La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 29 luglio 2016

Provocare la Russia

di Serge Halimi
I capi degli stati membri europei che fano parte della NATO stanno programmando di seguire l’esempio di José Manuel Barroso che è diventato un lobbista per la Goldman Sachs dopo il suo mandato come Presidente della Commissione Europea? Hanno usato il vertice della NATO per prepararsi a un cambio di carriera come consulenti della General Dynamics o di qualche altro produttore di armi statunitense? Naturalmente, l’idea è assurda, ma certo meno dell’annuncio da loro fatto al vertice di Varsavia in luglio, che la NATO schiererà una nuova unità mobile di 4.000 truppe in Polonia o in uno degli stati del Baltico – a portata di artiglieria dalla base principale della flotta russa nel Baltico e da San Pietroburgo.
I capi russi già risentiti nei confronti della NATO – un’organizzazione da guerra fredda che sarebbe dovuta sparire con l’Unione Sovietica (1) – per essersi riuniti nella città dove era stato firmato il Patto di Varsavia nel 1955, sotto l’egida dell’URSS. Le opinioni del generale dell’esercito americano, Curtis Scaparrotti, il nuovo comandante della NATO in Europa, non aiutavano: “La struttura del comando deve essere sufficientemente agile, in modo tale che passare dal tempo di pace all’istigazione alla guerra…sia una transizione naturale” (2). La NATO ha invitato anche Pedro Poroshenko, presidente dell’Ucraina, che non è membro della NATO ed è in una situazione di conflitto che ribolle con la Russia.
Poroshenko ha sentito riaffermare dal Presidente Obama il suo ‘forte appoggio ai tentativi dell’Ucraina di difendere la sua sovranità e la sua integrità territoriale di fronte all’aggressione della Russia.’ Quindi le sanzioni occidentali contro la Russia rimarranno valide ‘fino a quando la Russia non soddisferà i suoi obblighi in base agli accordi di Minsk’(3). Gli Stati Uniti e i loro alleati, persistono quindi ad oscurare il ruolo delle iniziative ucraine nell’annessione illegale della Crimea per opera della Russia, e anche nella mancanza di progressi riguardo agli accordi di Minsk.
Perché mantenere la tensione tra gli stati europei e la Russia? Un motivo potrebbe essere che questa consente agli Stati Uniti di impedire qualsiasi riavvicinamento tra di loro e assicura, dopo la Brexit, che il loro alleato più obbediente, cioè il Regno Unito, rimanga strettamente legato al destino militare dell’Europa. Anche la Germania ha incrementato il su bilancio militare e crede che ‘senza un fondamentale cambiamento di politica, la Russia costituirà una sfida per la sicurezza del nostro continente nel prossimo futuro’ (4). E’ allettante dire lo stesso della NATO.
Il suono dei tamburi sul confine russo è stato sovrastato da altri rumori. Il Presidente Obama ha dovuto interrompere il suo viaggio in Europa dopo le sparatorie di Dallas. François Hollande, nel suo discorso del 14 luglio, pronunciato poche ore prima del massacro di Nizza, ha parlato del salario del suo barbiere, ma non del vertice di Varsavia durante il quale la Francia ha accettato di contribuire allo schieramento di truppe della NATO negli stati baltici, ai confini con la Russia.

(1) Vedere Régis Debray, ‘Why France should leave Nato’ [Perché la Francia dovrebbe uscire dalla NATO], Le Monde diplomatique, English edition, aprile 2013.

(2) Citato sul The Wall Street Journal,New York, 11 luglio 2016.

(3) Firmato tra Russia e Ucraina nel 2014 per porre fine al conflitto nell’Ucraina orientale. Vedere Igor Delanoë, ‘Between war and peace’[Tra guerra e pace], Le Monde diplomatique, English edition, Marzo 2015.

(4) ‘White Paper on German security policy and the future of the Bundeswehr, [Libro bianco sulla politica tedesca per la sicurezza] 2006’, Berlin, 13 luglio 2016.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Le Monde Diplomatique
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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