La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 25 novembre 2016

Il sindacato mondiale sull'auto che cambia

di Stefano Maruca
Si è tenuta a Monaco di Baviera dal 14 al 16 novembre la Conferenza Mondiale del Settore Automotive di IndustriAll, presenti 125 sindacalisti da 30 paesi. La conferenza ha discusso e analizzato le condizioni e le prospettive future di un settore sottoposto a un processo di cambiamento precedenti, e ha approvato il nuovo piano di azione. Questioni come gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, l'auto elettrica e a guida autonoma, la digitalizzazione avranno un impatto radicale sull'industria dell'auto, determinando - secondo Hemut Lense, Direttore del settore automotive di IndistriAll GU - molti problemi ma anche alcune opportunità.
"Per la prima volta nella storia dell'industria dell'auto – dice Lense - le imprese sono coinvolte in una trasformazione che rimette in discussione il loro stesso modello di business”.
Le conseguenze di questa “trasformazione” (elletrificazione e digitalizzazione) sul piano occupazionale e professionale per i lavoratori attualmente occupati nel settore sono stati presentati come rapidi e preoccupanti in particolare dal coordinatore della rete sindacale Daimler, che ha stimato i 1:6 il saldo occupazionale negativo nel nuovo scenario industriale, almeno nel medio periodo. Il Presidente di IndustriAll GU (nonché presidente di Ig Metall) Jörg Hoffmann, ha stimato in 40.000 i posti di lavoro oggi impegnati nella produzione di motori a combustione interna che sarebbero messi in discussione dalla rapida diffusione di auto elettriche in Germania.
Secondo Hoffman occorre rispondere a quest asituazione con nuove strategie sindacali. La crescita dell'inquinamento in città come Delhi e Bejing ci dice che non ci sono alternative, che l'industria dell'auto deve essere ecologicamente sostenibile. In questo processo di transizione – sostiene Hoffman – ci deve essere un “Giusta Transizione per quanto riguarda i lavoratori”
Su questo aspetto della diminuzione degli occupati in conseguenza della nuova tecnologia (non solo di produzione) che accompagnerà la creazione di un nuovo sistema sistema della mobilità si è discusso di quali possano essere le politiche e le azioni adeguate da parte del sindacato.
Intervendo su questo punto, come Fiom, abbiamo introdotto il tema della riduzione dell'orario di lavoro come una delle chiavi per la redistribuzione del lavoro e della produttività nel nuovo contesto derivante dai processi di digitalizzazione e di quelli che definiamo come industria 4.0
Una questione importante e urgente con cui deve misurarsi il sindacato internazionale è la capacità di rappresentare e tutelare i lavoratori lungo tutta la catena del valore. Su questo punto il neo eletto Segretario Generale di IndustriALL GU Valter Sanches, ha richiamato le organizzazioni sindacali del settore auto ad utilizzare la loro forza e influenza nelle sedi principali delle case automobilistiche e ad un impegno straordinario per affermare i diritti dei lavoratori in tutte le imprese della catena di fornitura. Sottolineando come anche quando le reti sindacali internazionali nei principali costruttori sono molto forti, rimane molto da fare per migliorare le condizioni di lavoro per i lavoratori della subfornitura e componentistica del settore Automotive.
Anche il segretario generale aggiunto Kemal Ozkan ha esortato i sindacati a fare di più per sostenere le attività dei sindacati nelle imprese della subfornitura automotive. “IndustriAll ha avuto mandato dal congresso – ha ricordato Ozkan – di mettere la catena di fornitura al centro della propria azione”.
Questo punto della poca efficacia della azione sindacale per garantire la estensione dei diritti sindacali in tutte le fabbriche della catena del valore, anche laddove ci sono accordi globali firmati in tal senso, è stato oggetto di una accesa discussione. In particolare vari sindacati del nord america hanno denunciato le politiche antisindacali portate avanti anche dai produttori europei e giapponesi che pure hanno sottoscritto a livello centrale accordi che prevedono il riconoscimento degli stessi diritti in tutte le imprese del gruppo.
Al centro della discussione le vicende della VW e Nissan negli Stati Uniti. In particolare Krystine Peter di UAW ha denunciato come VW, in violazione degli accordi quadro globali sottoscritti a livello di Gruppo, si rifiuti di riconoscere la rappresentanza sindacale nello stabilimento di Chattanoga, negando il diritto alla contrattazione collettiva e adottando aggressive politiche antisindacali. Krystyne ha sollecitato il Consiglio Mondoale di VW e la Ig Metall a fare pressione su VW perché accetti di avviare un negoziato con UAW anche negli US.
Analogamente sono molti i casi di diritti negati e attacco al sindacato che si registrano in paesi come il Messico, il Brasile, la Turchia, l' India e i vari paesi del sud est asiatico, la Korea. In particolare in Korea si registrano le peggiori condizioni di lavoro e aggressive politiche antisindacali. Questo non riguarda il solo settore auto, e oggi in quel paese è in atto un violento conflitto di tutto il movimento sindacale ha proclamato uno sciopero generale per respingere le politiche di tagli al welfare e di limitazione dei diritti dei lavoratori messe in atto dal Governo coreano nell'ultimo anno.
Un tema comune a tutti gli interventi fatti nella conferenza, è stato la forte crescita del lavoro precario in tutto il settore. In Francia, a detta di R.Gentil della FTM CGT, ci sono fabbriche con l'80% di lavortaori a termine o interinali, novemila solo alla Renault secondo Gentil.
Sanmugam Selvarani del sindacato malese NUTEAIW, nel suo intervento ha messo in evidenza i problemi che il loro sinacato ha nel cercare di organizzare i lavoratori precari e i migranti che sono i soggetti più sfruttati nell'industria dell'auto del paese. Questo ci ricorda ancora na volta come il lavoro migrante no sia un fenomeno (un “problema”) globale e non solo europeo e che ovunque pone al sindacato una domanda di rappresentanza e inclusione e di pienezza di diritti.
In conclusione dei lavori i partecipanti alla conferenza hanno approvato alla unanimità il piano di azione per il settore. Fra le principali attività previste:
- Convocare una riunione ai massimi livelli di rappresntanza delle OOSS interessate per discutere di un nuovo approccio in materia promozione della organizzazioe del sindacato in Nord America
- Sviluppare strategie di azione sulla catena di fornitura dell'auto, in particolare per intervenire presso le imprese della subfornitura
- Rafforzare l'impegno per l'organizzazione dei lavoratori precari
Il piano di azione sollecita una particolare attenzione agli effetti del cambiamento climatico e della digitalizzazione nel settore automotive e sostiene la richiesta di IndustriAll per una Giusta Transizione nel contesto di una occupazione industriale sostenibile per i lavoratori dell'auto.
“Il nostro piano di azione – afferma Helmut Lense – ci indica un percorso chiaro e dettagliato per contrastare i problemi che dobbiamo affrontare nel settore automotive, in particolare le questioni del lavoro precario e della catena di fornitura. Siamo impegnati a rafforzare i nostri accordi con le imprese e a costruire networks in Asia, che sta diventando sempre più la piattaforma globale della produzione del settore auto”.

Fonte: fiom-cgil.it 

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