La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 9 luglio 2016

Un osservatorio indipendente sulle spese militari: al via il progetto MIL€X

di Ingrid Colanicchia
Se una qualsiasi società di rilevazione statistica si prendesse oggi la briga di sondare quanti cittadini conoscono l'ammontare delle nostre spese militari, tra risorse investite nell'industria bellica nazionale e stipendi delle Forze armate, sarebbero in pochi probabilmente a dare la risposta esatta: 23 miliardi di euro l'anno. Cifra esorbitante, tanto più se messa a confronto con le risorse destinate agli ammortizzatori sociali, eppure – o forse sarebbe meglio dire proprio per questo – l'argomento è raramente oggetto di dibattito o approfondimento, con la conseguenza che la questione è di fatto sottratta al controllo dell'opinione pubblica.
È a partire da questa serie di considerazioni che Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Italiana per il Disarmo, ed Enrico Piovesana, giornalista esperto di difesa e spese militari, con la collaborazione e la struttura operativa del Movimento Nonviolento (nell'ambito delle attività della Rete Italiana per il Disarmo), hanno lanciato, sul finire del mese di giugno, il progetto MIL€X – Osservatorio sulle Spese Militari Italiane.
«In Italia – si legge sul sito dedicato (milex.org) – si spendono ogni ora 2,5 milioni di euro per le Forze armate. Mezzo milione all’ora solo per l’acquisto di nuovi armamenti: missili, bombe, blindati, cacciabombardieri, navi da guerra. Acquisti – spiegano i promotori – finanziati in gran parte non con fondi della Difesa, ma con quelli destinati allo sviluppo economico del Paese, i tre quarti dei quali finiscono così a sostegno dell’industria bellica nazionale, penalizzando altri settori industriali». Nonostante questi strumenti militari costosissimi siano destinati a rimanere inutilizzati per mancanza dei fondi necessari alla loro manutenzione ordinaria e addirittura al loro uso, «lo Stato italiano continua a comprare nuovi armamenti, non in base a effettive esigenze di sicurezza nazionale (le bombe non servono a contrastare le minacce odierne, semmai a fomentarle) ma ai desiderata dei vertici militari, tradizionalmente refrattari a sottoporre questa materia al vaglio del Parlamento e dell’opinione pubblica e anche solo a fornire informazioni chiare e dettagliate in materia di spese militari». 
Così Vignarca e Piovesana hanno pensato a «uno strumento di monitoraggio indipendente ispirato ai principi di obiettività scientifica e neutralità politica». Non «un progetto pregiudizialmente antimilitarista», riconoscendo i promotori «l’esigenza di mantenere efficienti e moderne le nostre Forze armate», ma un progetto che mira «a rendere trasparenti queste spese, analizzandone in maniera obiettiva gli aspetti critici inerenti alla loro razionalità, utilità e sostenibilità, in particolare per quanto concerne i programmi di acquisizione di armamenti». «Il problema – spiegano – non è l’acquisto di nuovi aerei, nuovi carri armati e nuove navi da guerra, ma modalità e criteri con cui tali acquisti vengono fatti, a partire dalla necessità di una corretta e completa informazione al Parlamento su caratteristiche tecniche e costi dell’armamento richiesto, effettiva necessità operativa in termini di idoneità del mezzo e di quantità richieste, possibili alternative valutabili, sostenibilità logistica del programma nel lungo periodo, ecc.».
Pensato come «un servizio pubblico di raccolta, analisi e diffusione di dati e informazioni» per «contribuire ad accrescere la consapevolezza dei cittadini, dei loro rappresentanti nelle istituzioni, degli operatori dell’informazione e degli attivisti sociali, in modo da rendere possibile un cosciente e informato controllo democratico su una delle più ingenti e politicamente significative voci di spesa pubblica», MIL€X ha bisogno, per potersi concretizzare, del contributo di tutti. 
Il primo passo per l’avvio di questo progetto è infatti un approfondito lavoro di ricerca e analisi che confluirà nel Primo Rapporto Annuale MIL€X sulle Spese Militari Italiane (con pubblicazione prevista per novembre 2016): un testo che i promotori vogliono «di agevole lettura, ricco di notizie inedite e curiosità, di dati e statistiche, nel quale sarà presentata un’analisi critica e obiettiva della spesa militare italiana» e per la realizzazione del quale hanno lanciato una campagna di crowdfunding. Sul sito Eppela.com si può contribuire con donazioni di diversa entità (25€, 50€, 100€ e 500€), in virtù delle quali si riceverà come ricompensa copie digitali o cartacee del Rapporto stesso.
Il progetto verrà avviato solo se al termine della campagna di crowdfunding, che durerà 40 giorni (fino al 7 agosto) sarà stata raggiunta la cifra prestabilita (17mila €), altrimenti la donazione verrà restituita. Se avrà successo, a questo primo passo seguirà un secondo: la creazione dell’Osservatorio vero e proprio e l’avvio delle sue attività.

Fonte: Adista News

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