La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 8 luglio 2016

Jobs act: oltre le mistifcazioni, il flop è nei numeri veri

di Davide Serafin
Quali sono le tendenze in atto sul mercato del lavoro per quanto riguarda i contratti incentivati dalla decontribuzione? Innanzitutto, occorre selezionare le informazioni. Stabiliamo alcuni criteri di metodo: i nostri indicatori sono sempre le attivazioni nette (Nuove attivazioni di contratti a tempo indeterminato meno le Cessazioni) e le trasformazioni (da tenere in considerazione ma che non costituiscono una proxy circa l’aumento dell’occupazione, trattandosi di contratti già in essere). Non si può certo dire che INPS e Governo (ed esponenti del PD) impieghino la medesima metodologia. Lo scrivo per chiarezza: i nostri indicatori sono gli stessi dello scorso anno, non abbiamo cambiato riferimenti. Ciò che fanno altrove è un po’ diverso. Vi ho già raccontato la storia del cherry picking? Forse sì, forse mi ripeterei.
Ma torniamo ai numeri. Che fine hanno fatto le attivazioni nette? Potrei dirvi che il report dell’Osservatorio sul Precariato dell’INPS è migliorato nel corso del tempo ed offre molte opportunità di analisi. Per esempio, sono presenti numeri mese per mese, e ciò rende più facile smentire la vulgata della crescita costante e continua dei posti di lavoro stabili.


Nei primi quattro mesi dell’anno, per questo indicatore è prevalso sempre il segno meno: il bilancio dei contratti stabili è negativo (-65 mila contratti). Le trasformazioni sono in costante calo da Febbraio: in media, rispetto al 2015, le trasformazioni dei contratti a termine e di apprendistato sono inferiori del 43% (-27.6% da inizio anno).


Nel complesso, i contratti a tempo indeterminato (sia nuove attivazioni che trasformazioni), che tuttora usufruiscono degli sgravi contributivi (ridotti al 40% massimo del monte contributivo a carico del datore di lavoro), crescono di sole 73 mila unità contro i 329 mila contratti del medesimo periodo del 2015; si tratta dell’80% in meno rispetto allo scorso anno. Andamento significativo del fatto che ai datori di lavoro non interessa lo sconticino della decontribuzione (che invece continuerà a pesare sulle casse dell’INPS, e quindi dello Stato, per altri anni, almeno sino al 2019).


Infatti, solo 142 mila contratti usufruiscono dell’esonero (tab. 13 Osservatorio sul Precariato, Gen-Apr. ’16), pari al 25%della somma di Attivazioni Lorde e delle Trasformazioni (ovvero della platea potenziale dei contratti che potrebbero avere accesso all’incentivo). Lo scorso anno l’incidenza era del 55%-60%.


Cos’altro potremmo aggiungere alla fredda evidenza di questi numeri? Potremmo certo risalire a quando le cose andavano peggio, ma forse saremmo un po’ disonesti.

Fonte: Possibile 

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