La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 4 maggio 2017

Il dettaglio dell’accordo tra Grecia e creditori

di Argiris Panagopoulos
“Fumata bianca!”, di buon ora, alle sei del mattino, il Ministro delle Finanze greco Euklreides Tsakalotos si rivolge ai giornalisti riuniti e presenta l’accordo con i creditori: per prima volta sono previste misure equamente distribuite tra penalità e premialità, offrendo alla Grecia la possibilità di uscire dal commissariamento, di accedere, quindi, al Qualitative Easing della BCE, trattare la diminuzione del debito prima delle elezioni tedesche e ripristinare la contrattazione collettiva, con un sostegno, per prima volta, ad un vero stato sociale.
L’accordo per la seconda valutazione, è stato definito come preliminare e subordinato alla discussione sul il debito greco. Nell’Eurogruppo del 22 Maggio sarà votato l’accordo complessivo – staff level agreement.
Il Ministro delle Finanze aveva accettato, a febbraio 2017,di assumere misure per l’1% del Pil per il 2019 e per il 2020, cioè misure per 1,8 miliardi di euro all’anno, ma solo a condizione che fossero contemplate equivalenti misure di crescita per lo stato sociale. Questa è stata una grossa novità, una richiesta mai espressa prima d’ora.
Il Ministro delle Finanze Tsakalotos, durante l’incontro con la stampa, ha affermato che l’accordo rappresenta un compromesso e ogni discussione sul tetto per il surplus di bilancio sarà rinviato sino a quando si concluderanno le trattative per sul debito. “Non ci sono più alibi, la discussione sul debito greco è ineludibile e non più rimandabile”, ha detto Tsakalotos; sostenendo che qualsiasi accordo sulle misure economiche deve partire dalla sostenibilità del debito, dalla fine dell’austerità e del “commissariamento” da parte dei mercati finanziari. Il pacchetto di misure (e di contro-misure) saranno presentate in parlamento greco dal Ministro delle Finanze, entro il 13 di maggio, per poi passare, il 22 maggio dall’Eurogruppo, in concomitanza con la tranche di 7 miliardi previsto dal Piano di finanziamento in atto.
L’accordo, dopo durissime trattative, spesso sconfinate in veri e propri ricatti, prevede misure economiche che, naturalmente, non soddisfano SYRIZA, perché prevedono il taglio delle pensioni e un ulteriore riduzione del tetto per i redditi tassabili. Per la prima volta, però, queste misure saranno compensate con equivalenti provvedimenti a sostegno dei soggetti più colpiti dalla crisi.

In breve, le misure dell’accordo sono:
Dal 1.1.2019 è previsto l’applicazione del taglio pensionistico del 18% (provvedimento per il livellamento della “differenze personale”), ma si tratta di un taglio non lineare. In Grecia ci sono quasi 2,5 milioni di pensionati. Con questo taglio, quasi un terzo dei pensionati vedrà diminuire la sua pensione da pochi euro fino anche più di 300 euro. La cosiddetta “differenza personale” è la differenza di trattamento pensionistico esistente tra coloro che hanno chiuso il rapporto lavorativo prima della riforma dello scorso anno e gli altri che sono colpiti dalla medesima riforma: in pratica, la maggior parte dei tagli riguarderà quelle pensioni privilegiate (erogate, per lo più da Enti, Casse e Fondi pensionistici di settore, come i Fondi per commercianti, ingegneri, avvocati, pensionati statali di alto rango,…). Per la maggioranza delle pensioni (erogate, per esempio, dall’Ente Previdenziale IKA), non è previsto, di fatto, alcun taglio di adeguamento per “differenza personale”, e nel peggiore dei casi, ogni taglio sarà contenuto entro un massimo di 5 euro. Da questo provvedimento, una diminuzione (per “differenza personale”) del 18% delle pensioni privilegiate si ripercuote, mediamente, in un taglio del 9% complessivo delle pensioni.
Limite di tassabilità del reddito. Attualmente, il limite di tassabilità riguarda i redditi di 8.636 euro/annui. Coloro che non raggiungono questo tetto, sono esentati da ogni tassazione. Dal 1 gennaio 2020, o dalla seconda metà del 2019 (la data è oggetto di discussione), il limite di tassabilità dei redditi scenderà a 5.682 euro/annui. Questo rappresenta un aggravio massimo di 65 euro/annuo per persona e solo qualora i parametri economici non vengano rispettati. 
Dal 2018 si prevedono misure economiche per 447 milioni di euro sui sussidi e abolizione dello sconto per le spese mediche.
Nel settore pubblico verrà ridotto il numero di impiegati con contratto a breve termine. Si passerà dai 49.448 impiegati del 2016 ai 49.104 per gli anni 2017, sino al valore di 48.420, previsto per il dicembre del 2019. Il rapporto che vede la possibilità di assumere un solo impiegato per ogni cinque pensionamenti verrà rivisto in modo da assumere una figura ogni tre pensionamenti, subordinato al raggiungimenti degli obbiettivi di crescita economica.
Viene posto in vendita dal 30% al 40% degli stabilimenti di produzione di energia elettrica con carbone di DEH e il 17% della società attraverso il TAIPED.
Gli esercizi commerciali nelle zone turistiche, durante il periodo di massima presenza di turismo, saranno obbligati a garantire l’apertura anche nei giorni di festività, mentre i prodotti parafarmaceuitici potranno essere venduti nei supermercati, senza ricetta medica.
Sino alla scadenza dell’accordo del luglio del 2015 (termine, dunque, luglio 2018) rimane in vigore il quadro delle relazioni di lavoro dei Memorandum firmati dai governi Nuova Democrazia e Pasok, con divieto di estensione dei contratti settoriali. Si aboliscono, però, da subito, i licenziamenti collettivi e si sostituiscono, per il momento, con un sistema di preavvisi di licenziamento. Ai datori di lavoro non è concesso agire sulla rescissione del contratto di lavoro come forma di risposta al diritto di sciopero (“contro-sciopero” – lock out); non è permessa la liberazione dei licenziamenti collettivi, come indicava il Fmi, che per il momento il “rimarrà” al 5%. Solo dal settembre del 2018 il governo greco potrà cominciare di legiferare un “miglioramento dei contratti” per ogni settore, rispristinando di fatto la contrattazione collettiva dopo la scadenza dell’accordo del luglio del 2015. 
Le misure positive saranno applicate dal 2019, qualora il surplus di bilancio dovesse superare il 3,5% del Pil. Queste misure hanno ricadute equivalenti nell’ordine del 1% del Pil, per lo più come sostegno al welfare, per il 2019 e di spesa pubblica del 1% del Pil per il 2020.

1. Diminuzione della tassazione
Viene diminuita la tassazione alle imprese, con un passaggio dal 29% al 26% a partire dal gennaio 2019, con un costo, per le entrate fiscali, del 0,2% sul Pil.
Diminuzione della tassazione sulle persone fisiche dal 22% al 20% dal 2019 per i redditi bassi. Questa misura è pensata come compensazione al taglio delle pensioni e come sgravio per gli agricoltori, con costo per le entrate fiscali del 0,5% del Pil.
Progressiva diminuzione della tassa di solidarietà
Ricalcolo della tassa sui immobili ENFIA, con minimo costo per le entrate dello stato 0,1% del Pil, o in misura equivalente di 200 milioni.

2. Spesa sociale
Aumento dei sussidi per la casa del 0,2% del Pil. Inoltre si interverrà, con azioni di calmieramento e in maniera incisiva, sul prezzo delle case popolari, con una riduzione del costo per metro quadrato sotto i 500 euro dagli attuali 735 euro. Un provvedimento che riguarda circa 32.000 famiglie, all’incirca 100.000 persone 
Garanzia di pasti gratuiti per il 50% degli alunni delle scuole elementari e del ginnasio, per una spesa del 0,1% del Pil.
Istituzione di 1.800 asili nido per 45.000 bambini, con un costo stimato del 0,15% del Pil. Un terzo dei bambini fino ai 4 anni sarà coperto dalla rete degli asili nido dello stato e la possibilità di accesso sarà per bassi redditi. Verranno creati 1.800 nuovi asili nido, per le famiglie bisognose e impossibilitate all’accesso ai servizi privati. Questo vedrà l’aumento di circa 30.000 neonati accuditi da asili nido pubblici, entro il 2019 e altri 15.000 nel il 2020. Questa misura costerà 160 milioni. Oggi lo stato assegna voucher per 95.000 bambini che frequentato asili nido pubblici o privati.
Diminuzione del contributo per acquisto di medicine, con un risparmio pari al 0,1% del Pil. Tutti i cittadini con reddito fino a 770 euro al mensili saranno esentati dal pagamento dei medicinali e di ogni ticket aggiuntivo. Questo provvedimento riguarda quasi il 40 dei pensionati, mentre per redditi da 701 euro mensili fino ai 1200 euro, il contributo sarà diminuito del 50%.
Sostegno per l’affitto fino a 1000 euro l’anno per 800.000 famiglie.
Raddoppio del sussidio familiare per i figli a carico, con forte aumento del sostegno per i primi due figli, con un costo 260 milioni di euro.
Creazione di posti di lavoro, per un costo 250 milioni di euro.
Misure di investimenti per 260 milioni di euro.

Investimenti pubblici
Per energia, agricoltura, ecc. per lo 0,2% – 0,3% del Pil
Politiche energetiche per il mercato del lavoro, pari al 0,1% – 0,2% del Pil.

Reddito Sociale di Solidarietà
L’accordo non riguarda il cosiddetto “Reddito Sociale di Solidarietà” che prevede il sostegno fino a 200 euro al mese per famiglia, per quasi 200.000 nuclei familiari (circa 440.000 persone), estensibile nei prossimi mesi a 500.000 persone, con un sostegno in servizi (gratuità per i servizi di energia e acqua o tariffe agevolate definite in base al reddito, trasposto gratuito per i disoccupati, generi alimentari per i bisognosi, ecc). 
Fonte: listatsipras.eu 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.