La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 20 ottobre 2016

La nostra versione del quesito referendario

di Gianluca Graciolini 
Il Tar del Lazio ha dunque respinto il ricorso sul quesito presentato dai No. Per difetto di giurisdizione, dice, non doveva essere presentato a Roma. Chissà, forse a Washington, a Berlino o direttamente alla sede di Jp Morgan. Battute a parte, dobbiamo continuare nell'opera di demistificazione. Ad oggi, tutti i centri e gli agenti del potere economico, politico, finanziario e criminale del globo, nessuno escluso, hanno perorato la causa del Sì arrivando a terrorizzare i cittadini italiani, prefigurando scenari da diluvio universale in caso di vittoria del No. 
Sono gli stessi centri e gli stessi agenti che hanno creato la crisi da cui non riusciamo ad uscire, provocato le guerre, prodotto impoverimento di massa e disuguaglianze, calpestato ed umiliato i diritti sociali. 
In questa luce, proviamo quindi a riformulare da noi il quesito referendario e stampiamocelo bene in mente: vogliamo noi darla vinta a queste canaglie immonde e consentire loro di stravolgere il Patto fondativo della nostra Repubblica a loro esclusivo interesse? Vogliamo noi essere cornuti e mazziati per i prossimi vent'anni? Questo, in filigrana, ci sarà scritto sulla scheda referendaria il prossimo 4 dicembre e a questo quesito reale dovremo rispondere. E ai servi del Pd che continuano a dirci che se vince il No, vincono Berlusconi, Salvini, Brunetta o il diavolo in persona dobbiamo rispondere: se vince il No vincono solo la Costituzione, il popolo, la democrazia. Se vince il No, e il No deve vincere, vinciamo Noi, i cittadini della Repubblica italiana.

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