La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 25 novembre 2016

Serve un voto libero dalla paura

Non ci sarà nessuna invasione delle cavallette il 5 dicembre in caso di vittoria del No al referendum costituzionale. Non si aprirà nessun baratro che non sia già aperto e se l’Italia subirà di nuovo la speculazione finanziaria, questa sarà dovuta ad altri fattori, come l’enorme debito pubblico del paese. È un invito ad affrontare e sconfiggere “le paure” quello lanciato da Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, da Milano nel corso del dibattito “Costituzione ed economia”, organizzato dalla Cgil insieme ad Anpi e Arci, con il prezioso contributo del professor Roberto Artoni, dell’Università Bocconi di Milano, e la partecipazione dei presidenti nazionali di Arci e Anpi Francesca Chiavacci e Carlo Smuraglia. Dibattito coordinato dal segretario della Camera del lavoro di Milano Massimo Bonini e trasmesso in diretta da RadioArticolo1.
“Bisogna utilizzare questi pochi giorni che restano prima del voto per ascoltare le preoccupazioni delle persone e ricondurre il dibattito alla realtà – ha detto Camusso – rivendicando anche l’orgoglio di un Paese che non vuole farsi condizionare dall’esterno”. Ma qual è la paura che alimenta questo “rumore di fondo” nella campagna referendaria? “È la paura creata ad arte – spiega Camusso – che una vittoria del No possa avvantaggiare i populismi, aprendo improvvisamente un baratro nella nostra democrazia. Ma perché dovrebbe aprirsi un baratro che due mesi fa, con le stesse regole, non c’era? E soprattutto – ha aggiunto la leader sindacale – se la preoccupazione è quella dei populismi, assolutamente condivisibile, allora la domanda da farsi dovrebbe essere un’altra: come rafforziamo le garanzie democratiche e costituzionali per evitare la deriva di uno Stato”.
E di certo, secondo Camusso, la nuova Costituzione targata Renzi-Boschi non va in questa direzione. “In nome di una supposta governabilità si vuole cambiare l’equilibrio dei poteri, ma il vero problema è che non si è riusciti a riformare la politica”. Per esempio, secondo Camusso, è una tesi “audace” quella che vorrebbe migliorare il funzionamento del Paese introducendo un processo legislativo contorto come quello descritto dal nuovo articolo 70. “Di certo – ha osservato con una battuta la segretaria – prima tutte le regole stavano in un tweet, ora sfido chiunque a farcele entrare”.
Insomma, l’invito è a sgombrare il campo dalle paure del giorno dopo che “avvelenano e dividono il Paese”. “Semplicemente in caso di vittoria del No, il 5 dicembre dovremo impegnarci tutte e tutti ad applicarla davvero questa Costituzione. Questo è il nostro grande compito, al quale ci avviciniamo con l’orgoglio di chi vuole votare liberamente e senza paura”. 

Fonte: Rassegna.it

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