La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 5 maggio 2017

Libertà di studiare

Qualche mese fa abbiamo preso parola per esprimere la nostra contrarietà rispetto alla condanna di primo grado di Roberta Chiroli, ex studentessa di antropologia condannata a due mesi di carcere con la condizionale per i contenuti della sua testi di laurea sul movimento No Tav. Insieme a numerosi docenti, attivisti e cittadini vogliamo sottolineare l’importanza della libertà di parola e di espressione, la libertà cioè di affrontare temi sensibili senza incorrere in intimidazioni o ritorsioni, tantomeno ritorsioni penali. Richiamiamo quella campagna oggi, alla luce dell’annuncio dell’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti di uno studente dell’Università più antica d’Italia – l’Università di Bologna.
È accusato di aver partecipato a un’azione collettiva sfociata nell’edificazione di un muro simbolico, fatto di calcinacci, davanti allo studio del professor Panebianco, in risposta a un suo editoriale a favore dell’intervento militare italiano in Libia.
Tali fatti sono accaduti nel 2014, prima che venisse adottato il “Codice Etico” dell’ateneo sulla base del quale è stata notificata la possibile sospensione. Fatti sui quali la procura bolognese sta ancora indagando per stabilire responsabilità reali al fine di istruire un eventuale processo. Di conseguenza, l’intenzione di aprire la procedura disciplinare di sospensione anticipa addirittura il corso della magistratura.
È questo che ci appare particolarmente preoccupante, ovvero il fatto che l’istituzione universitaria bolognese emetta un giudizio di “colpevolezza” prima ancora che esso sia stato emesso in sede penale.
Siamo consapevoli della tensione che da qualche mese, forse più, attraversa l’Università di Bologna. Pensiamo che, in tutti i modi, per salvaguardare il proprio ruolo l’università pubblica debba impegnarsi a usare il sapere per incanalare conflitti anche aspri verso direzioni costruttive per la società. È evidente che le cause da cui nasce questa procedura di sospensione siano riconducibili a uno di questi aspri conflitti – a un tema cioè tanto pregnante quanto spesso rimosso come la guerra. Data la gravità di questo tema, crediamo sarebbe auspicabile trasformare questa tensione in un dibattito costruttivo e dialettico tra le parti interessate. In un paese come l’Italia, dove sempre più elevati sono l’analfabetismo di ritorno, l’abbandono scolastico e universitario, i giovani senza lavoro né accesso alla formazione, e dove spesso temi delicati come questo sono trattati in modo sciatto o liquidati con facili slogan, sarebbe un gesto di straordinario esempio e responsabilità, da parte dell’Università di Bologna, dismettere le logiche disciplinari e tornare al dialogo.

L’appello può essere sottoscritto mandando un commento a questo stesso sito. Sotto le prime firme, insieme alla firma, anche alcuni pensieri che i firmatari hanno voluto condividere

PRIMI FIRMATARI
Adalgiso Amendola, Università di Salerno
Gennaro Avallone, Università di Salerno
Sara Baranzoni
Franco Berardi Bifo
Giorgio Bonazzi
Corrado Borsa, ricercatore presso l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
Vincenzo Carbone, Dipartimento di Scienze della Formazione (Università Roma Tre)
Federico Chicchi, Università di Bologna
Giuseppe Cocco, Universidad Federal de Rio de Janeiro,
Francesca Coin, Università di Venezia
Manuela Costa, Officina Multimediale
Carlo Cuccomarino, Associazione SudComune, Cosenza
Giairo Daghini
Filippo Del Lucchese, Brunel University, London
Nino Fabrizio, Radio Popolare
Francesca Festa
Andrea Fumagalli, Università di Pavia
Davide Gallo Lassere, ricercatore precario, Università Nanterre Paris Ouest
Mario Gamba, giornalista
Maurizio ‘Gibo’ Gibertini, Officina Multimediale
Gianni Giovannelli, avvocato
Gaetano Grasso
Giorgio Griziotti
Emanuele Leonardi, Centro de Estudos Sociais, Universidade de Coimbra
Dario Lovaglio, Barcellona
Stefano Lucarelli, Università di Bergamo
Giuseppe Manenti, Università Cattolica, Milano
Christian Marazzi, Supsi, Lugano, CH
Nicoletta Masiero
Donata Meneghelli, Università di Bologna
Sandro Mezzadra, Università di Bologna
Cristina Morini
Savatore Palidda, Università di Genova
Franco Palazzi, New School for Social Research, New York
Alessandro Petrosa, docente di Filosofia Teoretica e Antropologia Filosofica all’ITM di Ancona
Francesco Maria Pezzulli, sociologo
Pino Pitasi, psicologo, Sert Como
Michela Pusterla
Paola Rivetti, Dublin City University
Pietro Saitta, Università di Messina
Benedetto Vecchi, Il Manifesto
Carlo Vercellone, Université de Paris 1 Panthéon-Sorbonne
Paolo Vignola
Fonte: effimera.org 

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