civili. Le forze di sicurezza etiopi, secondo Human Rights Watch hanno ucciso più di 400 persone e arrestato migliaia di manifestanti, dal novembre 2015 al maggio scorso, nelle proteste scoppiate nella regione di Oromia e Amhara. Si aggiungono gli 100 studenti e civili uccisi nella notte del 6-7 agosto. L'Etiopia riceve già 47 milioni di fondi Fiduciari e al Summit di La Valletta, ha firmato un'agenda comune su Migrazione e Mobilità, fondata sugli stessi principi di condizionalità negativa (fai quello che ti dico, freni i migranti a tutti costi, in scambio di soldi) per riammissioni, pattuglie congiunte e scambio di informazione sui migranti nella regione del Corno d'Africa.
Per non menzionare (sarà l'oggetto di un prossimo commento), quello che avviene nel muro di mare armato mediterraneo, intercettazioni, affondamenti e respingimenti da parte della guardia costiera libica. Dall'inizio del 2016 al mese di luglio, la guardia costiera libica dichiara di aver "salvato" - noi diciamo intercettati e respinti - 10.426 migranti. Che fine hanno fatto quelle migliaia di persone deportate nei lager libici o nei paesi da cui fuggivano? No more news.
Ai profughi quindi l'UE prospetta tranquillamente - con precisa razionalità ed è quello che forse fa più paura - abusi dalle guardie di frontiere, deportazioni, detenzioni, sparizioni e torture. Non conosceremo mai il vero numero dei nuovi desaparecidos di massa migranti, in quel caso africani.
Dire che la bella Europa sta spostando le proprie frontiere da un arco che va dall'Egitto all'Algeria e nell'interno del Sub-Sahara, dal Sudan al Niger, con metodi di sterminio pianificato e di abusi crimini quotidiani - è dire poco. Capire invece che, per paura dei migranti, l'Europa in preda a un delirio di massa tipico del Fascismo di Frontiera, è diventata il nocciolo duro, per atroce ripetizione della storia, di una nuova barbarie razziale, è solo un suggerimento alle coscienze. Ed è già molto buio.

Fonte: Huffington Post - blog dell'Autrice

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